Escursioni nel Parco Nazionale del Pollino: Difficoltà e Percorsi
La Basilicata, una delle regioni meno turistiche d'Italia dopo il Molise, custodisce tesori naturalistici inaspettati. Tra questi, spicca il Parco Nazionale del Pollino, un'area di inestimabile valore naturalistico a cavallo tra Calabria e Basilicata, che offre una varietà di escursioni adatte a diversi livelli di esperienza.
Il Fascino del Parco Nazionale del Pollino
Il Pollino, insieme al gruppo dell’Orsomarso, rappresenta l’estremità più meridionale della dorsale appenninica costituita da rocce carbonatiche. Questa catena montuosa dell'Appennino meridionale, immersa nel cuore del Mediterraneo, presenta vette tra le più alte del Mezzogiorno d'Italia, coperte di neve per ampi periodi dell'anno, da novembre a maggio. Dalle sue cime, oltre i 2200 metri di altitudine, si possono ammirare le coste tirreniche e ioniche.
Tutta questa zona è tra le aree più selvagge d’Italia. Un'estensione di territorio enorme tra Basilicata e Calabria, luoghi nascosti, montagne dai nomi suadenti e terribili: Serra del Prete, Timpa del Demonio, Cozzo del Pellegrino, Serra Dolcedorme.
Tra i più belli del parco nazionale, il Bosco Magnano si trova presso San Severino Lucano appena fuori la frazione di Copani. Al bosco, lasciato il mezzo, si cammina in discesa verso il fiume per la traccia ben evidente che porta alla fine del ponte sulla provinciale.
La Flora e la Fauna del Pollino
La fauna e la flora del Parco del Pollino sono assai variegate. Tra i mammiferi presenti si segnalano il lupo appenninico, il gatto selvatico, la volpe, il cinghiale, il capriolo autoctono di Orsomarso, la lontra, il tasso, lo scoiattolo nero meridionale e il driomio. L'avifauna comprende l'aquila reale, l'avvoltoio capovaccaio, il falco pellegrino, il biancone, il falco lanario, il nibbio reale, il gufo reale, il gufo comune, il gracchio corallino, il corvo imperiale, il picchio nero e la rara coturnice. Tra i rettili presenti vi sono la biscia dal collare e la vipera, mentre tra gli anfibi si registrano ancora le presenze dell'ululone e della salamandra pezzata.
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Per quanto riguarda la vegetazione, fino a quasi 2000 m prevale la faggeta, pura o in formazioni miste con castagno, cerro e aceri. Nelle quote più basse il faggio si abbina all’agrifoglio e all’acero di Ungheria; nelle quote più alte e in ambiente di forra si accompagna all'acero di Lobel e, prevalentemente nel versante settentrionale, il faggio si associa all’abete bianco.
Il Pino Loricato: Simbolo del Parco
Tuttavia, i grandi protagonisti della vegetazione del Pollino sono senza dubbio i magnifici esemplari di pino loricato (Pinus heldreichii), che con le loro cortecce “corazzate” svettano isolati o in piccoli gruppi sulle pareti aspre e rocciose (fino a 2200 m). Questa conifera, di origine balcanica, è il simbolo del Parco Nazionale. Il pino loricato deve il suo nome alla caratteristica struttura della sua corteccia che ricorda le piastrine metalliche dell’antica corazza romana chiamata ” lorica “.
Il pino loricato è considerato un fossile vivente, un relitto pliocenico delle antiche foreste di conifere della penisola balcanica e dell'Appennino Meridionale. Infatti, si può trovare stabilmente solo sull’appennino calabro e lucano e in alcune zone dei balcani sudoccidentali.
Percorsi Escursionistici nel Pollino
Che amiate le escursioni a piedi, i trekking impegnativi o le gite giornaliere le montagne del Pollino vi stupiranno con una magnifica natura.
Escursione al Giardino degli Dei
L'escursione al "Giardino degli Dei", situato nei pressi di Serra di Crispo, offre la possibilità di ammirare i pini loricati in tutta la loro eleganza. Il modo migliore per stupirsi di fronte all’eleganza da bonsai dei pini loricati è proseguire oltre e salire sulla cresta alle loro spalle.
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L’escursione inizia dal Colle dell’Impiso (1578 mslm). Inforchiamo i bastoncini, indossiamo gli zaini, saliamo al colle vero e proprio (1 minuto dalla strada, è quel punto nel bosco in cui si trovano il pannello informativo e i segnavia) e iniziamo a camminare all’interno della bellissima e luminosa faggeta, inforcando la traccia in piano che si stacca giusto oltre ai cartelli. Camminiamo in piano per meno di venti minuti, fino a quando iniziamo a intravvedere una radura di fronte a noi. Usciamo così su una piccola radura, i Piani di Vaquarro (1500 mslm circa), circondata da faggi sopra i quali, di fronte a noi, emerge il Monte Pollino in tutta la sua bellezza. oltrepassiamo un ponticello di legno su un punto paludoso, “tagliamo” dentro un tratto di bosco - qui la traccia è leggermente meno evidente - e sbuchiamo su una strada carrareccia. La forestale sale uniforme, alta sopra il Torrente Frido.
Salita al Monte Pollino
Questo è l’itinerario classico per salire sul M. Pollino e nell’omonimo parco. Un percorso vario e molto panoramico non difficile , ma da non sottovalutare in caso di nebbia. Il giro attraversa alcuni dei luoghi più suggestivi del parco, il cuore del Pollino, che con i suoi pini loricati è uno dei gruppi montuosi più interessanti del meridione.
Da Colle Impiso ,punto di partenza dell’escursione 1573 m slm, si segue la pista che entra nel bosco e ,dopo pochi metri , si raggiunge un bivio con tabella per poi prendere il sentiero, che verso sinistra, entra pianeggiante nella valle. Dopo un lungo traverso si esce dal bosco nella località Vacquarro 1500 m slm . Poi si sale nella faggeta, si oltrepassa il bivio per la sorgente spezzavummule, e quindi si raggiunge il colle Gaudolino 1700 m slm ( rifugio sulla destra) tra la Serra del Prete e il monte Pollino. La veduta si allarga sul versante meridionale del Pollino.
Lungo il percorso, con una brevissima deviazione, ci si può abbeverare alla sorgente spezzavummola, chiamata cosi perché le sue acque sono cosi gelate che fanno rompere le ” vummule ” (antiche contenitori per l’acqua in terracotta).
Usciti dal bosco, ci si dirige verso i pini del Pollinello, e con una breve deviazione si può raggiungere il “patriarca” il pino più vecchio del Pollino (poco meno di 1000 anni).
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Il sentiero qui non’è sempre netto ma , seguendo la cresta sud-est e alcuni ometti , si raggiunge la vetta del M.
Altre Escursioni e Sentieri
- Bosco Magnano: Piacevole e non faticosa, l’escursione è perfetta soprattutto per chi non vuole impegnarsi nelle lunghe camminate che raggiungono il cuore del massiccio e allo stesso tempo non vuol perdere lo spettacolo dei pini loricati.
- Piano Ruggio: Da Piano Ruggio, dando le spalle al rifugio, a partire da una fontana una traccia segnata in bianco e rosso sale verso un secondo fontanile e quindi taglia i prati fino a entrare nel bosco.
- Piano Toscano: Proseguendo nel bosco, qui di giovani faggi, e scavalcato un crinale scendiamo fino a ritrovare la carrareccia che sale dai Piani di Vacquarro in corrispondenza di un grande omino di sassi. Poco più avanti il bosco si apre definitivamente nel grande Piano Toscano, dove si può piegare a sinistra salendo liberamente per i pendii erbosi a tratti ripidi in direzione delle creste ormai ben visibili.
- Valle dell’Argentino: All’ingresso dell’abitato, che è incastonato al centro di un anfiteatro di pareti rocciose, dopo il comando dei Carabinieri si scende sulla destra verso il fiume seguendo le indicazioni per la Riserva Statale Valle dell’Argentino.
- Gole del Raganello: E dal borgo diversi belvedere assicurano stupende vedute delle Gole del Raganello, che con uno sviluppo di tredici chilometri - dalla sorgente Lamia a Civita - costituiscono una zona entusiasmante per gli appassionati di torrentismo.
Consigli Utili per le Escursioni
Un’avvertenza: camminare in autonomia nel Pollino non è proprio semplice. I sentieri - almeno in veste estiva - non presentano particolari difficoltà tecniche, ma l’orientamento può mettere a dura prova anche gli escursionisti esperti.
L’escursione descritta è parzialmente segnata. Nella parte bassa sono presenti i classici segni bianco-rosso, mentre in alto occorre un minimo di esperienza poiché il sentiero non’ è netto e privo di indicazione eccetto sporadici ometti.
È il caso di notare come la segnaletica presente si riferisca sempre alle ippovie (percorsi a cavallo di più giorni) e mai alla sentieristica ufficiale del parco, come sarebbe senz’altro più utile.
Tabella riassuntiva delle principali cime
Nome | Altezza (m s.l.m.) | Note |
---|---|---|
Colle dell’Impiso | 1573 | Punto di partenza per diverse escursioni |
Bivacco Colle Gaudolino | 1680 | Rifugio situato tra la Serra del Prete e il Monte Pollino |
Monte Pollino | 2248 | Una delle vette più alte del parco |
Varco del Malvento | 1974 | Passaggio panoramico |
Serra Dolcedorme | 2267 | La cima più alta del gruppo del Pollino e dell'Appennino Meridionale |
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