Escursioni all'Alpe di Succiso: Sentieri e Panorami
L'Alpe di Succiso si presenta come il più integro e centrale gruppo montuoso del Parco nazionale, sia come posizione geografica che per importanza in una scala di parametri naturalistici e ambientali. Nessuna strada o altra infrastruttura invasiva vi penetra, le mulattiere storiche sono preservate, i due rifugi sono ben inseriti.
Accesso e Percorso Iniziale
Lascio l’auto a lato della strada che da Valbona sale al Passo della Scalucchia, presso un tornante (q. 1330 m). Al Passo della Scalucchia (parcheggio lato strada presso tornante direzione Valbona in cui iniziano i percorsi 667 e 667B) si può accedere sia da Succiso Nuovo (versante Passo del Lagastrello - Ramiseto) che da Collagna via Valbona (versante Passo del Cerreto - Castelnuovo ne’ Monti) a seconda della provenienza.
Per sentiero (segnavia 677) tra i faggi arrivo presso il Fosso dei Ravini (q. Continuo lungo il sentiero 677 perdendo leggermente quota fino a giungere alla bella area prativa ai piedi del versante orientale del Casarola in cui sono poste le Fonti di Capiola (q.
Salita al Monte Casarola e all'Alpe di Succiso
Salendo lungo il crinale, arrivo alla giunzione con la “Costa del Borello” (q. La salita è dura! Senza respiro percorro la dorsale sud-orientale del Casarola fino a toccare la croce di vetta (q.
Con il sentiero 667 perdo quota verso sud-ovest fin alla vicinissima Sella del Monte Casarola (q. Evitando i percorsi che scendono ai lati, continuo lungo il 667 che sale lungo la cresta fino alla vetta dell’Alpe di Succiso (q.
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Discesa e Percorso Barbarossa
Inizio ora la discesa in direzione dello spartiacque appenninico ormai completamente immerso tra le nuvole. Il sentiero percorre la stretta cresta costituita da numerosi denti. In corrispondenza di un’ultima sezione in piano, la traccia si biforca. Il sentierino di cresta fa parte di un breve percorso attrezzato che raggiunge il Passo di Pietratagliata e poi il Monte Alto, da affrontare con adeguata attrezzatura da ferrata. Io opto per la traccia che perde quota sulla sinistra.
Raggiungo il Passo di Pietratagliata (q. Ancora pochi minuti lungo il sentiero 673 parallelamente al corso d’acqua ed eccomi al bivio con il percorso 673A detto “Sentiero Barbarossa”. Sul cartello segnaletico è specificato come sia “esposto e pericoloso, riservato agli esperti”. Lo imbocco uscendo presto dal bosco. Attraverso una distesa di piante di mirtillo, raggiungo il piccolo rifugio (q.
Ritorno al Passo della Scalucchia
Alternando tratti tra i faggi ad altri più panoramici, raggiungo una dorsale presso Monte Piano (q. Mantenendomi sul sentiero 667 salgo sull’impercettibile Monte Piano (q. 1419 m.) e aggiro a oriente il Monte Ramiceto con ampia visuale verso il piccolo paese di Valbona e la campagna circostante.
Informazioni Utili
Splendido itinerario piuttosto alternativo e vario per raggiungere la vetta dell’Alpe di Succiso e percorrerne tutta la cresta. Le visuali sempre differenti lo rendono molto interessante anche sotto il profilo panoramico. Percorso riservato a Escursionisti Esperti in possesso di adeguato grado di allenamento, assenza di vertigini e passo sicuro per la presenza di stretti tratti esposti. L’itinerario può essere eseguito in entrambi i sensi.
E’ possibile compiere un itinerario per escursionisti esperti ancor più spettacolare (necessarie due giornate) aggiungendo un anello che dal Passo di Pietratagliata scende alle Sorgenti del Secchia poi verso il Passo dell’Ospedalaccio (o arrivare al Passo del Cerreto per l’alloggio in alternativa al Bivacco Ghiaccioni) per risalire per cresta fino al Monte Alto da cui si torna al Passo di Pietratagliata. Altrimenti è possibile partire dal Passo del Cerreto, salire sul Monte Alto e, scesi al Passo di Pietratagliata, innestarsi sul percorso descritto in questo articolo seguendolo fino al Rifugio Rio Pascolo (da cui, risalendo l’omonimo vallone, si raggiunge direttamente la Sella del Monte Casarola utilizzando il sentiero 655) oppure fino alla Buca del Moro e salire alla vetta del Monte Casarola per la dorsale nord (sentiero 667).
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Tutti gli escursionisti dovranno essere equipaggiati con scarpe o scarponi da trekking con suola in buone condizioni, alti fino alla caviglia; abbigliamento “a strati”; pantaloni lunghi da escursione (possibilmente di colore chiaro); giacca impermeabile e/o mantellina antipioggia; copricapo, occhiali da sole, crema solare; zaino comodo e in buone condizioni; snack, pranzo al sacco e scorta personale di acqua di almeno 2 litri. Consigliato l’uso dei bastoncini da trekking.
Difficoltà EE: Cosa Significa?
Si tratta di itinerari, anche non riportati al suolo o in cartografia, che implicano una capacità di muoversi su terreni particolari. Sentieri o tracce su sentiero impervio e infido (pendii ripidi e/o scivolosi di erba, o misti di rocce ed erba, o di roccia o detriti). Terreno vario, a quote anche relativamente elevate (pietraie, brevi nevai non ripidi, pendii aperti senza punti di riferimento ecc...).
Possono presentare terreni aperti, senza continuità del piano di calpestio, con segnalazioni intermittenti o assenti. Sviluppano in zone poco o nulla antropizzate, dove l’attraversamento di corsi d’acqua può avvenire con guadi che possono presentarsi tecnicamente impegnativi specie dopo piogge abbondanti o in periodo di disgelo, dove è in genere difficoltoso trovare riparo dalle intemperie o chiamare aiuto in caso di infortunio e può non essere facile approvvigionarsi di acqua potabile e cibo e dove la percorrenza dei tratti boscati può implicare il ricorso anche non occasionale a strumenti di taglio a causa dell’intrico del sottobosco e dello stato di abbandono dei sentieri; possono occasionalmente presentare brevi concatenazioni di passaggi, anche esposti, in cui l’escursionista può essere costretto a far ricorso all’uso delle mani per mantenere l’equilibrio durante la progressione, come pure brevi concatenazioni di passaggi attrezzati con scalette e similari.
Sono itinerari percorribili solo da escursionisti con buona esperienza, in ottime condizioni fisiche e ben allenati, che non soffrano di vertigini, che conoscano bene l’ambiente di svolgimento ed abbiano un’ottima padronanza delle tecniche di orientamento strumentale (bussola e/o Gps).
Tabella dei Tempi Progressivi (Indicativi)
I tempi inseriti sono puramente indicativi e corrispondono a quanto indicato nella segnaletica presente in loco.
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Tratto | Tempo Progressivo |
---|---|
Passo della Scalucchia - Bivacco Prà Po | 20' |
Fonti di Capiola | 45' |
Monte Casarola | 2h 45' |
Alpe di Succiso | 3h 30' |
Passo di Pietratagliata | 4h 15' |
Bivacco Ghiaccioni | 5h 15' |
Rifugio Rio Pascolo | 8h 10' |
Buca del Moro | 8h 40' |
Passo della Scalucchia | 9h 25' |
Il Gruppo Montuoso dell'Alpe di Succiso
Il gruppo montuoso dell'Alpe di Succiso si presenta come il più integro e centrale del Parco nazionale, sia come posizione geografica che per importanza in una scala di parametri naturalistici e ambientali: nessuna strada o altra infrastruttura invasiva vi penetra, le mulattiere storiche sono preservate, i due rifugi sono piuttosto recenti ma ben inseriti. Vi entriamo da Succiso lungo l’alta valle Liocca, attraverso il percorso leggendario di Federico Barbarossa, che avrebbe aperto a forza il Passo di Pietratagliata, quindi saliamo la vetta più alta, 2016 m, e scendiamo nel vallone del Rio Pascolo.
Succiso Nuovo
Succiso Nuovo è stato costruito ex-novo dal 1973 al 1975 dopo la disastrosa alluvione del settembre 1972, che vide il riacutizzarsi delle frane decennali che affliggevano le tre borgate di Succiso e che avevano costretto parte dei residenti ad alloggiare in prefabbricati negli anni ’60. Fu scelta la piana di Varvilla, sul versante all’”arbasina” (esposto a settentrione) perché su terreno morenico stabile, creatosi durante le glaciazioni da blocchi di arenaria macigno trascinati dal ghiacciaio del Rio Pascolo. Quasi al centro del paese nuovo si trova l’agriturismo Valle dei Cavalieri, con Centro Visite del Parco nazionale. Si sale sui segnavia 653-655 a destra dell’edificio, per sentiero che sbuca su una strada soprastante, con grande fontana. Si sale ancora su carraia, lasciando a destra la nuova chiesa. Presto i due sentieri si dividono: proseguiamo diritto sul sent. 653, carraia a saliscendi lungo a vallata del T. Liocca. Lasciato a destra ad un bivio il sent. 653 per il rif. Sarzana, si prosegue diritto lungo il fondovalle Liocca (sent. 653A), su tratti superstiti della mulattiera secolare di valico, in diversi punti scalzata dall’alluvione del 1972. Procedendo si nota come la vegetazione d’alveo dopo 35 anni si stia ricostituendo soprattutto con salici, mentre la faggeta cresce sui due lati, assieme a maggiociondolo, sorbo degli uccellatori, ontano bianco. La vallata a tipica sezione a U della morfologia glaciale, si presenta come una valle alpina, lunga e con la testata dominata da vette seghettate di altezza doppia rispetto al fondovalle, senza altre valli appenniniche nel parco nazionale di tale maestosa possenza. Si supera in guado il Rio Pascolo presso la sua confluenza nel T. Liocca, e dopo circa 1 km il Rio Ramiseto. Segue una salita più accentuata ai piedi del versante occidentale della Spiaggia Bella (la vetta dell’Alpe), e a quota 1360 m si incrocia il sent. 673 594294E-4909884N, che seguiamo a destra guadando il T. Liocca. In breve si risale una valletta di un piccolo affluente, ove sono ancora le tracce di dighe di fluitazione risalenti alla guerra 1915-’18 (prigionieri di guerra ungheresi tagliavano e fluitavano il legname della faggete secolari che vennero solo allora distrutte). Si sbuca poco dopo sulla piana di origine glaciale detta I Ghiaccioni 1375 m (1.30). Alcune capanne di carbonai, eredi di quelle erette per i prigionieri di guerra, stanno per dare vita ad un piccolo bivacco attrezzato, utile punto di ricovero, con fonte poco lontana, all’incrocio dei sentieri per i rifugi Sarzana e Rio Pascolo e sulla mulattiera principale Succiso - Passo di Pietratagliata, che stiamo percorrendo. Il toponimo rende giustizia all’origine glaciale della valle, che qui si allarga in una testata complessa, con l’Alpe di Succiso a sinistra, il M. Alto e la cresta dei Groppi di Camporàghena di fronte, la Punta Buffanaro a destra (e non visibile il M. Acuto al di sopra dei gradoni morenici dei laghi omonimi).
Passo di Pietratagliata
Lasciato a destra il sent. 659, si prosegue sul 673, che risale ora dopo le ultime macchie di faggi la testata aperta della valle Liocca. Serpeggiando tra i dossi e i solchi dei fossi che convergono sul fondo del catino glaciale, la mulattiera storica punta sulla sinistra alla finestra ora visibile detta Pietratagliata, tra l’antico M. Conca (ora ufficialmente Groppi di Camporaghena, il toponimo lunigianese ha avuto la meglio, ma l’altro rendeva invece bene il suo aspetto dalla val d’Enza) e la Spiaggia Bella, come la chiamavano a Succiso (Alpe di Succiso la chiamavano tutti gli altri...). Un ultimo strappo, mai ripido per poter essere percorso dai muli, e si sbuca sul Passo di Pietratagliata 1750 m (1.20-2.50).La conformazione degli strati subverticali di arenaria macigno si prestano alla legenda della forzatura del passaggio ad opera di un esercito intero, durante la fuga del Barbarossa inseguito dai Comuni lombardi. Una spada trovata in zona all’inizio del secolo scorso avvalorò la legenda, anzi supponendo la derivazione del paese di Succiso da una pattuglia di soldati germanici rimasti di retroguardia. Tra fine giugno e luglio una fioritura di specie alpine ammanta i versanti attorno al valico, tra cui il giglio martagone, l’aquilegia alpina, l’astro alpino, la pulsatilla alpina, l’anemone narcissiflora, la sassifraga paniculata.
Alpe di Succiso
Ora si sale a sinistra sul sent. 671 che supera un salto di arenaria con un cavetto in acciaio come sicurezza (altro passaggio non protetto sul vecchio tracciato sulla destra del dosso), poi senza altre difficoltà risale la lunga gobba che precede la vetta vera e propria di tutto il massiccio dell’Alpe di Succiso 2016 m (1.10-4.00).La più alta vetta del massiccio si protende a N dello spartiacque principale, su un crinale che parte dal Monte Alto e separa i bacini dell’Enza e del Secchia, entrambi affluenti del Po. Si tratta della vetta più occidentale tra i pochi “2000” della catena, e vi si gode di un panorama estesissimo. I valloni e le creste conferiscono un aspetto selvaggio e grandioso difficilmente riscontrabile in altre aree dell’Appennino settentrionale. Considerato un unico monte, sebbene massiccio ed esteso, ebbe il nome di Alpe nel significato di “alto pascolo degli uomini di Succiso”, in quanto tutti i versanti appartenevano a essi, mentre come montagna è sempre stato chiamato Casarola, con l’appendice occidentale più elevata ma meno evidente chiamata Spiaggia Bella, per la favorevole esposizione dei pascoli. Sulle carte militari la situazione è stata capovolta, e il Monte Casarola è indicato come un’anticima orientale, protesa sulle vallate del Fiume Secchia. Il panorama si estende in condizioni ottimali a tutto l’arco alpino, alla Corsica e all’arcipelago toscano, oltre al resto dell’Appennino settentrionale.
Sella del Casarola e Rifugio Rio Pascolo
Si prosegue sul crinale tra la val Secchia a destra e il vallone del Rio Pascolo a sinistra, sul sent. 667, che tra le pietraie post-glaciali del crinale scende gradualmente alla Sella del Casarola 1946 m 596085E-4909555N (0.30-4.30). Una breve digressione diritto sale eventualmente alla vetta del M. Casarola 1979 m in 30’ a/r. Alla sella si scende a sinistra verso N nel vallone del Rio Pascolo (sent. 675), superando diversi ripiani dovuti alle fasi del ritiro del ghiacciaio al termine dell’ultima glaciazione. Al margine superiore del bosco si raggiunge il Rifugio P. Consiglio al Rio Pascolo 1570 m 595666E-4910578N (1.00-5.00).Inaugurato nel 1977 dal CTG dei Reggio, e ristrutturato dal Parco del Gigante, è sempre stato utilizzato in autogestione per assenza di fonti vicine in estate. Un ricovero sempre aperto si trova presso l’edificio.Il sent. 655 scende rapidamente a valle nella vasta faggeta di Fossa Lattara (toponimo dovuto al pascolo di bovini), che presto si adagia in un vasto altopiano di origine morenica.
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