Albergo Atene Riccione

 

Turisti sbarcano ad Atene: Un'analisi del turismo di massa in Grecia

Per la quarta volta, anche quest’anno, dal 29 luglio al 13 agosto 2006, io e il mio ragazzo Luca decidiamo di tornare in Grecia, e più precisamente a Santorini e Milos, nelle Cicladi. Prima di iniziare il racconto vorrei dire che quelle che abbiamo visitato non sono due isole perfette! Non esiste, credo, l’isola perfetta in cui andare a fare una vacanza. Ogni isola, così come ogni luogo del mondo presenta pregi e difetti…

Il nostro racconto vuole parlare di quello che ci ha colpito di queste due isole, e non del mancato televisore al plasma che non avevamo in appartamento o dell’animatore del villaggio che era troppo assente o della cucina troppo ripetitiva. Come si sente dire in alcuni racconti! Questo racconto è una storia di una coppia di 25enni che ama la Grecia, il profumo del mare, il rumore delle onde che si infrangono nel bagnasciuga e chiacchierare con la gente del posto in un misto di grechitalese. Che ti fa capire quanto spesso i greci siano vicini e lontani al tempo stesso, quanto siano generosi, quanto mangioni e quanto affettuosi e premurosi, nazionalisti, cocciuti, orgogliosi e con un cuore tanto grande, ma soprattutto con un patrimonio naturalistico straordinario, con centinaia di isole bellissime in cui soggiornare, tra calette solitarie e distese di ulivi e terra rossa in un quadro che molto spesso si avvicina al nostro ideale di vacanza, fatto di tanto sole, bellissimo mare e relax!

La Grecia è una terra bellissima, ricca di profumi, di gente cordiale, di paesaggi mozzafiato e di sogni! Sogni che vi riversiamo ogni anno quando partiamo per le vacanze, con quell’agitazione che ti prende prima di partire, con quell’euforia che ti accompagna quando sali sull’aereo e ti fa sentire finalmente in vacanza! A noi la Grecia ha sempre regalato emozioni stupende, senso di libertà mentre si scorrazza in lungo ed in largo una qualche isola, e dei dolci e caldi ricordi con cui riscaldare i nostri freddi inverni.

Detto questo, premetto anche che questo viaggio ce lo siamo organizzati da soli, per aver più libertà di muoverci ed organizzarci. Con i tour operator classici infatti i combinati sono piuttosto costosi e di solito impongono una settimana su un’isola e una sull’altra. Potendocelo gestire da soli abbiamo optato, dati anche i trasferimenti in traghetto, per un soggiorno di 16 gg con volo su Atene con partenza sabato 29 luglio e ritorno domenica 13 agosto, facendo 5 gg a Santorini e 9 a Milos.

Il viaggio è stato dunque così organizzato: VOLO MILANO-ATENE, acquistato con EASYJET. Devo dire che ci siamo trovati benissimo, pulitissimi, in orario e molto gentili! A bordo non offrono una ristorazione gratuita ma a pagamento, e comunque se volete mangiare per conto vostro uno spuntino che vi siete portati da casa potete farlo tranquillamente. Easyjet è una compagnia di volo low cost inglese, e, come per tutte le compagnie low cost, il biglietto costa tanto meno quanto prima si prenota.

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Un esempio Milano-Atene a gennaio costa circa 100 euro a/r comprensivo di tasse, a giugno si arriva a 400. Quindi se sapete già dove volete andare prima prenotate e meno spendete! Dato che siamo arrivati ad Atene al mattino verso le 10:30 abbiamo optato per una visita alla città. Molto bella l’acropoli! La vista su Atene è bellissima! Abbiamo preso la metro per arrivare sino a piazza Syntagma. Da lì a piedi ci siamo diretti a Plaka. Molto carina, piena di negozietti e ristorantini, un po’ troppo commerciale forse, però più carina rispetto all’Atene moderna.

Saliti in cima sino all’acropoli abbiamo visitato i diversi siti in maniera piuttosto veloce e alla giapponese (con tante foto ed un ritmo serrato), per via della mancanza di tempo, ma non senza toglierci una veduta meditativa sull’intera città dalla collina del Licabetto. Tornati al Pireo per imbarcarci per Santorini, abbiamo avuto una piccola brutta sorpresa: il Pireo è disorganizzatissimo! Per lo meno lo è stato per il car ferry che portava a Santorini sabato 29 luglio alle 21:00. Il fatto è che c’era una marea di gente e quando è arrivato il traghetto, in ritardo di un’ora, c’è stato un caos terribile.

In maniera selvaggia greci e italiani per lo più si sono spintonati per circa due ore per salire sul traghetto, senza il minimo rispetto per alcuna fila e per chi magari fosse arrivato anche qualche ora prima per entrare. La nave era grande ma la gente dormiva ovunque, corridoi, scale, ristoranti, ponte, in una situazione tipica da terzo mondo! Un conto è adibire luoghi a campeggio, un conto è campeggiare in maniera più o meno improvvisata su una nave, nei corridoi, su sporche moquette. Da questo punto di vista non mi è piaciuta affatto la compagnia Hellenic Seaways. Magari se lo avessi saputo prima avrei speso 100 euro in più e mi sarei comprata il volo interno della Olympic su Santorini. Noi non lo abbiamo fatto per risparmiare.

Eravamo stati altre volte in traghetto in Grecia (in agosto), ma eravamo sempre saliti su traghetti con poltrone sufficienti ad ospitare tutti i passeggeri, ma questa volta non è stato così. Va beh, devo dire comunque che alla fine è stato comunque bello svegliarsi alle 6 del mattino guardando il sole che sorge. Sarebbe stato bello anche guardare le stelle di notte al chiaro di luna, ma c’era troppa gente! Un caos pazzesco! Rimango col dubbio del come mai, data l’enorme folla, non abbiano organizzato 2 traghetti almeno per Santorini!

Purtroppo i greci hanno zero senso per le regole, o per lo meno ne hanno poco. Non sono un’esperta di diritto marittimo, ma non penso si rispettassero i canoni di sicurezza per i viaggiatori, soprattutto quando scendendo dal traghetto nella stiva con le macchine molti marinai si sono messi a fumare. Comunque è stata un’esperienza utile. Ho capito perché spesso i paesi nordici guardano molti italiani con disprezzo, e non a torto a volte, quando abbiamo zero rispetto per le regole, o per gli altri che ci stanno intorno (vedi fumare in stiva), o quando non facciamo le file e ci accalchiamo come bestie per salire su un traghetto!

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Mentre eravamo lì compressi tra quella moltitudine di persone, ricordavo con nostalgia quando l’anno prima ci eravamo intrufolati in una gita in barca con un gruppo di inglesi a Zante, con i fratelli Potamitis per la spiaggia del Navajo e le Blue Caves, e mi è venuto in mente quando per risalire in barca dopo che ci eravamo tuffati, gli inglesi si erano messi in fila in acqua per risalire in barca e mi ricordavo di come fossimo rimasti piacevolmente colpiti! Certo anche gli inglesi non sono privi di difetti quando di notte si trasformano in hooligans, ma questa è un’altra storia.

Il punto è che il viaggio sarebbe stato senz’altro migliore se la compagnia marittima ed il Pireo avessero adoperato un po’ più di organizzazione! Il traghetto che invece ci ha portati da Santorini a Milos, della Lane, era molto pulito e confortevole e con diverse poltrone, per cui c’era la possibilità di sedersi tranquillamente. Idem per il traghetto che da Milos ci ha riportati al Pireo, speed runner della Aegean Speed Lines, con posti assegnati e molto confortevole! Da notare che in tutti i traghetti in Grecia l’aria condizionata è tenuta al massimo per cui fa freddissimo! Portatevi una bella felpa!! Vi sarà senz’altro utile!! Specialmente di sera…

Per l’orario dei traghetti noi ci siamo affidati al sito www.Gtp.Gr, affidabilissimo. Comunque per sicurezza noi abbiamo prenotato i biglietti dall’Italia con carta di credito pre-pagata, perché agosto è altissima stagione e spesso si rischia di non trovare posti a sedere arrivati una volta al Pireo per l’isola che state cercando! Come è successo ad un paio di ragazzi che abbiamo conosciuto! Quindi se potete io vi consiglio di prenotare dall’Italia! Probabilmente fino a qualche anno fa non era un problema, sentendo anche dai racconti di altri, ma da un po’ di anni a questa parte il turismo in Grecia, soprattutto nelle isole è più che raddoppiato e questo rende pericoloso non prenotare prima di arrivare!

La Crete agency cui noi ci siamo affidati si trova proprio al Pireo, sul molo, Stella è molto gentile e disponibile e parla anche italiano per chi non se la cavasse benissimo con l’inglese. Inoltre la posizione dell’agenzia è iper comoda perché una volta che arrivate al Pireo dovete solo ritirare i biglietti proprio vicino al gate in cui vi imbarcherete! Cmq…Alla fine siamo arrivati sani e salvi a Santorini. Ribadisco il concetto che, se non volete andare in traghetto e avete la possibilità di prenotare il mese qualche mese prima, esiste il volo diretto su Atene da molte città italiane, e poi da Atene si prosegue con la Olympic su Santorini (1h di viaggio circa). Se prenotate in anticipo con 300 euro ve la dovreste cavare alla grande tra a/r e tasse.

Detto questo, sbarcati a Santorini… Iniziava per noi la vera vacanza! SANTORINI è un’isola oltre ogni modo bellissima! Molto romantica e caratteristica, rappresenta il tripudio dell’architettura cicladica! Troppo carina! Di spiagge non ce ne sono tante, ma il mare è limpido e trasparente. Avendo il fondale vulcanico però il riflesso è scuro e quindi Santorini non è l’isola migliore per fare vita da mare.

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Santorini è bella da visitare per le mille e strette viuzze di Thira e Oia, il tramonto sulla caldera, le stelle che di notte illuminano il cielo e che sono così tante che ti costringono a stare sempre a naso all’insù! Mai viste tante stelle in vita nostra! Sembrava di essere al planetario! Prima di partire ho sentito dire che Santorini è cara. Beh, rispetto a Cesenatico in cui noi viviamo la vita è molto meno cara, soprattutto nei ristoranti!

Secondo me il rapporto qualità prezzo dell’isola è ottimo perché offre quantità innumerevole di servizi, dagli alloggi ai ristoranti. Sono molto organizzati e molto più puliti rispetto alla maggior parte delle località greche mai visitate sinora. Prenotare l’alloggio a Santorini non è un problema, le strutture ricettive abbondano ovunque. Se volete più scelta il consiglio ovviamente è sempre quello di prenotare in anticipo. In linea generale i monolocali attrezzati di kitchenette vanno dalle 50 alle 250 euro in altissima stagione.

40 euro le pagate se alloggiate nei pressi di Perissa o in qualche piccolo paesino limitrofo e non sulla caldera, 250 euro le potete spendere a Oia con vista sulla caldera e jacuzzi, sempre vista caldera ovviamente. Noi abbiamo optato per un appartamento a Perissa alla cifra di 60 euro al giorno. Il complesso a 100 m dalla spiaggia omonima è molto curato e pulito e le camere sono molto carine, dotate di a/c, frigo e cucinotto, ed ovviamente un bel balcone vista mare.

La struttura offriva anche la piscina, di cui non abbiamo mai usufruito, e un piccolo parco giochi per bambini. Inoltre i gestori sono disposti a venirvi a prendere gratuitamente al porto di Athinos (porto dove da un po’ di anni a questa parte sbarcano tutti i traghetti turistici) mentre per tornare si può scegliere tra bus, taxi, o i gestori stessi che vi accompagnano per 10 euro in due, o gratuitamente se devono andare a prendere altri ospiti!

Questi appartamentini sono gestiti in maniera impeccabile dalla Marouso Drosou, insieme con suo fratello ed i loro genitori. Sono molto premurosi, puliti ed organizzatissimi. Una cosa che mi ha stupito in maniera piacevole è che vicino alla piscina hanno costruito due bagni molto grandi dotati di wc, lavabo, specchio e doccia, che gli ospiti possono utilizzare in qualsiasi momento. Noi li abbiamo utilizzati l’ultimo giorno perché avendo il traghetto per Milos alle 22:00 volevamo goderci tutto il giorno in spiaggia.

Così alle 9:00 lasciata la stanza (il check out sarebbe stato alle 12:00), siamo andati tutto il giorno al mare e quando siamo tornati abbiamo potuto lavarci e cambiarci, il tutto gratuitamente! Il complesso si chiama KALIPSO VILLAS e il numero di telefono è 0030 22860 81588/82033/82632 oppure il 0030 6973 059893. Se chiamate dite pure che il numero ve l’hanno dato Daniela e Luca. Per noi soggiornare a Perissa è stato molto comodo perché oltre a essere a 100 m dalla spiaggia potevamo raggiungere Thira o Kamari in un quarto d’ora di motorino la sera. L’isola è piccola e si gira agilmente!

Certo a Perissa non si gode del tramonto sulla caldera dal proprio balcone, però se per le 19:30 siete già docciati potrete andare a godervelo a Thira o Oia in un localino con terrazzo vista caldera per l’aperitivo. La comodità di Perissa è quella di: esser vicini alle migliori spiagge dell’isola: Kamari, Perissa (entrambe molto organizzate, con tanti localini sulla spiaggia) e Red Beach (troppo scenografica e da non perdere!!!); gli alloggi costano in genere meno così come anche i motorini. Un esempio, il nostro scooter 70 cc noi lo abbiamo pagato dal 30 luglio al 3 agosto 12 euro al giorno (prezzo a coppia), in 15 minuti si raggiungono agilmente la capitale Thira e Kamari, è molto più tranquilla rispetto alle altre città. Noi la mattina ci svegliavamo con i ragli di un simpatico somarello!

Di Santorini le cose che ci sono piaciute di più sono state: il paesaggio, molto particolare e scenografico: i paesini di Oia e Thira sono carinissimi!!! I servizi offerti sulle spiagge, locali e tavernette tipiche, i forni, in assoluto i migliori mai provati sinora in Grecia, i ristorantini sulle terrazze di Thira, ce ne sono una marea, noi sceglievamo ad ispirazione, i tramonti sulla caldera, i cieli stellati di notte, così belli da togliere il fiato!!

Milos

Simile a Santorini per le colline brulle e la terra rossa arsa dal sole, è un’isola diversissima! Lontana dall’organizzazione di Santorini, Milos è un’isola che dal punto di vista ricettivo offre un basso rapporto qualità prezzo, soprattutto, ripeto, dal punto di visto delle strutture ricettive. Molti appartamenti ed alberghi infatti offrono pochi servizi, e quei pochi se li fanno pagare parecchio.

Un buon appartamentino a Milos, con balcone vista mare e piccolo cucinotto (da noi utilizzato per farci la colazione. Già la cucina greca è pesantuccia, se poi avessimo dovuto far colazione con schifezze anche al mattino saremmo schiattati, così al mattino ci facevamo il nostro immancabile tè e caffè con latte e cereali) non costa meno di 80 euro in centro ad Adamas e 60 nel resto dell’isola. Questi sono i prezzi medi, poi ovviamente si trovano anche stanze a 50 euro, dipende.

Una cosa importantissima comunque a Milos è prenotare prestissimo! In genere quando è fine maggio inizio giugno l’isola è al completo per agosto! Incredibile ma vero! Il fatto è che a Milos non ci sono tanti alberghi e neppure tanti appartamenti, per cui quei pochi che vi sono vengono prenotati prestissimo. Non è un’isola per viaggiatori zaino in spalla, i proprietari delle domatia non vi aspettano al porto e se arrivate ad agosto senza aver prenotato l’unica alternativa sarà il campeggio. Noi per problemi “tecnici” abbiamo potuto prenotare solo a inizio giugno e vi assicuro che è stata una vera impresa, avremo chiamato almeno 70 posti, ma minimo.

Il turismo di massa e le sue conseguenze

La questione del turismo di massa e delle sue conseguenze è diventata sempre più rilevante negli ultimi anni. Letizia Bindi affronta il tema del turismo che diviene divoratore di spazio e di local knowledge, della mercificazione dei territori e della cultura. Lina Romano prospetta una nuova pedagogia per difendere la natura dall’azione estrattiva dell’industria turistica.

Assegnare tutte le colpe al “turismo” significa estraniarsi dalla questione, individuare un nemico comune altro e indipendente da noi. Ma noi, siamo coattori, magari pessimi deuteragonisti, dei fenomeni socioeconomici in cui siamo precariamente fluttuanti. La vacanza è un bisogno che prima era inavvertito, quindi è stato indotto, a partire da un modello totalmente diverso che era appannaggio di un ceto sociale agiato e che, in ogni caso, trascorreva il suo privilegio in modi diversi da quanto odiernamente proposto alla massa generalista.

C’è stato un cambiamento, e qui avanziamo lungo l’asse temporale nel secondo Dopoguerra, con l’irrompere della società dei consumi. Tutto cambia. Le vacanze diventano un diritto, come tante cose nella logica modernista e neoliberale: di più, un diritto opponibile, però trascelto tra mille altre opportunità e beni dalla cui fruizione la massa, per definizione, rimarrebbe comunque esclusa, meno gestibili in termini quantitativi. Insomma, si crea un mercato.

Le vacanze diventano sempre più esotiche. Gente che per undici mesi va in autobus, scopre che per fare una vera vacanza ci vuole Bangkok. Volete andare a Bangkok? Quanti templi volete? Quante escursioni in battello? Vi serve anche un po’ di spiaggia? Ecco fatto: costa tanto. Ahimé, volevate fuggire dal mondo dei supermercati e siete finiti in un supermercato che vende la libertà dal supermercato.

Rispetto a quegli anni, la vacanza-prodotto-da-banco si è ulteriormente complicata, avvinta com’è dalle nuove tecnologie, dalla globalizzazione: l’individualizzazione della merce-viaggio ha come controfigura la massa che è cooptata nei medesimi luoghi con le medesime modalità. Nel quadro attuale, difficile emanciparsi da rotte e soluzioni così diffuse sui territori da essere dominanti.

Appena hanno qualche giorno di libertà gli abitanti dell’Europa occidentale si precipitano all’altro capo del mondo, attraversano la metà del mondo in aereo, si comportano letteralmente come degli evasi dalla prigione. In questo romanzo, piuttosto crudamente, si sottolineano le macro differenze in questo gruppo di vacanzieri d’Europa occidentale: ogni sottogruppo/nazione ha esigenze soddisfacibili in modo leggermente diverso, filtri culturali e sociali da eludere o sfruttare, soluzioni diverse per il divertimento e l’appagamento, perché la vacanza sia ben riuscita, una vera vacanza, per l’appunto.

Il supermercato che vende libertà dal supermercato è ora più grande e sugli scaffali ha prodotti in maggior varietà, è multinazionale e omologato. Il territorio, però, non è infinito rimane sempre il medesimo. Questi obiettivi intercettabili e indotti diventano bisogni e si traducono in nuovi mercati, che sorgono giustapponendosi a quelli preesistenti; la geografia sociale, gastronomica, culturale, sono allora nuovamente piegati a rispondere a questo nuovo flusso di persone e di investimenti.

Per chi investe e lavora nell’industria turistica sono nuove opportunità di guadagno, ma richiedono un ulteriore consumo di suolo e di risorse, di peculiarità culturali, la cacciata della popolazione locale per fare posto a nuovi arrivi, nuove costruzioni, e nuovi lavoratori.

Ad ogni gruppo/nazione in viaggio l’industria turistica si ingegna di proporre una soluzione congeniale, imponendo al territorio un mutamento conseguente. Ogni indotto chiede il suo dazio alla meta prescelta, quasi un diritto di prelazione; è agente di trasformazione e tematizzazione del territorio. Così non c’è solo la montagna inclusiva a tutti i costi, ma anche la montagna della Georgia o dell’Armenia che si puntella di scritte halal per assecondare i turisti musulmani dai Paesi del Golfo, arabi ma anche pakistani, e le spiagge greche che riportano indicazioni in tedesco e in alfabeto cirillico.

Come fosse terra nullius, terra disabitata o di nessuno, o un nuovo Eldorado, le attività dell’industria turistica occupano il territorio, tramutandolo in enclave deterritorializzate? In una nuova cartografia tutta moderna, segniamo geografie di comunità e rotte messe a dura prova dal turismo estrattivo e che sempre più si ribellano: il Mediterraneo, il mare di mezzo, avvampa ben prima che da noi in Spagna, Canarie e Barcellona, in Grecia, dalla capitale Atene alle isole, soprattutto Santorini.

Un anno fa (2023) nell’isola di Paros, nelle Cicladi, i 12 mila abitanti si sono ribellati con lo slogan “Reclaim the beach”, dopo che circa 450 mila visitatori si sono riversati durante i due mesi della stagione estiva sulle sue coste: intervistata dal reporter di France24, la responsabile del movimento per le spiagge libere di Paros dichiarava che Paros sta diventando un posto uguale a tutti i posti turistici del mondo.

Una omologazione che significa perdita, e che riproduce più o meno lo stesso schema omogeneizzato: hotel/case vacanze dall’architettura dislocata e atipica, ristoranti e bar alla moda, tali che non dispiaccia non trovarvi assolutamente nessuno e niente di locale, paradossali quanto i negozi di souvenir Made in China e altre attrazioni leggermente altalenanti tra una escursione e una visita guidata.

Santorini, in particolare, ha registrato a luglio di quest’anno un episodio paradigmatico: il presidente del municipio di Fira, Panagiotis Kavallaris, avrebbe addirittura invitato con un post su FB i residenti a non uscire di casa per agevolare l’enorme massa di turisti giunta sull’isola con le innumeri navi da crociera. Colpisce quanto dichiarava due mesi fa il vicepresidente dell’associazione del commercio di Santorini ai microfoni di Reuters: «non puoi avere la tua tranquillità e fare soldi».

La richiesta, sempre più fremente, della politica locale dell’isola greca è di impedire che hotel e Airbnb mettano a disposizione nuovi posti letto sull’isola, che si riduca il numero di visitatori che sbarcano con le crociere, che non si autorizzino nuove edificazioni. Rallentare, quindi, ridurre, normare gli ingressi sull’isola. Porre un limite.

Il risultato è la sostituzione della popolazione locale, che generalmente occupa un posto marginale nelle gerarchie sociali, con i nuovi “coloni” di fascia medio-alto borghese. Ahimè, a giudicare da quanto accade a Venezia, purtroppo possiamo rassicurarli, non se ne accorgeranno neanche, nemmeno se la moussaka sarà servita da un cingalese, la calamita da frigo rigorosamente Made in China gli sarà venduta da un bengalese e non si avvisterà l’ombra di un greco sino in Asia Minore; l’elemento omologante, la moda della vacanza, ha il buffo effetto di renderci tutti personaggi in un certo qual senso pirandelliani: e laddove il turismo consumi tipicità e traduca in attrazioni la cultura locale, vi riesce anche attraverso l’umorismo (nero!) dell’avvertimento del contrario.

Le mete mainstream del turismo di massa offrono sempre più servizi deterritorializzati e registrano una massiccia presenza di investimenti e lavoratori stranieri, mentre la cittadinanza, i locals, retrocedono. La macchina turistica rullerà anche senza veneziani a Venezia, messicani in Messico o pisani a Pisa e greci nel Peloponneso, o il turista che entra nel supermercato che vende libertà dal supermercato si ribellerà, sentendosi beffato?

È stato presentato un’altra considerazione, piuttosto interessante, da un approfondimento recente dell’emittente Al-Jazeera inglese. Emerge nella sua spietata efficacia l’effetto emulazione generato dai social media: la terra, la cultura e la popolazione residente diventano un contenuto da postare, uno scatto, solo oggetti, commodities.

Secondo l’accademica balinese, questo è un dato certo e l’eccessivo turismo, irrispettoso delle tradizioni locali, è l’eredità di una mistificazione della cultura dell’isola alimentata dal colonialismo olandese negli anni ’20 del Novecento; un altro esperto dell’intersezione tra decolonizzazione e la cultura del viaggio, intervistato sul tema, giunge all’affermazione controversa che “Tourism is the leisurely face of colonialism” (il turismo è il volto tranquillo del colonialismo).

L’interrogativo comune è come risolvere l’effetto domino, come rendere sostenibile o rigenerativo l’indotto dell’industria turistica che invece, ad oggi, alimenterebbe un’economia insostenibile anche dal punto di vista ambientale; i profitti non rimangono sul territorio.

Tabella riassuntiva dei punti di forza e debolezza di Santorini e Milos

Isola Punti di Forza Punti di Debolezza
Santorini Paesaggi scenografici, architettura cicladica, servizi turistici efficienti, ottimi forni e ristoranti, tramonti sulla caldera, cieli stellati. Spiagge limitate, mare non ideale per vita da spiaggia, può essere affollata.
Milos Simile a Santorini per paesaggi, ma meno organizzata. Basso rapporto qualità-prezzo per le strutture ricettive, prenotazione anticipata necessaria, meno servizi turistici.

TAG: #Turisti #Barca

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