Escursioni dal Passo del Mortirolo: Un Paradiso tra Lombardia e Trentino
Uno dei nomi più evocativi della fatica vissuta in bicicletta è “Mortirolo”. La salita che conduce a questo valico dal versante valtellinese rappresenta infatti un banco di prova estremamente selettivo per tutti i ciclisti, che si preparano meticolosamente per affrontarla. Stanchi ma soddisfatti i cicloamatori terminano il loro impegno in un contesto ambientale rilassante, lungo il quale corre il confine tra le province di Brescia e di Sondrio.
Itinerari ciclistici e paesaggi mozzafiato
In questa stessa zona di pascoli e boschi di conifere del Mortirolo, e al Passo della Foppa che rappresenta il punto altitudinalmente più elevato del percorso stradale, si può giungere dal versante camuno, lungo un itinerario meno faticoso e molto apprezzabile per la qualità dei paesaggi attraversati. La pendenza media è leggermente inferiore all’8 per cento e la massima è del 14 per cento, e le fatiche si concentrano soprattutto nella sezione terminale. Si raggiunge il bivio per Monno lungo la statale del Tonale e si trova spazio per l’auto appena più in alto. Ci si scaldano le gambe realizzando le prime pedalate lungo il tratto che conduce a Monno, e ci si impegna in uscita dal paese nel superamento di due strappi ravvicinati. Al primo tornante a destra dopo il paese si oltrepassa il bivio con la vecchia mulattiera del passo, e dopo quello successivo la strada compie un lungo arco e poi prosegue parallela al solco della valle del Mortirolo.
Nelle sezioni in cui il bosco diventa meno fitto trovano spazio baite e prati che qualificano il paesaggio. Superata la località “Le Olte” (presenti cartelli con i toponimi) si percorre un tratto in cui si possono riposare le gambe. Dal ponte Palù la pendenza sale in maniera significativa ed è richiesto un impegno sostenuto per superare una serie di tornanti vicini. Il passaggio accanto alla chiesetta di San Giacomo significa che si è giunti a buon punto, ma bisogna ancora mantenere alto lo sforzo per un chilometro e mezzo. Superata la deviazione per il Pianaccio si giunge poche centinaia di metri più avanti ad incrociare la strada che arriva da Trivigno, e appena oltre questo bivio si arriva al passo della Foppa.
Escursioni a piedi: Alla scoperta della Val Varadega e del Monte Resverde
Dal parcheggio in Val Varadega (prima del Passo del Mortirolo) si risale una stradina militare con percorso molto piacevole e, con una pendenza mai eccessiva, la si segue lungamente. Immersi nell ́incantevole scenario della Val Varadega, si superano dapprima le “Casere del Comune” ed il bivio per il Piz de le Casuce (grande croce visibile) e, più avanti, la deviazione a destra per i Laghi Seroti (traccia e bolli bianco-rossi in direzione Nord-Est). Dopo un paio di tornanti molto ampi, si valica un dosso nei pressi del Passo di Varadega (che non si raggiunge tralasciando la sterrata sulla sinistra) e si continua a salire sulla mulattiera giungendo su una bella costa erbosa (grande panorama sulla Valtellina) dove troviamo un cartello con indicazioni (mt. 2340 ca. - ore 1 dalla macchina).
Da questo punto è ben visibile 150 metri più in basso (verso Nord-Ovest), al limite del bosco, la “Croce dell ́Alpe”. Ai suoi piedi si nota anche il tetto dell ́omonimo rifugio (mt. Seguendo le indicazioni, si continua a destra sulla mulattiera che dopo poco si fa più stretta e sconnessa. Si continua a salire costeggiando la cresta (sulla quale sono visibili numerose postazioni militari) fino ad una stretta forcella sotto una bella placconata rocciosa. La si valica e, proseguendo sui resti della mulattiera con bellissimi scorci sulla Val Varadega, si continua a salire sovrastati da alcune pareti rocciose. Dopo alcuni tornanti, un bellissimo tratto in piano a fondo erboso conduce presso una caverna. Si passa all ́esterno, superando lo stretto intaglio alla sua destra, dal quale si scorge la cuspide rocciosa della cima.
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Tramite la stessa galleria (pila frontale non indispensabile - attenti alla testa!), oppure passando al di fuori percorrendo una cengetta sulla sinistra (molto esposto!) si raggiunge lo stretto foro di uscita sul versante Nord. Da qui si va a destra (Est) e, dopo qualche passo su ghiaie instabili (attenzione), si inizia ad arrampicare le rocce soprastanti cercando i passaggi più semplici (II° grado - poco esposto), tenendosi preferibilmente vicini all ́interno di un piccolo canalino tra le rocce. Dopo una ventina di metri si esce in cresta dalla quale, volgendo a destra e districandosi tra i blocchi sommitali, si raggiunge l ́omino di pietre posto sulla cima (mt.
Il Monte Resverde è una cima di 2349 m che si erge a nord del Passo del Mortirolo, in Alta Valle Camonica, anticipata da una piccola anticima di forma piramidale sovrastata da una ben visibile croce metallica. La salita alla Croce del Resverde (2272 m), l’anticima sud del vero e proprio Monte Resverde, non è impegnativa, sebbene l’ultimo tratto sia più ripido e faticoso e il sentiero a tratti incerto per cui, se non si è molto esperti nel trovare le tracce di sentiero, può essere ben conveniente farsi accompagnare da una Guida Ambientale Escursionistica. Dalla vetta si può proseguire lungo la larga dorsale nord per raggiungere, con scarse tracce di passaggio e conoscendo il percorso, la cima del Monte Resverde (2349 m) per poi proseguire fino alla cima del Monte Mortirolo (2374 m).
Altre escursioni e attività
Al Mortirolo si accede da Monno tramite bella strada asfaltata, che raggiunge il passo: qui si divide e, a Nord, scende in Valtellina, mentre verso Sud.Ovest raggiunge in quota il passo di Guspessa, verso l’Aprica. In inverno la zona si presta ad escursioni con sci o ciaspole, con i quali si possono raggiungere molte cime (Pagano, Verda, Cadì ecc.). In questo periodo la strada si ferma al primo tornante dopo Monno, a circa 1200m.
Ecco alcune idee per le vostre escursioni:
- Ascesa invernale al monte Pagano (2348m): con sci o ciaspole; dal primo tornante dopo Monno (dove si parcheggia) si sale fino al ponte Palù, per la strada vecchia, che al tornante prosegue diritta. Nei pressi del ponte, prima di attraversarlo, parte una mulattiera verso destra. La si segue fino ad un bivio, dove si prende ancora a destra, salendo ed aggirando dall’alto i prati sottostanti. Dopo i prati, altro incrocio ed ancora a destra. Si sale per comoda carrareccia, fino a dove perde pendenza; qui, nei pressi di una malghetta con casina del latte, si abbandona la strada e si sale a destra (seguire le tracce), in diagonale verso destra. Si supera una spalla (casetta) e si prosegue fino a sbucare su di un piano che si attraversa verso destra, fino trovare la strada militare che sale alla vetta (anche con neve la si individua ugualmente). Si segue la strada fino a quando si porta nei pressi della cresta Sud del monte. Qui si abbandona la strada (che, più sopra, attraversa una pendenza pericolosa) e, tagliando in diagonale destro, si sale sulla cresta (sempre seguire le tracce). Si sale per cresta fino ad una impennata, che si supera salendo e tagliando verso sinistra fino al bordo e girando poi ancora a destra (qui, con neve ghiacciata o dura, può tornar utile una piccozza o/e i ramponi). Poco sopra la pendenza si attenua, e si perviene sotto la facile vetta con ampio giro sinistrorso.
- Ascesa estiva al monte Pagano: si parcheggia nei pressi del ponte Palù e si segue lo stesso percorso descritto sopra, salvo che si segue la strada militare fino in vetta. Qui si ammira l’imponente fortezza. Poi si prende la cresta Nord-Est che, con qualche attenzione (EE), scende fino a sopra il Pianaccio, dove si trova una bella area di sosta.
- Su cima di Grom (2763m): salita estiva (lo si sale anche d’inverno, specie in elicottero, ma solo i più che abili). All’Albergo Alto si prende la strada per il Pianaccio; superata la val Varadega, con ampio giro destrorso, si sale fino all’attenuarsi della pendenza. Qui si trova uno spiazzo a sinistra, con cartello indicante il sentiero per la vetta. Si parcheggia e si prende il sentiero che porta fino in vetta senza particolari difficoltà, seguendo la cresta Sud.
- Con le ciaspole in val Varadega: bella e facile passeggiata invernale, che permette di salire, comunque, fino a 2500m. Dal ponte Palù si prende la mulattiera per il Pagano, ma al primo incrocio si prosegue diritti (sn), salendo piuttosto dolcemente, con ampio giro, fino all’imbocco della valle, dove si incontra la strada che viene dall’Albergo Alto. Sopra di noi, a sn, sorgono le Casere del Comune, che possono essere raggiunte con facilità con salita diretta. Oppure si prosegue sul fondo valle, approfittando delle tracce delle slitte a motore che infestano la zona.
- Sul monte Resverde (2348m): questa cima sorge all’inizio della val Varadega, a sn (dx orog), così come il Grom sorge a dx. E’ caratterizzata da una grande Croce, molto visibile da ogni parte. Vi saliamo senza neve, lasciando la macchina all’imbocco della val Varadega, sulla strada che dall’Albergo Alto porta a malga Salina. Si sale alle Casere del Comune, per una comoda mulattiera che si stacca a sinistra della strada poco prima che si spiani e superi il torrente Varadega. Dietro la prima costruzione, a sinistra, parte un sentiero ben segnato che sale in diagonale sinistra fino a sbucare appena prima della Croce, che si raggiunge per cresta. Dalla vetta si può (tornando indietro) seguire la cresta verso Nord, fino ad incrociare la strada che sale al passo di Varadega, provenendo dalle Casere, prestando però attenzione quando si deve scendere per un dorsone roccioso piuttosto ripido.
- Al bivacco Cros de l’Alp (2200m): bivacco costruito e tenuto dagli alpini di Grosio (Cros o Gros sta per Croce e per Grosio); vi si può dormire nel solaio, su materassi per terra e coperte. Quando vi sono stato, non aveva luce elettrica. Dalle Casere del Comune, all’imbocco della val Varadega, si prosegue sulla mulattiera che, con vario andare, porta dapprima ad una bocchetta e poi al vero e proprio passo di Varadega (2265m), contrassegnato da un cartello. Qui si abbandona la mulattiera e si scende per sentiero, costeggiando il monte sulla destra. Il sentiero poi si spiana e porta in breve al bel bivacco.
- Sul monte Varadega (2634m): partendo dalle Casere del Comune si sale al passo Varadega (2285m), come nel percorso precedente. Qui si prosegue sulla bella strada militare, che attraversa tutto il versante Sud-Ovest del monte. Qui incontra il sentiero che sale dal Cros de l’Alp, quindi gira a destra e ritorna indietro, guadagnando quota. In questo tratto si incontrano possibili percorsi per le sovrastanti fortificazioni. La strada, un capolavoro di ingegneria militare, prosegue fino a costeggiare le creste sommitali e portarsi sul versante Sud-Est, dove termina tra le due vette gemelle del monte. Quella a sinistra può essere raggiunta da qui arrampicandosi su roccioni, mentre a destra la strada immette in una caverna, raggiunta da una bella scala in pietra. Al termine della caverna si trova, sulla sn, una apertura che si deve scavalcare bocconi (meglio togliersi lo zaino). Appena fuori si gira a destra (guardando a valle) e per facili balze, aiutandosi con le unghie e coi denti, si giunge sulla cresta appena dietro la vetta. La discesa da qui può farsi seguendo la cresta Nord-Est, che porta al goletto terminale di valle, senza difficoltà.
Ulteriori possibilità di escursioni
La salita inizia a Nord di cima Verda, dalla strada che dal passo Mortirolo prosegue in quota verso il passo di Guspessa. Ma, mentre d’estate è possibile qui giungere in macchina, d’inverno si deve sempre partire dal tornante di Monno, a 1200m. Si deve tener conto che, salendo verso il ponte Palù, per la strada vecchia del Mortirolo, si trova, a circa due terzi della salita, a 1500m, una deviazione a sinistra, che, attraversato un bel ponticello, sale sul versante opposto e conduce al lago Mortirolo ed al rifugio Antonioli con percorso più breve rispetto al seguire la strada. Ma, poichè non è segnato e ci si può perdere tra le varie cascine della zona, lo si segua solo in presenza di tracce o di conoscitori dei luoghi.
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Tornando a noi, dalla strada (1900m) si stacca verso Sud un sentiero che sale nel bosco con tornanti ben fatti e, d’inverno, ben tracciati fino a portarsi su di un grande pianoro spoglio che costeggia ad Ovest cima Verda e che porta ad una grande conca tra Verda e Cadì, dalla parte Ovest. Si sale ancora un breve tratto verso Sud, e poi si sceglie la cima che si vuol raggiungere: diritti, leggermente a sn, per il Cadì (si deve aggirare, in alto, la cresta a sn); oppure, ritornando indietro per la Verda, che si sale da Sud per un comodo vallone e qualche tornante finale.
A tutto c’è rimedio, o quasi! Al meteo, che in questa capricciosa primavera regala ben pochi momenti di sole e mi vede costretto a scegliere con il lanternino l’angolo lombardo meno colpito dalle precipitazioni. Agli imprevisti stradali, che m’impediscono di percorrere la provinciale sopra Monno che l’Anas ha chiuso per sistemarne la segnaletica. La storica strada impenna subito la sua pendenza e fiancheggiando alcune belle baite con vista sul Motto della Scala, raggiunge il bivio per il Lago Mortirolo. Oltrepassato un antico ponte in pietre, proseguiamo lungo la strada sterrata che con maggior pendenza raggiunge alcune baite ristrutturate che si affacciano sulla verde vallata. Seguendo la strada acciottolata, raggiungiamo facilmente il Passo del Mortirolo, quello stradale tanto caro agli amici ciclisti.
La traccia di percorso si inerpica energicamente ma è questione di poco. Infatti, neppure il tempo di una bella sudata ed i primi segni delle storiche trincee si mostrano davanti al nostro cammino. Pieghiamo a destra e scendiamo sino alla strada provinciale che porta al Passo Mortirolo, quello ciclistico; pieghiamo a sinistra e seguendo la strada raggiungiamo la Caserma di Mortirolo e la Chiesa di San Giacomo.
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