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Tassa di Soggiorno a Roma: Guida Completa per Turisti e Gestori di Strutture Ricettive

La tassa di soggiorno, un’imposta richiesta ai visitatori durante il loro soggiorno presso le strutture ricettive di quasi tutte le città italiane, è al centro dell’attenzione di tutti gli Host e Property Manager di strutture ricettive. In particolare proprio nel comune di Roma, sono stati recentemente deliberati alcuni adeguamenti delle tariffe, soprattutto con l’avvicinamento del Giubileo, suscitando varie reazioni tra gli operatori del settore.

Cos'è la Tassa di Soggiorno?

L’imposta di soggiorno, chiamata anche tassa di soggiorno, è un’imposta applicata su chi soggiorna in strutture ricettive alberghiere o extra-alberghiere di determinate città italiane o straniere. I costi della tassa di soggiorno variano da città a città a seconda dei regolamenti comunali. L’articolo 4 del dl n°23 del 14 marzo 2011 regolamenta l’imposta di soggiorno e chi ne ha diritto. Non tutti i comuni, infatti, possono applicare la tassa di soggiorno, ma solo alcuni. Il decreto legislativo che ha introdotto l’imposta di soggiorno in Italia spiega anche chi deve pagare la tassa. L’imposta è «a carico di coloro che alloggiano nelle strutture ricettive situate sul proprio territorio». L’imposta di soggiorno, quindi, è un’imposta fissa richiesta ai turisti, ovvero alle persone che alloggiano presso le strutture ricettive di quei comuni che adottano lo strumento fiscale.

Introduzione e Normativa

La tassa di soggiorno è stata introdotta dalla legge sul federalismo fiscale municipale del 3 marzo 2011, in base a quanto disposto dall’art.4 del D.lgs n.23 del 14 marzo 2011 che ha disposto per i comuni turistici la possibilità di richiedere ai turisti il pagamento di una tassa per soggiornare nelle strutture alberghiere presenti sul loro territorio.

Con il decreto legge n° 78 del 31 maggio del 2010 si è data la possibilità di introdurre l’imposta di soggiorno a carico di chi soggiorna nel solo comune di Roma. Con l’articolo 14, comma 16 paragrafo e, del decreto legge 78/2010 viene introdotto «un contributo di soggiorno a carico di coloro che alloggiano nelle strutture ricettive della città, da applicare secondo criteri di gradualità in proporzione alla loro classificazione fino all’importo massimo di 10 euro per notte di soggiorno».

Il “contributo di soggiorno” a Roma è stato approvato definitivamente il 22 dicembre 2010 con la delibera n° 38. In quell’occasione è stato fissato a 3 euro il prezzo massimo di contribuzione a notte.

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Il decreto legislativo n°23 del 14 marzo 2011 (Disposizioni in materia di federalismo fiscale municipale) ha dato l’opportunità ad altri comuni italiani di poter istituire la tassa di soggiorno. Tale facoltà non è stata concessa a tutti i comuni però.

Tassa di Soggiorno a Roma: Dettagli e Tariffe Aggiornate

Il contributo di soggiorno nella città di Roma è stato introdotto a decorrere del 1 gennaio 2011 con deliberazione n.38 dell’Assemblea capitolina del 22/12/2010. Sono tenuti al pagamento del contributo di soggiorno tutti gli ospiti non residenti nella Capitale che risiedono in appartamenti privati e negli alloggi ad uso turistico che vengono locati con la formula dell’affitto breve, quindi per non più di 30 notti. L’importo della tassa è pari a 3,50 euro a persona e per ogni pernottamento e si applica per i primi 10 giorni, poi non viene richiesto più nulla.

La Giunta Capitolina ha introdotto nuove tariffe con la Deliberazione G.C. n. 255 del 17/07/2023, con decorrenza, e quindi già operative dal 01/10/2023. Questa tassa si applica ai pernottamenti in strutture ricettive situate nel territorio della città e non residenti, quali hotel, bed and breakfast, affittacamere, case vacanze e altre tipologie di alloggi turistici.

Le tariffe aggiornate sono le seguenti:

Tipologia di Struttura Tariffa per Persona a Notte Massimo Giorni Tassabili
Hotel 1 stella 4€ 10
Hotel 2 stelle 5€ 10
Hotel 3 stelle 6€ 10
Hotel 4 stelle 7,50€ 10
Hotel 5 stelle 10€ 10
Case e appartamenti vacanze Categoria 1 6€ 10
Case e appartamenti vacanze Categoria 2 5€ 10
Guest house o Affittacamere Categoria 1 7€ 10
Guest house o Affittacamere Categoria 2 6€ 10
Guest house o Affittacamere Categoria 3 5€ 10
Hostel o Ostelli, Rifugi montani, Rifugi escursionistici, Case del Camminatore 3,50€ 10
Agriturismi e Residenze turistiche alberghiere, Case per ferie, Bed and Breakfast, Country house o Residenze di campagna. Alloggi per uso turistico, Immobili destinati alla locazione breve 6€ 10
Strutture ricettive all’aria aperta, Campeggi ed aree attrezzate per la sosta temporanea 3€ 10

Le tariffe spaziano da €3,00 a €10,00 per ospite a notte, a seconda di come viene classificata struttura ricettiva e delle sue caratteristiche, il che incide sul totale che i visitatori devono pagare per il loro soggiorno.

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Inoltre, vi è un limite massimo di pernottamenti tassabili per anno solare, fissato a 10 consecutivi nella stessa struttura (o 5 per i campeggi). Dopo 10 notti, la tassa non è più dovuta, anche per gli ospiti per cui è obbligatoria.

Esenzioni e Obbligatorietà

In ogni ambito nel quale si operi è molto importante conoscere e studiare a fondo la normativa di riferimento, per aver sempre chiaro il percorso da intraprendere. La tassa di soggiorno a Roma non è obbligatoria per tutti.

Come è stato specificato, tutti coloro che pernottano nei comuni dove sussiste l’imposta di soggiorno, devono pagare il tributo presso la struttura dove soggiornano.

Le esenzioni sono spesso subordinate alla presentazione al gestore della struttura di apposita certificazione attestante lo stato di residenza, di salute o di lavoro. In alcuni casi l’imposta di soggiorno è prevista solo in alcuni periodi dell’anno.

Ruolo dei Gestori delle Strutture Ricettive

Come già spiegato, l’imposta di soggiorno è applicata a chi pernotta nelle strutture ricettive e non alle strutture stesse. La funzione degli hotel, dei bed and breakfast o più in generale degli host è quella propria degli agenti contabili. Il soggetto responsabile degli obblighi tributari, quindi, è il gestore della struttura ricettiva. Nel caso in cui ci siano errori o violazioni degli obblighi in merito al pagamento della tassa di soggiorno è prevista una sanzione amministrativa pecuniaria per le strutture ricettive che parte da un minimo di 25€ ad un massimo di 500€ ai sensi dell’articolo 7-bis, comma 1, del D.Lgs.

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I responsabili che incassano il contributo di soggiorno sono tenuti a presentare a Roma Capitale una comunicazione trimestrale in cui viene specificato il numero degli ospiti, compresi quelli esenti dal pagamento, e il periodo di pernottamento. Tale comunicazione va presentata anche in caso di assenza di ospiti con scadenza il giorno 16 dei mesi di aprile, luglio, ottobre, gennaio dell’anno successivo.

Precedentemente i gestori delle strutture ricettive erano identificati come sostituto d’imposta. A far chiarezza sul ruolo del gestore ci ha pensato la Corte dei conti. Con la delibera del 19 gennaio 2013 la Corte dei conti ha stabilito che i gestori delle strutture ricettive non possono essere identificati come sostituti d’imposta, ma come agenti contabili.

Obblighi di comunicazione e rendicontazione

Uno degli aspetti più complicati per i gestori di strutture ricettive è la gestione e la rendicontazione della tassa di soggiorno. Il gestore agisce come un intermediario tra l’ospite e il Comune, raccogliendo l’importo dovuto e versandolo nelle casse comunali.

Ogni gestore deve inviare una dichiarazione trimestrale al Comune di Roma, indicando il numero degli ospiti che hanno soggiornato nella struttura durante il periodo di riferimento, inclusi coloro che sono esenti dal pagamento della tassa. Questa procedura deve essere eseguita anche se la struttura non ha avuto ospiti durante il trimestre. La comunicazione avviene tramite il sistema telematico messo a disposizione dal Comune, e il pagamento della tassa deve essere effettuato tramite il sistema PagoPA, utilizzando l’Identificativo Univoco di Pagamento (IUV).

Oltre agli obblighi di comunicazione trimestrale al Comune, i gestori di strutture ricettive devono presentare una dichiarazione annuale all’Agenzia delle Entrate entro il 30 giugno dell’anno successivo. Oltre alle dichiarazioni trimestrali, i gestori devono presentare anche un rendiconto annuale entro il 30 gennaio dell’anno successivo, che include una sintesi delle somme raccolte e versate al Comune.

Alcune categorie di persone sono esenti dal pagamento della tassa di soggiorno, come previsto dal regolamento comunale. Gli ospiti che rientrano in queste categorie devono dichiarare la loro esenzione al momento del check-in, e il gestore ha l’obbligo di segnalare l’esenzione nelle comunicazioni trimestrali.

È fondamentale che il gestore informi gli ospiti in modo chiaro e trasparente riguardo alla tassa di soggiorno. L’importo deve essere specificato al momento della prenotazione o del check-in, e deve comparire separato dalla tariffa dell’alloggio sulla ricevuta, con la dicitura “Assolto contributo di soggiorno per Euro…”.

Strumenti per la gestione della tassa di soggiorno

La gestione della tassa di soggiorno può essere particolarmente onerosa per i gestori di strutture ricettive con molti ospiti o per chi gestisce più immobili. Per fortuna, esistono strumenti digitali che possono semplificare notevolmente questi processi. L’utilizzo di software specializzati non solo aiuta a evitare sanzioni per ritardi o omissioni, ma migliora anche l’efficienza complessiva della gestione della struttura.

Controversie e Sentenze

La Corte di giustizia di primo grado di Roma si è pronunciata sull’impugnazione di un atto da parte di una ricorrente, relativo all’accertamento da parte del Comune che puntava a recuperare l’imposta di soggiorno per gli anni 2021 e 2022. L’accertamento del Comune sull’imposta di soggiorno basato sui dati forniti dalle Questure è inattendibile; questo dato, infatti, non tiene conto né delle notti di soggiorno effettive, né delle esenzioni d’imposta. Sono queste le conclusioni della sezione nona della Corte di giustizia.

Impugnando l’atto ricevuto, la ricorrente denunciava l’inattendibilità dei dati acquisiti anacronisticamente senza autonoma valutazione. I dati riguardavano solo gli arrivi e non le partenze, non tenendo in considerazione le eventuali esenzioni accordate dal regolamento comunale. Nel caso specifico i dati utilizzati dal Comune non sono attendibili e non possono motivare un accertamento.

Federalismo Fiscale e Destinazione dei Proventi

La tassa di soggiorno è stata introdotta in seguito alla riforma sul federalismo fiscale. Con il federalismo fiscale si è data la possibilità ai comuni di istituire i cosiddetti “tributi comunali di scopo”, tra cui l’introduzione dell’imposta di soggiorno. I proventi della tassa di soggiorno quindi devono essere reinvestiti dal comune solo ed esclusivamente nell’ambito turistico. «Il relativo gettito - si legge al comma 1 dell’articolo 4 del D.Lgs. del 14 marzo 2011 n.

Limiti e Variazioni Geografiche

Se a Roma la tassa di soggiorno può arrivare fino a 10 Euro, nel resto d’Italia non può superare i 5 euro. Anche in questo caso è il D.Lgs. 14 marzo 2911 n. 23 a dettare i vincoli. La tassa di soggiorno bisogna applicarla «secondo criteri di gradualità in proporzione al prezzo sino a 5 euro per notte di soggiorno». Di solito i prezzi variano da 1 a 5 euro a notte in base alla tipologia d’alloggio e alle stelle dell’albergo. In alcuni casi si decide di applicare la tassa di soggiorno una tantum, indipendentemente dalle notti di soggiorno.

Conclusioni

La gestione della tassa di soggiorno a Roma richiede attenzione e organizzazione, ma con gli strumenti giusti e una buona conoscenza delle normative, è possibile evitare sanzioni e offrire un servizio trasparente ai propri ospiti.

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