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Turismo a Venezia: Analisi Statistica dei Flussi Giornalieri e Tendenze Storiche

Croce e delizia, contributo fondamentale o economia mordi e fuggi: il rapporto tra Venezia e il turismo è da anni intricato e complesso. Ciò che è certo però, è che il totale dei turisti a Venezia negli anni è in continua crescita. Prima di vedere però quantitativamente com’è cresciuto il turismo in questi anni, è utile disegnare le caratteristiche della città. Venezia, intesa come isola, è una città con poco più di 50 mila abitanti che, in era pre-covid, vedeva quotidianamente riversarsi nelle sue calli e nei suoi canali più di 35 mila turisti al giorno.

Il turismo è uno degli argomenti centrali del Secondo Focus di Ri-Pensare Venezia, al quale partecipa attivamente il gruppo di ricerca di Ca’ Foscari composto dai professori Andrea Baldin, Nicola Camatti e Dario Bertocchi (Università di Udine). L’analisi dei flussi conferma la necessità di governare un fenomeno fuori controllo che sta insidiando la dimensione urbana di Venezia. Il tema del turismo sarà tra quelli affrontati durante il Secondo Focus di Ri-Pensare Venezia.

In base ai dati raccolti tra il 2023 e il 2024, si stima che, ogni giorno, circa 42.000 persone non registrate ufficialmente come residenti del Centro Storico gravitano stabilmente su di esso: lavoratori, studenti e domiciliati temporanei o senza residenza anagrafica. Il Centro Storico di Venezia accoglie quotidianamente circa 43.000 turisti pernottanti (con picchi stagionali che superano ampiamente questa cifra) e circa 20.000 escursionisti giornalieri, ovvero visitatori che transitano senza pernottare.

Fattori come eventi, festività e dinamiche economiche legate al turismo amplificano questa oscillazione, rendendo la città particolarmente vulnerabile. Le necessità dei commuters (pendolari e studenti da fuori comune) complicano ulteriormente il quadro, portando nuove sfide per la vita quotidiana e la gestione urbana. Pur non essendo turisti, questi gruppi presentano esigenze temporanee che si discostano da quelle della popolazione residente tradizionale, aumentando la difficoltà di conciliare le necessità di chi vive stabilmente in città con quelle di chi la frequenta solo per brevi periodi.

Evoluzione Storica del Turismo a Venezia

Il rapporto tra Venezia e il turismo però, non nasce ora ma ha una lunga storia. Quello che oggi è un tema divisivo ma di fondamentale importanza per il futuro della città, un tempo, e parliamo di inizio Novecento, era visto come un’opportunità unica a livello europeo. La data da cui partire è il 1906, anno in cui è stata fondata la Compagnia alberghi Lido, divenuta poi Compagnia italiana grandi alberghi (CIGA). Il primo grande albergo al Lido è stato costruito nel 1909 ed è il famoso Hotel Excelsior. Una premessa che ci aiuta a capire come anche ad inizio Novecento Venezia era la più importante località turistica italiana.

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I dati disponibili, per quanto riguarda il movimento turistico a Venezia, arrivano dal Servizio statistica e ricerca del Comune di Venezia che mette in luce come nel 1952 le presenze turistiche in città erano un milione e 200mila. Numeri che, come vedremo in seguito, sono ben distanti dal crescente afflusso turistico degli ultimi anni. Secondo il prof. Zannini “la classe politico-imprenditoriale che resse la città nel trentennio 1915-1945 dimostrò una consapevolezza del ruolo del turismo all’epoca praticamente sconosciuta alle classi imprenditoriali italiane”. Ne è riprova il fatto che nel dopoguerra la “ricostruzione” veneziana riguardò principalmente due alberghi.

“Tra 1946 e 1948 - si legge sempre nel saggio del prof.Zannini - apparve, a fianco del Palazzo Ducale oltre il Ponte della Paglia, al posto di alcune vecchie case, il cosiddetto “Danielino”, appendice con facciata in travertino del vicino hotel di lusso Danieli. Secondo il professore dell’università di Udine, il flusso turistico a Venezia ha vissuto due fasi nettamente diverse. “La prima fase durò fino agli anni Ottanta, coincise con il grande sviluppo del turismo di massa internazionale, di cui Venezia rappresentò una delle mete principali”.

Il saggio però mette in luce come la creazione di queste due grandi infrastrutture avesse messo in evidenza dei limiti di un sistema ricettivo non ancora pronto per i grandi numeri. Un’ulteriore conferma del passaggio da un turismo d’élite a un turismo di massa arriva anche dal tempo medio di permanenza. Nel 1949 era di tre notti, negli anni Settanta di 2 notti e nel 2012 di 2,26.

Profilo del Turista Medio a Venezia

Il profilo tipo del visitatore di Venezia è da sempre tema di dibattito. È un turista straniero che si vole godere una città unica o è un turista “mordi e fuggi” sceso da una nave da crociera solo per vedere la bellezza con uno sguardo effimero ma senza viverla a fondo? Per quanto riguarda le presenze, cioè il numero di notti trascorse dai clienti nelle strutture ricettive vediamo che negli anni la percentuale di persone non italiane ha sempre superato l’82%. Queste percentuali sono del tutto similari anche se invece di prendere in considerazione le notti, si analizzano solamente gli arrivi. Quando parliamo di arrivi intendiamo il numero di clienti ospitati negli esercizi ricettivi (alberghieri o complementari). Il turista medio quindi, proviene da fuori Italia e nella quasi totalità dei casi vorrebbe tornare a Venezia.

“Dalla fine di gennaio 2012 fino a gennaio 2013 - si legge nel documento Cafoscarino - sono stati somministrati 2.606 questionari a un campione di visitatori del centro storico di Venezia. Ne è emerso uno spaccato in cui il 56% ha deciso di arrivare a Venezia in coppia, mentre il 15% ha dichiarato di viaggiare con la famiglia. Per cercare di delineare un ritratto più fedele ed aggiornato del turista che visita Venezia, possiamo rifarci all’annuario che il Comune pubblica nel proprio sito.

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Secondo l’ultimo documento disponibile, che è l’Annuario del Turismo 2019, emerge che l'82% degli intervistati risiede in uno stato estero e il restante 18% risiede in Italia. Quest'ultimo dato lo approfondiremo in seguito ma già da questa indagine si rileva che il 23,1% risiede in Lombardia e a seguire il 17,4% in Veneto. Il mezzo di trasporto maggiormente utilizzato per arrivare a Venezia è l'aereo, nel 53% dei casi. Anche per quanto riguarda la spesa media i dati non sono discordanti rispetto all’analisi Cafoscarina, essendo questa sui 200 euro a testa al giorno.

Il campione preso in esame dal Comune, attraverso la survey che ha utilizzato il database di VeneziaUnica per la rilevazione online, è stato di circa cinque mila turisti che hanno risposto (4.843) su un totale di domande inviate però ben maggiore (73.942). Solamente nel 2020, come abbiamo già visto, c’è stato un calo del turismo nazionale verso Venezia, anche se in termini di percentuali sappiamo che è cresciuto rispetto a quello estero. Questo è, per forza di cose, dovuto alla pandemia con i rispettivi blocchi dei voli prima e le quotidiane difficoltà dovute alle direttive regionali e nazionali poi. Per quanto riguarda invece le presenze straniere a Venezia, vediamo come i maggiori turisti veneziani siano sempre tedeschi, francesi, inglesi ed americani (inteso in senso non strettamente letterale ma persone provenienti dagli Stati Uniti).

Sostenibilità del Turismo e Capacità di Accoglienza

Ma quanti turisti può sostenere Venezia ogni giorno? La domanda non è di facile risposta. Esiste una simulazione, datata 2018, in cui il professore di Economia del turismo di Ca' Foscari, Jan Van Der Borg, ha calcolato la presenza massima di turisti su 52mila presenze al giorno. Il tema del turismo sostenibile in una città fragile come Venezia non può essere affrontato in modo superficiale perché è esso stesso cruciale per la vita della città, con tutto il suo patrimonio storico, artistico ed architettonico, e dei suoi residenti.

Quest'analisi è sicuramente parziale e non prende in considerazione un altro degli aspetti cruciali quando si parla di sostenibilità e turismo: la questione delle Grandi Navi a Venezia (tema che abbiamo già affrontato in passato sia dal punto di vista dei costi/benefici, sia dal punto di vista di eventuali alternative al passaggio all'interno della città).

Variazioni nel Turismo Veneto nel 2023

In Veneto, nel 2023, il turismo è andato meglio del 2019: le “presenze”, cioè i pernottamenti, sono state 71,9 milioni, contro le 71,2 del precedente anno record prepandemico. Un risultato per nulla scontato (a livello nazionale, il turismo nel 2023 ha segnato numeri inferiori al 2019) che dimostra la solidità del sistema turistico veneto. Ma che non deve far pensare che tutto sia tornato come nel pre Covid: il dato regionale positivo nasce da una somma di dati diversi, a partire dalla “destagionalizzazione” che porta più turisti a muoversi in maggio, settembre e ottobre, e dal boom continuo del comprensorio del Garda.

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Nel Veneziano, ad esempio, cala il capoluogo, Venezia, mentre crescono Caorle o Cavallino Treporti. La città lagunare segna nell’anno 2023 un numero di pernottamenti nettamente inferiore al pre pandemia, pur attestandosi su un numero comunque enorme: 13 milioni e 360mila contro i 13 milioni e 800mila del 2019 (che, si ricorda, comprendono anche il Lido). In tutti i mesi dell’anno, tranne febbraio, aprile e dicembre, i numeri dei pernottamenti, nonostante una massiccia presenza di americani, sono stati inferiori al 2019. Sono calati i pernottamenti degli stranieri, e anche degli italiani. Tutto ciò nonostante gli “arrivi” cioè le persone che hanno dormito, siano lievemente aumentati.

Al netto dei dati che possono essere in parte falsati dalla presenza di bnb e affittacamere abusivi, è il segno che il turismo “lento” fatto di vacanze lunghe in laguna fatica a radicarsi. D'altra parte, con Venezia, scendono, seppur di poco rispetto al 2019, anche Padova e Verona. Tra chi è salito, si segnala Cavallino Treporti, che cresce tantissimo, passando dal 6 milioni e 270mila presenze del 2019 a 6 milioni e 818mila del 2023: +7%. Il boom è dovuto in particolare a una crescita di oltre l’80% sui mesi di maggio e ottobre, molto sostenuta anche a settembre, capace di compensare alla lieve diminuzione dei pernottamenti in luglio e agosto (registrata qui come in tutta la regione e in quasi tutta Italia).

Un trend simile si registra a Caorle, +5% delle presenze nel corso dell’anno, sempre con cali lievi ma visibili in estate, e aumenti molto forti nei mesi primaverili e autunnali. In entrambi i comprensori, il “rimbalzo” nei mesi in questione era già visibile l’anno scorso, pur ancora in assenza di una quota importante di stranieri che quest’anno hanno determinato il nuovo record. Cresce di molto anche Chioggia, +17%, toccando un milione e 670mila presenze.

Limitandoci a questa analisi dei dati "freddi", si nota che Bibione cala invece di poco, da 5 milioni e 850mila a 5 milioni e 450mila, soprattutto a causa di un massiccio calo dei pernottamenti degli italiani (-20%), che pure erano e sono sempre più una quota marginale dei pernottamenti nella località (circa 1/5 del totale). Non batte i suoi record neppure il complesso Jesolo-Eraclea (l’associazione è degli uffici statistici della regione), fissati nel 2018 a 6 milioni e 485mila pernottamenti. Nel 2023 si ferma a 6 milioni e 275mila. In questo caso, si nota come un boom in qualche modo anticipato rispetto alle località vicine, sia stato seguito poi da un rinculo, che ancora non è stato del tutto assorbito, in particolare a causa delle vacanze più corte degli italiani.

Il sintesi, in Veneto e nel veneziano, calano le città d’arte, mentre tiene, molto bene, il turismo balneare, con una crescita netta dei pernottamenti: trainata però soprattutto dal turismo estero, mentre si contraggono le vacanze degli italiani.

Analisi Dettagliata dei Flussi Turistici

Sul numero esatto di turisti che visitano di anno in anno Venezia esistono i dati ufficiali dell’Azienda di promozione turistica e vari altri pacchetti di dati forniti da aziende come la Venezia terminal passeggeri (per chi arriva via nave) o le società che gestiscono l’aeroporto e la stazione ferroviaria. Esiste finora soltanto uno studio che possa chiamarsi scientifico e relativamente indipendente. E’ stato pubblicato nel 2009 e riguarda i flussi turistici del 2007, due anni prima. Riferiremo subito i dati di quello studio.

Prima però sembra opportuno considerare un altro lavoro, opera di professori universitari di Economia del turismo, che cercava di fissare delle cifre riguardanti il numero di turisti che una città come Venezia poteva sostenere con i servizi di cui disponeva (ristoranti, alberghi, trasporti e altri) e senza caricare musei, strade e monumenti di un peso turistico eccessivo. Lo studio è interessante perché uno dei suoi autori è stato il professor Paolo Costa, poi sindaco di Venezia e oggi (2012) presidente dell’Autorità portuale che gestisce tra le altre cose il traffico delle navi da crociera (l’altro autore è il professor Jan van der Borg, oggi professore di Economia del turismo).

Lo studio, che è del 1988, è particolarmente ambizioso perché intende anche offrire agli amministratori di località turistiche di tutto il mondo un modello di metodo per calcolare il massimo di turisti sostenibile da una località (il titolo era: “Un modello lineare per la programmazione del turismo. Sulla capacità massima di accoglienza del Centro Storico di Venezia”). Intendeva insomma identificare e utilizzare dei parametri validi non solo per Venezia ma capaci di fornire un modello universale. (Lo studio non è disponibile online. Su trova sulla rivista “Coses Informazioni”, n. 32-33, 1988, pp.

Veniamo ora al rapporto del 2009. (citiamo da p. 23 dello studio: Coses, Turismo sostenibile a Venezia, rapporto 141,0, marzo 2009). Di questi, 17.515 erano “pernottanti”, gli altri 41.674 erano “escursionisti”, ossia si fermavano solo poche ore. Anzitutto, occorre precisare che a nostro avviso il dato era approssimativo per difetto. Infatti non teneva conto del “nero”, molto pesante, e in alcuni casi è stato ottenuto estrapolando da dati non recenti e utilizzando coefficienti molto bassi.

L’autore di queste righe ne ha dato conto in un libretto pubblicato nel 2011 (Paolo Lanapoppi, Caro turista, Corte del Fontego 2011), nel quale calcola in 25 milioni il numero realistico di turisti reali per l’anno 2007. Siamo, come si vede, molto lontani dai 7,5 milioni giudicati il massimo sostenibile da Paolo Costa e Jan van der Borg nel 1988. Valutando in 27.000 i posti letto disponibili in città, e immaginandoli occupati al 100 %, si ottiene un numero di “escursionisti” pari a 56.000. Alcuni grandi eventi attirano a Venezia così tanti turisti da indurre centinaia di veneziani a lasciare temporaneamente la città per evitare disagi.

Nello studio, i ricercatori sfruttano i dati telefonici per distinguere tra abitanti abituali, visitatori pernottanti ed escursionisti giornalieri. Il picco massimo è avvenuto domenica 30 ottobre, in occasione del ponte festivo di Tutti i Santi: quel giorno si trovavano a Venezia 143.246 visitatori, di cui 54.253 turisti e 88.993 escursionisti. Di contro, ha due effetti contrapposti sulla mobilità dei residenti. Da un lato, “trattiene” circa 2000 residenti in città per motivi che possono essere sia lavorativi sia di interesse specifico verso l’evento. Dall’altro lato, la pressione esercitata dall’aumento del numero di turisti legato all’evento culturale porta circa 400 residenti a lasciare temporaneamente la città.

Impatto degli Eventi sul Turismo e sulla Mobilità Urbana

Trend dei visitatori e in evidenza gli eventi mainstreamL’articolo pubblicato porta come esempio i fine settimana del Carnevale del 2022. Nel fine settimana conclusivo, il momento clou, rispetto agli altri weekend del mese di febbraio, i residenti (intesi come persone che dai dati telefonici risultano abitare Venezia per la maggior parte dell’anno) calano del 7,3%, da quasi 63mila a 58mila, mentre i turisti italiani triplicano da 4.726 a 14.591 e i turisti stranieri crescono dell’81% (da 13mila a 24mila). L’opening della Biennale coincide con altri record. Giovedì 21 aprile si contano 140.395 visitatori in città di cui 47.010 turisti e 93.385 escursionisti (record del 2022).

Risultati opposti si verificano nei giorni in cui ci sono eventi culturali importanti per l'autoespressione dell'identità locale, e per questo più sentiti da parte della cittadinanza. “L’analisi dei big data della telefonia ci conferma che esiste una migrazione temporanea di veneziani legata al sovraffollamento della loro città - spiega Andrea Baldin, ricercatore in Economia dell’arte e della cultura a Ca’ Foscari e coautore dello studio con Nicola Camatti (Ca’ Foscari) e Dario Bertocchi (Università di Udine) - inoltre, lo studio ci fa vedere con una certa precisione quali sono i giorni che provocano più conseguenze negative ai residenti.

Lo studio si è basato su dati raccolti dalle antenne telefoniche Vodafone. Nel complessivo aumento dei turisti (pernottanti, gli unici conteggiati dalle statistiche) in Veneto e in Italia nell'anno 2024, Venezia cresce più della media: 5,2% di presenze, cioè notti pernottate, in più rispetto al 2023. 13 milioni e 291 mila. Un aumento dei pernottanti che ha riguardato tutti gli ambiti della città, terraferma, Lido, centro storico. Resta stabile solo il settore alberghiero, che non cresce a livello comunale a causa del -2,9% degli alberghi di Venezia, soprattutto per via del calo di 2 e 3 stelle, ormai in concorrenza con gli alloggi privati.

In tutto il Comune, complice anche l'aumento dell'offerta, cresce più rapidamente l'extralberghiero: +11% sull'anno precedente, 6 milioni e 300 mila notti pernottate, altro record. Tanto che nel centro storico di Venezia, per la prima volta, con quasi 4 milioni e 900 mila presenze, l'extralberghiero ha superato l'alberghiero. A Mestre e Marghera la crescita continua a essere impetuosa (+16,1% di pernotti extralberghieri in un anno), ma sono numeri ancora distanti da quelli di Venezia isola.

Per segnare un aumento così netto, le presenze sono state più elevate del 2023 in tutti i mesi dell'anno (per questo, non è possibile ipotizzare un legame con il ticket d'accesso, che esentava dal pagamento chi pernottava all'interno del Comune di Venezia). Continua a essere netto l'aumento dello spazio di mercato degli alloggi privati (tutt'ora inquadrati con destinazione d'uso residenziale e non ricettiva): raccolgono ormai il 33% delle presenze totali (era il 31% nel 2023, il 25% nel 2019), mentre gli alberghi, di tutte le categorie, raccolgono ormai poco più del 50% dei pernottamenti totali.

Tabella Riassuntiva dei Dati Turistici

Anno Presenze Turistiche (milioni) Variazione rispetto all'anno precedente
1952 1.2 -
2007 (stima) 25 -
2019 13.8 (pernottamenti a Venezia) -
2023 13.36 (pernottamenti a Venezia) -
2024 13.291 (pernottamenti a Venezia) +5.2%

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