Finanziamenti Europei per il Turismo: Una Spinta Verso la Trasformazione Sostenibile
L’Unione Europea sta attivamente promuovendo la trasformazione dell’industria turistica, considerandola uno dei suoi ecosistemi economici più strategici. Il turismo è un settore che presenta una serie di criticità e questo fa pensare che sarà oggetto, anche a livello comunitario, di profonde trasformazioni nei prossimi anni.
Con la pubblicazione del secondo rapporto sul "Transition Pathway for Tourism", la Commissione Europea fa il punto sui progressi e rilancia l’impegno per un settore più sostenibile, resiliente e digitalizzato. Dati, impegni concreti e una nuova strategia in arrivo disegnano il percorso (delineato dalla European Agenda for Tourism 2030) verso il 2030. La strada per un’autentica economia circolare nel turismo è ancora lunga e richiede un cambio di paradigma culturale ed operativo.
Il “Transition Pathway”: Una Bussola per la Trasformazione
Il viaggio verso un nuovo modello di turismo europeo ha una mappa precisa: il “Transition Pathway for Tourism”. Lanciato nel 2022, questo percorso di transizione è stato il primo e più avanzato tra quelli definiti per gli ecosistemi industriali dell’UE, a testimonianza della centralità del settore.
A tre anni dalla sua pubblicazione, la Commissione Europea ha presentato il secondo rapporto sui progressi, evidenziando i risultati e un crescente coinvolgimento da parte degli attori del settore.
Il documento mostra una risposta corale all’appello all’azione: 240 organizzazioni - incluse molte piccole e medie imprese - hanno sottoscritto ben 529 impegni per rinnovare il turismo europeo. La maggior parte di queste azioni è orientata a sostenere la transizione verde, un pilastro fondamentale per la competitività a lungo termine e per rendere l’Europa una meta ancora più attraente per i viaggiatori consapevoli.
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Un esempio virtuoso citato nel rapporto è l’iniziativa “CopenPay” di Wonderful Copenhagen che premia i comportamenti sostenibili dei turisti con esperienze culturali, dimostrando che la sostenibilità può diventare un vantaggio competitivo tangibile.
Questo percorso, sviluppato attraverso un ampio processo di co-creazione, individua 27 aree di azione specifiche per guidare la ripresa del settore turistico dalla pandemia, allineandolo agli obiettivi del Green Deal e della Decade Digitale e costruendone la resilienza a lungo termine. L’obiettivo è ambizioso: trasformare le sfide ambientali e digitali in opportunità, promuovendo un turismo che sia non solo economicamente vitale, ma anche rispettoso dell’ambiente e delle comunità locali.
Digitalizzazione e Dati: I Motori del Cambiamento
La transizione digitale è l’altro grande pilastro sul quale poggia la strategia europea. La Commissione ha mantenuto i suoi impegni chiave, a partire dall’adozione del nuovo regolamento sugli affitti a breve termine.
Questa normativa, approvata a marzo 2024, mira a creare un quadro trasparente e armonizzato a livello europeo, introducendo una procedura di registrazione online e un numero di registrazione unico per ogni proprietà.
L’obiettivo è duplice: da un lato, aumentare la trasparenza e la sicurezza per i consumatori, contrastando le offerte fraudolente; dall’altro, fornire alle autorità locali dati affidabili per comprendere l’impatto degli affitti brevi e sviluppare politiche adeguate per una crescita equilibrata dell’ecosistema turistico.
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Parallelamente, un passo fondamentale è lo sviluppo dello Spazio Comune Europeo dei Dati per il Turismo (Data Space for Tourism). Questo progetto, al quale partecipa anche il Ministero del Turismo italiano con l’iniziativa DEPLOYTOUR, mira a creare un’infrastruttura sicura per la condivisione dei dati tra imprese, autorità pubbliche e mondo accademico.
L’accesso a un’enorme quantità di dati eterogenei ha l’obiettivo di ottimizzare la gestione dei flussi turistici, sviluppare servizi innovativi basati sull’intelligenza artificiale, migliorare la sostenibilità delle destinazioni e rafforzare la competitività economica dell’intero settore, in particolare delle PMI. Lo spazio dati sarà quindi interoperabile con altri settori strategici come quelli della mobilità e del patrimonio culturale, rappresentato dalla piattaforma Europeana che già offre strumenti digitali per un turismo responsabile e innovativo.
L'Economia Circolare nel Turismo
Serve pensare il turismo in maniera circolare per poterne ridurre davvero l’impatto ambientale. Il turismo, con le sue profonde interconnessioni con altri settori come l’energia, la mobilità, l’agroalimentare e la gestione delle risorse idriche e dei rifiuti, il consumo di suolo, (e via discorrendo) può diventare un potente motore di cambiamento. Per comprendere come cercare punti di equilibrio tra l’industria turistica, la tutela delle risorse e le comunità locali, ci si può lasciare ispirare e guidare da una serie di best practice adottate proprio nel vecchio Continente.
A tal riguardo il rapporto “Sustainable EU Tourism - Shaping the Tourism of Tomorrow (2023-2025)” ha raccolto 50 buone pratiche da destinazioni europee che stanno affrontando sfide critiche come la scarsità d’acqua o il sovraffollamento.
Un esempio è la città di Benidorm, in Spagna, che ha implementato una strategia avanzata di gestione dell’acqua riutilizzando le acque reflue e implementando - durante il processo di depurazione - la produzione di biogas utilizzato per alimentare sei veicoli municipali.
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Tuttavia, per superare la fase delle iniziative isolate e innescare un cambiamento strutturale, è necessario un approccio sistematico: il turismo circolare richiede di ripensare l’intero ciclo di vita dell’esperienza turistica, minimizzando l’uso delle risorse e la produzione di rifiuti.
Ciò significa promuovere l’uso di prodotti locali a basso impatto, ridurre il consumo idrico, combattere lo spreco alimentare e gestire i rifiuti in modo efficace, soprattutto nelle aree a forte vocazione turistica. Affrontare problemi come l’overtourism richiede modelli innovativi che trasformino il turismo di massa da minaccia a motore di crescita sostenibile, a beneficio anche della qualità della vita dei residenti. Verso tale direzione va l’agenda per il turismo UE 2030.
Verso l’Agenda 2030 e una Nuova Strategia
I progressi registrati dal “Transition Pathway” e le azioni in corso confluiranno in un rapporto al Consiglio dell’Unione Europea entro la fine dell’anno, contribuendo a delineare l’Agenda del Turismo dell’UE per il 2030.
Questa agenda, già approvata dal Consiglio a fine 2022, definisce le priorità strategiche per il settore, articolate in cinque aree: transizione verde, transizione digitale, resilienza e inclusione, competenze e sostegno, e un quadro politico e di governance abilitante.
L’impegno della Commissione non si ferma qui: è in fase di sviluppo una nuova Strategia dell’UE per il Turismo Sostenibile che terrà conto dei progressi fatti e delle sfide emergenti.
Consultazione Pubblica UE
Per garantire che la strategia sia radicata nelle esigenze reali del settore e dei cittadini, la Commissione ha lanciato una consultazione pubblica, aperta fino al 15 agosto 2025, invitando tutti gli stakeholder a condividere le proprie opinioni e priorità. Questo processo partecipativo è fondamentale per costruire una visione collettiva e garantire che il futuro del turismo europeo non sia solo prospero, ma anche equo, inclusivo e in armonia con il pianeta.
Il supporto a questo complesso processo di transizione può peraltro essere garantito anche da strumenti come la “Guida ai finanziamenti dell’UE per il turismo”, che orienta gli operatori tra i vari programmi disponibili per sostenere progetti innovativi, e dal gruppo di esperti “Together for EU Tourism (T4T)” che facilita lo scambio di conoscenze e la collaborazione tra gli attori chiave. Iniziative come la “Capitale Europea dello Smart Tourism” continuano a premiare le destinazioni all’avanguardia, ispirando altre città a seguire l’esempio.
Gli strumenti e le conoscenze non sembrano mancare e quindi i tempi di attuazione e la diffusione di una diversa cultura del fare turismo faranno la differenza.
Aiuti di Stato e Turismo: Un Quadro Complesso
La disciplina degli aiuti di Stato, inizialmente, non prendeva in considerazione in maniera specifica le attività turistiche e per tale settore venivano applicati gli orientamenti elaborati, in via generale, per tutte le attività economiche. A tal proposito, tuttavia, deve evidenziarsi che il turismo non può essere ricondotto sic et simpliciter alle imprese di servizi poiché il settore in esame possiede talune peculiarità rispetto agli altri tipi di impresa dato che quanto offerto si colloca sul mercato in maniera flessibile e ci sono molte differenze a seconda delle prestazioni offerte (per es. strutture ricettive o strutture per lo sport e il tempo libero), della dimensione dell’impresa, del luogo dove ha sede (zone di pregio o periferie urbane), del tipo di offerta (pensione, grande albergo, affittacamere, beauty farm, camping, resort) e dell’eventuale appartenenza della struttura ricettiva a una catena di multinazionali.
Per di più, le diverse tipologie di turismo (turismo culturale, enogastronomico, vacanziero, religioso, termale ecc.) presentano caratteristiche molto variegate che incidono sulle modalità delle attività svolte, tanto che, in determinati casi, si è potuto fare ricorso alle deroghe previste dei paragrafi 2 e 3 dell’art. Non è da escludere, peraltro, come certi eventi naturali - quali un tempo eccessivamente piovoso o freddo, la mancanza di neve, fenomeni di eutrofizzazione, incendi o terremoti - possano determinare una diminuzione anche sensibile delle presenze turistiche e quindi incidere negativamente nel settore. Nel nostro Paese, non sono mancati esempi del genere come nel caso del terremoto in Umbria o ad Amatrice per i quali sono stati erogati aiuti di Stato che hanno trovato la loro giustificazione e compatibilità nella previsione del par. 2 lett. b) dell’art.
Il più delle volte, tuttavia, le sovvenzioni che hanno inteso sostenere determinate aree dotate di particolari attrattività (beni culturali, paesaggistici, eventi culturali ecc.), non comportando vantaggi quantificabili per determinate imprese o produzioni, non sono da considerarsi aiuti di Stato in quanto rappresentano una generica promozione di una località o un territorio. Se, invece, l’incentivo conferisce vantaggi a determinati soggetti o a singole iniziative turistiche o culturali, sarà necessario valutare se tali attività abbiano natura economica o se, invece, non abbiano carattere commerciale per qualificarlo o meno come aiuto di Stato. A tal proposito, è da notare che, un finanziamento non rientrante nelle deroghe contenute nell’art.
Il punto controverso, in subiecta materia è comprendere se è possibile qualificare le attività in esame tra quelle che formano oggetto di scambi tra gli Stati membri e se i soggetti che operano in tale settore possano considerarsi destinatari degli aiuti di Stato, rispondendo ai requisiti stabiliti dalla normativa europea. L’elemento dirimente consiste nel chiarire se tutti coloro che svolgono un’attività turistica rientrino nel concetto di impresa (circostanza essenziale per applicare la disciplina sugli aiuti di Stato e concetto su cui ci soffermeremo più avanti) e, soprattutto, se sono capaci di alterare la concorrenza pur offrendo servizi diversi da quelli forniti dalle imprese c. d. tradizionali. Ovviamente, fanno eccezione le grandi catene ricettive, in quanto queste ultime, data la loro dimensione, sono in concorrenza non con le singole strutture, ma, appunto, con i grossi gruppi commerciali che offrono le stesse prestazioni e quindi possono avere la capacità di falsare la concorrenza.
Potrebbero essere beneficiari di aiuti legittimi alcune attività turistiche come, ad esempio, alberghi localizzati in quartieri urbani svantaggiati piccole strutture ricettive a basso costo situate nelle periferie di grandi metropoli, le quali non avrebbero la capacità di incidere sugli scambi tra Stati membri con la conseguenza che le misure di incentivazione, in questo caso, non dovrebbero neanche essere notificate. Le considerazioni esposte evidenziano quante complessità sussistano nell’attribuzione degli aiuti di Stato al turismo, mostrando la necessità di determinare nello specifico la compatibilità caso per caso con la normativa europea. In questa materia, poi, non si tratta di individuare solo l’eventuale minaccia che l’incentivo può provocare al libero mercato relativamente agli scambi tra gli Stati membri, ma anche, se, e in quale misura, ciò potrebbe accadere.
Spesso, poi, nelle sue decisioni, la Commissione, considerando il criterio della giustificazione compensatoria, ha precisato che anche se l’incentivo incide sugli scambi tra gli Stati membri, l’effetto positivo che esso può produrre nell’economia ne può giustificarne la concessione poiché l’interesse comune è certamente quello di salvaguardare la concorrenza, ma è anche quello di sviluppare l’occupazione, salvaguardare l’ambiente, promuovere la ricerca e l’innovazione, ovvero, in sostanza, favorire lo sviluppo. Se lo Stato o un’amministrazione pubblica intende concedere un aiuto a un’impresa turistica, quindi, occorre stabilire per le diverse tipologie di attività, quale sia l’incidenza sugli scambi tra Stati membri e quale sia l’intensità degli aiuti ammissibile, in modo che un’eventuale alterazione della concorrenza non sia contraria all’interesse comune, ovvero sia compensata da un vantaggio rilevante in quel determinato territorio. In tale situazione, infatti, si può considerare la deroga finalizzata allo sviluppo e alla salvaguardia di un determinato settore o di una particolare regione ex art. 107, par. 2.
Finanziamenti e Programmi Europei per il Turismo
L'Unione Europea offre diversi programmi e iniziative per sostenere il settore turistico. Alcuni esempi includono:
- Azioni Urbane Innovative: Aiutano le città a identificare e testare soluzioni innovative per le sfide urbane.
- Europa per i cittadini: Sostiene progetti per costruire un'Europa più tangibile, sviluppare un'identità europea comune e promuovere il dialogo interculturale.
- Europa creativa - Sottoprogramma MEDIA: Supporta le industrie cinematografiche e audiovisive europee nello sviluppo, distribuzione e promozione del loro lavoro.
- Programma EaSI: Sostiene lo sviluppo del mercato della finanza per l'imprenditoria sociale e facilita l'accesso al credito per queste imprese.
- Erasmus+: Promuove le competenze, l'occupabilità e il rinnovamento dei sistemi di istruzione e formazione, con una linea specifica per lo sport.
- Iniziativa Tecnologica Congiunta sulle bio-industrie: Accelera la creazione di una bio-industria Ue solida e competitiva, valutando la disponibilità di risorse biologiche rinnovabili.
- Orizzonte 2020: Finanza la ricerca e l'innovazione in diverse aree, tra cui trasporti intelligenti, industria manifatturiera, sanità, energia, sicurezza alimentare e società inclusive.
- Interreg ADRION: Valorizza e tutela il patrimonio naturale e culturale nell'area adriatica-ionica.
- Interreg Europe: Promuove lo scambio di esperienze tra regioni europee per migliorare le politiche pubbliche.
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