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La Percentuale di Giocatori Stranieri nella Liga Spagnola e il Confronto con Altri Campionati

Il dibattito sui troppi stranieri nel calcio è una polemica sterile. Ad oggi, la Serie A ha il 57,6% di giocatori stranieri, la Premier League il 67,9%, la Bundesliga il 52,5% di stranieri, la Ligue 1 francese il 49,1% di stranieri, la Liga spagnola il 41,2% di stranieri e la Jupiler Pro League belga il 63,6%.

Dei cinque campionati presi in esame, stando ai dati di transfermarkt.it, solo uno scende sotto il 50% di stranieri: La Liga spagnola, che si ferma al 43% (212 giocatori su 493 totali). Tutti gli altri lo superano più o meno abbondantemente.

Una classifica che forse non fa felice il Ct della Nazionale dei Tre Leoni, Gareth Southgate, ma tant’è: numeri alla mano la Premier detiene il primato con 367 calciatori stranieri su 535 totali (68,6%). E l’Italia? Beh, non scherza nemmeno lei, e si piazza al secondo posto con 351 giocatori su 560 totali (62,7%).

Dati simili, risultati diversi. Già, perché a livello di club non c’è paragone se parliamo di titoli vinti negli ultimi anni. Anche se poi l’ultimo Europeo, a “Wembley”, lo hanno vinto gli azzurri.

Confronto con Altri Campionati Europei

E’ la Premier League il campionato più esterofilo d’Europa. Se pensavate che fosse la Serie A ci dispiace, dobbiamo darvi una delusione. Tra i top 5 tornei del nostro continente comanda quello inglese, che vince anche qui.

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In Premier League, la percentuale di giocatori stranieri è del 58,6% e non è un caso che l’Inghilterra non vinca nulla dal 1966. In Bundesliga, la percentuale si abbassa di circa nove punti percentuali (49,7%) e infatti la situazione a livello di nazionale migliora decisamente.

La correlazione con i risultati delle squadre nazionali è, nei fatti, nulla. La nazionale inglese e quella belga, che in patria hanno leghe con una percentuale di stranieri superiori alla nostra, sono arrivate in semifinale durante gli ultimi Mondiali. Il Belgio è addirittura casa di una “golden generation” di giocatori che militano in tutti i principali club europei: Lukaku (Manchester United), Hazard (Chelsea), De Bruyne e Kompany (Manchester City), Courtois (Real Madrid), Mertens (Napoli), Vertonghen e Dembélé (Tottenham), Vermaelen (Barcelona).

La Germania, la cui Bundesliga ha da diversi anni una percentuale di stranieri simile alla Serie A, ha giocato dei pessimi mondiali, così come la Spagna.

L'Impatto sui Giovani Talenti Italiani

Un’ultima domanda: la percentuale di minuti giocati dai calciatori tra i 15 e i 21 anni, rispetto al totale dei minuti giocati dall’intera rosa, in Italia è del 7,4% . Nella Liga arriva al 17,5%.

Le cose sono due. Un po’ da noi si tende a sfruttare l’usato sicuro: è più facile che un tecnico punti su giocatori più esperti e più avanti con l’età perché ti danno più garanzie. Altrove, come nel caso del Real Madrid, è un po’ più semplice puntare sul giovane talento perché ci sono squadre dove i campioni abbondano e mettere un giovane di fianco ai big fa da buon acceleratore.

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Considera che nei campionati europei Under-19 o Under-17, anche a livello mondiale, siamo tra i più competitivi. Il nostro problema è il salto dal settore giovanile alle primavere, alle prime squadre. In questa fase spesso si blocca il processo di crescita dei nostri ragazzi.

Da questo punto di vista c’è una netta differenza rispetto a quello che può succedere in Spagna. Ci vorrebbe a volte un filo di coraggio in più. Per esempio in Italia proprio in questi giorni Thiago Motta sta dimostrando di non aver problemi a lanciare giovani ragazzi che magari noi non conosciamo.

Aggiungo, inoltre, che a livello di strutture siamo un po’ più indietro rispetto al passato. Ma il problema è a monte: l’impiantistica, in Italia, è spesso fatiscente e obsoleta. E non permette alle società dilettantistiche di lavorare nel migliore dei modi. Spesso nemmeno ai club professionistici, dove non è affatto scontato trovare strutture adeguate.

Le Regole Attuali e le Proposte di Limitazione

L’idea di imporre ulteriori divieti o tetti al numero dei giocatori stranieri rischia di avere lo stesso effetto dei dazi: protezione di aziende (nel nostro caso specifico, protezione dei calciatori italiani) a discapito della competizione, della concorrenza, dell’innovazione e della crescita (nel nostro caso, ad esempio, per qualche motivo un calciatore italiano dovrebbe impegnarsi di più se il suo posto in campo è assicurato da paletti che impongono una minor competizione per il ruolo?).

Il rischio, inoltre, è quello di garantire ai tifosi un prodotto di minor pregio e di ridurre la competitività delle nostre squadre di club a livello internazionale.

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Ebbene sì. Esistono già delle regole “limitanti”. Dal 1 Settembre 2015, sulla falsariga di quanto previsto dalla UEFA relativamente alle rose da utilizzare nelle competizioni continentali (Champions League ed Europa League), la FIGC ha deciso di adeguarsi (in modo non vincolate) anche a livello nazionale.

Stando alle regole UEFA, è prevista la scelta di una rosa di massimo 25 giocatori con età superiore ai 21 anni, senza porre limiti invece all’utilizzo di “under 21” (che sono comunque inseribili nei 25). In più, di questi 25, 4 dovranno essere cresciuti (per almeno 3 anni) nel vivaio del club nel quale militano, e altri 4 invece nel vivaio di altre squadre italiane.

Stando alle regole descritte in precedenza, le squadre della Serie A dovrebbero avere tutte un minimo di 8 giocatori provenienti dai vivai italiani. Nel corso dell’ultima stagione, dei 100 giocatori che sono scesi in campo per più minuti, 47 sono italiani.

Il Ruolo dei Giocatori Stranieri e degli Oriundi

Al contrario, i tanti giocatori stranieri che militano nelle nostre squadre aiutano a rendere da decenni la Serie A uno dei campionati più importanti, affascinanti, difficili e seguiti al mondo. Più che un problema, i calciatori stranieri sembrano portare dei grossi benefici al calcio italiano.

Giusto poi ricordare come la Nazionale possa eventuale utilizzare anche i molti giocatori italiani all’estero: da Balotelli a Zappacosta; da Darmian a Jorginho, passando per Ogbonna, Emerson, Gabbiadini, Giovinco, Piccini, Sansone, Caligiuri, Grifo, Donati e centinaia di altri.

In questo scenario diventa più semplice comprendere le ultime scelte fatte da Roberto Mancini e in generale dalla Figc, che ha deciso di puntare forte sugli oriundi. Mateo Retegui, Emerson Palmieri, Rafael Toloi, Jorginho e Vincenzo Grifo sono i cinque “stranieri” che hanno fatto parte dell’ultima spedizione azzurra. Nessuno di loro è nato in Italia, ma grazie ad alcuni parenti hanno il doppio passaporto e hanno sposato la causa azzurra. Prima di loro ce ne sono stati tanti altri, dopo di loro ce ne saranno altri ancora. In un mondo sempre più globalizzato, dove i confini sembrano quasi non esistere più, è la normalità. Può piacere o non piacere ma bisogna prenderne atto.

Tabella 1: Percentuale calciatori stranieri nei principali campionati europei

Campionato Percentuale
Serie A 57,6%
Premier League 67,9%
Bundesliga 52,5%
Ligue 1 49,1%
Liga Spagnola 41,2%
Jupiler Pro League 63,6%

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