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Turismo ucraino in Italia: Statistiche e tendenze

L'Italia ha da sempre rappresentato una meta ambita per i turisti provenienti da tutto il mondo. In questo contesto, è interessante analizzare il flusso dei turisti ucraini nel nostro Paese, soprattutto alla luce degli eventi recenti che hanno sconvolto l'Ucraina.

Arrivi e presenze

Secondo le statistiche ufficiali basate sul Servizio Statale delle Guardie di Frontiera dell'Ucraina, il totale dei viaggi outgoing nel 2021 è stato di 14,728 milioni, il 31% in più rispetto al 2020. L'Italia si colloca alla 13a posizione con l'arrivo di 194.825 ucraini registrati nel 2021.

È importante sottolineare che ISTAT non pubblica dati specifici sulle presenze dei turisti dall’Ucraina. Sarebbe interessante analizzare questo dato, anche in considerazione del fatto che l’Italia ospita la maggior comunità di ucraini in Europa, fatta eccezione per i paesi limitrofi.

Come più volte detto il dato degli arrivi di ISTAT non è attendibile: se il signor Boris visita Roma, Firenze e Venezia, spendendo due notti in ciascuna città, risulterà come tre arrivi e 6 presenze in Italia.

Spesa turistica

Nei momenti di crisi tutti i limiti delle statistiche del turismo italiano vengono a galla. Così l’infodemia di dati e previsioni, come nel caso dei turisti cinesi due anni fa, dilaga in rete, alimentando le immancabili strumentalizzazioni politiche.

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Tutti, ma proprio tutti, insistono nel citare la spesa secondo Banca d’Italia pari a 984 milioni di euro (in quanto unico dato disponibile), insieme al numero degli arrivi secondo ISTAT pari a 1,7 milioni (tra le due rilevazioni è sempre il più alto). Pere con mele.

In caso contrario, se si considerano gli arrivi di ISTAT, l’”incesto statistico” partorisce un “mostro” con una spesa pro capite pari a 553 euro. Una spesa che non coincide con l’archetipo del turista russo “big spender”, mito che, in base ai dati della UNWTO, l’Organizzazione mondiale del turismo, è forse da ridimensionare.

Accoglienza e supporto ai cittadini ucraini

Come disposto con ordinanza n. 873 della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della protezione Civile, i cittadini Ucraini che accedono al territorio nazionale devono effettuare, tramite tampone, test molecolare o antigenico per SARS-CoV-2 entro 48 ore dall’ingresso. La dichiarazione di presenza deve essere presentata al Questore della provincia in cui lo straniero si trova. Se i cittadini ucraini sono ospiti di strutture alberghiere non sarà necessario presentare la dichiarazione all’ufficio immigrazione poiché tale onere sarà assolto dalla dichiarazione resa dall’albergatore, il quale ha l’obbligo di segnalare all’Autorità di P.S.

Si segnala, in merito che il Consolato Generale d’Ucraina di Milano ha comunicato la disponibilità a rilasciare un certificato di identificazione ai cittadini ucraini eventualmente sprovvisti di passaporto nonché ad inserire sui passaporti dei cittadini ucraini i figli minori di anni 16 sprovvisti di documenti.

Secondo gli ultimi dati, 'chiusi' il 17 febbraio 2023 e forniti dal Ministero dell'Interno, in Italia hanno la protezione temporanea attiva 171.316 ucraini a partire dal 24 febbraio 2022, di cui 48.966 maschi. Questi ultimi sono minori, adulti con più di tre figli a carico o anziani. Gli altri, gli adulti con famiglie meno numerose, non possono lasciare il Paese per la legge marziale.

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Ci sono circa 6.600 ultra 70enni, ma anche 28mila tra i 10 e i 17 anni, 20mila tra i 5 e i 9 anni, 10mila tra i 2 e i 4 anni e 3.409 bambini con al massimo un anno d'età. In Lombardia, su 30.755 persone, 21.911 sono donne, quasi 20mila gli adulti (di questi, i maschi sono il 3%), quasi 7mila con figli.

L'Italia non è il maggior Paese di destinazione perché la grandissima parte dei rifugiati si è appoggiata a reti amicali, parentali o di comunità, pochissimi quelli che hanno dovuto essere accolti nei centri predisposti dalle prefetture e dalla protezione civile: e gli ucraini dispongono di queste reti soprattutto in altri Paesi più vicini, come la Polonia che da sola ha accolto (con la protezione temporanea) 1,4 milioni di ucraini, ma almeno il doppio vi è transitato e rimasto per un po' di tempo.

L'altra caratteristica di questo movimento è proprio la temporaneità, nel vero senso del termine: il progetto degli ucraini non è quello di restare via per sempre, anzi.

Anche in Italia, anche a Milano. L'immediata gara di solidarietà ha fatto molto, sia sul fronte degli aiuti umanitari, sia su quello dell'accoglienza. Quasi tutti gli ucraini stabilmente in italia, nei primi mesi, si sono messi a disposizione in qualche modo. Come interpreti volontari in Stazione Centrale, come aiutanti nei piccoli e grandi hub di raccolta aiuti, come punti di riferimento indispensabili per le pratiche burocratiche. Senza di loro, senza la rete di connazionali, l'accoglienza sarebbe stata probabilmente quasi ingestibile. Le autorità a Palazzo Marino e al Pirellone lo hanno sempre confermato.

Il Terzo Settore ha fornito un grande aiuto, sia con i centri accoglienza in collaborazione con la prefettura, sia con servizi mirati per l'inserimento nel lavoro e nelle scuole, sia con l'assistenza sanitaria, tra cui (fondamentale) quella psicologica.

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Fin dal 24 febbraio 2022, la comunità ucraina fa anche un lavoro di testimonianza. Dopo un anno sono un ricordo i cortei di migliaia e migliaia di persone ma, ogni sera, in piazza del Duomo, i ragazzi e le ragazze di UaMi dedicano due ore a ricordare ai milanesi e ai turisti l'attualità della guerra, nonostante sia ormai spesso in secondo piano sui giornali e in tv.

Si diceva degli ucraini stabili nel nostro territorio: quasi tutti si sono immediatamente attivati per i loro connazionali, per aiutare in qualche modo, per non sentirsi inutili di fronte alla tragedia dell'invasione del loro Paese.

Come loro, tanti altri si sono attivati: chi offrendo una stanza in casa, chi lavorando di sera e nei weekend nei centri di raccolta degli aiuti, chi collaborando con i centri accoglienza, dove è necessaria la presenza di connazionali per far sentire a proprio agio le persone.

È la conseguenza della temporaneità del progetto di fuga delle loro famiglie: non è affatto detto che i profughi ucraini rimangano in Italia e negli altri Paesi d'accoglienza, anzi, tutti sognano di tornare al più presto nelle loro città e villaggi.

Tabella: Dati sui rifugiati ucraini in Italia (17 febbraio 2023)

Categoria Numero
Totale rifugiati con protezione temporanea attiva 171.316
Maschi 48.966
Ultra 70enni Circa 6.600
Tra i 10 e i 17 anni 28.000
Tra i 5 e i 9 anni 20.000
Tra i 2 e i 4 anni 10.000
Con al massimo 1 anno d'età 3.409

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