Albergo Atene Riccione

 

Globalizzazione e Turismo: Impatti e Sfide

Secondo la definizione dell’OCSE (Organisation for Economic Co-Operation and Development), la globalizzazione è un processo attraverso cui mercati, idee e produzioni nei diversi Paesi diventano sempre più interdipendenti tra loro, generando così strette interazioni tra nazioni, economie e popoli. Si tratta quindi di un fenomeno che unisce sempre più le comunità umane, grazie al continuo interscambio di beni, servizi, informazioni e denaro, oltre che agli spostamenti di persone (flussi migratori, turistici - che costituisce la vera novità- di lavoro).

Per effetto di questa interdipendenza, decisioni, eventi e attività, ovunque si manifestino, si ripercuotono con conseguenze significative anche in regioni molto lontane tra loro. Va detto che c’è anche chi ha parlato di globalizzazione come di una “grande suggestione”, chi ne ha affermato l’inesistenza o la “non -novità” ecc. La globalizzazione in effetti c’è sempre stata, addirittura in certi periodi storici sarebbe stata anche maggiore di oggi, ma è indubbio che la velocità con cui decisioni prese in una parte del mondo influenzino la parte diametralmente opposta (e viceversa) è una novità assoluta.

Quello che è cambiato è quindi l’ancor più veloce (l’istantaneo) passaggio di informazioni. Ma ribadisco che riguardo alle compenetrazioni economiche (e anche politiche) questa è sempre esistita. Si consideri, senza citare gli imperi “storici” e le loro conseguenze, che anche prima della prima guerra mondiale “la globalizzazione” era davvero a livelli massimi. Nella storia sono maggiori i periodi di grandi “connessioni” piuttosto che quelli di “grande isolamento”. Questo per dire che la questione può essere vista da tanti e differenti punti di vista.

L'Italia e il Turismo nell'Era della Globalizzazione

L’Italia continua a occupare una posizione di vertice nelle classifiche di attrattività turistica grazie alla cultura, alla gastronomia e alle opportunità di shopping. Tuttavia, il settore turistico nazionale è sempre più insidiato da nuove destinazioni emergenti come Cina, India e i Paesi della penisola arabica, che non solo incrementano la domanda di turismo, ma stanno sviluppando una notevole capacità attrattiva. Questi Paesi competono intensamente proponendo eventi unici e tematizzando l’offerta, un approccio che anche l’Italia deve adottare per mantenere la sua posizione di rilievo.

Il mercato turistico internazionale registra numeri da record, con circa 60 milioni di arrivi stimati per l’anno in corso, mentre il mercato domestico soffre di una crescente “inflazione turistica.” Serve una cooperazione tra tutti gli attori del settore per sviluppare pienamente le potenzialità del turismo nostrano. «Il turismo», ha dichiarato Destro, «è un vero e proprio giacimento economico, con un valore superiore ai 110 miliardi di euro. Considerando anche l’indotto e i servizi collegati, l’impatto economico del settore sfiora i 600 miliardi di euro. Ad ogni modo questa è una stagione d’oro per il turismo italiano, con risultati positivi in vari ambiti: dal turismo montano ai parchi di divertimento, dal settore MICE (Meetings, Incentives, Conferences, and Exhibitions), in crescita del 12%, fino al turismo legato agli eventi.

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L’assemblea ha evidenziato come l’incremento dei flussi turistici internazionali - previsto in aumento del 2% nel 2024 rispetto ai livelli pre-pandemici del 2019 - ponga nuove sfide. Marina Lalli ha inoltre annunciato gli Stati Generali di Federturismo, previsti per il 10 aprile 2025. «Al centro dei lavori», ha dichiarato, «ci saranno temi cruciali come turismo digitale, intelligenza artificiale, sostenibilità, infrastrutture e strumenti finanziari».

Impatti Ambientali del Turismo di Massa

Quest’anno sono ormai più di 954 milioni i turisti arrivati in una qualche destinazione, 45 arrivi ogni secondo. Secondo la World Bank ogni anno i turisti complessivi sono quasi un miliardo e mezzo. Nel 1950 erano 25 milioni, per il 2030 si potrà arrivare a 1,8 miliardi. Queste grandi masse di persone e tutto l’indotto che sta dietro non può che generare impatti negativi sul clima, visto l’attuale impianto abbondantemente fossile dell’economia globale.

In particolare, il turismo è responsabile del 5% delle emissioni di gas serra globali, dove il trasporto copre la quasi totalità del contributo. E secondo quanto riportato dall’UNEP (il programma ambientale delle Nazioni Unite), senza fare la transizione ecologica, «il turismo genererebbe fino al 2050 un aumento del 154% nel consumo di energia, del 131% nelle emissioni di gas serra, del 152% nel consumo di acqua e del 251% nello smaltimento dei rifiuti solidi».

Per quanto riguarda i trasporti usati, nel turismo, una crociera emette mediamente nove volte di più che un volo transatlantico, con emissione per passeggero tra 1,2 e 9 tonnellate di CO2 per viaggio. In ogni caso, tra il 1990 e il 2019 le emissioni causate dall'aviazione internazionale sono aumentate del 146%. A Barcellona, per esempio, il 38% delle catture dei pescherecci è rappresentato da rifiuti; la città ha tra i tassi più alti di produzione di rifiuti plastici; è oggetto di inquinamento acustico anche per colpa dell’82% dei turisti, che arrivano via aereo (ci sarebbe anche l’alta velocità dalla Francia, ma quest’ultima non ha completato il collegamento ferroviario nei Pirenei, dice Energy Monitor).

Per quanto riguarda il consumo di acqua, lo EPRS dice che «la Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi (CIPRA) ha stimato […] che per innevare artificialmente una pista da sci di 1 ettaro sono necessari circa 1 milione di litri d'acqua». Per un campo da golf di 54 ettari a 18 buche, ne servirebbero tra 300mila e un milione di metri cubi l’anno. Per altro, rispetto a un normale residente, è stimato che un turista consuma in media almeno 3 volte più acqua al giorno, e questo è un problema per le zone turistiche che patiscono anche periodi di siccità, come le province di Alicante, Murcia e Almeria: la Spagna orientale sarebbe deficitaria «di almeno 400 milioni di metri cubi di acqua all'anno».

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La sproporzione nel consumo di acqua vale anche per i rifiuti: per esempio a Malta un turista produce 1,25 chilogrammi di rifiuti al giorno contro gli 0,68 di un residente; e proprio le isole sono tra i luoghi più in difficoltà a gestire lo smaltimento di sovrabbondanza di rifiuti. Anche le acque reflue rappresentano un problema, sia a livello di salute pubblica che a livello di biodiversità.

Abbiamo menzionato i mozziconi di sigaretta per le spiagge: considerando solo il lato economico, si tenga conto che pulire le coste dai rifiuti può costare circa 630 milioni di euro all’anno. E questo non è un discorso di transizione ecologica, ma di semplice civiltà (esistono portacenere tascabili). Lo stesso vale per la montagna, su cui, come si diceva all’inizio, è bene recarsi in modo informato.

Impatto del Cambiamento Climatico sul Turismo

«Quest'estate l'Europa meridionale è stata meno Barbie e più Oppenheimer», scrive Bloomberg a proposito del caldo torrido che ha colpito i paesi mediterranei questa estate. «I giorni con temperature a metà pomeriggio superiori ai 30°C sono 2,7 volte più numerosi ad Atene, 3,7 volte a Barcellona, 8,1 volte a Parigi e ben 10,4 volte a Londra.

La parola “tourism” compare ben 672 volte nel secondo volume dell’ultimo rapporto IPCC sugli impatti del cambiamento climatico. Si legge per esempio che «l'industria sciistica australiana è molto sensibile ai cambiamenti climatici, a causa della riduzione della profondità della neve e della durata della stagione della neve». Ma anche che «gli incendi dell'estate 2019-2020 hanno avuto un impatto sul turismo e sulle infrastrutture di viaggio, colpendo la qualità dell'aria».

L’esperienza turistica nell’Isola del Sud della Nuova Zelanda ha risentito di un pericolo di caduta massi maggiore, causato dal ritiro di circa 700 metri dal 2008 dei ghiacciai Fox e Franz Josef. In Europa, si prevedono danni per l'industria sciistica europea. In particolare, dice l’IPCC, con un riscaldamento globale di 2°C «l'attività delle località di bassa quota senza innevamento sarà probabilmente interrotta», con 3°C neanche l’innevamento artificiale sarà sempre sufficiente. Lo sci è danneggiato anche in Nord America, con una riduzione fino a 17 giorni della stagione turistica negli inverni con caldi record e una riduzione dei profitti del 33%, cioè di circa 45 milioni di dollari.

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L’IPCC continua scrivendo che «il 30% degli hotel lungo il Golfo del Messico e il Mar dei Caraibi è esposto alle inondazioni e il 66% si trova su spiagge in erosione. Il fiuto americano per gli affari ha prodotto però una nuova forma di turismo, a tratti macabra e a tratti triste: il turismo “dell’ultima occasione”. Nonostante tra i ghiacci sia più alto il rischio di collisioni tra yacht artici privati (poco regolamentati rispetto alle altre navi), sono aumentati i viaggi verso le zone artiche sfruttando la fusione glaciale in aumento. L’obiettivo è osservare la fauna locale “prima che si estingua”. È il caso degli orsi polari a Churchill, Manitoba e in Canada, per esempio.

Nell’Artico la domanda di crociere «è aumentata del 20,5% negli ultimi 5 anni e ha portato a 27,2 milioni di passeggeri nel 2018». Nell'Antartico questo tipo di turismo è diventata la maggiore attività economica della regione con 75mila visitatori nel biennio 2019-2020. Per quanto serva una risposta anche economica agli impatti del clima sul turismo, è lecito pensare che non siano solo queste le uniche possibilità.

Globalizzazione e la Diffusione delle Resistenze Antimicrobiche

Da allora una delle più significative implicazioni dello sviluppo di questo modello socio-economico è stato che, all’ampliamento delle aree geografiche raggiunte dalla globalizzazione, è conseguita una progressiva riduzione dei tempi di transito attraverso le barriere geografiche e politico-doganali e una sempre più rapida circolazione di beni e persone. Se negli ultimi decenni il contenimento delle cosiddette malattie emergenti e riemergenti e delle epidemie regionali ha mobilitato grandi risorse e ha stimolato la creazione di network di centri sentinella, meno esplorate sono, invece, rimaste le problematiche relative alla potenziale diffusione su scala globale delle resistenze agli antimicrobici.

Sebbene molteplici studi abbiano cercato di quantificare le dimensioni di tale fenomeno e di identificarne i determinanti e le possibili variabili, al momento i dati disponibili restano incompleti e gravati da significative disparità metodologiche. Pur con i suddetti limiti, è possibile attualmente individuare il presupposto epidemiologico dello spread delle resistenze nelle importanti differenze di prevalenza registrate tra un’area geografica e l’altra.

L’inefficace regolamentazione presente nell’ordinamento giuridico di vari paesi e l’assenza di sistemi di sorveglianza in molte aree del mondo, unitamente alle opportunità di diffusione offerte dalla globalizzazione, hanno favorito non solo la selezione ma anche la circolazione di specie mi-crobiche resistenti. Tuttavia una recente metanalisi, pubblicata su Lancet Infectious Diseases nel 2018 e basata sull’analisi di 2.274 articoli e di 2.319 migranti in un range temporale tra il 2000 e il 2017 in Europa, ha mostrato che in questa popolazione la prevalenza complessiva di persone portatrici di microrganismi resistenti o infette era del 25,4% (IC 95%, 19,1-31,8). Tale prevalenza complessivamente raggiunge livelli ancor più elevati nei setting rappresentati da micro-comunità di migranti come i campi profughi e le strutture di accoglienza o detenzione (33,1%, 11,1-55,1).

Relativamente ai flussi turistici è stato osservato che i viaggiatori al rientro nei paesi di origine sono potenziali carrier di germi resistenti acquisti nel corso del loro soggiorno all’estero. I viaggi in Asia e nel subcontinente indiano presentano i maggiori rischi per l’acquisizione di enterobatteriacee produttrici di ESBL (extendedspectrum beta-lactamase) o CRE (carbapenem resistant Enterobacteriaceae) con tassi di colonizzazione che raggiungono anche l’85%. I turisti ricoverati in Asia meridionale (77%), America Latina (60%) e Africa (60%) avevano la maggior probabilità di essere carrier.

Una menzione a parte poi meritano i viaggiatori che si muovono per motivi sanitari (cosiddetto turismo sanitario) che nel solo 2018 sono stati stimati essere circa 11 milioni. In questa popolazione mobile il rischio relativo di essere carrier di resistenze è stato stimato essere mediamente superiore a quello della popolazione residente; inoltre il viaggio, come modalità di accesso alle cure ospedaliere, rappresenta un rischio aggiunto per la loro diffusione nel paese ospitante. Complessivamente meno studiato, ma non meno significativo, è il contributo del commercio globale di prodotti alimentari allo spread delle resistenze.

Esemplificativa in questo senso è la recente osservazione in Cina dell’emergenza di un meccanismo di resistenza alla colistina mediata da plasmide (MCR-1) (8). Questa nuova resistenza, individuata negli animali da produzione alimentare, è stata successivamente riscontrata anche in esseri umani, animali domestici e nel cibo (9). Essendo la globalizzazione un processo al momento irreversibile con implicazioni sanitarie complesse e solo parzialmente controllabili, le strategie di contenimento delle resistenze agli antimicrobici proposte dal WHO si stanno sempre più indirizzando verso un piano d'azione globale incentrato su obiettivi strategici fondamentalmente pedagogici quali il rafforzamento della consapevolezza sull’argomento, l’implementazione della sorveglianza e della ricerca e l’ottimizzazione dell’uso di agenti antimicrobici.

Turismo e Cultura Digitale

Il cambiamento tecnologico che stiamo vivendo sta scatenando una serie di trasformazioni su larga scala e a diversi livelli. Siamo consapevoli dell’impatto che l’IA e l’automazione avranno nelle nostre aziende e, più in generale, sul marketing turistico. Questi cambiamenti hanno origine da pensieri, scienze, procedure, concetti e comportamenti mai esistiti prima e che, tutti insieme, si traducono nella nascita di una nuova cultura: la cultura digitale, che rappresenta la vera sfida contemporanea.

Negli ultimi 30 anni il mondo ha assistito a profondi cambiamenti politici, economici e sociali negli ultimi 30 anni. Ma anche le trasformazioni tecnologiche sono state rapide e sostanziali. Viene spontaneo collegare questo cambiamento alla globalizzazione che permette a centinaia di milioni di persone, in posti differenti del mondo, di navigare sullo stesso sito, ridere delle stesse battute e seguire le stesse tendenze turistiche: è il fenomeno chiamato McDonaldization.

Una delle sfide più significative del marketing turistico è la globalizzazione. La standardizzazione del servizio, a cui molte aziende ambiscono, rischia di far perdere il valore della diversità (e dell’unicità) che il mercato invece richiede. I viaggiatori sono usciti dalla loro comfort zone. In quanto esseri umani siamo consapevoli del nostro ruolo nel mondo globalizzato e della nostra responsabilità nel migliorarlo.

Verso un Turismo Sostenibile

Il turismo è un’attività in costante crescita, che contribuisce enormemente al rafforzamento economico dei paesi. Se da un lato, i viaggiatori sono in rapido aumento e il turismo arricchisce l’economia dei luoghi, dall’altro è necessario non perdere di vista gli impatti sull’ambiente e sulla socitetà. La sostenibilità è infatti una delle grandi sfide da affrontare per lo sviluppo del turismo su diverse scale (globale, regionale, locale). E questo tema dovrebbe essere considerato una priorità per aziende e governi.

Il fenomeno della globalizzazione e la rivoluzione tecnologica che il mondo sta attraversando oggi fa aumentare a grande velocità la circolazione di prodotti, informazioni, denaro e anche persone. Questi fenomeni hanno sicuramente cambiato il modo di vedere il turismo e le possibilità dei viaggiatori di muoversi nel mondo. Molti spazi che prima non erano visitati dai turisti oggi accolgono sempre più persone e alcune destinazioni turistiche mondiali sono congestionate da una domanda turistica in costante crescita.

La varietà di alloggi, la disponibilità di diversi tipi di mezzi di trasporto per spostarsi da un luogo all’altro, e la facilità-flessibilità che molti trovano per svolgere il proprio lavoro, sono fattori che consentono agli esseri umani si spostano sempre più frequentemente e per motivi diversi. C’è chi lo fa per lavoro, svago, relax, studio… Ma hanno tutti una cosa in comune: visitare luoghi nuovi e diversi, sapendo di essere poter trovarsi lì in poco tempo.

Suggerimenti per Viaggiatori Responsabili

  • Prima di viaggiare: Studia la cultura e lo stile di vita del luogo da visitare, organizza un itinerario rispettoso dell’ambiente, prendi in considerazione i mezzi pubblici, la bicicletta o semplicemente i percorsi a piedi per spostarti all’interno della città, noleggia veicoli elettrici in caso di necessità e assicurati che vengano ricaricati con energia rinnovabile, analizza le politiche di sostenibilità messe in atto dall’alloggio in cui vuoi soggiornare.
  • Durante il viaggio: Entra in contatto con la comunità locale, valorizza la cultura e consuma i prodotti locali, informati sulla raccolta differenziata e rispettala, prenditi cura degli spazi pubblici e sii responsabile dei tuoi rifiuti, sii responsabile del consumo di luce e acqua, anche se non sei tu a doverlo pagare a fine mese, condividi con le persone che incontri durante il viaggio le tue pratiche quotidiane rispettose dell’ambiente, evita di stampare biglietti e scaricali su dispositivi digitali.
  • Dopo il viaggio: Condividi l’esperienza con altri viaggiatori per far sapere che è possibile un modo più responsabile di muoversi nel mondo.

Il Ruolo delle Grandi Istituzioni

Indubbiamente, è fondamentale che i governi, le grandi aziende e le diverse istituzioni assumano l’impegno di sensibilizzare ed essere severi in questo processo di trasformazione per raggiungere un turismo sostenibile. Infatti, l’industria del turismo può creare grossi problemi se non vi è un cambiamento repentino per minimizzare gli impatti negativi sull’ambiente.

È di vitale importanza essere responsabili nell’uso delle risorse naturali e della conservazione della biodiversità del luogo che si sceglie di visitare per evitare un eccessivo sfruttamento e l’impoverimento delle stesse. L’energia, l’acqua e le risorse naturali in generale richiedono un uso razionale e consapevole. In generale, c’è una crescita significativa del numero di turisti nel mondo e ogni destinazione turistica registra forti incrementi del numero di visitatori, quindi la conservazione delle risorse e il loro uso responsabile devono essere una questione prioritaria per le aziende turistiche, i governi e gli stessi viaggiatori.

Qui è importante menzionare la rilevanza dello “sviluppo sostenibile” ovvero di un modello di turismo che si propone di soddisfare i bisogni attuali dei viaggiatori senza danneggiare gli ecosistemi naturali, preservando responsabilmente i luoghi e le risorse, tenendo conto delle generazioni future. Il turismo sostenibile è un modo diverso di viaggiare, che rispetta l’ambiente, i luoghi e le persone che vi abitano, contribuendo a portare ricchezza e felicità nelle comunità locali.

Nuovi Interessi dei Turisti

L’educazione ambientale sta occupando un posto sempre più importante e si sta espandendo in vari ambiti educativi e lavorativi. Pertanto, sempre più persone pianificano i propri viaggi pensando come “turisti responsabili“.

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