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Escursioni in Valle Vigezzo da Craveggia

La Valle Vigezzo, come molte altre valli ossolane, offre borghi ricchi di architetture che ricordano più una cittadina che un paese di montagna. A questa ricchezza hanno contribuito gli emigrati che, dopo aver fatto fortuna all'estero, tornavano a dare lustro al proprio paese con abitazioni comode, ampie e riccamente decorate. Lungo gli itinerari si incontrano numerosi piccoli borghi, noti per aver dato i natali a emigrati di successo, come Zornasco, paese natale di Pietro de Zanna, inventore del primo calorifero ad aria calda a Vienna nel 1834.

Proprio a Craveggia, borgo con un grande patrimonio culturale e architettonico, nella chiesa parrocchiale dei Santi Giacomo e Cristoforo, è custodito il “Tesoro di Craveggia”.

Itinerari e sentieri

Gli itinerari nella zona si distinguono per diversi livelli di difficoltà, adatti a varie esperienze escursionistiche:

  • Itinerari facili: Si sviluppano su stradine, mulattiere o larghi sentieri, con percorsi non lunghi, ben evidenti e senza incertezze o problemi di orientamento. Di solito si svolgono sotto i 2000 metri.
  • Itinerari di media difficoltà: Si svolgono su terreni di ogni genere o su evidenti tracce in terreno vario (pascoli, detriti, pietraie), di solito con segnalazioni. Possono esservi brevi tratti pianeggianti o lievemente inclinati di neve residua dove, in caso di caduta, la scivolata si arresta in breve spazio e senza pericoli. A volte si sviluppano su terreni aperti, senza sentieri ma non problematici, sempre con segnalazioni adeguate. Possono svolgersi su pendii ripidi, dove i tratti esposti sono in genere protetti o assicurati (cavi). Possono avere singoli passaggi, o tratti brevi su roccia, non esposti, non faticosi né impegnativi, grazie alla presenza di attrezzature (scalette, pioli, cavi) che non necessitano l’uso di equipaggiamento specifico. Richiedono un certo senso di orientamento, esperienza e conoscenza dell’ambiente alpino, allenamento alla camminata, oltre a calzature ed equipaggiamento adeguati.
  • Itinerari difficili: Generalmente segnalati, implicano una capacità di muoversi su terreni particolari, come sentieri o tracce su terreno impervio e infido (pendii ripidi e/o scivolosi di erba, o misti di rocce ed erba, o di roccia e detriti). Su terreno vario, a quote relativamente elevate (pietraie, brevi nevai non ripidi, pendii aperti senza punti di riferimento, ecc.). Tratti rocciosi, con lievi difficoltà tecniche (percorsi attrezzati, vie ferrate fra quelle di minore impegno). Rimangono esclusi i percorsi su ghiacciai, anche se pianeggianti e/o all’apparenza senza crepacci. Necessitano esperienza di montagna, conoscenza dell’ambiente alpino, passo sicuro e assenza di vertigini, equipaggiamento, attrezzatura e preparazione fisica adeguate.

L'Alpeggio e le Rocce Coppellate

Il percorso consente di immergersi nell'economia alpina legata allo sfruttamento dei pascoli e di scoprire antiche tracce del passato. Il maggiore comprensorio di pascolo della Valle Vigezzo cela, tra baite d’alpeggio e lungo i sentieri, numerose rocce coppellate, piccole cavità tondeggianti incise e talvolta collegate da canaletti, dal significato ancora misterioso, forse legato ad antichi culti.

Dalla Piana di Vigezzo (1706 m) un sentiero pianeggiante si stacca sulla destra e conduce alla Colma di Craveggia (1669 m), una balconata protesa sulla Valle Vigezzo. L’alpeggio è stato ricavato sui versanti della dorsale, e, oltre le baite al limite del pianoro, è stato edificato un piccolo oratorio dedicato a San Rocco.

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Dalle prime baite dell’Alpe della Colma, un sentiero sale all’Alpe Pidella (1721 m), costeggiando un muro in pietra e le baite. Due massi appiattiti coppellati sono visibili dopo l’ultima casa. Si raggiungono quindi l’Alpe Calanca e l’Alpe Colla Superiore (1715 m), dove ritroviamo, dopo l’ultima casa, altri due massi coppelati. Il sentiero raggiunge quindi l’Alpe Marco Sopra (1640 m) e l’Alpe Colla Inferiore (1580 m), dove si incontra, tra le baite, un altro masso coppellato con canaletti. Da qui è possibile rientrare attraverso lo stesso sentiero oppure tagliando diagonalmente, attraverso tracce di sentiero, direttamente all’Alpe Calanca e quindi, lungo l’itinerario già percorso, fino alla Piana.

Ascesa al Monte Ziccher

Il Monte Ziccher è una panoramica montagna che si eleva tra la Valle Vigezzo e il confine svizzero di Locarno, affacciato sulle coste settentrionali del Lago Maggiore. Dalla vetta si gode di una fantastica vista a 360 gradi su tutta la Valle Vigezzo, le montagne confinanti della Svizzera ticinese, alcune vette del Vallese e perfino il Monte Rosa. Questa descrizione fa riferimento all’itinerario principale di salita dal versante sud-ovest della montagna.

Per raggiungere con la macchina il punto di partenza si parte da Craveggia, abitato sopra Santa Maria Maggiore, e si prosegue in macchina la strada asfaltata che porta prima al rifugio La Vasca, poi al Rifugio Camoscio ed, infine, al Rifugio Blitz. Parcheggiata la macchina si sale lungo un evidente sentiero verso l’oratorio del Blitz, che si raggiunge in circa 10-15 minuti.

Superato l’oratorio, si attraversa un breve tratto di bosco e si devia a destra su percorso segnalato che porta ad un gruppo di baite ben esposte al sole. Proseguendo, si attraversa un gruppo di rustici ed una fontanella per salire a destra e rientrare nel bosco. Il sentiero prosegue su un costone e continua a salire guadagnando rapidamente quota nel bosco di conifere. Proseguendo si arriva ad una deviazione e si svolta a destra. All’improvviso il bosco termina, la vista comincia a spaziare sui panorami circostanti e si raggiunge un ripido prato che porta sulla dorsale della montagna. Risalendo il prato, comincia a diventare visibile l’anticima e, in seguito, la dorsale sommitale. Quest’ultimo pezzo si sale rapidamente con un sentierino tra le rocce.

Dalla vetta dello Ziccher l’occhio si sofferma subito sulla sottostante Val Vigezzo, fino a giungere alla pianura di Domodossola e, in prospettiva, al Massiccio del Rosa che si erge con il suo profilo distinguibile in direzione sud-ovest.

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