Instagram e Turismo: L'Influenza dei Social Media sui Viaggi
Viaggiare è un’esperienza profondamente personale, vissuta in modi unici da ciascuno di noi. Alcuni amano perdersi nei luoghi, immergendosi nella loro essenza. Altri preferiscono pianificare itinerari dettagliati, pur lasciando spazio all'improvvisazione. Ciò che accomuna tutti è il desiderio di connettersi con i luoghi, di diventare parte di essi o di lasciarsi trasformare da essi.
La nostra società è in rapida evoluzione, un cambiamento che si riflette anche nel modo in cui scegliamo e viviamo i viaggi. Rispetto al passato, le motivazioni per cui viaggiamo sono cambiate, influenzate dall'avvento dei social network. L’era dei social network ci ha spinti verso un’idea di vacanza e turismo completamente lontana da quella che era un tempo. Oggi si scelgono le destinazioni anche perché sono instagrammabili, si parte con tutto l’occorrente per fare una fotografia ben precisa, si costruisce un’esperienza di viaggio con dettagli inaspettati. Non si è smesso di viaggiare per queste ragioni. Ma si è cominciato a viaggiare anche per altre motivazioni.
"I wanna be an influencer": Un'analisi fotografica della nuova geografia del turismo
Lo racconta molto bene attraverso i suoi scatti Nicola Tanzini, imprenditore e fotografo da oltre trent’anni che ha lanciato il progetto “I wanna be an influencer”. Un volume, una mostra e un percorso che apre le porte a diverse riflessioni sociologiche. Quello di Tanzini è un viaggio fotografico che disegna la nuova geografia dei luoghi attraverso le scelte degli influencer, categoria sociale che nell’ultimo decennio è divenuta anche professione. Tra le più ambite, tra l’altro, nei ragazzi.
L’obiettivo è quello di rappresentare con la fotografia, le trasformazioni che influenzano il comportamento dei nuovi turisti: dalla scelta delle mete tradizionali alla creazione di destinazioni inedite. Questi sono posti che offrono scenari fotogenici, colori accattivanti e sfondi unici che catturano l’attenzione dei fotografi in cerca di immagini perfette da condividere. «Lo smartphone ha democratizzato la fotografia e questo è frutto dell’evoluzione del nostro tempo.
Lo studio di Tanzini è iniziato nel 2016 e ha prodotto 1200 scatti di partenza. Da questi ne sono emersi 30 che sono diventati protagonisti della mostra “I wanna be an influencer” curata da Benedetta Donato e visitabile a Milano fino al 16 giugno presso la Galleria STILL. Hong Kong, Shanghai, Roma, Pisa, Laguna di Venezia e Tokyo sono le cornici in cui si inseriscono gli scatti di Tanzini.
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Il Cambiamento nell'Idea di Viaggio
«L’idea è nata mentre facevo una riflessione su come è cambiata la nostra idea di viaggio. Ho notato come le persone fotografavano e ho deciso di fare una ricerca su Instragram per capire se ci fosse relazione». «Ho voluto indagare come la rappresentazione di sé stessi porta a viaggiare e raccontarsi attraverso un post social e non per l’interesse intrinseco che il luogo ha. Siamo passati dal Grand Tour dove il viaggio rappresentava una modalità di approfondimento culturale e di contemplazione del paesaggio, ad oggi, dove si parte con lo scopo di fotografare la meta del momento solo perché definita e riconosciuta come “instagrammabile”.
Scatti che raccontano più delle persone protagoniste che dei luoghi che le ospitano. Spazi che vivono il tempo di una fotografia e che sembrano aver acquisito un valore mai pensato prima. Ci sono luoghi simbolo come la Torre di Pisa o il Colosseo ma ci sono anche angoli degradati delle città come i quartieri i docks di Hong Kong. Il luogo e il tempo: nulla è in realtà lasciato al caso. Serve quel luogo in quel preciso momento della stagione o della giornata. Serve impostare lo scatto per ottenere quel preciso effetto.
Tutto questo non cambierà l’atteggiamento di chi viaggia per vivere i luoghi: anzi, queste persone potrebbero essere affascinati dalle storie di quegli angoli di mondo che servono da scenario ma che continuano a ospitare storie da ascoltare e da raccontare. È un altro tempo, il nostro. Il tempo della fluidità in ogni ambito. Dell’accettazione e dell’ascolto. Del resto, il mondo potrebbe stupirci ancora.
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