Turismo in Italia: Analisi delle Cause del Calo
Il primo trimestre del 2025 si chiude con un bilancio in chiaroscuro per il settore turistico italiano. Secondo i dati provvisori diffusi da Istat nell’indagine sul movimento dei clienti negli esercizi ricettivi, i flussi turistici mostrano una lieve flessione rispetto allo stesso periodo del 2024, anno da record per il comparto. Nel dettaglio, gli arrivi complessivi registrano un calo dell’1,1% rispetto al primo trimestre dell’anno precedente, mentre le presenze restano quasi invariate (-0,4%).
Come sono cambiati i flussi turistici nel 2025
Guardando alla distribuzione mensile del report sui flussi turistici nel 1° trimestre 2025 in Italia (pubblicato da Istat il 16 giugno 2025), solo il mese di gennaio ha rappresentato un’eccezione positiva. Solo a gennaio la componente domestica ha mantenuto il primato, con il 53,2% delle presenze.
Le cause del calo
Un eccessivo incremento dei prezzi dei pacchetti vacanza e la crisi dei consumi sono tra i motivi. Un eccessivo incremento dei prezzi dei pacchetti vacanza e la crisi dei consumi che fa ridurre il segmento dei vacanzieri in una fascia di reddito medio-bassa. I tour operator lamentano un calo delle vendite di pacchetti per le festività a causa degli alti prezzi. Secondo una ricerca di Fiavet Confcommercio la situazione è stagnante. I dati parlano chiaro.
- Il 56% delle agenzie di viaggio in Italia registra un andamento delle vendite in linea con quello dell’autunno 2023.
- Un 28% segna una flessione.
- Solo il 16% vedono un aumento dei ricavi.
Si spera in un ritorno delle prenotazioni sotto data, a dicembre, perché Fiavet considera che il ritardo riguarda il 70% delle richieste di viaggio rispetto al 2023. Va sicuramente rivista la politica tariffaria, che dovrà essere coerente con l’offerta della nostra destinazione, per ridurre le fluttuazioni dei prezzi che rendono instabile il mercato e talvolta dissuadono l’ospite dal soggiornare a Venezia.
Il 2025 ha visto il consolidarsi di una spirale inflazionistica che ha colpito duramente le famiglie italiane. L'incertezza economica pesa sulle scelte degli italiani, che mostrano cautela nei programmi di spesa e preferiscono restare in Italia - sottolinea Andrea Torassa, co-founder di Maiora Solutions.
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Turismo balneare in difficoltà
Turismo balneare in difficoltà: a luglio meno italiani in spiaggia, tengono solo alcune località grazie agli stranieri. L’estate 2025 si era aperta sotto i migliori auspici. Giugno aveva fatto registrare un incremento del 20% rispetto all’anno precedente, spinto da un meteo favorevole e da un primo afflusso di turisti stranieri. Tuttavia, il mese di luglio ha segnato un’inversione di tendenza tanto improvvisa quanto allarmante: secondo i dati del Sindacato Italiano Balneari (SIB), la flessione media delle presenze si attesta intorno al 15%, con punte del 25% in Calabria e Emilia-Romagna.
Le analisi di Assoturismo-CST confermano che tra giugno e agosto si prevedono circa 110 milioni di presenze totali, con una crescita debole rispetto al 2024 (+1,1%). A giugno si è registrato tempo stabile e soleggiato, ma luglio è stato segnato da un’alternanza di piogge, trombe d’aria e temperature sotto media, in particolare in Liguria, Lazio, Marche e Campania. L’estate 2025 conferma che il turismo balneare italiano non è più immune da crisi. Il calo delle presenze registrato a luglio è un segnale d’allarme da non sottovalutare.
Situazione a Venezia
Non è partito bene il turismo a Venezia nel 2025. Un calo che per ora preoccupa limitatamente le categorie economiche e la politica locale, ma che merita di essere attenzionato.
«Riteniamo che il triennio appena trascorso non possa essere preso come riferimento stabile. Sarà piuttosto questo l’anno che segnerà un punto di svolta per la definizione delle future strategie di vendita - spiega Daniele Minotto, vicepresidente Ava -. Da quest’anno sono tornate a operare tutte le compagnie aeree, garantendo voli sempre più frequenti e promozioni last minute, che consentono di prenotare all’ultimo momento trovando l’hotel al prezzo più conveniente. Fino allo scorso anno, invece, era necessario prenotare con largo anticipo.
Per Ondina Giacomin, presidente di Abbav, associazione di locatori brevi e B&B, il tema potrebbe essere legato alla morte del Papa (che però è arrivata fine aprile), ma soprattutto le guerre: «Tutto questo non mette certo di buonumore la gente per viaggiare, se le cose vanno male la prima cosa che si taglia sono le vacanze.
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«Sì, va male, maggio è stato un massacro per le aziende, ho soci che mi segnalano un calo del 30% rispetto al 2024» dice Roberto Panciera, presidente di Confcommercio Ascom Venezia, secondo il quale però già gli anni scorsi, quando gli alberghi e i B&B avevano fatto il boom, per i negozi era andata diversamente. «Il commercio è stato l'anello debole della ripresa post pandemica, le persone hanno cambiato le abitudini, sia nell'acquisto, con un ruolo maggiore dell'online, sia nel modo di viaggiare, con le compagnie aeree che riducono sempre più le dimensioni dei bagagli».
Panciera è convinto che un ruolo nel calo degli acquisti lo abbiano le guerre e i dazi, ma non solo in senso strettamente economico: «L'acquisto, ma anche la cena al ristorante, hanno in sè un aspetto emozionale, ancor più in una città come Venezia, dove forse eravamo i primi al mondo. Con l'incertezza, la paura, questa emozionalità si perde. Cambiano i movimenti turistici, vediamo che aumentano i viaggi giornalieri nelle isole, con le complicazioni che conosciamo, ma non è detto che questo porti necessariamente più ricchezza per i negozi».
L'assessore al Turismo Simone Venturini per ora non è preoccupato dei dati sui pernottamenti: «I record, a differenza dello sport, nel turismo non esistono per essere battuti - dichiara - Il 2024 è stato un anno anomalo per tutte le principali mete internazionali, con numeri mai registrati prima. Nel caso di Venezia, hanno inciso in modo significativo la Biennale di Arte Contemporanea, con la sua forte attrattiva globale, e Homo Faber (sull'isola di San Giorgio, ndr), eventi che torneranno anche l’anno prossimo. Ma a questo, ammette l'assessore, «si sono sommati fattori esterni rilevanti, come le tensioni geopolitiche e un cambio euro-dollaro molto meno favorevole rispetto a solo pochi mesi fa, che hanno inciso soprattutto sul mercato statunitense, componente importante per l’economia turistica locale. È chiaro che con queste condizioni il 2024 non poteva replicare i risultati precedenti.
La situazione in Romagna
Turismo in calo in Romagna? Forza Italia contesta la spiegazione della flessione delle presenze. “Costa poco attrattiva, serve una scossa per la promozione turistica”. Turismo: in Riviera romagnola le presenze totali sono diminuite del -2,8% e i pernottamenti del 2,9%.
Fanno discutere i dati forniti dalla Regione sull’andamento turistico nel primo quadrimestre dell’anno. Dietro un bilancio apparentemente positivo, secondo la critica di Forza Italia si celano in realtà parecchi problemi e fragilità del settore. A partire dalla situazione della riviera romagnola che, nel periodo gennaio-aprile, non ha certo brillato.
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Il presidente del gruppo consiliare degli azzurri della regione Emilia Romagna, Pietro Vignali, è infatti convinto che la flessione pressoché generalizzata, sulla riviera romagnola non possa essere soltanto imputabile al maltempo. "Soltanto Rimini ha registrato un calo contenuto attorno all’1 percento - attacca Vignali -, con un meno 0,7 sugli arrivi e meno 1,3 percento sui pernottamenti. Per il resto, da Ravenna a Cattolica, se si eccettuano le eccezioni in positivo degli arrivi a Cervia e dei pernottamenti a Gatteo a Mare, vi sono cali consistenti che superano sempre il 2 per cento, con Cattolica maglia nera sia per gli arrivi (meno 21,4), che per i pernottamenti, calati del 16,08 percento".
La discussione diventa inevitabilmente politica: "Non preoccupano solo i dati in sé, ma anche il fatto che alcuni amministratori di sinistra persistono nel dichiarare che va tutto bene, attribuendo la flessione semplicemente a qualche giorno in più di maltempo, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. L’assessore regionale al turismo, che pure è romagnola, è in costante tour per celebrare le attrattività turistiche del territorio regionale, ma non ha ancora espresso nessuna progettualità".
Secondo l’esponente regionale di Forza Italia, le istituzioni dovrebbero intervenire per dare delle risposte al comparto: "Questi dati - prosegue Vignali -, dovrebbero dare una scossa per migliorare la promozione turistica e far tornare la Riviera romagnola attrattiva per turisti di Paesi che da anni sempre meno la frequentano, come tedeschi, svizzeri, francesi, belgi e olandesi. Nelle altre regioni costiere del nord Adriatico non si sta vivendo di rendita ma lavorano con profitto per migliorare la loro offerta turistica. Il turismo è di competenza regionale e vale il 15 percento del Pil di tutta l’Emilia-Romagna, molto di più ovviamente in rapporto alla sola Romagna. Gli operatori sono preoccupati anche per le tasse che la Regione ha aumentato con l’ultimo bilancio regionale.
La posizione di Forza Italia è dunque chiara e, nel gioco delle parti, ci sta anche una critica agli amministratori di sinistra delle località turistiche e dei politici regionali della stessa area. Tuttavia in Romagna le categorie economiche sostengono che sia il maltempo, assieme al carrello della spesa sempre più caro per le famiglie italiane, la principale causa della flessione di arrivi e presenze attestata dal 1° gennaio al 30 aprile di quest’anno.
Tendenze e previsioni per l'estate 2025
Dati, trend e previsioni dell’estate 2025: in aumento flussi turistici e mete alternative, preferenze sostenibili e soluzioni ibride vacanza-lavoro, ma cresce anche l’allarme overtourism. L’estate 2025 si annuncia come una stagione di ripresa, sostenibilità e nuove sfide per il turismo globale. Secondo le stime di Demoskopika, tra giugno e settembre 2025 sono attesi in Italia 65,8 milioni di turisti e 267,4 milioni di presenze, in crescita rispettivamente del 3,4% e del 2,1% rispetto al 2024. Anche ENIT conferma il trend positivo: sono previsti 27 milioni di turisti negli aeroporti italiani, di cui 18,6 milioni internazionali.
Il report Skift Megatrend 2025 evidenzia una nuova consapevolezza tra i viaggiatori: il desiderio di disconnessione si intreccia con una crescente attenzione all’impatto ambientale. Il turismo di prossimità e la ricerca di esperienze sostenibili prendono il posto dei viaggi mordi e fuggi. Anche le abitudini ricettive si evolvono. Mentre gli affitti brevi sono sempre più popolari, il settore alberghiero riprende terreno grazie a offerte gastronomiche esclusive e servizi su misura. Le formule ibride come la workation e il bleisure (business + leisure) continuano a riscuotere successo. Le aziende del travel dovranno adattarsi offrendo coworking, WiFi affidabile e servizi per nomadi digitali.
In parallelo, la tecnologia gioca un ruolo chiave: dalla diffusione dei pagamenti digitali e dei wallet al potenziamento dell’intelligenza artificiale per gestire l’accoglienza e i servizi negli hotel e negli aeroporti. L’estate 2024 ha segnato un punto critico per molte destinazioni europee. Con il ritorno del turismo ai livelli pre-pandemici, città come Venezia, Amsterdam e Atene sono corse ai ripari con tasse d’ingresso, limiti agli affitti brevi e contingentamento dei flussi. Nel 2025, l’overtourism resta un’emergenza. Il concetto di destination dupe - ovvero alternative meno affollate alle classiche mete - si diffonde, ma non basta.
Secondo un sondaggio Fiavet Confcommercio, il 40% delle agenzie italiane ha registrato un calo di prenotazioni per l’estate 2025. Le cause principali? Tuttavia, un 24% segnala un incremento, legato a formule più flessibili e vacanze frazionate. Tra i prodotti più richiesti spiccano gli itinerari personalizzati (37,5%), seguiti da crociere (27,5%) e vacanze in villaggio (15%).
Uno studio realizzato da Vacasa e Allison Worldwide su oltre mille americani mostra che il 90% prevede di viaggiare quanto o più dell’estate 2024. Ben il 46% della Gen Z parte con amici, mentre il 68% dei viaggiatori totali condivide il viaggio con il partner. Tra i Gen X, crescono i viaggi in famiglia. La Gen Z cerca offerte per poi spendere in esperienze: intrattenimento, cibo e attività all’aria aperta.
L’estate 2025 si presenta come un crocevia. Da un lato, numeri in crescita e grande voglia di viaggiare; dall’altro, una domanda più attenta, consapevole e alla ricerca di valore. Le sfide saranno legate alla qualità dell’offerta, alla gestione dei flussi, alla sostenibilità ambientale e sociale.
Dopo un 2024 chiuso con un bilancio positivo per il turismo italiano, i primi tre mesi del 2025 registrano una battuta d'arresto. Il calo delle presenze nel comparto alberghiero e l'incertezza che ancora pesa sulle scelte degli italiani in vista delle vacanze estive delineano un contesto in evoluzione. Le abitudini di viaggio cambiano rapidamente: cresce il ricorso ad affitti brevi, soluzioni personalizzate e prenotazioni last minute, mentre i budget si riducono e il turismo nazionale resta la prima scelta.
Dopo un 2024 caratterizzato da una crescita costante delle presenze (+2,5%), come detto, il comparto alberghiero italiano mostra un primo segnale di rallentamento nei primi tre mesi del 2025. Secondo i dati diffusi da Federalberghi, si registra una flessione dell'1,8% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Le cause di questa inversione di tendenza sono molteplici. Da un lato, si osserva una contrazione dei flussi turistici internazionali, in particolare provenienti dagli Stati Uniti.
Il mercato degli affitti brevi continua invece a guadagnare terreno. Tuttavia, l'esigenza di comfort e servizi di qualità resta centrale. Per questo le principali piattaforme - da Airbnb a Vrbo - stanno arricchendo la propria offerta con servizi su misura: dalla consegna di pasti pronti a domicilio a trattamenti benessere, passando per sessioni di yoga o fitness personalizzate.
La tendenza si estende anche al settore del turismo di lusso, dove il concetto di “esperienza su misura” raggiunge livelli elevatissimi. Aziende come Elite Villas propongono soluzioni abitative esclusive - ville di pregio con vista mare, giardini privati e piscine - affiancate da un servizio concierge attivo 24 ore su 24. «Accogliamo gli ospiti con attenzione e premura, offrendo esperienze autentiche e significative» spiega Giada Filippetti Della Rocca, ceo di Elite Villas.
Il 35% degli intervistati dichiara di non aver ancora deciso se partirà o ha già escluso l'idea di una vacanza, mentre il 60% a fine maggio non aveva ancora effettuato prenotazioni. Tuttavia, molti si dicono pronti a organizzarsi nei mesi di giugno e luglio. Le motivazioni principali della cautela sono di natura economica. Il 53% degli italiani prevede un budget inferiore ai 1000 euro a persona, il 20% si colloca tra i 1000 e i 1500 euro, mentre solo il 7% si dichiara disposto a superare la soglia dei 2000 euro.
L'approccio digitale domina le modalità di prenotazione. Il 48% degli italiani sceglie portali come Booking o Airbnb per pianificare la propria vacanza, il 28% preferisce i siti ufficiali delle strutture ricettive, mentre il 21% si affida al passaparola e ai consigli di amici e parenti. Quanto ai mezzi di trasporto, l'automobile resta la scelta più comune (54%), seguita dall'aereo (26%) e dal treno (10%).
La sostenibilità ambientale è, infine, un tema sentito ma non prioritario nella pianificazione delle vacanze. Alla domanda se sarebbero disposti a pagare di più per una vacanza sostenibile, il 47% degli intervistati ha risposto negativamente. Il 24% è disponibile a spendere fino al 5% in più, il 19% fino al 10%, mentre solo il 10% accetterebbe un aumento del 20%.
Vanno per la maggiore i viaggi di gruppo con accompagnatore in località come: Giappone, Zanzibar, Etiopia e Vietnam.
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