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Diritti dei Lavoratori Stranieri in Italia: Cosa Sapere

L’assunzione di lavoratori extracomunitari in Italia è regolata da un insieme di norme precise che puntano ad un inserimento regolare nel mondo del lavoro. Quando si parla di assunzione di stranieri in Italia, è fondamentale distinguere tra cittadini comunitari (ossia appartenenti all’Unione Europea o allo Spazio Economico Europeo) e cittadini extracomunitari (provenienti da Paesi terzi).

Assunzione di Cittadini Comunitari ed Extracomunitari

Per quanto riguarda i cittadini comunitari, l’assunzione segue un iter semplificato. Chi possiede la cittadinanza di un Paese membro dell’Unione Europea ha infatti libero accesso al mercato del lavoro italiano, senza necessità di permessi o quote di ingresso. Al contrario, l’assunzione di lavoratori non comunitari è subordinata a regole molto più stringenti.

In questo caso, si deve rispettare il sistema delle quote annuali previste dal Decreto Flussi e ottenere un nulla osta al lavoro presso lo Sportello Unico per l’Immigrazione.

Normative di Riferimento

Le principali fonti normative sono il Testo Unico sull’Immigrazione (D.Lgs. 286/1998) e il suo Regolamento di attuazione (D.P.R. In base alla normativa vigente, i cittadini di Paesi non appartenenti all’Unione Europea (compresi gli apolidi) possono essere assunti in Italia solo entro i limiti delle quote annuali stabilite dal Decreto Flussi, adottato con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri.

Queste quote sono fissate tenendo conto delle esigenze del sistema produttivo nazionale, dei ricongiungimenti familiari e di eventuali misure di protezione temporanea.

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Decreto Flussi e Nulla Osta

Il datore di lavoro o l’azienda che intende assumere un lavoratore extracomunitario residente all’estero deve presentare una richiesta di nulla osta presso lo Sportello Unico per l’Immigrazione della provincia competente. Il nulla osta al lavoro subordinato ha validità di sei mesi dalla data del rilascio. Anche per il lavoro stagionale, nei settori agricolo e turistico/alberghiero, si deve seguire una procedura specifica di richiesta nominativa.

Dal 2022 sono state introdotte importanti semplificazioni nella procedura di rilascio del nulla osta. In particolare, per favorire tempi più rapidi, il documento deve essere rilasciato entro 30 giorni, salvo cause ostative.

Una novità significativa riguarda l’obbligo per il datore di lavoro, prima di richiedere l’assunzione di un extracomunitario residente all’estero, di verificare presso il Centro per l’Impiego la mancata disponibilità di lavoratori già presenti sul territorio italiano. Questo passaggio, inizialmente curato da ANPAL, è ora sotto la competenza diretta del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, a seguito della soppressione dell’Agenzia avvenuta il 1° marzo 2024.

Controlli e Revoca del Nulla Osta

È importante sapere che l’assunzione di cittadini extracomunitari è soggetta a controlli rigorosi: il nulla osta può essere rifiutato o revocato se emergono reati a carico del datore di lavoro, come favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, sfruttamento lavorativo o l’impiego di stranieri senza permesso di soggiorno valido.

Assunzione di un Extracomunitario Già Presente in Italia

Assumere un lavoratore extracomunitario che si trova già in Italia è un processo più semplice rispetto a chi arriva dall’estero, ma richiede comunque attenzione a una serie di passaggi formali. In questo caso, non è necessario attendere il Decreto Flussi né ottenere un nulla osta: ciò che conta è che il lavoratore sia in possesso di un permesso di soggiorno valido per lavorare.

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Il primo controllo da fare, infatti, riguarda proprio il tipo di permesso di soggiorno: deve essere idoneo allo svolgimento di un’attività lavorativa. I più comuni sono quelli per motivi di lavoro, familiari, umanitari o protezione internazionale. Alcuni permessi, come quelli per studio o tirocinio, possono essere convertiti in permessi per lavoro, e questo oggi è possibile anche fuori nell’ambito delle quote, senza attendere le finestre del Decreto Flussi.

Comunicazione Obbligatoria di Assunzione

Una volta accertata la regolarità del soggiorno, il datore di lavoro può procedere con l’assunzione vera e propria. Il passo successivo è inviare la comunicazione obbligatoria di assunzione (modello UNILAV), almeno un giorno prima dell’inizio del rapporto, al Centro per l’Impiego territorialmente competente. Questa comunicazione vale anche come notifica all’Ispettorato e ad altri enti.

Se si tratta di un’assunzione domestica (colf o badante), la comunicazione deve essere inviata direttamente all’INPS, utilizzando il portale dedicato. In entrambi i casi, la comunicazione è fondamentale per rendere l’assunzione valida e tutelare il datore di lavoro da eventuali sanzioni.

A seconda del tipo di contratto e del settore coinvolto, può essere richiesta anche un’asseverazione da parte di un consulente del lavoro o di un’associazione datoriale. Per evitare errori o rischi, il consiglio migliore è sempre quello di affidarsi a un consulente del lavoro esperto in materia di assunzione cittadini stranieri e diritto dell’immigrazione.

Procedura per Lavoratori Residenti all'Estero

Il primo passo è verificare che, per l’anno in corso, siano disponibili quote di ingresso per la nazionalità e il settore lavorativo interessato. Prima di inviare la richiesta, l’azienda deve dimostrare di non aver trovato lavoratori già disponibili sul territorio nazionale. Il datore di lavoro presenta domanda nominativa allo Sportello Unico per l’Immigrazione, utilizzando la piattaforma online del Ministero dell’Interno.

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È fondamentale compilare con precisione tutti i dati del lavoratore e allegare la documentazione richiesta (es. Lo Sportello Unico, dopo aver verificato i requisiti, rilascia il nulla osta entro 30 giorni, come previsto dalle norme di semplificazione. Il lavoratore, una volta ottenuto il nulla osta, si reca presso il Consolato o Ambasciata italiana nel proprio Paese per richiedere il visto di ingresso per lavoro subordinato.

Obblighi del Datore di Lavoro

Durante l’intera procedura di assunzione di un lavoratore extracomunitario dall’estero, l’azienda è tenuta a rispettare una serie di obblighi fondamentali. È necessario, innanzitutto, garantire al lavoratore un alloggio adeguato, sicuro e conforme agli standard previsti. Il contratto di lavoro proposto deve essere pienamente in linea con il Contratto Collettivo Nazionale di riferimento, sia nei contenuti economici che normativi.

Qualora emergano irregolarità - come, ad esempio, la presentazione di documenti falsi o dichiarazioni non veritiere - il nulla osta può essere revocato in qualsiasi momento.

Sanzioni per l'Impiego di Lavoratori Stranieri Irregolari

Assumere un lavoratore straniero che non possiede un permesso di soggiorno valido è una violazione grave della legge italiana, con conseguenze pesanti sia dal punto di vista penale che amministrativo. La normativa vigente, in particolare l’articolo 22 del Testo Unico sull’Immigrazione (D.Lgs. 286/1998), prevede che il datore di lavoro che impiega cittadini stranieri sprovvisti di documenti regolari vada incontro alla reclusione da sei mesi a tre anni, oltre a una multa di cinquemila euro per ciascun lavoratore irregolarmente assunto.

Le sanzioni diventano ancora più severe se si verifica una delle seguenti circostanze: se il numero di lavoratori extracomunitari impiegati illegalmente è superiore a tre, se tra di essi ci sono minori non in età lavorativa oppure se i lavoratori sono stati sottoposti a condizioni di particolare sfruttamento. In questi casi, le pene vengono aumentate da un terzo alla metà.

Oltre alle sanzioni penali, l’impiego di manodopera straniera non in regola comporta anche gravi conseguenze amministrative. Una delle più note è la cosiddetta maxisanzione per lavoro nero, che varia in base alla durata del rapporto irregolare e può arrivare anche a decine di migliaia di euro per ciascun dipendente coinvolto.

Tipologie Contrattuali

I cittadini extracomunitari possono essere assunti in Italia con le stesse tipologie contrattuali previste per qualsiasi altro lavoratore, purché in possesso di un permesso di soggiorno valido per motivi di lavoro. La legge italiana, infatti, non distingue tra lavoratori italiani e stranieri in termini di tutele e diritti: ciò che conta è la regolarità del soggiorno e la conformità del contratto alle norme vigenti.

La forma contrattuale più comune è quella del lavoro subordinato a tempo determinato o indeterminato, regolato dal Codice Civile e dai Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (CCNL). Questo tipo di rapporto prevede una subordinazione gerarchica del lavoratore al datore di lavoro, con l’obbligo di rispettare orari, mansioni e organizzazione aziendale. È la forma più utilizzata sia nei settori produttivi che nei servizi, ed è quella prevista anche nei casi di assunzione dall’estero tramite il Decreto Flussi.

Molto diffuso tra i lavoratori extracomunitari è anche il lavoro domestico, che comprende colf, badanti e baby-sitter. In questo caso, il contratto può essere a tempo pieno o part-time, e deve rispettare le condizioni stabilite dal CCNL di categoria.

Assunzione di Cittadini Albanesi

In Italia, l’assunzione di cittadini albanesi è una realtà consolidata, che coinvolge numerosi settori produttivi e familiari. La forte presenza della comunità albanese nel nostro Paese, unita alla vicinanza culturale e geografica, ha favorito nel tempo l’attivazione di specifici accordi bilaterali tra Italia e Albania.

Dal punto di vista pratico, le aziende italiane che intendono assumere un cittadino albanese residente all’estero devono attenersi al quadro generale previsto dal Decreto Flussi, seguendo la procedura standard prevista per i lavoratori extracomunitari. Tuttavia, l’Albania rientra tra i Paesi prioritari individuati dal Governo italiano, con quote riservate che facilitano l’accoglimento delle domande e velocizzano l’accesso al nulla osta al lavoro.

Il procedimento prevede, come per gli altri casi, la verifica dell’indisponibilità di lavoratori già presenti in Italia, la presentazione della domanda nominativa tramite il portale dello Sportello Unico per l’Immigrazione, e il successivo rilascio del nulla osta. Una volta ottenuto, il cittadino albanese può recarsi presso l’ambasciata o il consolato italiano per richiedere il visto d’ingresso, ed entro otto giorni dall’arrivo in Italia firmare il contratto di soggiorno.

Dal lato del lavoratore, per poter essere assunto è necessario disporre di un’offerta di lavoro concreta, di un alloggio adeguato e dei requisiti professionali richiesti dal ruolo.

Supporto per l'Assunzione di Lavoratori Stranieri

Assumere un lavoratore straniero può sembrare complesso, soprattutto quando ci si confronta con normative in continua evoluzione, moduli da compilare, click day e documentazione da allegare.

Diritti dei Lavoratori Stranieri

Il lavoratore straniero è equiparato al cittadino italiano nel godimento degli specifici diritti legati al lavoro, e dunque:

  • salute e sicurezza sul lavoro
  • pari opportunità tra uomo e donna
  • tutela contro ogni forma di discriminazione
  • diritto ad un compenso equo e proporzionato
  • diritto a conciliare la vita lavorativa e familiare
  • diritto al riposo e di adesione (e non adesione) ad un sindacato

Sono inoltre previsti tutti i diritti espressamente previsti dal tuo contratto di lavoro o dal contratto collettivo nazionale o territoriale di riferimento per il tuo settore di lavoro.

In fase di selezione, il datore di lavoro non può rivolgere domande su opinioni politiche e religiose, stato di gravidanza o sieropositività, stato civile o stato di famiglia (principio di non discriminazione).

Orario di Lavoro e Riposo

L’orario normale di lavoro è fissato in 40 ore settimanali, ma si fa riferimento ai contratti collettivi di lavoro, a livello nazionale o settoriale; il ricorso a prestazioni di lavoro straordinario è possibile, ma deve essere contenuto. Il lavoratore ha diritto a 11 ore di riposo consecutivo ogni 24 ore ed a un periodo di riposo di almeno 24 ore consecutive, di regola in coincidenza con la domenica, ogni sette giorni. Le ferie annuali retribuite devono avere durata di almeno quattro settimane e sono irrinunciabili.

Sfruttamento Lavorativo

Secondo la legislazione italiana si ha sfruttamento lavorativo quando nello svolgimento dell’attività lavorativa ricorrono alcune caratteristiche, come:

  • il pagamento di salari inferiori agli standard nazionali e sproporzionati rispetto alle ore lavorate
  • ripetuti orari di lavoro prolungati o la negazione del riposo settimanale, delle ferie annuali retribuite e/o delle assenze per malattia retribuite
  • la violazione sistematica della sicurezza e della salute sul posto di lavoro
  • l'uso di metodi degradanti per la sorveglianza del lavoratore

Obblighi del Datore di Lavoro per la Sicurezza sul Lavoro

Gli adempimenti obbligatori (D. Lgs. 81/2008) assegnati al datore di lavoro sono molteplici, tra cui:

  • la valutazione di tutti i rischi presenti sul luogo di lavoro a cui i lavoratori potrebbero essere esporti con conseguente elaborazione del Documento di Valutazione dei Rischi (Dvr)
  • la messa a norma di locali, impianti, macchinari ed attrezzature
  • l'organizzazione del servizio di prevenzione e protezione
  • la nomina delle figure indispensabili per la sicurezza sul lavoro
  • l'informazione, la formazione e l'addestramento dei lavoratori

Queste attività non devono in nessun caso comportare costi finanziari a carico dei lavoratori. La vigilanza su queste attività è in capo all’INAIL, a cui è possibile rivolgersi per maggiori informazioni.

A Chi Rivolgersi in Caso di Sfruttamento Lavorativo o Emergenza

Esiste una fitta rete di supporto, informazione e orientamento sul territorio nazionale: è possibile rivolgersi ai sindacati, alle associazioni di categoria, ai servizi territoriali del Comune di residenza, oltre alle associazioni che offrono assistenza e attività in favore dei cittadini stranieri.

Può chiamare il numero verde nazionale antitratta 800.290 290. Il numero è gratuito e attivo 24 ore su 24, ogni giorno dell’anno. Gli operatori che rispondono sono mediatori linguistico-culturali che parlano inglese, spagnolo, albanese, romeno, russo, moldavo, ucraino, nigeriano, cinese, polacco, portoghese e arabo. Gli operato forniscono informazioni utili e orientamento ai servizi del territorio o, in caso di emergenza, assistenza per specifiche esigenze.

All’interno degli interventi di sensibilizzazione messi in campo dal Dipartimento per le Pari Opportunità, esiste anche un sito internet a cura dell’Osservatorio Interventi Tratta che ha una sezione speciale dedicata allo sfruttamento lavorativo. Da giugno 2021 è anche attivo l’Helpdesk interistituzionale Anticaporalato specificamente destinato a cittadini stranieri vittime o potenziali vittime di sfruttamento lavorativo. Mediatori interculturali e operatrici forniscono un servizio multilingue (inglese, francese, arabo, pidgin, edo/benin, wolof, mandingo, fula, pular più altre a richiesta) sulle modalità di emersione, sull'accesso ai servizi territoriali e sulle possibilità di inserimento nei programmi contro lo sfruttamento lavorativo Su.Pr.Eme. Italia e P.I.U.

Domande Frequenti

Come faccio ad assumere un extracomunitario? Dipende se il lavoratore è già in Italia oppure se si trova all’estero. Se è già residente in Italia con un permesso di soggiorno valido per lavoro, puoi assumerlo come qualsiasi altro dipendente: basta verificare la validità del documento e inviare la comunicazione di assunzione al Centro per l’Impiego. Se invece il lavoratore si trova all’estero, devi attendere l’apertura delle quote previste dal Decreto Flussi, inviare la richiesta di nulla osta e attendere l’autorizzazione da parte dello Sportello Unico per l’Immigrazione.

Quali sono le agevolazioni per l'assunzione di extracomunitari? Nel 2025 non sono previste agevolazioni fiscali o contributive specifiche esclusivamente per l’assunzione di lavoratori extracomunitari.

Come può un extracomunitario entrare in Italia per lavoro? Deve farlo tramite il Decreto Flussi, che regola ogni anno quante persone possono entrare per motivi di lavoro. L’azienda italiana che intende assumerlo deve presentare una richiesta di nulla osta, attendere l’approvazione e solo allora il lavoratore potrà ottenere un visto dal consolato italiano nel suo Paese.

Come posso regolarizzare un lavoratore extracomunitario? Se il lavoratore è già in Italia senza permesso di soggiorno o con un rapporto non registrato, si può procedere solo in determinate finestre temporali, come quelle previste da dichiarazi...

Parità di Trattamento e Diritti

Tutti i lavoratori stranieri regolarmente soggiornanti godono di parità di trattamento e piena uguaglianza di diritti rispetto ai lavoratori italiani. Ai sensi dell’articolo 5, comma 9 bis del testo Unico sull’immigrazione (D.lgs.n. abbia richiesto il permesso di soggiorno allo Sportello Unico entro 8 gg. può accede alle misure di edilizia popolare ed ai servizi di intermediazione per l'accesso alla locazione e al credito agevolato in materia di prima casa, a parità di condizioni con il cittadino l’italiano se in possesso di permesso di soggiorno di durata almeno biennale ed è impegnato in regolare attività lavorativa subordinata o autonoma (art. può svolgere attività di lavoro subordinato diversa da quella originariamente autorizzata (art. 6, co. 1 T.U.). può accedere ai servizi di patronato (art. 22, co.

Sanzioni Penali per l'Impiego di Lavoratori Irregolari

Nel nostro ordinamento il datore di lavoro che impiega uno o più lavoratori stranieri privi di regolare permesso di soggiorno è penalmente sanzionato. La normativa di riferimento è contenuta nell’articolo 22, comma 12, del TU sull’immigrazione (D.Lgs. 25 luglio 1998, n. 286, e successive modificazioni).

Analiticamente, la disposizione vigente sanziona infatti con «la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa di 5.000 euro per ogni lavoratore impiegato» il datore di lavoro che occupa alle proprie dipendenze lavoratori stranieri privi del permesso di soggiorno, ovvero il cui permesso sia scaduto (e del quale non sia stato chiesto, nei termini di legge, il rinnovo), revocato o annullato.

La mutata qualificazione dell’illecito (da contravvenzione a delitto) produce conseguenze sul piano dell’elemento soggettivo del reato; in base alla disciplina del codice penale (art. 42), infatti, coloro che commettono dei delitti sono punibili, salvo diversa previsione, se la condotta è posta in essere con dolo; per le contravvenzioni è invece sufficiente, di norma, la colpa.

La stessa Corte ha già affermato che il reato sussiste anche in caso di assunzione in prova del lavoratore irregolare (cfr. Sez. 1, sent. n. 8661 dell’8 febbraio 2005, Pace), e che la responsabilità del datore di lavoro non è esclusa dalla buona fede invocata per aver preso visione della richiesta di permesso di soggiorno avanzata dallo straniero (cfr. Sez. I, sent. n. 37409 del 25 ottobre 2006, Grimaldi [2]).

La Suprema Corte ha anche sottolineato la differenza che permane fra l’assunzione di cittadini extracomunitari privi di permesso di soggiorno e il reato di favoreggiamento della immigrazione clandestina di cui all’art. 12, comma 5, del T.U.

La Cassazione ha infatti affermato che il favoreggiamento non è configurabile per il solo fatto dell'assunzione al lavoro di immigrati clandestini, occorrendo anche la finalità di ingiusto profitto, «riconoscibile soltanto quando si esuli dall'ambito del normale svolgimento del rapporto sinallagmatico di prestazione d'opera come, ad esempio, nel caso di impiego dei clandestini in attività illecite o in quello dell'imposizione a loro carico di condizioni gravose o discriminatorie di orario e di retribuzione».

Testo Unico sull'Immigrazione

L’ingresso e l’accesso al lavoro dei cittadini di Paesi che non appartengono all’Unione Europea o degli apolidi (cioè, i soggetti del tutto privi di cittadinanza) sono regolati dal cosiddetto Testo unico sull'immigrazione (di cui al Decreto Legislativo 25 luglio 1998, n. 286 - Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero) e dal relativo Regolamento di attuazione (di cui al D.P.R. 31 agosto 1999, n. 394 - Regolamento recante norme di attuazione del testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, a norma dell'articolo 1, comma 6, del decreto legislativo 25 luglio 1998, n.

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