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Il Giro d'Italia: Storia, Edizioni Turistiche e Romanzo Popolare

Il Giro d’Italia è stato definito (a ragione) un grande romanzo popolare.

Storia (e storie) di biciclette e corridori, di gente fuori dalle case assiepata in strada ad aspettare i loro miti. Storia del nostro grande Paese, di un’Italia che rinasceva dalla guerra con il ciclismo che entrava nelle case dai fili della radio.

Dal lontano 1909, anno dell’edizione numero 1, a quella numero 107 da Torino (Venaria Reale) a Roma, dalla vecchia capitale d’Italia a quella di oggi.

Fatica e duelli che sono diventati pagine di letteratura.

Un intero paese unito intorno ai suoi eroi, inseguiti con lo sguardo dai bordi delle strade, seguiti attraverso le radioline o i televisori.

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Sono passati 114 anni dalla prima edizione.

Allora il ciclismo era lo sport nazionale per eccellenza e i suoi campioni erano popolarissimi, festeggiati come eroi.

Eppure, l'emozione di veder sfrecciare le due ruote tra le strade delle nostre città continua ad essere la stessa di allora.

Questa mostra è l'occasione per rivivere le tappe che hanno segnato la storia d'Italia, per ricordare i vincitori e tutti gli sportivi legati a questa competizione.

Giroland: L'Esperienza Turistica del Giro

Festa, divertimento, musica e animazione: il circo del Giro d’Italia approda in tutti gli arrivi di tappa con Giroland.

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Assapora l’aria di festa nel nostro villaggio dedicato ad adulti e bambini dove immergersi e scoprire la storia e i simboli della Corsa Rosa.

Tra Garibaldi, maglie e bici storiche, fai una foto con il Trofeo Senza Fine, condividila sui social e divertiti con la musica di RTL 102.5.

Orari dei villaggi Giroland:

  • Apertura 13:30
  • Chiusura 19:00

Il Giro d'Italia attraverso gli occhi degli scrittori

Ripercorriamo questa stirpe di viaggiatori e narratori che lontani da cronache e tecnicismi di gara hanno raccontato la favola del Giro d’Italia.

Achille Campanile è il precursore e padre di avventure di tanti cantori speciali della corsa rosa, come Alfonso Gatto, Dino Buzzati, Vasco Pratolini, Anna Maria Ortese e molte altre penne e spiriti innamorati delle due ruote che hanno han dato vita a pagine e libri da andare a sfogliare.

Achille Campanile e il Giro del 1932

Campanile fu mandato a seguire il Giro d’Italia del 1932 dall’amico Ermanno Amicucci, direttore della Gazzetta del Popolo.

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Ci andò controvoglia ma ben presto iniziò ad apprezzare la compagnia, la vita in strada e le storie nascoste dentro la corsa.

Pedalò (o così almeno narra) fingendosi corridore e capitano della fantomatica formazione dei “sempre in coda”, capeggiata da lui e dal suo servitore Battista, uomo dai “bianchi favoriti, dignitosissimo in bicicletta”.

Nel suo racconto (“un nonsense ciclistico-narrativo lungo 13 tappe e 10 soste”) riporta le gesta degli “isolati”, ossia di quei corridori senza squadra che parteciparono al Giro d’Italia vinto da Antonio Pesenti.

Dagli scritti di Achille Campanile al Giro del ’32 uscirà il libro “Battista al Giro d’Italia. Intermezzo Giornalistico“.

Alfonso Gatto e le lezioni di Fausto Coppi

Nel 1947 e nel 1948 fu la volta di Alfonso Gatto che seguì le due edizioni del Giro d’Italia da inviato per L’Unità.

Lo scrittore campano teneva sempre una sigaretta tra le dita.

Amava il nuoto e il calcio (tifoso del Milan e di Rivera).

Amava anche il ciclismo ma confessava sorridendo di non saper pedalare e descriveva le biciclette come “macchine da angeli”.

Gatto passò dal Giro d’Italia ciclistico a quello sociale e umano, con racconti dalla carovana in mezzo a paesi, piazze e mercati, dove protagonista è la gente comune, appena uscita dalle macerie della seconda guerra mondiale.

Da quei due Giri d’Italia è nato il volume “Sognando di volare” (1983), a cura di Luigi Giordano per le edizioni Il Catalogo di Lelio Schiavone (una galleria d’arte a Salerno) in tutto 500 copie, una vera e propria chicca custodita gelosamente dai fortunati proprietari.

Dino Buzzati e la rivalità tra Coppi e Bartali

Nel 1949 lo scrittore di Belluno fu incaricato di seguire il Giro d’Italia come inviato del Corriere della Sera.

I giornalisti seguivano in macchina il percorso e al termine di ogni tappa si precipitavano in albergo, scrivevano i pezzi, e li dettavano agli stenografi dei giornali.

Buzzati scrisse venticinque cronache, che sono state raccolte nel volume “Dino Buzzati al Giro d’Italia”.

Buzzati chiuse così l’ultima corrispondenza da quel Giro: “E il prossimo anno in maggio sarà data di nuovo la partenza e l’anno dopo ancora e così via, di primavera in primavera, perpetuandosi la fiaba”.

Vasco Pratolini e il Circo del Giro d’Italia

Nel 1947 (e ci sarà anche nel 1955) arriva nella carovana rosa Vasco Pratolini, inviato speciale del Nuovo Corriere di Firenze.

Lo scrittore fiorentino è un grande appassionato delle due ruote, tifoso della squadra toscana e di Bartali ma il corridore di cui parla spesso è il siciliano Corrieri “…si guadagna il pane correndo in bicicletta come milioni di uomini simili a lui se lo guadagnano lavorando nelle officine e nei cantieri.

È siciliano, è venuto in continente e penso abbia una grossa famiglia da mantenere…”.

Pratolini è molto fedele alle cronache agonistiche ma allo stesso tempo racconta con la sua verve umoristica tutto quello ruota attorno (e dietro le quinte) alla gara.

Si inventa l’accostamento tra la corsa e il mondo del circo.

Dalle sue partecipazioni ai Giri del ’47 e ’55 usciranno due volumi: Cronache dal Giro d’Italia (maggio-giugno 1947), con introduzione di Goffredo Fofi e postfazione di Alberto Polverosi, e Vasco Pratolini al 38° Giro d’Italia (14 maggio-5 giugno 1955).

Anna Maria Ortese, la prima donna a scrivere del Giro

Nel 1955 sarà la volta di Anna Maria Ortese che seguirà il Giro d’Italia per le pagine dell’Europeo, prima donna a scrivere della corsa rosa.

Di quei giorni al Giro la Ortese scrisse tre lunghi articoli che si possono ritrovare nel volume La lente scura. Scritti di viaggio (Adelphi, 2004).

Il libro è un’antologia di scritti e articoli della scrittrice usciti fra il 1939 e il 1964 su varie testate.

In questo volume soltanto venti pagine parlano del Giro del 1955.

Indro Montanelli, la vita quotidiana e la politica

Nel 1947 Indro Montanelli viene incaricato dal Corriere della Sera di seguire il Giro d’Italia.

Le cronache sportive di Montanelli diventano una lente per mettere a fuoco la vita quotidiana, in cui lo sport e i grandi temi della politica e della storia sono indissolubilmente legati.

Montanelli racconta l’Italia con la sua penna critica e anticonformista.

Da queste due stagioni come inviato al Giro d’Italia, uscirà il volume Indro al giro: Viaggio nell’Italia di Coppi e Bartali - cronache del 1947 e 1948.

Mostre e celebrazioni del Giro d'Italia

Attraverso i raggi di una bicicletta si può anche leggere il Paese.

È quello che si propone la mostra IL GIRO. Una storia d’Italia ospitata al Museo di Roma in Trastevere dal 24 maggio al 18 giugno.

Un inedito corpo fotografico riguardante la storia del Giro d’Italia - più di cento immagini - tratte in grandissima parte dall’Archivio Storico Riccardi, che racconta, dal 1909 a oggi, uno spaccato dell’Italia molto significativo.

Con una minuziosa attenzione non solo alle cronache, ma anche alle innovazioni tecniche e al contorno pubblicitario che alimentano la passione e la mitologia popolare, l’esposizione offre al visitatore una narrazione di sorprendente spessore storico che illumina molti aspetti della società contemporanea.

Un evento unico in grado di unire sano agonismo, storia e tradizione, come raccontano questi scatti unici dell’Archivio Riccardi in mostra al Museo In Trastevere e in piazza Anco Marzio ad Ostia.

Il racconto si snoda non solo attraverso i grandi protagonisti del Giro d’Italia - da Fausto Coppi e Gino Bartali, passando per Gimondi, Moser e Saronni fino ad arrivare a Marco Pantani e Vincenzo Nibali - ma gli scatti descrivono anche l’evoluzione di questo splendido sport e fanno scoprire la passione fatta di inseguimenti e cadute, vittorie in volata e salite estenuanti fissate nella memoria collettiva di più generazioni.

Esposta anche la bicicletta utilizzata nel 1945 da Fausto Coppi, il quale con la casacca della Lazio ciclismo e grazie alla iniziativa dell’imprenditore romano Edmondo Nulli poté tornare alle corse, alla fine della seconda guerra mondiale.

Il percorso espositivo, ad alto impatto visivo, vede protagonisti i grandi nomi del Giro d’Italia - da Fausto Coppi e Gino Bartali a Gimondi, da Moser a Saronni, da Marco Pantani a Vincenzo Nibali - e si snoda attraverso l’evoluzione di questo magnifico sport.

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