Albergo Atene Riccione

 

Turismo sessuale in Gambia: legislazione e conseguenze

Il turismo sessuale è un fenomeno complesso e in crescita in diversi Paesi africani. Sebbene le caratteristiche del fenomeno varino a seconda delle specificità di ciascun Paese, è possibile identificare degli elementi comuni.

Molto spesso, quando si parla di turismo sessuale, si pensa a uomini d’affari che approfittano della loro posizione di prestigio per soddisfare i propri desideri sessuali all’estero, in contesti più semplici e con meno rischi di sanzioni. Se questo resta vero, va tuttavia sottolineato che sempre più donne occidentali visitano l’Africa alla ricerca di uomini “giovani, forti e virili”.

Purtroppo, questa pratica non è limitata agli adulti. I minori coinvolti nel turismo sessuale sono spesso bambini abbandonati dalle loro famiglie o addirittura incoraggiati da queste ultime o dai loro tutori a prostituirsi per diventare fonte di guadagno.

I bambini vengono inviati nelle camere d’albergo dei turisti che visitano l’Africa per poter agire liberamente al riparo dalle sanzioni giudiziarie che potrebbero subire nei loro Paesi d’origine. I principali fattori che spingono i minori verso questo commercio sono l’esclusione sociale e la povertà.

Il caso del Gambia

Dagli anni ’90, il Gambia è diventato una delle mete preferite dell’Africa occidentale per donne europee alla ricerca di esperienze sessuali con giovani africani, talvolta minorenni. Il fenomeno del turismo sessuale in Gambia sembra avere radici storiche legate al colonialismo e alla dipendenza dal Regno Unito.

Leggi anche: IA e il futuro del turismo

Negli anni post-indipendenza agenzie di viaggio internazionali del Regno Unito hanno iniziato a introdurre pacchetti turistici a basso costo in questo piccolo Paese dell’Africa occidentale. Dopo oltre trent’anni di viaggi di donne di mezza età arrivate con l’intento di fare turismo sessuale, si sono “istituzionalizzate” figure che di questa opportunità ne hanno fatto un lavoro.

I "Bumsters"

Si tratta dei cosiddetti “bumsters”, giovani uomini gambiani impoveriti che si concedono a donne occidentali in cambio di regali, denaro oppure nella speranza di ottenere un visto per un Paese più ricco. Alcuni stabiliscono le proprie relazioni online, mentre altri frequentano le spiagge della costa affollate di turisti occidentali provenienti da Regno Unito, Olanda, Svezia e Germania.

Turismo sessuale e percezione

Il fenomeno è difficile da quantificare. Le donne, infatti, escludono di essere “turiste sessuali”, anche se pagano per avere rapporti. “Per loro non è un meccanismo di prostituzione - spiega Yasmin Abo Loha di Ecpat Italia, che si occupa dei diritti dei minori contro lo sfruttamento sessuale -. Preferiscono farsi chiamare romance tourists, viaggiatrici alla ricerca di una favola. Tradotto: una storia d’amore.

A dimostrarlo è stata la ricerca di Jacqueline Sanchez Taylor, Dollars are a Girls’ Best Friend? Female Tourists’ Sexual Behaviour in the Caribbean (agosto 2001, Sociology). Su 240 turiste intervistate sulle spiagge di Negril e a Boca Chica e Sosua in Repubblica Dominicana dalla sociologa dell’Università di Leicester, emergeva che un terzo di loro aveva avuto rapporti sessuali con uomini del posto durante la vacanza. Il 60 per cento di quelle 80 donne riconosceva che nella relazione influivano elementi di “natura economica”. Nonostante questo, non si sentivano “turiste sessuali”. E gli uomini che avevano pagato per fare sesso? Per loro non erano toy boy o gigolò.

“Credo che negli ultimi anni il numero di donne che fa turismo sessuale sia cresciuto, grazie a voli e pacchetti low-cost in paesi economici”, spiega Sanchez Taylor. “Le donne sono sorprese di trovare così tanti uomini a loro disposizione, ma raramente per loro pagarli rappresenta una forma di prostituzione”.

Leggi anche: Analisi del rapporto turismo-PIL in Italia

Nel corso della sua ricerca, Sanchez aveva intervistato anche alcune donne italiane in Costa Rica, “positivamente attratte dalla fisicità dei neri”. Al contrario delle nordamericane che, invece, ritenevano l’uomo di colore un individuo da “dominare”.

Di solito non c’è la tariffa per una prestazione sessuale, come accade per la prostituzione femminile. A differenza dell’uomo che soddisfa un bisogno fisico, poi, la donna tende a rispondere a una necessità di relazione. Quindi offre pasti, vestiti, drink, invia contante al beach boy al ritorno. Può arrivare anche a comprargli un appartamento. Magari lo invita per brevi periodi in Europa o in Nord America. Per il gigolò è un modo per acquisire uno status, che lo fa emergere tra i suoi ‘colleghi’. O l’unica via per emigrare in Paesi ricchi”.

“Ci sono donne di tutte le età, dai 20 ai 60 anni e oltre. Vanno insieme madri e figlie, mogli che lasciano a casa i bambini, separate, divorziate, vedove. C’è chi cerca un’esperienza, chi vuole allontanarsi dall’impegno di una relazione o, al contrario, cerca un compagno. Chi ha più soldi va più spesso, specie le over 40.

Mutilazioni Genitali Femminili (MGF)

In Gambia è stata approvata nel 2015 una legge che vietava le mutilazioni genitali femminili. Quasi un milione di ragazze in Gambia sono state costrette all’infibulazione e, talvolta, alla cucitura della vulva. Dopo l’escissione venivano minacciate di essere mutilate di nuovo se ne avessero parlato a qualcuno.

Le mutilazioni genitali costituiscono un atto estremamente traumatico, anche con gravi conseguenze sulla salute fisica, psichica e sessuale delle bambine e delle giovani ragazze che le subiscono.

Leggi anche: Regolamentazione delle Ferie nel Turismo

Studi recenti hanno evidenziato un graduale abbassamento dell’età delle bambine sottoposte a MGF, per occultare l’intervento laddove proibito, ma anche per vincere le eventuali resistenze da parte di bambine e ragazze consapevoli.

La pratica si colloca tra le tradizioni che segnano il passaggio dall’infanzia all’età adulta, un rito attraverso il quale si diventa “donna”, laddove invece, è la donna, la sua femminilità, che viene abusata e negata. La ritualità, più o meno marcata a seconda dei paesi, si trasmette da madre in figlia.

Una manipolazione che già dall’infanzia pone fine ad ogni forma di promiscuità tra bambine e bambini, perché le bambine non sono più in grado di fare quei giochi che richiedono una libera espressione del proprio corpo.

TAG: #Turismo

Più utile per te: