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Escursioni Facili dal Rifugio Ciampedie: Un'Avventura per Tutti

La Val di Fassa è rinomata per le sue splendide escursioni, e tra queste, alcune si distinguono per la loro accessibilità e bellezza panoramica. Che ne dite di una facile camminata nel bosco, magari con un passeggino, all’ombra di pini e abeti e adatta a tutti, inclusi i bambini?

Raggiungere il Rifugio Gardeccia da Ciampedie

Niente di più facile: si può raggiungere il Rifugio Gardeccia da Ciampedie, tramite un bel sentiero semi-pianeggiante e adatto proprio a tutti.

  • Dislivello: -50 metri
  • Ciampedie: 2000 m
  • Rifugio Gardeccia: m

Il nostro scopo però è di raggiungere il Rifugio Gardeccia e così, scendendo in lieve pendio, col nostro passeggino, verso il Rifugio Nigritella, imbocchiamo il sentiero n. 540 nella direzione desiderata.

La via si snoda in mezzo al bosco, con squarci tra i rami che regalano paesaggi da fiaba. Spesso si incontrano anche dei cartelli esplicativi sulla vita nei boschi (questo è infatti anche denominato “Troi del bosch“) e sulla geologia dei luoghi.

Un bello spiazzo con uno specchio d’acqua e vista impareggiabile sulle montagne retrostanti, ci fa capire che siamo quasi arrivati. Ormai abbiamo guadagnato la nostra meta e il Rifugio Gardeccia (m.

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La Conca di Gardeccia

Difatti qui ci troviamo un posto che definire splendido è dire poco: la valle del Vajolet è davvero incantevole! In questa radura spettacolare (dove sorgono altri due rifugi in attività - Rifugio Stella Alpina Spiz Piz e Baita Enrosadira - e l’abbandonato Catinaccio), i bimbi possono sbizzarrirsi in giochi, correre, saltare… Non ci sono pericoli, né dirupi: infatti i genitori si possono tranquillamente accomodare per un buon pranzo, e lasciare i pargoli liberi di saltare.

Ce ne si accorge ancor più salendo verso il Rifugio Vajolet (un’oretta) e il Rifugio Preuss, e volendo, anche al Passo Principe e Re Alberto (da dove le famose torri svettano offrendo il loro miglior profilo da cartolina).

Dopo un bel po’ di riposo, si può riguadagnare la via di Ciampedie, che porterà via praticamente lo stesso tempo dell’andata.

Il panorama che si può ammirare da qui è davvero impareggiabile, vale la pena salire qui solo per quello! Qui a Ciampedie c’è anche il Kinderpark, un’area attrezzata per far giocare i bimbi, aperta sia d’estate che d’inverno.

Dettagli del Percorso Ciampedie - Gardeccia

La traversata dal Rifugio Ciampedíe al Rifugio Gardeccia è una comoda passeggiata su buoni sentieri nel bosco di conifere. Il percorso estivo si mantiene in quota ed è molto breve e facile; il percorso invernale invece (per ciaspolatori) è un po’ più lungo e faticoso, in quanto bisogna perdere molta quota per aggirare dal basso le varie piste da sci che scendono dallo spallone di Prà Martín.

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Per arrivare al Rifugio Ciampedíe (1997 m) si può prendere la cabinovia che sale da Vigo di Fassa. Si sorpassa il dosso dove sorge il rifugio e si scende brevemente alla sella subito ad ovest; qui, accanto al Rifugio Negritella, si trova un crocevia. Si trascura il segnavia 545 per il Rifugio Roda di Vaél e si devia a destra lungo la mulattiera con segnavia 540, che attraversa due piste da sci, poi si addentra nel bosco con lievi saliscendi. Attraversata la terza pista da sci, si taglia lungamente nel bosco di pini e abeti, attraversando alcune vallecole, poi si riceve da destra la mulattiera del percorso invernale.

Il percorso ha origine accanto all’arrivo della seggiovia subito a nord rispetto al Rifugio Ciampedíe. Seguendo gli appositi cartelli (blu con omino bianco che ciaspola) si scende sulla destra giungendo ad un bivio; si va a sinistra e si perde quota con ripidi tornanti tra gli abeti, passando sotto alla seggiovia numerose volte. Si giunge quindi al pianoro di Pian Fecei (1806 m), dove arrivano tutte le piste da sci della zona di Ciampedíe. Seguendo i segnalini si attraversa una larga pista, quindi si costeggia un edificio sulla destra; si piega a sinistra, continuando a costeggiare gli edifici delle seggiovie, quindi si giunge all’imbocco di una bella mulattiera che sale dolcemente verso ovest.

La si imbocca e, dopo alcune centinaia di metri si giunge ad un bivio; andare a sinistra o a destra è indifferente, sia in termini di lunghezza che di dislivello. Il sentiero di sinistra sale più direttamente all’inizio, ricongiungendosi con l’itinerario estivo poco prima del vecchio Rifugio Catinaccio. Il sentiero di destra invece si tiene più in basso e sbuca nella radura dove sorgono i casolari di Poz (1896 m).

Un Rifugio storico (risale al 1912) costruito in un posto favoloso che - tradotto dal ladino - significa Campo di Dio. Per chi sale in funivia da Vigo di Fassa il Rifugio è la prima tappa verso il Catinaccio e la Roda di Vael, ma le famiglie con bambini si fermeranno probabilmente al parco giochi. È difficile dire se sia più piacevole passeggiare su questo pianoro d’estate, oppure d’inverno quando il Ciampedìe diventa la principale porta d’accesso della ski area Catinaccio. Il panorama sulle Dolomiti e sulla Valle di Fassa è comunque spettacolare e la quota - non eccessiva - consente a tutti di provare l’emozione di trascorrere la notte più vicini alle stelle.

  • Apertura: Dalla prima settimana di giugno alla prima settimana di ottobre
  • Prima dell'escursione si consiglia di verificare l’effettiva apertura del rifugio contattando il gestore
  • Itinerari: Il rifugio è considerato uno dei punti di partenza per tutte le gite nella zona del Catinaccio - Rosengarten
  • Con una passeggiata di 40 minuti (in discesa) dopo aver superato il Rifugio Negritella si raggiunge, percorrendo un sentiero facile che attraversa il bosco, la Conca di Gardeccia e con un’altra ora di cammino (difficolta E) i Rifugi Vajolet e Preuss ai piedi delle Torri del Vajolet.

Informazioni Utili

  • Come arrivare: Da Vigo di Fassa in funivia oppure a piedi percorrendo il sentiero n.544 (ore 1.30 di cammino, difficoltà E); da Pera di Fassa con seggiovia (3 tronconi) o a piedi lungo il sentiero 543 da Pera di Fassa (ore 2 di cammino, difficoltà E).
  • Prezzi funivia Catinaccio 2025: un biglietto di andata e ritorno per adulti costa 26 euro (gli under 16 pagano invece 16 euro).

La camminata verso il Rifugio Gardeccia si snoda su un’ampia forestale, lungo un falsopiano in leggera discesa. Gran parte del sentiero rimane all’ombra di un fitto bosco di laceri e abeti, che di tanto in tanto si apre per regalare scenari spettacolari.

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Passo dopo passo, tra una fotografia e un’altra, si giunge al Rifugio Gardeccia. Ora le Torri del Vajolet sono più vicine, ma non abbastanza per lasciarti a bocca aperta come chi prosegue ancora avanti verso il Rifugio Vajolet.

Escursione al Rifugio Vajolet

L’escursione dal Rifugio Ciampedie al Rifugio Vajolet è senza dubbio una delle più belle escursioni da fare sul Gruppo del Catinaccio con il proprio cane. Si tratta di un’escursione ad alta quota di media difficoltà che è alla portata di tutti coloro che abbiano un minimo di preparazione fisica. E’ un percorso che dal punto di vista paesaggistico regala delle vedute spettacolari su uno degli scenari più conosciuti e suggestivi delle Dolomiti. Insomma, un’escursione che non delude le aspettative!

La nostra escursione a 4 zampe sul Catinaccio ha inizio dal Rifugio Ciampedie, a 1.998 metri s.l.m.

  • Rifugio Ciampedie: 1.998 mt.
  • Rifugio Gradeccia: 1.948 mt.
  • Rifugio Paul Preuss: 2.243 mt.
  • Rifugio Vajolet: 2.243 mt.

Il sentiero è semplice, quasi pianeggiante, e si sviluppa su un’ampia strada forestale immersa nel bosco che è principalmente composto da pino cembro e da cirmolo. Alla nostra destra la vista spazia sulle Dolomiti di Fassa. Dominano il panorama la parete del Larséch con le sue guglie rocciose che si stagliano grigie e ancora parzialmente innevate sul cielo azzurro e la Valle del Vajolet che si allunga ai nostri piedi ricoperta da un rigoglioso bosco di conifere. Arrivati in un’ampia conca erbosa ci troviamo di fronte ad un bivio. Prendiamo le indicazioni per il Rifugio Gradeccia e proseguiamo sulla larga forestale pianeggiante la nostra passeggiata ad alta quota. Superiamo il dismesso Rifugio Catinaccio e dopo 45 minuti di cammino arriviamo alla Conca di Gradeccia dove si trovano diversi rifugi tra cui l’omonimo Rifugio Gradeccia. Siamo a 1.948 metri s.l.m.

Da qui prendiamo il Sentiero CAI 546, un sentiero in discreta salita che si sviluppa su terreno sassoso e ghiaioso. In questi casi è fondamentale avere dei bastoncini da trekking perché sono un valido aiuto per affrontare la salita! Il percorso in sé non presenta eccessive difficoltà perché è largo e non è esposto ma la salita è abbastanza ripida e lo sforzo fisico a questa altitudine toglie il respiro. Il mio consiglio è di bere poco ma di frequente e fare delle brevi soste per riprendere fiato senza perdere il ritmo. Alla destra del sentiero scorre un torrente dalle acque gelide e cristalline, lasciate pure che i vostri cani si rinfreschino e bevano liberamente!

Superata la prima ripida balza iniziale ci aspetta una costante salita verso la nostra meta. Alzando gli occhi la si può già vedere: una piccola casetta sul cucuzzolo di un alto sperone roccioso. Ai lati del sentiero crescono gli ultimi pini cembri e il pino mugo con il suo inconfondibile profumo che si diffonde nell’aria. La vegetazione, mano a mano che saliamo di quota, si fa sempre più rada e cominciamo anche a sentire i fischi delle marmotte “sentinella” che avvertono il branco della nostra presenza. Manca poco alla meta finale, la salita è tosta e la fatica comincia a farsi sentire soprattutto sulle gambe e i polpacci.

Dopo 1 ora 15 minuti di cammino siamo finalmente al Rifugio Vajolet, a 2.243 metri s.l.m. Per chi lo desidera qui è possibile pranzare, fare uno spuntino veloce oppure pernottare.

Il Rifugio Vajolet e il Rifugio Preuss sono stati costruiti alla base orientale della Cima Catinaccio, sullo sperone roccioso delle Porte Neigre, sul lato orientale delle Torri del Vajolet. Il punto migliore da cui godersi il panorama è la terrazza naturale che si trova vicino al Rifugio Preuss. Alla nostra sinistra, dando le spalle al rifugio, la parete del Larséch e alla nostra destra il Ciadenac (Catinaccio orientale) mentre sotto di noi la vista spazia sulla splendida Valle del Vajolet fino alla Roda di Vael. Le nuvole stanno cominciando ad addensarsi e si fanno sempre più minacciose così, per non trovarci in mezzo ad un temporale senza alcun riparo e con un sentiero ghiaioso in discesa da affrontare, decidiamo di incamminarci per il ritorno, ovvero ripercorrere il sentiero fatto in andata a ritroso.

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