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Turismo Sociale: Definizione ed Esempi

Nella società contemporanea, il turismo è un settore economico in costante espansione. In particolar modo, il turismo sociale è una risorsa vincente per ogni tipo di Paese, sia esso sottosviluppato, in via di sviluppo o sviluppato.

Oggi più che di turismo si parla di turismi, il che implica la necessità di un approccio multidisciplinare. Così il turismo si rivela uno “specchio” della società contemporanea, e vista la complessità dello stesso, chiunque vi opera deve essere opportunamente consapevole che esistono vari tipi di turismo, come quello di cui andremo a parlare ora: il turismo sociale.

Definizione di Turismo Sociale

Il termine turismo sociale ha fatto la sua prima comparsa nel XX secolo, tra la fine degli anni ’40 e l’inizio degli anni ’50. Tale termine indicava le attività turistiche promosse da organizzazioni che operavano senza fini di lucro a favore dei ceti popolari.

In un’accezione più recente di turismo sociale, esso è visto come un servizio sociale, inteso come momento d’incontro, di relazione e di scambio di esperienze reciproche e di culture tra persone di città e regioni diverse; inoltre nella pratica turistica il turismo sociale è inteso come momento di affermazione e recupero della propria personalità, in tempi e spazi diversi.

In conclusione, una definizione esaustiva di turismo sociale deve fondarsi su tre componenti di base:

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  • Le persone che lo praticano per vari motivi, quali economici, fisici, culturali, politici, religiosi, ecc. non vedono garantito il diritto “inalienabile” alle vacanze.
  • Le persone che si occupano dell’organizzazione del turismo sociale non devono avere fini di lucro, o che almeno devono porsi come traguardo esplicito quello dell’accessibilità economica alla pratica turistica del maggior numero di persone.
  • Il turismo sociale deve avere un contenuto (educativo, esperienziale, relazionale, solidale e sociale) fortemente caratterizzante.

Turismo Sociale nella Pratica

Vista la grande crisi economica che ha colpito oltre l’Italia anche altri stati europei e la forte disoccupazione che si registra in particolar modo nel nostro Paese, molti giovani hanno pensato di approfittarne per fare un’esperienza diversa che arricchisca il proprio curriculum vitae e partire per lavorare all’estero e anche questo rientra nel turismo sociale. Esistono infatti diversi tipi di turismo sociale, ma tutti consistono in un’esperienza significativa in grado di formare una persona sotto diversi aspetti.

Una forma comune di turismo sociale è quella di partire per un paese straniero come ragazza alla pari; questo permette di viaggiare spendendo poco, offrendo l’opportunità non solo di visitare intere città come Londra e Dublino, ma anche di imparare e/o perfezionare una lingua e di guadagnare pure.

Turismo Solidale: Un Esempio di Turismo Sociale

Ma cos’è esattamente il turismo solidale, come funziona e perché dovresti considerare questa forma di viaggio per le tue prossime vacanze? Il turismo solidale si impegna a rispettare le tradizioni, i valori e le pratiche culturali delle comunità locali visitate. Il turismo solidale incoraggia la partecipazione attiva e il coinvolgimento delle comunità locali nelle decisioni riguardanti lo sviluppo turistico del loro territorio.

Sei pronto a vivere esperienze di turismo solidale veramente indimenticabili e che faranno la differenza per molte persone? Cascina Clarabella del cofanetto Assaggi di Natura, oltre a offrire servizi turistici, fa parte di una cooperativa che si occupa dell’inserimento lavorativo di persone con disabilità fisica e psichica. Il Welcome & Welfare Albergo diffuso di Campolattaro, incluso nel box Soggiorno Responsabile, si trova nel cuore di un piccolo comune della Valle Tammaro.

Scopri i cofanetti EquoTube e inizia a viaggiare in modo più solidale, sostenibile e responsabile. È il turismo responsabile, accessibile, consapevole, rispettoso delle culture locali e delle esigenze degli individui, attento ai valori della qualità della vita e ad offrire occasioni di distacco e discontinuità.

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Man mano che nei servizi turistici confluiscono domande disparate e le sensibilità legate all’impatto sul territorio si fanno più evidenti prendono voce nuovi turismi. Oggi infatti più che di turismo si parla di turismi, l’approccio alle discipline è sempre più multifattoriale e multidisciplinare, così come si parla di diversi tipi di povertà.

Oggi Va via via affermandosi una domanda turistica molto diversa da quella della stagione balneare, costiera, dei grandi numeri. La nuova domanda turistica è più complessa e differenziata, i percorsi e le tipologie di vacanza si vanno diversificando moltissimo e caratterizzandosi in relazione allo svariato genere di interessi che anche il bisogno di vacanza esprime. Stiamo passando, o vorremmo si passasse, dal turismo delle tre “S” (Sun, Sand, Sea) a quello (Sociale, Sostenibile e Solidale), secondo la definizione di Norberto Tonini, presidente del BITS Bureau International du Tourisme social: “turismo sociale inteso come turismo di tutti, turismo sostenibile come turismo per tutti, turismo solidale come turismo con tutti”.

Turismo sociale quindi come turismo di tutti, che affronta le sfide posteci dall’esclusione sociale e dall’integrazione. Oggi viviamo in un mondo in cui i Paesi più ricchi incontrano difficoltà di crescita che vanno a incidere maggiormente sulle fasce meno abbienti, aggiungendo difficoltà a difficoltà e creando gravi scompensi sociali. Uno di questi è rappresentato dall’impossibilità, certa, della maggior parte, ormai, delle persone che non possono procurarsi momenti di svago.

Dopo anni e anni di lotte sociali e sindacali improntate a rivendicare il giusto tempo di riposo per i lavoratori, si stanno facendo enormi passi indietro in questo senso. Si assiste sempre più, dunque, a forme inaccettabili di sfruttamento delle popolazioni autoctone, giungendo fino alla prostituzione infantile. Ma non bisogna andare tanto lontano per scoprire che i lavoratori oggi sono molto meno tutelati di qualche decennio fa, con orari di lavoro inversamente proporzionali alla remunerazione degli stessi.

Questo comporta che i lavoratori avranno sempre meno tempo libero e meno tempo da dedicare a se stessi ed alla propria famiglia e di conseguenza alle ore di svago, di vacanza. Da qui la sempre maggiore contrazione di giorni dedicati al turismo, alla classica vacanza estiva: sia per difficoltà economiche, per chi un lavoro non ce l’ha, ma anche per mancanza di tempo, per chi invece un lavoro ce l’ha, ma non può permettersi di abbandonarlo.

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Considerando che tale diritto è ben lungi dall’essere applicato a livello mondiale, la conquista del tempo libero e del turismo al servizio dell’uomo deve continuare ed essere intensificata sulla via tracciata dal Turismo Sociale, che intende innanzi tutto consentire al maggior numero di persone il diritto allo svago. Così il turismo sociale diventa accessibile nel momento in cui interpreta i bisogni derivanti dalle condizioni personali o di salute, identifica l’utente che ha il diritto di fruire dell’offerta turistica in modo completo e in autonomia.

Rende protagonisti del proprio destino le stesse persone con disabilità che, con un processo bottom-up, possono migliorare il processo politico decisionale. Lo stesso processo che, con una programmazione concertata nella direzione dell’accessibilità, potrebbe far ripartire la regione Calabria, così come sostiene l’architetto Pino Bilotti, presidente dell’UIC di Cosenza. Affianca la persona che vuole sentirsi tutelata dalla legge nel rispetto dei diritti delle persone con disabilità.

E’ un attore dello sviluppo locale in quanto promuove la conservazione e la tutela del territorio e dell’identità delle popolazioni locali. Il tutto proteggendo il territorio dal turismo moderno, espressione di un modello consumistico che mira esclusivamente al profitto economico. Per fortuna molte associazioni no profit sono impegnate a favorire e diffondere il turismo sociale.

Queste associazioni si battono per garantire tutte le fasce della popolazione il diritto a godersi un periodo di meritato riposo. ENAC è costantemente impegnata a supportare tutte le associazioni attive nel campo della solidarietà attiva e del turismo sociale in tutte le sue forme.

Tuttavia occorre ricordare che non è statuto di una associazione a legittimare chi si occupa di turismo sociale, bensì l’azione effettivamente svolta.

Tuttavia indipendentemente dal ruolo di primo piano che il turismo può assumere nell’economia mondiale, esso resta e resterà sempre un fatto eminentemente culturale, come occasione d’incontro e di scambio fra popoli e tradizioni, fra modi di vivere e visioni del mondo; una possibilità concreta di sperimentare le tensioni e le convergenze fra il locale e il globale, il particolare e l’universale.

Così il turismo è considerato un settore trasversale che va ha indagare altri settori dell’economia quali la statistica, la geografia, la semiotica, la sociologia, ecc.

Il turismo sociale è un turismo dirozzato da impellenze di profitto aggressivo, capace di creare le condizioni di vivibilità per tutti e nel rispetto di tutti, strutturato secondo le leggi di un’economia attenta ai valori.

Attore dell’assetto territoriale e dello sviluppo locale: perché promuove un miglioramento presente e futuro dell’ambiente di vita, in considerazione della peculiare attenzione rivolta alla conservazione e alla tutela del territorio e dell’identità delle popolazioni locali.

Partner nei programmi di sviluppo mondiale: perché guarda alla solidarietà internazionale, richiedendo nuove e più ampie forme di cooperazione e di integrazione (gemellaggi, protocolli d’intesa, ecc.).

Oltre a realizzare le condizioni per la piena accessibilità fisica alle strutture ricettive e/o di svago, è però necessario dar vita a programmi di accompagnamento responsabile e di integrazione socio-sanitaria.

Sentiamo spesso parlare di turismo sociale senza riuscire a capire bene di cosa si tratta.

Leggi e norme codificate, ma che spesso non sono dotate di tutela, come sostiene Maurizio Simone presidente regionale FAND Calabria, ossia della sanzione, ponendo quindi in enorme difficoltà il fruitore che deve far valere i propri diritti.

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