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Escursione: Analisi Grammaticale e Significato

La parola escursione deriva dal latino excursio -onis, derivato di excurrĕre, che significa "correr fuori".

Definizioni e Significati di Escursione

Il termine escursione può avere diversi significati a seconda del contesto:

  1. Anticamente: Scorreria.
  2. Attualmente:
    • Gita o breve viaggio a scopo scientifico, turistico o igienico, particolarmente in montagna.
    • Esercitazioni di campagna di reparti militari con spostamenti giornalieri per allenamento fisico e addestramento.
  3. In ambito tecnico e scientifico:
    • Spostamento di un elemento meccanico o di parti di un organo (es: escursione del pistone in un cilindro).
    • In anatomia e fisiologia: escursione laterale del femore, escursione articolare, escursione respiratoria (movimento completo di espansione e contrazione dei polmoni).
    • Differenza tra i valori massimo e minimo di una grandezza in un ciclo di variazione. In meteorologia, escursione termica (differenza tra temperatura massima e minima in un dato periodo).

Analisi Grammaticale e Lessicalizzazione

L'espressione "ci mancherebbe altro" si colloca tra grammatica e semantica lessicale. Costituisce un caso tipico di lessicalizzazione, un fenomeno per cui un elemento o costrutto frequente perde il significato originario per acquisire valore lessicale.

Il meccanismo della lessicalizzazione agisce anche nella formazione delle unità fraseologiche, arricchendo il lessico. Nell'italiano, l'innovazione fraseologica si realizza attraverso:

  • Formazioni sintagmatiche che si cristallizzano, annullando i significati dei singoli elementi in un significato unitario.
  • Lessicalizzazione di costrutti sintattici.

Espressioni come "può darsi", "ci mancherebbe altro", "figurati!" perdono il loro senso pieno per diventare segnali discorsivi con valore pragmatico, mantenendo l'attenzione, asseverando affermazioni, elogiando o biasimando.

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Status Pragmatico

Lo status pragmatico delle espressioni esaminate è quello di frasi nucleari principali con assetto verbale e valore funzionale. Raffaele Simone sottolinea la valenza idiomatica di queste espressioni, poiché il loro significato non si desume dalle parole che le compongono, ma da altri fattori.

Uso Storico e Lessicografico di "Ci Mancherebbe Altro"

Il Grande Dizionario della Lingua Italiana (GDLI) riporta "Ci mancherebbe questo" come espressione per esprimere preoccupazione o timore per un evento increscioso. Altre forme includono "Ci o non ci manca o mancherebbe altro" per esprimere il desiderio di scongiurare un evento negativo. Il GDLI fornisce esempi d'autore che illustrano l'uso dell'espressione nel corso dei secoli.

Esempi d'autore dal GDLI:

  • S. Caterina de’ Ricci (1522-1590): "Penso che questa settimana sieno arrivate le nuove, ché, sendocene nulla, ti priego avvisarmene, e come la fa della vita: che non manca altro che li abbia a male, Iddio l’aiuti".
  • Baldovini (1635-1716): "Non manc’altro, se non ch’il munimento / s’apra da sene, e ch’i vi salti drento".
  • Carducci: "Non importa che Ella si proponga un capolavoro. Ci mancherebbe altro. Non lo capirebbero".
  • Delfino Cinelli (1889-1942): "- L’avete scampata liscia, anche questa volta; ma una volta o l’altra, a tener di mano... - . - Io tener di mano? Non ci mancherebbe altro!".
  • Cesare Pavese: "Si lamenta che gli costa troppo, - aggiunsi - Perché poi non la sposa? - Ci mancherebbe altro, - disse Clelia".

Il corpus VoDIM documenta un uso assoluto dell'espressione in "Tre croci" di Tozzi (1920) e usi sintattici articolati dalla "Coscienza di Zeno" (1923) di Svevo fino a Ignazio Silone in "Pane e vino" (1937).

La lingua dei fumetti, come Tex Willer (2007), testimonia l'uso contemporaneo: "Ci mancherebbe altro! tu sei il mio migliore amico!".

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Dizionari manzoniani come il "Vocabolario italiano di lingua parlata" di Rigutini e Fanfani (1875) attestano sia la valenza cortese che quella deprecativa, con costrutti verbali impliciti nella dipendente.

Anche il "Novo Vocabolario della lingua italiana" di Giorgini-Broglio (1890) riporta le locuzioni in forma interiettiva e in assetto sintattico, con il congiuntivo.

Il Tommaseo-Bellini adduce l'espressione "Non mancare chi faccia, dica, o sim., una cosa" e glossando "Ci mancherebbe" come modulo adoperato "per enfasi", con usi al condizionale e all'indicativo.

Il Vocabolario Treccani online attesta solo usi assoluti e interiettivi: "ci mancava anche questa!", "ci mancherebbe altro!".

Il Sabatini-Coletti attesta le varie formulazioni: "ci mancava anche questa!", "ci mancherebbe altro!", "ci manca, ci mancherebbe solo che", come esclamazioni di rammarico o disappunto.

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Il GRADIT etichetta "ci manca, ci mancava anche questa!" come "locuzione pragmatica" usata per indicare disappunto e "ci mancherebbe altro!" con duplice valenza: deprecazione di un evento spiacevole o risposta affermativa cortese.

Significato e Uso di "Ci Manca Solo Che" e "Figurati, Ci Mancherebbe Altro!"

L'uso pessimistico e deprecativo sembra prevalere, con attestazioni isolate di contesti in cui domina la funzione di cortesia. In quest'ultimo caso, il significato intrinseco è legato all'intento pragmatico di assentire con l'interlocutore, asseverando la convinzione e il desiderio di scongiurare un'eventualità negativa.

Il filone della lingua teatrale e dei galatei documenta usi vicini a quelli attuali.

Esempi teatrali:

  • Jacopo Nelli, La dottoressa preziosa (1780): "Ch’è spiritata? Ci mancherebbe questa ora, ch’ella volesse mettersi alla moda anche in questo."
  • Victorien Sardou, Rabagas (1873): "Non ci mancherebbe altro che confessare che il governo ne ha fatta una bene!"
  • Natalia Ginzburg, Ti ho sposato per allegria (1964): "Lo credo bene. Ci mancherebbe ancora che tu mi dessi degli ordini!"

Esempi dai galatei primonovecenteschi (VoDIM):

  • F. Fiorentina, Le belle maniere (1918): "sue idee (nè v’è alcun male se queste sono sagge), e può farsi veder sola per la strada senz’esser presa per una bestia rara. Non ci mancherebbe altro"

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