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Tassa di Soggiorno in Italia: Guida Completa al Funzionamento

Stai pensando di entrare nel mondo degli affitti brevi, magari trasformando un appartamento ereditato in una casa vacanze o aprendo il tuo bed&breakfast a gestione familiare? Da molti anni, ormai, le persone che pernottano in determinate strutture ricettive hanno imparato a conoscere la cosiddetta tassa di soggiorno. L’imposta di soggiorno, chiamata anche tassa di soggiorno, è un’imposta applicata su chi soggiorna in strutture ricettive alberghiere o extra-alberghiere di determinate città italiane o straniere.

Cos'è la Tassa di Soggiorno?

La cosiddetta tassa di soggiorno è un'imposta a carico dei turisti che soggiornano presso una struttura ricettiva (case vacanza, bed&breakfast, pensioni ma anche hotel e ostelli) in località turistiche e città d'arte. In realtà sarebbe più opportuno chiamarla imposta di soggiorno, in quanto l’ente pubblico che effettua coattivamente il relativo prelievo non concede in cambio alcun servizio al cittadino, come avviene invece per le tasse. Erroneamente, la maggior parte delle persone chiama questa imposizione sui flussi turistici "tassa". Una tassa indica infatti una determinata somma di denaro pagata per un servizio specifico, come ad esempio la tassa sui rifiuti (TARI). Un'imposta, invece, è un contributo riscosso per finanziare delle spese pubbliche.

Si tratta di un'imposta di vecchia data: in Germania la possiamo trovare già nel 1507 a Baden-Baden con il nome di Kurtaxe. In Italia la tassa di soggiorno nacque nel lontano 1910. In un primo momento fu applicata solamente in alcune tipologie di Comuni, in particolare nelle stazioni termali e zone balneari. In Italia lo ha introdotto il Decreto legislativo n. 23 del 14 marzo 2011 (“Disposizioni in materia di federalismo fiscale municipale”), che concede ai Comuni la possibilità di istituirlo o meno.

A Cosa Serve?

L'idea alla base dell'istituzione di questa imposta è che, quando un turista soggiorna in una determinata città, usufruisce dei servizi pubblici a disposizione dei cittadini. I fondi raccolti con le tasse di soggiorno devono essere investiti interamente nella manutenzione e nel restauro dei beni culturali e ambientali locali e in altri progetti a sfondo turistico.

Normativa e Regolamentazione

Oggigiorno, il pagamento dell'imposta di soggiorno è regolato dall'art.4 del Decreto Legislativo 14 marzo 2011, n. Il decreto legislativo n°23 del 14 marzo 2011 (Disposizioni in materia di federalismo fiscale municipale) ha dato l’opportunità ad altri comuni italiani di poter istituire la tassa di soggiorno. Tale facoltà non è stata concessa a tutti i comuni però. Come visto in precedenza, i "comuni capoluogo di provincia, le unioni di comuni nonché i comuni inclusi negli elenchi regionali delle località turistiche o città d'arte" possono istituire il pagamento dell'imposta di soggiorno.

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L'imposta di soggiorno è un tributo che va gestito sia da parte dell'Ente che ha deciso di istituirla, sia da parte dei gestori delle strutture ricettive presenti nel territorio comunale. E sono gli stessi Comuni a stabilirne le modalità di applicazione.

Modalità di Applicazione e Calcolo

Secondo l'art. 4 del Decreto Legislativo 14 marzo 2011, n. L'imposta va applicata secondo criteri di gradualità in proporzione al prezzo della prenotazione. Ciò significa che la tassa di soggiorno varia a seconda della tipologia della struttura ricettiva prenotata. Esiste inoltre anche un elevato grado di personalizzazione a livello locale dei parametri più importanti dell'imposta. Ad esempio, è l'Ente comunale che decide le tariffe, le esenzioni e le varie scadenze.

  • Alcuni prevedono una quota fissa, diversificata in base alla tipologia di struttura (formula più diffusa).
  • Altri, una quota variabile in base al costo della camera e/o al potenziale storico-artistico del luogo.

Le tariffe, quindi, variano a seconda del comune in cui è situata la struttura ricettiva, in base alla tipologia della struttura stessa (nelle strutture che sono considerate più lussuose la tassa di soggiorno è generalmente più alta rispetto ad altre categorie, ad esempio gli hotel con numero elevato di stelle o le ville di lusso quasi sempre sono soggetti ad una tariffa più elevata degli agriturismi, o dei B&B o delle semplici locazioni turistiche) e in alcuni casi al periodo in cui si vuole soggiornare.

Ulteriori differenze sono poi associate alla durata della permanenza. Il regolamento comunale può infatti tassare i visitatori fino al trentesimo giorno di pernottamento, o soltanto per i primi cinque. Ma può pure omettere la previsione di un limite massimo, o limitare la riscossione a un certo periodo (alta stagione, per esempio). La tariffa giornaliera, deliberata dal Consiglio municipale, varia in genere tra 1 e 5 euro a persona.

Consulta il sito ufficiale del tuo comune per calcolare l'importo della tassa di soggiorno per la tua zona e per il tipo di alloggio che gestisci. Verifica che non ci siano periodi dell'anno in cui l'imposta di soggiorno non viene applicata, come spesso accade in inverno nelle località balneari.

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In ogni caso, la tassa si somma al costo della camera, dal quale non va mai scorporata. Il cliente, dunque, la versa direttamente al locatario. Il cliente, dunque, la versa direttamente al locatario. L’imposta è pagabile dal turista in contanti o con carta, all’atto del check-out.

Esenzioni

Alcune persone non sono tenute a pagare la tassa di soggiorno. Dato che tali disposizioni possono variare da comune a comune, assicurati di controllare la normativa locale. Poiché ogni regione ha una normativa specifica in merito, non ti possiamo dare una risposta precisa. Informati su come fare! Sono infine contemplate specifiche dispense per alcuni clienti, a cominciare dai residenti nel territorio comunale.

Poi, in base a quanto stabilito dai singoli regolamenti territoriali, risultano esenti:

  • i minori sotto i dieci anni (talora fino a 14) e gli anziani sopra i 65;
  • i portatori di handicap, i malati gravi e i degenti di strutture sanitarie, con rispettivi accompagnatori e assistenti;
  • chi soggiorna negli ostelli della gioventù;
  • il personale delle forze armate;
  • i dipendenti comunali;
  • gli autisti di pullman e le guide turistiche.

Le esenzioni sono spesso subordinate alla presentazione al gestore della struttura di apposita certificazione attestante lo stato di residenza, di salute o di lavoro.

Ruolo dei Gestori delle Strutture Ricettive

Come abbiamo visto, l'imposta di soggiorno è a carico dell'ospite. A prescindere dal titolo ufficiale, i gestori delle strutture ricettive sono tenuti a richiedere questo contributo di soggiorno ai propri ospiti. Puoi decidere di riscuotere il contributo di soggiorno prima del check-in o al momento del pagamento della vacanza. Se gestisci la tua casa vacanza con Smoobu, puoi automatizzare questa attività grazie a una delle integrazioni partner. Il soggetto responsabile degli obblighi tributari, quindi, è il gestore della struttura ricettiva.

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Dal canto suo, il gestore della struttura deve preventivamente informare i clienti, tramite appositi avvisi, dell’importo e delle esenzioni (di cui parleremo tra poco), per poi rilasciare una ricevuta nominativa, oppure inserire la relativa somma in fattura come “operazione fuori campo Iva”.

Quindi scatta per lui l’obbligo di dichiarare al Comune, nei termini stabiliti dallo stesso (in genere entro quindici giorni dalla fine di ciascun trimestre solare), quante persone ha ospitato nel periodo precedente, la durata dei rispettivi soggiorni, l’entità e gli estremi delle riscossioni, nonché altre, eventuali informazioni utili al computo della tassa. È il preludio al versamento nelle casse comunali, da eseguire entro i medesimi termini.

Modalità di Versamento

Le modalità di versamento sono tra loro alternative:

  • direttamente agli sportelli della tesoreria comunale o alle agenzie di credito convenzionate;
  • procedure on-line approntate dal Comune;
  • bonifico bancario;
  • bollettino di conto corrente postale.

In caso di adempimento tardivo, il gestore che voglia regolarizzare la propria posizione è tenuto a corrispondere anche gli interessi moratori. Qualora lo faccia, va incontro a una multa che oscilla sempre tra i 25 e i 500 euro (proporzionale all’entità dell’ammanco), sommata all’imposta, che resta a suo carico. Può comunque rifiutarsi di pagarla, l’imposta, compilando e firmando un modulo fornito dal Comune.

In tal modo si assume la responsabilità dell’omissione e accetta il rischio di incorrere nella richiesta di rimborso e nella sanzione amministrativa. Il gestore, invece, non rischia nulla. Dovrà solo comunicare all’ente locale le generalità del cliente e l’ammontare della quota non riscossa. Nel caso in cui ci siano errori o violazioni degli obblighi in merito al pagamento della tassa di soggiorno è prevista una sanzione amministrativa pecuniaria per le strutture ricettive che parte da un minimo di 25€ ad un massimo di 500€ ai sensi dell’articolo 7-bis, comma 1, del D.Lgs.

Dichiarazione dell'Imposta di Soggiorno all'Agenzia delle Entrate

Oltre al pagamento della tassa presso il comune di riferimento, i gestori delle strutture ricettive italiane sono responsabili della presentazione della dichiarazione dell'imposta di soggiorno all'Agenzia delle Entrate. Questa dichiarazione annuale riguarda esclusivamente i gestori delle strutture ricettive e delle locazioni turistiche che sono obbligati a presentare questa dichiarazione entro il 30 giugno dell'anno successivo, utilizzando le procedure previste dall'Agenzia delle Entrate. Attraverso un professionista designato, come un CAF, un commercialista o un'associazione di categoria, ad esempio o inviando direttamente la dichiarazione nel sito web dell'Agenzia delle Entrate. È importante sottolineare che questa dichiarazione non sostituisce il modello 21 né le dichiarazioni che i gestori devono presentare al proprio comune, indipendentemente dalla loro frequenza (mensile, trimestrale, eccetera).

Airbnb e la Riscossione della Tassa di Soggiorno

Dal 1° gennaio 2024, alcuni host che promuovono la loro casa vacanze su Airbnb non si dovranno più preoccupare del pagamento della tassa di soggiorno per le prenotazioni ricevute sul portale. In seguito alla modifica della legge di bilancio 2024 al decreto legge 50/2017, Airbnb è responsabile della riscossione dell'imposta per conto degli host che offrono soggiorni a breve termine nei comuni italiani che hanno stipulato un accordo con la piattaforma di prenotazione.

Alla luce della modifica della legge di bilancio 2024 all'Articolo 4, Paragrafo 5-bis del decreto legge 50/2017 in vigore dal 1° gennaio 2024, Airbnb ha l'obbligo di riscuotere le tasse di soggiorno per conto degli host che propongono soggiorni a breve termine, ovvero di durata uguale o inferiore ai 30 giorni, denominati "locazioni brevi".

Se affitti il tuo alloggio per soggiorni a breve termine in un comune che applica una tassa di soggiorno, potremmo riscuotere e versare la stessa a tuo nome se tale municipalità si è registrata al nostro portale dedicato. Per verificare se la piattaforma riscuote e versa le tasse di soggiorno nella tua area geografica, consulta la sezione Come faccio a sapere se Airbnb riscuote e versa le tasse di soggiorno nel mio comune?

Tassa di Soggiorno in Alcune Città Italiane

Di seguito, vediamo alcune delle tasse di soggiorno per le città italiane a più alto flusso turistico.

  • Per quanto riguarda il Comune di Milano è importante notare che, in seguito alla delibera numero 1456 del 26 ottobre 2023, le imposte di soggiorno sono aumentate.
  • Anche il Comune di Firenze ha aggiornato di recente la normativa sulla tassa di soggiorno.
  • Nella città di Venezia l'importo dell'imposta di soggiorno non dipende solo dal tipo di alloggio ma anche dalla posizione e dal periodo dell'anno. I turisti in visita dovranno pagare il 30% in più in alta stagione rispetto alla bassa stagione. Inoltre, i giovani tra i 10 e i 16 anni pagano il 50% in meno. È importante notare che Airbnb non ha alcun accordo con il Comune di Venezia per quanto riguarda il pagamento del contributo di soggiorno.
  • Anche per quanto riguarda il Comune di Palermo, la tassa di soggiorno ha registrato degli aumenti. In seguito alla proposta della Giunta, approvata da Sala delle Lapidi nel giugno 2023, tutti gli ospiti di strutture extra alberghiere e camere destinate a locazioni brevi dovranno pagare una tassa di 2 euro per persona per notte. L’imposta si applica sui pernottamenti delle persone non residenti nel Comune di Palermo per un massimo di 4 pernottamenti consecutivi.
  • In seguito alla deliberazione n. La tassa si soggiorno a Napoli è valida fino a un numero massimo di 14 notti consecutive.

Dato che ogni regione ha le sue normative specifiche, è importante che i proprietari di case vacanza si tengano sempre aggiornati.

Strumenti Utili per la Gestione della Tassa di Soggiorno

Fin dalla reintroduzione dell'imposta di soggiorno nel 2012, è emersa chiaramente la necessità di strumenti tecnologici per semplificare la gestione di questo tributo. Per aiutarti a gestire i tuoi affitti brevi, puoi decidere di affidarti a un software dedicato. Smoobu, ad esempio, sincronizza automaticamente e in tempo reale i tuoi calendari sui siti di prenotazione, evitando così il rischio di overbooking.

StayTour è il software più utilizzato dai comuni italiani per la gestione dell'imposta di soggiorno. Le strutture ricettive, in base al regolamento del comune, hanno delle scadenze da rispettare per la compilazione della dichiarazione: attraverso l'utilizzo del programma si può compilare e trasmettere la dichiarazione stessa in maniera telematica, agevolando così la parte burocratica e gli addetti degli uffici comunali che in questo modo hanno pieno controllo dello stato di tutte le dichiarazioni delle strutture.

Codice Identificativo Nazionale (CIN)

Dal 1° gennaio 2025, il CIN è divenuto obbligatorio per tutte le strutture ricettive e le locazioni turistiche. Il CIN si affianca e in alcuni casi sostituisce il precedente CIR (Codice Identificativo Regionale), creando un sistema di identificazione uniforme a livello nazionale. Importante: Il CIN è un adempimento amministrativo indipendente dall'imposta di soggiorno.

Tassa di Soggiorno nel Mondo

Sì, l'imposta di soggiorno (o tassa turistica) è applicata in molti paesi del mondo. Francia, Germania, Spagna, Paesi Bassi, Austria, Giappone e molte città USA la utilizzano per finanziare il turismo locale. Come succede in Italia, anche in Giappone i proventi di questa imposta devono essere utilizzati per progetti che hanno come scopo finale il miglioramento del comparto turistico locale e nazionale.

Tabella Riassuntiva dei Punti Chiave

Aspetto Dettagli
Definizione Imposta a carico dei turisti che soggiornano in strutture ricettive
Normativa Art. 4 del Decreto Legislativo 14 marzo 2011, n. 23
Chi la istituisce Comuni capoluogo di provincia, unioni di comuni, località turistiche o città d'arte
Importo Varia in base al comune e alla tipologia di struttura (generalmente tra 1 e 5 euro a notte)
Esenzioni Residenti, minori, disabili, accompagnatori, forze armate (variano a seconda del comune)
Gestori Agenti contabili, responsabili della riscossione e del versamento
Dichiarazione Annuale all'Agenzia delle Entrate entro il 30 giugno
Airbnb Riscossione automatica in alcuni comuni dal 1° gennaio 2024
CIN Codice Identificativo Nazionale obbligatorio dal 2025

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