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Fondo Accessibilità Turistica: Requisiti, Incentivi e Normative per un Turismo Inclusivo in Italia

L’accessibilità, specialmente nell’ambito turistico, sta acquistando sempre più un valore per coloro che lavorano in questo settore e nei servizi ad esso collegati. Migliorare l’offerta del turismo accessibile è un’esigenza sociale che non può più essere ignorata e una sfida molto importante. È un segno imprescindibile di civiltà, oltre che un importante fattore di crescita e sviluppo per un settore centrale dell’economia del nostro Paese.

L'accessibilità nel turismo moderno. Come abbiamo detto, strutture inclusive e accessibili permettono di accogliere una platea molto vasta di turisti. Ci troviamo davanti ad un mercato che ancora oggi, nonostante i numeri più che interessanti, non riceve l'attenzione che dovrebbe da parte del sistema turistico italiano.

L’Istat ha stimato un aumento del 70% entro il 2035 dei viaggiatori con disabilità. A livello europeo, uno studio dell'Università del Surrey ha stimato 133 milioni di turisti con esigenze di accessibilità che ad oggi generano un introito di oltre 80 miliardi di euro. Questo considerevole aumento è dovuto all’allungamento della vita, alla crescita delle patologie croniche e alla disabilità, ma attualmente l’accessibilità delle destinazioni italiane non soddisfa neanche il 25-35% della domanda attuale. Tutti i turisti, senza eccezioni, desiderano godere dei servizi di una destinazione turistica in modo inclusivo, senza limitazioni. Sta a noi adattarci per offrire esperienze che rispondano a queste aspettative.

Requisiti e Obiettivi del Fondo per l'Accessibilità Turistica

Le strutture imprenditoriali che decidono di investire nell’adeguamento delle proprie strutture avranno accesso al fondo previsto dalla Legge di Bilancio, destinato alla realizzazione di interventi per l’accessibilità all’offerta turistica delle persone con disabilità. La dotazione è di sei milioni di euro per ciascuno degli anni 2022, 2023 e 2024.

Come riportato sul sito del Ministero del Turismo è stato stanziato un apposito fondo per sostenere lo sviluppo e la diversificazione dell’offerta turistica rivolta alle persone con disabilità e favorire l’inclusione sociale. L’intervento - che prevede una dotazione pari a 6 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022, 2023 e 2024 - è volto a finanziare i servizi utili al conseguimento delle certificazioni di accessibilità:

  • UNI ISO 21902:2022 - Turismo accessibile per tutti - Requisiti e raccomandazioni
  • UNI CEI 17210:2021 - Accessibilità e usabilità dell’ambiente costruito - Requisiti funzionali
  • UNI/PdR 92:2020 - Stabilimenti balneari - Linee guida per la sostenibilità ambientale, l’accessibilità, la qualità e la sicurezza dei servizi

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Ai sensi dell’art. 1, comma 3, dell’Avviso pubblico 28 giugno 2022, prot. n. 8265/22, e in linea con l’art. 2, comma 1 lett. b), del Decreto 19 aprile 2022 del Ministro del Turismo di concerto con il Ministro per le Disabilità, si conferma che le strutture recanti codice Codice ATECO 55.20.2 sono ricomprese tra i destinatari del Fondo in oggetto.

In linea con quanto previsto dall’art. 2, comma 1 lett. b), del Decreto 19 aprile 2022, prot. n. 5323, del Ministro del turismo di concerto con il Ministro per le disabilità, si conferma che i soggetti in possesso di ATECO prevalente 55.20.52 risultano ricompresi tra i destinatari del c.d. Fondo Accessibilità Turistica di cui all’art. 1, commi 176 e 177, della Legge 30 dicembre 2021, n. Tali soggetti potranno, pertanto, accedere alla piattaforma per le richieste di contributo di cui al link indicato nella domanda (“Accesso destinatari Fondo”).

Per poter richiedere i finanziamenti a valere sul Fondo per l’accessibilità del turismo è richiesto il possesso di specifici codici ATECO.

Suggerimenti e strategie

Negli anni, il paradigma culturale della disabilità è cambiato profondamente, influenzando mentalità, atteggiamenti, leggi e comportamenti. L'approccio attuale si basa sull’ICF (International Classification of Functioning, Disability and Health), pubblicato nel 2001 dall'OMS, che rappresenta una visione innovativa rispetto al vecchio modello, focalizzato su limiti, disabilità motoria e barriere architettoniche. L’ICF introduce un approccio più inclusivo, considerando la disabilità come il risultato dell’interazione tra persona e ambiente. È fondamentale approfondire e assimilare le innovazioni culturali e rivoluzionarie proposte da questo modello per trasformare l’approccio all’accessibilità e al turismo accessibile.

Il modello attuale introdotto dall'ICF prevede di:

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  • considerare il funzionamento di ogni persona in rapporto alla sua condizione di salute, analizzando cosa può fare e non i suoi limiti;
  • considerare la disabilità come il risultato dell’interazione fra la condizione di salute di una persona e i fattori contestuali con cui essa si relaziona.

Da ciò derivano due importanti capisaldi:

  • Universalismo: la classificazione non ha per oggetto un gruppo ristretto di individui ("persone con disabilità"), ma tutte le persone che, in una fase limitata o duratura della vita, hanno uno stato di salute che in un contesto ambientale sfavorevole può generare delle esigenze di accessibilità.
  • Fattori contestuali: la disabilità e l’esigenza di accessibilità che ne consegue, non è una condizione dell’individuo, ma l’esito di una interazione nella quale i fattori contestuali concorrono a modificare il benessere della persona negativamente (barriere) o positivamente (facilitatori).

Ciascuno di noi può essere "ambiente" per qualcun altro e dobbiamo assumerci la responsabilità nell’essere barriera o facilitatore.

Vantaggi economici per le imprese

Investire nell’ospitalità accessibile in una città non solo offre benefici economici rilevanti, ma migliora anche la qualità della vita per i cittadini. Secondo l’OMT, circa il 15% della popolazione mondiale vive con una disabilità, un segmento di mercato in costante crescita. Investire in soluzioni accessibili permette quindi di intercettare una quota significativa di questa domanda.

Sempre dai dati dell'OMT, il turismo accessibile sta crescendo a un ritmo superiore rispetto a quello generale. Nei Paesi sviluppati, il 25% della popolazione presenta almeno una disabilità, rappresentando un’opportunità significativa per il settore. Città che investono nell’ospitalità accessibile possono distinguersi come destinazioni globali di riferimento.

Linee guida per il turismo accessibile: Universal Design e buone pratiche

Una progettazione adeguata e intelligente degli spazi e dei servizi dell’ambiente urbano, così come delle attività economiche, permette di considerare l’accessibilità come chiave nella costruzione di comunità e nel miglioramento dell’accoglienza. L'Universal Design, o "Progettazione Universale", è un approccio che punta a rendere ambienti, prodotti e servizi accessibili e fruibili da chiunque, indipendentemente da abilità o caratteristiche fisiche. Il suo obiettivo è promuovere inclusività e accessibilità per tutti, comprese persone anziane, con disabilità o con esigenze di accessibilità temporanee.

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I vantaggi dello Universal Design sono molteplici:

  • maggiore inclusività turistica, una città accessibile è infatti più attraente per un pubblico diversificato;
  • maggiore soddisfazione del cliente;
  • aumento dell’afflusso turistico;
  • adattamento alle tendenze demografiche: con l’invecchiamento della popolazione, una città turistica che adotta principi di Universal Design è più rispondente alle esigenze degli anziani, siano essi residenti o turisti;
  • normative sull’accessibilità: adottare e applicare questi principi non solo rispetta le normative sull’abbattimento delle barriere architettoniche ma può posizionare la città al di sopra degli standard minimi, dimostrando un impegno per l’eccellenza e la responsabilità sociale;
  • sostenibilità a lungo termine: riduce la necessità di modifiche future e adattamenti.

Facciamo ora qualche esempio pratico di servizi offerti che competono alla sfera pubblica, ma che incidono molto anche sull'inclusività dello zona urbana:

  • la presenza di parcheggi ad agevole distanza, compresi i parcheggi riservati ai titolari CUDE (Contrassegno Unico Disabili Europeo);
  • la diffusione di informazioni, semplici e chiare, circa l’accessibilità delle aree e dei servizi presenti;
  • la presenza di una chiara e visibile segnaletica di orientamento e di informazione;
  • l’efficienza dei mezzi di trasporto pubblici, che dovranno essere accessibili a tutti e prevedere un’adeguata frequenza oraria;
  • l’ottima manutenzione delle pavimentazioni e degli arredi urbani a disposizione degli utenti dell’area commerciale.

Incentivi e agevolazioni

Incentivi Fiscali per l'Accessibilità

  • Credito d'Imposta per l'Eliminazione delle Barriere Architettoniche: Dal primo gennaio 2022 al 31 dicembre 2025 è possibile beneficiare di un credito d'imposta per le spese sostenute per eliminare le barriere architettoniche. Il bonus copre il 75% delle spese sostenute fino a un massimo variabile da 30mila a 50mila euro, a seconda dell'edificio interessato.
  • Superbonus 110%: include interventi per l'abbattimento delle barriere architettoniche se effettuati in concomitanza con altri lavori di efficientamento energetico.

Incentivi per l'Innovazione Tecnologica a Supporto dell'Accessibilità

  • Fondo Rotativo per il Turismo (FRI Tur): l'agevolazione, prevista tra gli investimenti del Pnrr, è dedicata alle strutture ricettive che prevedono di investire in progetti per migliorare e potenziare i servizi all'ospitalità.

Normativa

Una panoramica delle normative nazionali e regionali in materia di accessibilità, eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici sia pubblici che privati.

Normative Nazionali

  • Legge n. 13/1989 - "Disposizioni per favorire il superamento e l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati".
  • Decreto del Presidente della Repubblica n. 503/1996 - Norme per l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici, spazi e servizi pubblici.
  • Legge n. 104/1992: Legge quadro per l'assistenza e l'integrazione delle persone con disabilità.

Normative Regionali

  • Piani per l'Eliminazione delle Barriere Architettoniche (PEBA): diverse regioni italiane hanno adottato piani per garantire l'accessibilità negli edifici pubblici e privati. I PEBA sono stati introdotti nel 1986 con l'articolo 32, comma 21 della legge 41, integrati con l’articolo 24, comma 9, della legge 104 del 1992 che ne ha esteso l'ambito agli spazi urbani. Si tratta di strumenti utili per il monitoraggio e il superamento della barriere architettoniche insistenti sul territorio.

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