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Mirabilandia: Incidenti e Polemiche Recenti

Negli ultimi tempi, il parco divertimenti di Mirabilandia è stato al centro di diverse notizie, alcune delle quali riguardano problemi tecnici e altre questioni più delicate, come presunti episodi di discriminazione.

Blocco delle Attrazioni: Katun e Desmo Race

Recentemente, si sono verificati alcuni blocchi tecnici che hanno interessato alcune delle attrazioni più popolari del parco. Sabato 13 aprile, ad esempio, il Katun, una delle montagne russe più amate e alta 50 metri, si è bloccato improvvisamente.

Un'anomalia improvvisa è stata segnalata ai sensori che per motivi di sicurezza in questi casi interrompono il giro in punti già prestabiliti per permettere ai visitatori di scendere in totale sicurezza. Le persone a bordo, circa una decina, sono state evacuate senza l'intervento dei vigili del fuoco e sono state fatte scendere a piedi dalla montagna russa, in maniera ordinata e senza particolari affanni. La gestione di Mirabilandia ha comunicato che un’anomalia improvvisa prontamente segnalata dai sensori, che per motivi di sicurezza interrompono il giro in punti prestabiliti per permettere l’evacuazione dei visitatori in totale sicurezza.

Non è la prima volta che si verifica un imprevisto di questo tipo. Nel luglio 2016, ad esempio, per un problema tecnico alcuni passeggeri dovettero scendere dal Divertical, anche quella volta fermo a decine di metri da terra. In quella circostanza la discesa fu più problematica.

Giovedì, la giostra Desmo Race si è bloccata per circa 30 minuti. Un povero ragazzo è rimasto sospeso sul veicolo sotto il sole. Era l'unica moto che girava in quel momento, e dopo circa mezz'ora sul binario è giunto un mezzo per trainarlo. Già in mattinata quell'attrazione era stata manutentata.

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Dal parco spiegano: "Alle 16.51 è stata attuata un’interruzione su uno dei binari di Desmo Race. Una delle moto, con a bordo una persona, è rimasta ferma in un punto del tracciato ed è stata riaccompagnata in stazione dal mezzo di soccorso (muletto). Contestualmente la moto che percorreva l’altro binario è stata arrestata in stazione ed è stata effettuata l’evacuazione dell’attrazione. L’operazione si è conclusa regolarmente alle 17.17. Tutto si è svolto nella massima tranquillità e non si sono registrati disagi per i passeggeri. Desmo Race è un coaster costantemente monitorato da un sistema di sensori disposti lungo tutto il tracciato che intervengono prima che possano verificarsi eventuali anomalie. Episodi come quello di giovedì testimoniano l’alto livello di controllo e sicurezza dell’attrazione.

Accuse di Discriminazione verso un Gruppo di Disabili

Un episodio increscioso ha coinvolto un gruppo di giovani della Polisportiva Anffas di Cesena. La Polisportiva Anffas di Cesena era stato bloccato all’entrata di Mirabilandia. A raccontare dal proprio punto di vista il deplorevole comportamento della dirigenza del parco di Mirabilandia, è la coordinatrice della Polisportiva Giovanna Suarez, che supportava il gruppetto in gita di 9 tra ragazze e ragazzi con disabilità tra i 17 e i 27 anni, con 8 accompagnatori.

Qualche giorno fa - dice Giovanna Suarez - con i nostri iscritti con la maglia della Polisportiva, abbiamo deciso di trascorrere una giornata a Mirabilandia e poiché il regolamento del parco prevede che i gruppi possano prenotare il loro accesso con la richiesta di pass che danno priorità di accesso alle attrazioni, almeno 5 giorni prima della data scelta, abbiamo deciso di fare biglietti d’ingresso individuali per ogni ragazzo e rispettivo accompagnatore. Ma, dopo una regolare fila al botteghino, l’impiegata allo sportello ha dirottato il gruppo all’ufficio clienti preposto alla consegna dell’apposita modulistica per ottenere pass e braccialetti abbinati tra cliente e accompagnatore.

Nell’ufficio era presente un dirigente della struttura che “purtroppo - sottolinea con indignazione Suarez - invece di permettere ai ragazzi in coda di accedere all’ufficio , ne ha complicato l’accesso temporeggiando, suggerendo di procrastinare l’ingresso alle 13. Tutti erano umiliati, increduli e fermi sotto il sole in attesa”.

“Finché - aggiunge Suarez - ho deciso di chiamare i Carabinieri che giunti in breve tempo, hanno prontamente riportato a più miti consigli il dirigente di Mirabilandia. Nel frattempo era abbondantemente passato mezzogiorno e regolarmente ad altri visitatori venivano elargiti i pass”.

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Giovanna Suarez afferma: “Il parco ha pubblicato anche sul web un vademecum che ne esalta l’ accessibilità e l’inclusività, ma non ci pare proprio. Ho denunciato l’episodio allo sportello antidiscriminazione dell’Anffas Cesena affinché si intervenga e sia tutelato il diritto di ogni persona con disabilità ad accedere ad una struttura ricettiva come un parco divertimento. Siamo un ente del terzo settore e sappiamo scegliere luoghi di svago e divertimento adatti ai nostri iscritti, ma certi episodi davvero indignano e scoraggiano chi si impegna ogni giorno per far vivere ad un gruppo di amici, momenti di tempo libero”.

Mirabilandia ha risposto che: “É previsto che un gruppo segnali la propria presenza anticipatamente. Nel caso concreto il gruppo di Cesena conosceva il regolamento ma si è recato alle casse del Parco senza aver prenotato la visita nei giorni precedenti. Ciononostante il personale ha applicato la tariffa gruppo e la gratuità di alcune persone. Dopodiché il gruppo ha fatto richiesta del pass salta fila. A quel punto il gruppo di giovani avrebbe potuto accedere immediatamente alle attrazioni e recarsi successivamente a ritirare il pass dopo le 12, orario previsto in altissima stagione”.

Il Caso di Gaia e le Difficoltà per i Disabili Stranieri

Un altro episodio ha riguardato Gaia, 22enne italo-americana affetta da sindrome di Down. Gaia è nata da mamma italiana e padre americano e vive negli Stati Uniti. Ogni anno i tre vengono in Italia a trovare la seconda figlia, Chiara, che invece vive a Roma.

Chiara racconta: "Abbiamo acquistato i biglietti online per me, mio padre e mia sorella per trascorrere il compleanno di Gaia a Mirabilandia. Non era la prima volta: di solito quando arriviamo andiamo all'info point, dove rimborsano il biglietto a mia sorella e ci danno un braccialetto "salta fila", perché per molti disabili (tra cui anche mia sorella) è impossibile pensare di aspettare in piedi due ore per poter salire su una giostra. Questa volta però le cose sono andate diversamente: la ragazza all'info point ci ha chiesto la certificazione di handicap 104, che ovviamente mia sorella non ha, essendo nata e residente negli Stati Uniti. A quel punto la dipendente ci ha chiesto un documento qualsiasi che attestasse la disabilità di Gaia. Solitamente non lo richiedono, perché la sindrome di Down è una disabilità "visibile", basta guardare Gaia per rendersi conto che ne è affetta.

Nella versione italiana del sito di Mirabilandia, nella sezione delle informazioni per gli ospiti con disabilità, si legge effettivamente che per ottenere l'ingresso gratuito è necessario presentare "la Carta Bianca rilasciata dal Comune di Ravenna o la Certificazione di Handicap Legge 104/92". Ma se una persona non è Ravennate o viene dall'estero?

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Chiara continua dicendo: "Eppure neanche mostrare la certificazione americana è servito a nulla - continua Chiara - La ragazza ha chiamato il suo manager e ci ha detto che non c'era nulla da fare, serviva per forza la 104, contraddicendosi rispetto a quello che ci aveva detto poco prima. Abbiamo chiesto di parlare con il suo capo, ma lui non si è presentato. A quel punto era trascorsa un'ora, mia sorella capiva cosa stava succedendo e infatti si è messa a piangere e a dire "Per favore, fatemi entrare, è il mio compleanno". Così, per non rovinarle ulteriormente la giornata, abbiamo deciso di acquistare a nostre spese il pass per saltare la fila, pagandolo 60 euro a testa.

La sorella di Gaia ha deciso di denunciare l'episodio con un video pubblicato sui social, che in breve tempo è diventato virale. Quello che ci ha dato più fastidio è la mancanza totale di empatia nei nostri confronti - insiste la ragazza - Com'è possibile che accadano cose del genere in un parco che ogni anno accoglie tanti turisti? A Disneyland Paris, ad esempio, non richiedono un certificato di disabilità francese, perché ovviamente ci sono tantissimi turisti che vengono da fuori. Gaia ha capito che c'era qualcosa che non andava, noi abbiamo provato a dirle che avevamo sbagliato fila, ma in auto al ritorno era a disagio e ci ha chiesto "Ma perché a me rifiutano l'accesso? Perché ho la sindrome di Down?".

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