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Cittadinanza Onoraria: Requisiti e Procedura

Di tanto in tanto, le cronache riportano di alcune persone che, per i loro particolari meriti, hanno ricevuto la cittadinanza onoraria da parte di un Comune. Sicuramente, anche tu ne avrai sentito parlare. Incuriosito, hai fatto qualche ricerca e non hai scoperto praticamente nulla a proposito di questo particolare riconoscimento: ciò perché non esiste una legge italiana che la prevede.

Sorge dunque spontanea una domanda: cos’è la cittadinanza onoraria e quando viene attribuita?

In effetti, la denominazione di questo particolare tipo di onorificenza può far sorgere alcune perplessità, in quanto la cittadinanza è in genere legata all’appartenenza a una Nazione, non a una singola comunità. In altre parole, come fa un semplice comune ad attribuire la “cittadinanza”, seppur onoraria? Ebbene, questo equivoco va chiarito, ed è proprio ciò che faremo con questo articolo, in cui cercheremo di capire cos’è la cittadinanza onoraria.

Cittadinanza: Cos'è?

La cittadinanza è uno status che la legge attribuisce alle persone quando ricorrono determinati requisiti. Alla condizione di cittadino sono collegati tutta una serie di diritti e doveri, come ad esempio quello di votare e di difendere la patria.

Cittadinanza Italiana: Come si Ottiene?

Ogni Stato stabilisce, con le proprie leggi, le condizioni per la concessione della cittadinanza. Come si ottiene la cittadinanza italiana? Ci sono diversi modi.

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La cittadinanza italiana si può acquisire automaticamente per:

  • nascita (diritto di sangue), in caso di persona straniera nata da almeno un genitore italiano;
  • nascita sul territorio italiano (“ius soli” o diritto di suolo), se i genitori sono ignoti o apolidi, se non trasmettono la propria cittadinanza al figlio secondo la legge dello stato di appartenenza o se il minore è stato rinvenuto in una condizione di abbandono sul territorio italiano;
  • adozione, in caso di minorenne adottato da cittadino italiano.

La cittadinanza si può acquisire anche su domanda per matrimonio o residenza. Nel primo caso, il cittadino straniero o apolide, coniugato con cittadino italiano, può chiedere di acquisire la cittadinanza:

  • se risiede legalmente in Italia da almeno 12 mesi, in presenza di figli nati o adottati dai coniugi o dopo 24 mesi di residenza con il cittadino italiano;
  • in caso di residenza all’estero, dopo 18 mesi in presenza di figli nati o adottati da coniugi o dopo 36 mesi dalla data del matrimonio (se non vi è stato scioglimento, annullamento o cessazione degli effetti civili e se non è in corso la separazione legale).

La cittadinanza italiana per residenza è concessa dal ministero dell’Interno, previa domanda da presentare alla prefettura, al cittadino straniero residente in Italia in possesso di almeno uno dei seguenti requisiti:

  • nato in Italia e residente legalmente da almeno tre anni;
  • figlio o nipote in linea retta di cittadini italiani per nascita, residente legalmente in Italia da almeno tre anni;
  • maggiorenne, adottato da cittadino italiano, residente legalmente in Italia da almeno cinque anni, successivi all’adozione;
  • che ha prestato servizio, anche all’estero, per almeno cinque anni alle dipendenze dello Stato italiano, in questo caso la domanda di cittadinanza italiana va richiesta alla competente autorità consolare;
  • comunitario residente legalmente in Italia da almeno quattro anni;
  • apolide o rifugiato residente legalmente in Italia da almeno cinque anni;
  • residente legalmente in Italia da almeno dieci anni.

Per tutti i cittadini stranieri che rientrano in una delle fattispecie indicate, è richiesto anche il possesso del requisito del reddito personale o del reddito familiare se appartenenti allo stesso nucleo familiare e allo stesso stato di famiglia.

I cittadini stranieri possono presentare la domanda di cittadinanza italiana, a determinate condizioni, dopo il periodo di residenza:

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  • quattro anni per i comunitari;
  • cinque anni per gli apolidi;
  • dieci anni per gli stranieri.

Cittadinanza Onoraria: Cos'è?

La cittadinanza onoraria è un riconoscimento che un Comune può attribuire a una persona per i suoi particolari meriti nei riguardi della comunità.

La cittadinanza onoraria è dunque un’onorificenza, una sorta di premio che una comunità decide di attribuire a una persona che si è resa particolarmente meritevole, in genere per i servizi prestati alla collettività.

Cittadinanza Onoraria: A Chi è Conferita?

Di norma, la cittadinanza onoraria è conferita a persona che si è distinta nel campo delle scienze, delle lettere, delle arti, dell’industria, del lavoro, della scuola, dello sport, con iniziative di carattere sociale, assistenziale e filantropico o in opere, imprese, realizzazioni, prestazioni in favore degli abitanti del Comune.

Nulla toglie, però, che la cittadinanza onoraria possa essere conferita anche per motivi molto più banali: è il caso della cittadinanza riconosciuta a personaggi dello spettacolo, contraddistintisi solamente per essere divenuti famosi.

La cittadinanza onoraria può essere concessa anche ad associazioni, enti, raggruppamenti di persone in ambito civile, militare, religioso e conferita ad un loro rappresentante.

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Nulla vieta che la cittadinanza onoraria possa essere concessa anche alla memoria, cioè a persone che non sono più in vita.

Cittadinanza Onoraria: Come Funziona?

Come detto, la cittadinanza onoraria è un riconoscimento tipico degli enti locali e, nello specifico, dei Comuni.

Non esiste una regola specifica che disciplina l’attribuzione di questa particolare onorificenza: ciò perché, come detto in apertura, non c’è una legge che regola il conferimento della cittadinanza onoraria.

È dunque lo statuto locale o un apposito regolamento a stabilire a quali condizioni è possibile votare la concessione del riconoscimento. In genere, il conferimento della cittadinanza onoraria è deliberato dal Consiglio Comunale, con le maggioranze stabilite nello statuto o nel regolamento.

La proposta di conferimento può essere avanzata dal sindaco, dai consiglieri comunali o dai cittadini, mediante raccolta di firme autenticate dal segretario comunale o da un suo delegato.

Cittadinanza Onoraria: Può Essere Revocata?

La cittadinanza onoraria può essere revocata alle condizioni stabilite dal Comune. In genere, incorre nella perdita dell’onorificenza l’insignito che se ne renda indegno a seguito di condotte contrarie a quelle che gli hanno consentito di acquisire il riconoscimento.

Il provvedimento di revoca è deliberato dal Consiglio Comunale, con le maggioranze prescritte.

Cittadino Onorario: Che Diritti Ha?

Si potrebbe pensare che la cittadinanza onoraria, esattamente come la normale cittadinanza, possa conferire alcuni diritti e attribuire determinati doveri. Non è così.

La cittadinanza onoraria costituisce un riconoscimento onorifico di carattere eccezionale e privo di rilevanza giuridica. Ciò significa che il cittadino onorario non acquisisce nessun particolare diritto, se non quello di essere invitato in occasione di particolari ricorrenze o cerimonie ufficiali, di prendere posto tra le autorità e di essere iscritti in un apposito albo (sempre che lo statuto o il regolamento locale lo prevedano).

La cittadinanza onoraria non attribuisce nemmeno la residenza nel Comune che ha conferito il riconoscimento.

Cittadinanza Italiana per Meriti Speciali: Cos'è?

Diversa dalla cittadinanza onoraria è la cittadinanza italiana per meriti speciali: si tratta di un particolare riconoscimento che lo Stato attribuisce agli stranieri che hanno reso importanti servizi all’Italia.

La concessione della cittadinanza italiana per meriti speciali è disciplinata dalla legge [1] e avviene con decreto del presidente della Repubblica, sentito il Consiglio di Stato e previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, su proposta del ministro dell’Interno, di concerto con il ministro degli Affari esteri.

Lo straniero a cui è attribuita la cittadinanza per meriti speciali deve aver reso eminenti servizi all’Italia oppure deve esserci un eccezionale interesse dello Stato. Una delle ultime cittadinanze per merito è stata attribuita a un atleta marocchino, da anni residente in Italia, per consentirgli di rappresentare il nostro Paese ai campionati europei.

note[1] Art. 9, legge n.

Ius Scholae e Cittadinanza Onoraria a Firenze

La città di Firenze lancia il Regolamento per la cittadinanza onoraria, come segnale civiltà, equità e inclusione. A darne l’annuncio è stata la sindaca di Firenze, Sara Funaro, durante una conferenza stampa a Palazzo Vecchio.

L’iniziativa, che si inserisce nell’ambito dello “ius scholae”, intende creare un forte legame tra la città e i suoi giovani, a prescindere dalla loro nazionalità.

Secondo la sindaca, in questo modo Firenze compie un passo significativo verso l’inclusione dei giovani: “Siamo convinti che tutti i nostri bambini e ragazzi debbano sentirsi parte di una comunità”, ha dichiarato la sindaca, “per questo oggi lanciamo un regolamento e una procedura per poter dare la cittadinanza onoraria, lo ius scholae, a bambini e ragazzi che frequentano le scuole nella nostra città”.

Il gesto vuole essere un segnale potente di civiltà, equità e inclusione, con l’intento di stimolare l'attenzione anche a livello nazionale sui passi normativi che devono essere intrapresi per garantire il riconoscimento dei diritti.

Possono richiedere la cittadinanza onoraria tutti i minori stranieri tra i 12 e i 18 anni, residenti a Firenze, che hanno frequentato almeno cinque anni di scuola in Italia e completato almeno un ciclo scolastico (scuola media o superiore) prima del compimento dei 18 anni.

La sindaca Funaro ha poi spiegato: “È un segnale che vogliamo dare, di civiltà, equità e inclusione, per alzare l'attenzione anche a livello nazionale sui passi che devono essere fatti da un punto di vista normativo per arrivare a dare il riconoscimento a tutti i nostri bambini e ragazzi”.

“Siamo uno dei primi Comuni a istituire una procedura vera e propria, con una cerimonia di riconoscimento per i bambini e i ragazzi e anche un registro delle cittadinanze onorarie, dando la disponibilità anche a creare altri momenti di partecipazione e di confronto. - ha proseguito la sindaca - Lo abbiamo fatto anche con il registro delle unioni civili, la nostra città ha sempre portato avanti battaglie di civiltà che poi si sono trasformate in atti concreti e l’auspicio è poter essere apripista anche stavolta in questa direzione.

“In una società democratica, il riconoscimento della cittadinanza non può prescindere dai principi di uguaglianza e pari opportunità - ha detto l'assessora all’educazione e alle pari opportunità Benedetta Albanese - Lo Ius Scholae rappresenta un passo necessario per garantire alle ragazze e ai ragazzi, che crescono, studiano e si formano nelle nostre scuole, il pieno riconoscimento della loro appartenenza ad una comunità che è già parte della loro vita. La scuola è il luogo in cui si costruisce l’identità civica, si imparano i valori della Costituzione e si sviluppa il senso di appartenenza a una società basata sulla convivenza e sul rispetto reciproco.

Verrà creato un vero e proprio “registro” di bambini e ragazzi che, annualmente, verranno invitati alla cerimonia di conferimento della cittadinanza onoraria da parte della sindaca o di un suo delegato.

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