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Regole per i Turisti Americani in Corea del Nord: Un'Esperienza Sorvegliata

La Corea del Nord è una dittatura estremamente repressiva e ostile alla maggior parte degli altri paesi del mondo. I turisti possono andarci solo con viaggi organizzati approvati dal regime del dittatore Kim Jong Un: si vede solo quello che il governo vuole mostrare, ma è anche l’unico modo per entrare nel paese.

La scorsa settimana un gruppo di 13 turisti occidentali ha visitato alcune aree della Corea del Nord con un tour organizzato: è stata la prima volta che delle persone di nazionalità non russa e non cinese sono entrate nel paese dall’inizio del 2020, quando tutti gli ingressi erano stati interrotti a causa della pandemia di Covid-19.

Il primo viaggio è stato organizzato da Koryo Tours, un’agenzia fondata in Cina da due britannici, e i partecipanti sono stati selezionati da una lista di persone che da tempo attendevano di poter entrare in uno dei paesi meno conosciuti al mondo: appassionati di Corea del Nord, blogger di viaggi, viaggiatori che si definiscono “estremi” e collezionisti di primati legati ai viaggi. Gli organizzatori hanno scelto persone che avevano già fatto qualche esperienza in paesi molto sorvegliati, per essere sicuri che tutti seguissero le regole e nessuno prendesse iniziative personali.

Rason: Una Zona Speciale con Regole Speciali

I turisti sono stati portati solo nella provincia nordorientale di Rason, un’area industriale vicina al confine con la Cina e con la Russia, priva di particolari attrattive turistiche. Rason è una sorta di esperimento capitalista dentro la repubblica socialista della Corea del Nord: nell’area è permesso ad aziende straniere, soprattutto cinesi ma anche russe, di avviare attività commerciali. Ci sono quindi frequenti scambi con la Cina, in alcuni negozi di “souvenir” si può pagare con valuta cinese.

Il viaggio di Koryo Tours prevedeva per il resto visite più tradizionalmente nordcoreane: scuole, centri sportivi, una fabbrica di birra, una sartoria di uniformi scolastiche, un centro di potabilizzazione dell’acqua, scuole di arte e di musica, un parco divertimenti, una struttura che celebrava l’amicizia fra Corea del Nord e Russia, e il punto di frontiera tra Corea del Nord, Russia e Cina.

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I video postati online mostrano strutture preparate apposta per essere visitate, spesso vuote, e alcuni edifici di nuova costruzione che spiccano in mezzo ad altri più fatiscenti. Joe Smith, un altro dei partecipanti, ha detto a BBC: «I posti spesso erano scarsamente illuminati e non c’era quasi mai il riscaldamento, a parte nelle nostre camere d’albergo».

Regole Rigide e Sorveglianza Costante

Il viaggio era organizzato in ogni sua tappa, i partecipanti non potevano muoversi da soli: è sempre stato così, anche prima della pandemia e con un numero di turisti maggiore (erano stati 350mila nel 2019, il 90 per cento cinesi). I 13 partecipanti al tour di febbraio sono stati accompagnati da quattro guide e un autista.

È iniziato con l’attraversamento del ponte sul fiume Tumen, sul confine con la Cina: i partecipanti hanno raccontato che ogni loro strumento tecnologico è stato controllato, schedato e poi ricontrollato al ritorno, per evitare che telefoni o computer potessero essere lasciati nel paese. Dentro i confini della Corea del Nord non c’è connessione internet, almeno per gli stranieri: i locali hanno a disposizione in determinate situazioni una rete interna, in cui è schermato tutto ciò che non è approvato dal regime. «Il mio telefono invece serviva solo per fare foto e video», dice Pasquali. Ma anche a quel riguardo c’erano rigide regole da seguire.

Racconta che era espressamente vietato fare foto di ciò che si vedeva dal bus (salvo eccezioni espressamente comunicate), che di fronte alle statue dei leader presenti e passati bisognava assumere delle pose predefinite e che se in una stanza c’erano foto di Kim Jong Un e del padre Kim Jong Il «non potevi tagliarle fuori dall’inquadratura.

Nelle scuole bambini e ragazzini «cantavano sempre canzoni di elogio a Kim Jong Un», dice Pasquali, e «tutti sembravano essere stati sottoposti a un lavaggio del cervello impressionante. Molti dei partecipanti citano come momento notevole uno spettacolo teatrale in cui bambini di otto-dieci anni cantavano e ballavano in complesse coreografie: dietro di loro su uno schermo di dimensioni cinematografiche scorrevano immagini che volevano esaltare il paese.

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Pasquali era molto determinato a mettere piede in Corea del nord, perché era il paese che gli mancava per ottenere il record di italiano più giovane ad aver visitato tutti i paesi del mondo e il primo argentino con questo titolo. Il fatto che le autorità nordcoreane avessero autorizzato i turisti occidentali ad andare a Rason, invece che a Pyongyang come succedeva prima del 2020, non faceva molta differenza per lui.

Costi e Sospensione dei Tour

Il tour a cui ha partecipato Pasquali è costato circa 700 euro, e anche quelli successivi si aggiravano su cifre simili: i prezzi salgono fino a 1.200-1.300 euro se si sceglie di partire da Pechino o di avere una camera singola. Come detto, il 6 marzo il gruppo di agenzie che organizzano i viaggi ha sospeso tutte le attività a seguito della chiusura del confine tra Cina e Corea del Nord. Non è chiaro se o quando le attività turistiche riprenderanno.

L’agenzia nei giorni scorsi aveva anche aperto le iscrizioni per la maratona di Pyongyang, che prima del 2020 era diventata un appuntamento piuttosto popolare fra i turisti che visitavano la Corea del Nord. Allora c’erano state molte discussioni sul fatto che questo tipo di turismo potesse favorire e normalizzare una dittatura rigida, crudele e violenta, che mantiene la maggior parte della sua popolazione in estrema povertà.

Le discussioni potrebbero riprendere se il paese dovesse riavviare i viaggi turistici ed eventualmente estenderli ad altre zone della Corea del Nord.

Consigli Utili per un Viaggio in Corea del Nord

Se qualcuno avesse intenzione di partire qui potrà trovare tutte le info su come prepararsi, cosa fare e cosa NON fare in Corea del Nord.

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Innanzi tutto il viaggio in Corea del Nord è un viaggio molto particolare, un viaggio che non può essere paragonato a nessun altro e soprattutto un viaggio che NON può essere organizzato da soli su internet. Non è possibile prenotare da soli voli per Pyongyang, né prenotare alberghi in Corea del Nord. Il sito della compagnia aerea di bandiera nordcoreana è consultabile online, ma l’acquisto dei biglietti è impossibile. Se cercate strutture alberghiere nella capitale su Booking, Agoda o su internet non troverete risultati.

È per questi motivi (e per molti altri in realtà) che bisogna affidarsi a un tour operator che vi guiderà passo passo nella preparazione al viaggio e organizzerà per voi tutto il necessario per partire. Ci sono poche compagnie (circa dieci o quindici al massimo nel mondo) che sono specializzate in viaggi in Corea del Nord, basta fare una ricerca su internet e le troverete.

Ottenere il visto d’ingresso in Corea del Nord non è difficile, a meno che non si vada nel paese per altri scopi se non per il semplice turismo. Ai giornalisti, per esempio, è vietato l’ingresso. I fotografi (o chi lavora nei media) devono far presente la loro professione al tour operator che valuterà poi il caso. Essere stati in Corea del sud o in altri paesi non propriamente amici della DPRK (come USA o Giappone) non compromette l’ingresso in Corea del Nord.

È obbligatorio comprare un’assicurazione medica che vi copra durante tutto il soggiorno, o meglio, che vi permetta di essere rimpatriati in caso di malattia grave o infortunio. In Corea del Nord le strutture ospedaliere sono piuttosto spartane e quelle più attrezzate non sono accessibili ai turisti, ma solo ai locali. Molte agenzie infatti nel loro “orientation pack”, cioè una sorta di memorandum dove spiegano le cose da fare e da non fare nel paese, sottolineano di prestare particolare attenzione a non farsi male per non dover ricorrere a cure mediche in loco.

L’unico modo per entrare in Corea del Nord è con voli da Pechino, Shenyang, Shanghai o Vladivostock, quindi bisognerà fare richiesta anche per il visto cinese (o russo nel caso di Vladivostock). Tutti raccomandano il visto due ingressi, piuttosto che quello all’arrivo (72 ore o 144 ore), perché sarete più tranquilli avendo già un visto sul vostro passaporto e non dovrete fare domanda in aeroporto, fare la fila (spesso interminabile), non dovrete sottostare agli orari degli uffici aeroportuali eccetera.

Atterrati a Pyongyang l’immigration scorre abbastanza veloce. Ricordate di listare per bene tutti gli oggetti elettronici che possedete, perché vi verrà chiesto di farli vedere agli ufficiali. Il vostro passaporto e visto vi saranno confiscati e tenuti dalla vostra guida per tutto il tempo.

In Corea del Nord ci sono ambasciate di soli 19 paesi del mondo e quella italiana non è presente, quindi partendo per un viaggio del genere si accetta il fatto di non essere legalmente rappresentati in DPRK per qualsiasi evenienza.

Dicevano che ai turisti è vietato usare la moneta locale, il won nordcoreano, ma non è esattamente così, perché mi sono stati dati in resto dei won e li ho usati a mia volta. Non si possono certamente prelevare (non esisto bancomat in DPRK) né si possono cambiare. Si accettano euro, dollari americani e renminbi cinesi sia in forma di monete sia di banconote, che però devono essere di piccolo taglio (sarà più facile fare acquisti), nuove, non danneggiate, né scritte a penna o macchiate. In caso di acquisti il resto sarà sempre dato in euro, dollari americani o renminbi cinesi (raramente in won), in base alla disponibilità e può succedere che venga dato in diverse valute insieme.

Le comunicazioni in Corea del Nord sono assolutamente ristrette e controllate. Il roaming del cellulare non funziona in DPRK, perché il network è diverso. Si può acquistare una sim card al costo di €250 per effettuare chiamate e telefonare all’estero costa circa €8 al minuto. Tutte le telefonate sono comunque assolutamente controllate. Non c’è wifi e internet è a solo uso dei militari e dei politici. Gli abitanti nordcoreani che dispongono di smartphone (non tutti) usano i dati 3g. Tutti i social media sono bloccati e inutile dire che la Corea del Nord ha un sistema internet tutto suo diverso da qualsiasi altro paese.

Non c’è un modo preciso di vestirsi durante il viaggio, ma si richiede di vestire in modo presentabile in ogni momento della permanenza. I vestiti strappati, succinti, le scarpe aperte o comunque un abbigliamento eccentrico non sono accettati. Attenzione a non indossare loghi, frasi ricollegabili alla politica o slogan e nemmeno decorazioni raffiguranti la bandiera americana.

È severamente vietato introdurre nel paese qualsiasi pubblicazione (cartacea o digitale) riguardante la Corea del Nord o del Sud, incluse le guide di viaggio o le mappe del paese, qualsiasi testo scritto in coreano, la Bibbia o qualsiasi materiale religioso, pornografico o politico.

Quando interagite con i locali (per lo più saranno le vostre guide) evitate di parlare di politica, religione o qualunque argomento possa mettere in cattiva luce la Corea del Nord. Saranno tutti molto interessati a sapere della vita nel vostro paese, dal momento che ai nordcoreani è vietato viaggiare al di fuori del paese vorranno sapere di tutto.

Sarete costantemente scortati per tutta la durata della vostra permanenza sul territorio nordcoreano. L’unico momento in cui sarete soli è nella vostra camera d’albergo. Non è permesso uscire dall’albergo da soli in nessun momento. In giro sarete costantemente tenuti d’occhio dalle vostre guide.

La violazione delle regole comporterà provvedimenti seri tra cui multe, l’espulsione del paese e il più delle volte la carcerazione o la pena capitale. Nel 2016 uno studente americano, Otto Warmbier, venne arrestato e costretto a 15 anni di lavori forzati per aver rubato un poster di propaganda dal muro del suo albergo. Venne rilasciato 17 mesi dopo in stato di coma e morì pochi giorni dopo il suo rientro negli Stati Uniti.

Cosa Vedere a Pyongyang

Come dicevo qui quello in Corea del Nord è un viaggio diverso da tutti gli altri, non si può scegliere quello che si vuole fare o vedere, il tour deve essere organizzato da un’agenzia che programmerà il tutto per voi. Potete fare delle richieste, chiaramente, che dovranno poi essere approvate.

  1. Juche Tower: Fu completata nel 1982 e sorge sulla riva del fiume Taedong, esattamente di fronte a piazza Kim Il-sung. La torre è alta 170 metri e si può salire fino in cima con un ascensore pagando €5.
  2. Piazza Kim Il-sung: Fu costruita nel 1954 secondo il piano di ristrutturazione della capitale dopo la distruzione della Guerra della Corea. La piazza ha un grande significato culturale e ospita molto spesso raduni, spettacoli di danza e parate militari.
  3. Monumento alla fondazione del Partito del Lavoro di Corea: Gli elementi raffigurati sono il martello, il pennello da calligrafia e la falce sorretti da tre mani, che rappresentano rispettivamente gli operai, gli intellettuali e i contadini.
  4. Kumsusan Palace of the Sun: Questo splendido palazzo ospita e custodisce le salme dell’Eternal President Kim Il-sung e di suo figlio l’Eternal Chairman Kim Jong-il. La visita è molto seria e si deve seguire un dress code ben preciso.
  5. DMZ (Zona Demilitarizzata): Segna il confine tra la Corea del Nord e la Corea del Sud. È una striscia di terra che attraversa la penisola coreana, istituita di comune accordo tra la Corea del Nord, la Cina e le Nazioni Unite nel 1953.
  6. Mansudae Grand Monument: Sulla collina Mansu, nel cuore di Pyongyang, si stagliano le statue di bronzo alte 20 metri dell’Eternal President Kim Il-sung e di suo figlio l’Eternal Chairman Kim Jong-il.
  7. Chollima Statue: Questa statua è stata costruita nel 1961 per celebrare la rapida ricostruzione dopo la guerra di Corea. L’animale simboleggia quindi l’eroismo, la costanza dello spirito combattivo del popolo coreano e le innovazioni progredite così rapidamente proprio alla velocità del Chollima.
  8. Arco di Trionfo di Pyongyang: Misura circa 60 metri d’altezza e 50 di larghezza e pare essere il più grande al mondo. Si può salire in cima e avere una vista a 360 gradi della città.
  9. Museo della Guerra Vittoriosa: È un museo di Pyongyang che racconta la guerra di Corea (1950-1953). Presenta quindi le vittorie della Corea del Nord e dei militari sui suoi nemici.
  10. Moran Hill Park: Questo parco si trova nel cuore di Pyongyang ed è immenso. I coreani si ritrovano spesso qui per fare i loro tipici picnic del weekend.
  11. Metropolitana di Pyongyang: La rete metropolitana di Pyongyang dispone al 2019 di due linee operative, comprendenti in totale 17 stazioni. Le linee sono completamente sotterranee e si trovano a 110 metri sotto il livello del suolo.

Questi sono solo alcuni dei luoghi che si possono visitare a Pyongyang, ma è importante ricordare che ogni visita è strettamente controllata e regolamentata.

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