Chiusura Attrazione I Corsari Gardaland: Motivazioni e Retrospettiva
La storia dei parchi divertimento è costellata di attrazioni iconiche che, per un motivo o per l'altro, giungono alla fine del loro ciclo vitale. Questo articolo esplora le possibili motivazioni dietro la chiusura di un'attrazione, prendendo spunto anche da altri casi emblematici come quello di Kingda Ka a Six Flags Great Adventure.
Gardaland: Un'Evoluzione Continua
Gardaland, uno dei parchi divertimento più amati d'Italia, ha visto numerose trasformazioni nel corso degli anni. Attrazioni storiche come "Safari Africano", inaugurata nel 1975 e successivamente rinnovata come "Tunga: The Apeman" nel 1999, testimoniano questa evoluzione. Allo stesso modo, l'introduzione di Raptor nel 2011 ha segnato una svolta nel panorama delle montagne russe.
Raptor: Un'Innovazione che Ha Definito un'Era
Quattordici anni fa, il 1° aprile 2011, Gardaland cambiava per sempre il panorama delle montagne russe internazionale con l’inaugurazione di Raptor, il primo Wing Coaster al mondo, un’innovazione progettata dalla rinomata azienda svizzera Bolliger & Mabillard (B&M). Raptor è stato il primo Wing Coaster mai costruito dall’azienda Bolliger & Mabillard, una tipologia di montagna russa in cui i sedili non si trovano sopra i binari, ma ai lati, dando ai passeggeri la sensazione di fluttuare nel vuoto. Uno degli aspetti affascinanti di Raptor è la sua tematizzazione. L’attrazione è ambientata nell’area di un laboratorio segreto, tana di una creatura alata che ora sorvola i resti della struttura semidistrutta. L’intera area è stata trasformata per adattarsi alla narrativa di Raptor, con edifici in rovina, recinzioni piegate e segnali di pericolo sparsi ovunque. Uno degli elementi distintivi di Raptor sono i Near Miss Features, ovvero oggetti scenografici che il treno sembra sfiorare a velocità elevata, aumentando la sensazione di pericolo e immersione. Un altro elemento distintivo di Raptor è il biolago che si trova nell’area dell’attrazione. A distanza di quattordici anni dalla sua apertura, Raptor rimane una delle attrazioni più iconiche di Gardaland, capace di regalare emozioni forti grazie alla combinazione di un layout innovativo, una tematizzazione curata nei minimi dettagli e un’esperienza di volo unica. Fin dai primi scavi, lo storytelling dell’attrazione iniziò a prendere forma e venne condiviso con i fan attraverso il ritrovamento dell’uovo della creatura.
Possibili Motivazioni Dietro la Chiusura di un'Attrazione
Diverse ragioni possono portare alla chiusura di un'attrazione. Tra queste:
- Obsolescenza tecnologica: Attrazioni datate possono diventare costose da mantenere e meno attrattive per il pubblico moderno.
- Costi di manutenzione: Attrazioni complesse richiedono manutenzione continua, che può diventare insostenibile nel tempo.
- Necessità di rinnovamento: I parchi possono decidere di chiudere un'attrazione per fare spazio a nuove esperienze più moderne e coinvolgenti.
- Problemi di sicurezza: Incidenti o rischi per la sicurezza possono portare alla chiusura definitiva di un'attrazione.
Il Caso di Kingda Ka: Un Gigante Abbattuto
Il mondo dei parchi di divertimento è ricco di attrazioni leggendarie, e poche hanno segnato tanto la storia del settore quanto Kingda Ka. Collocata al Six Flags Great Adventure, uno dei parchi più iconici degli Stati Uniti situato vicino Jackson, nello stato del New Jersey, Kingda Ka è stata per anni un simbolo dell’ingegneria estrema applicata al mondo dei coaster. Six Flags Great Adventure, situato a Jackson, New Jersey, ha una lunga storia nel settore dei parchi di divertimento. Fondato nel 1974 e originariamente chiamato Great Adventure, il parco si è subito distinto per la qualità delle sue attrazioni e la capacità di innovare, ampliandosi nel tempo con nuove proposte sempre più audaci. La filosofia di Six Flags è sempre stata quella di offrire esperienze uniche e adrenaliniche, puntando su montagne russe dalle dimensioni e dalle caratteristiche mai viste prima. Costruito dalla ditta svizzera Intamin, azienda di riferimento nel campo dei coaster innovativi, Kingda Ka non era solo un coaster da record, ma una vera e propria esperienza sensoriale. La sua torre, che si innalzava a un’altezza mozzafiato di 139 metri (456 piedi), dominava lo skyline del parco, offrendo ai visitatori una visione imponente e quasi intimidente già da chilometri di distanza. Quando Kingda Ka fu inaugurato, non c’era nulla di paragonabile al mondo. Nonostante Six Flags Great Adventure fosse già conosciuto per le sue attrazioni, con Kingda Ka fece il salto di qualità, diventando un punto di riferimento internazionale. Entrando nel dettaglio delle sue caratteristiche tecniche, Kingda Ka era un coaster della tipologia “Stratacoaster“, ovvero una montagna russa più alta di 120 metri. Subito dopo il lancio, con un’accelerazione di circa 1,66 g , il treno di Kingda Ka scalava la torre principale con un angolo verticale di 90 gradi, per poi discendere in picchiata dalla stessa altezza, raggiungendo nuovamente velocità vertiginose. La discesa non era una semplice caduta, ma una spirale a 270º che aggiungeva un ulteriore elemento di sorpresa e disorientamento. Al termine della discesa in picchiata verticale, il treno superava una camelback alta 39 metri prima di tuffarsi nella sezione dei freni finali. Il treno era composto da cinque vetture, capaci di ospitare in totale fino a 18 passeggeri. Nel 2014, per rendere ancora più emozionante l’area di Kingda Ka, Six Flags Great Adventure decise di aggiungere un’ulteriore attrazione da record: le torri di caduta chiamate Zumanjaro: Drop of Doom. Integrate direttamente nella struttura principale del rollercoaster, queste torri di caduta si innalzavano per un’altezza di 126 metri, rendendole le più alte al mondo al momento della loro inaugurazione. Zumanjaro offriva ai visitatori un’esperienza vertiginosa: i passeggeri, sollevati lentamente fino alla cima, venivano lasciati cadere in caduta libera a velocità di oltre 140 km/h.
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Nonostante il successo dell’attrazione, Kingda Ka non è stata esente da problemi tecnici nel corso degli anni. A causa della complessità del sistema di lancio idraulico, l’attrazione ha spesso subito guasti e lunghi periodi di chiusura per manutenzione. Questo non ha impedito che rimanesse una delle montagne russe più amate e desiderate dai fan di tutto il mondo, ma i costi di gestione e manutenzione di un’attrazione così avanzata hanno cominciato a diventare sempre più insostenibili. La decisione di smantellare Kingda Ka ha lasciato molti appassionati di parchi e rollercoaster sconvolti. Sebbene le ragioni ufficiali citino motivazioni legate ai costi di manutenzione e la necessità di fare spazio a nuove attrazioni, è difficile non percepire un senso di tristezza alla notizia della fine di questo gigante dell’ingegneria. La demolizione della sezione principale costituente la top hat di Kingda Ka è prevista per i prossimi giorni con una spettacolare demolizione controllata mediante l’uso di esplosivi. Gli appassionati si preparano a dare l’addio all’attrazione che per anni è stata simbolo di audacia e innovazione. Per molti, Kingda Ka è stata un’esperienza unica, e la sua scomparsa lascia un vuoto che sarà difficile colmare.
Secondo le informazioni più recenti, l’intenzione del parco è quella di sostituire il coaster con una nuova attrazione che stabilirà diversi record mondiali. L’apertura di questa nuova montagna russa è prevista nel 2026, ma i dettagli specifici sul tipo di coaster o sulle sue caratteristiche non sono ancora stati rivelati. Inoltre, il parco ha confermato la chiusura di altre attrazioni, tra cui Green Lantern, Parachute Drop e Twister, per fare spazio a questa nuova esperienza. Per il momento, quindi, non sono disponibili informazioni precise su cosa sostituirà Kingda Ka, ma è certo che Six Flags sta pianificando un’attrazione che promette di superare i record precedenti.
L'Importanza del Merchandise nei Parchi Divertimento
Il merchandise riveste un ruolo importante nell'economia di un parco divertimenti. Entrando oggi in un grande parco italiano quale può essere Gardaland, ci si rende immediatamente conto della qualità dei suoi negozi e non è difficile ritrovare caratteristiche tipiche dei parchi Disney o Universal per chi ha avuto la fortuna anche solo di recarsi a Parigi o in Florida. Tipicamente da parco asciutto - tematico o meccanico che sia - sono anche i redemption games, sostanzialmente l'evoluzione delle classiche “rotonde” da Luna Park conosciuti anche come “giochi a premio”.
A Claudio Perantoni, classe 1962, è infatti affidata da 25 anni la responsabilità del merchandise di Gardaland, cui si è aggiunta da alcuni anni anche quella per la ristorazione. “Prima di giungere a Gardaland - esordisce Perantoni - ero impegnato da alcuni anni in molteplici attività nell’ambito del commercio quali affitto di spazi nei centri commerciali e noleggio automatici. “All'epoca, parliamo del 1987, il Parco era operativo già da 12 anni e le sue caratteristiche erano profondamente diverse dalla realtà di oggi. Per quanto riguarda le diverse attività interne, ad esempio, la gestione era suddivisa tra vari soci proprietari e così era anche per i negozi, soltanto 6 o 7 in tutto. “I primi peluche e le prime videocassette VHS che illustravano il Parco. I volumi di vendita diventarono rapidamente sempre più importanti e così mi fu proposto di assumere l'incarico di vicedirettore dei negozi quando questi passarono tutti sotto il controllo diretto di Gardaland. L'idea di continuare questo percorso professionale mi attirava e accettai. A fine stagione l’allora presidente del Parco mi chiese di presentare - in veste di nuovo direttore negozi - un piano di sviluppo con la mission di creare Negozi da Favola attraverso i quali Prezzemolo potesse diventare un character internazionale. Siamo dunque giunti al 1992/1993, epoca in cui si ebbe anche un notevole stravolgimento a livello societario dopo gli entusiasmanti anni in cui vennero inaugurate attrazioni del calibro di La Valle dei Re (1988) e I Corsari (1992).
“Ricordo sempre quello che mi diceva Zaninelli (uno dei soci fondatori, n.d.r.) a quel tempo. Il negozio doveva essere la continuità e l'estensione della magia che si provava all'interno di un'area del Parco o su un'attrazione. Era un concetto estremamente importante e, a distanza di così tanto tempo, rimane una caratteristica fondamentale che applico ancora oggi. Con il passare del tempo abbiamo visto che tutti gli investimenti occorsi per scenografare i negozi con tanti particolari e per renderli così coinvolgenti si sono ampiamente ripagati con il maggiore volume di acquisti effettuati dal pubblico. Acquistare oggetti particolari in ambienti d'atmosfera che normalmente non si trovano all'esterno di un Parco Divertimenti diventa senz’altro più facile.
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“Credo che nel merchandise, indipendentemente dal caso specifico dei sarcofagi o delle armature, sia necessario anche saper osare. Oltre naturalmente a cercare di prevenire le future esigenze degli Ospiti; quando si osa, infatti, lo si deve fare con congruo anticipo tenendo conto dei tempi di progettazione, produzione e consegna degli articoli. Logicamente non si può prescindere dalla brandizzazione, dal marchio, che in questo caso è legato a Gardaland e a Prezzemolo. Altra nota interessante sta nell'osservazione degli Ospiti del Parco: alcuni di loro possono essere definiti precursori di tendenza e saperli individuare e osservare costituisce un primo sicuro importantissimo passo verso la realizzazione di una nuova idea che potrebbe rivelarsi - chissà - il boom dell'estate successiva.
“I cartoni animati si sono rivelati una chiave di volta molto importante e hanno determinato la definitiva consacrazione di Prezzemolo, unanimemente riconosciuto - sondaggi alla mano - da tutti gli intervistati come il padrone di casa del Parco e il simbolo inconfondibile di Gardaland. Nei parchi - Gardaland a maggior ragione non sfugge a questa regola - solitamente il merchandise è legato ai personaggi o alle attrazioni.
“Considero Disney, ovviamente relativamente all'aspetto ludico-commerciale, come la persona più importante del secolo scorso e ho sempre preso a modello il suo modo di creare magia. Disney è colui che per primo ha capito che si può sognare anche da adulti e che non bisogna vergognarsi di tornare a sentirsi ancora bambini. E soprattutto ha capito che per divertirsi con la propria famiglia si può effettuare un percorso a ritroso nel tempo per rivivere i momenti felici della propria gioventù. Mi sono sempre nutrito di Disney lungo tutto l'arco della mia carriera.
Gestione delle Presenze e Customer Satisfaction
La gestione delle presenze è una sfida costante per i parchi divertimento. I costi fissi che la struttura ha dovuto sopportare il 24 aprile, uniti alla scarsa affluenza di visitatori, non hanno sicuramente permesso il raggiungimento del "break even" (la soglia di pareggio, identificabile in un N numero di ospiti che debbono varcare i cancelli del parco in un giorno). Fondamentalmente, il problema risiede nella disomogeneità della distribuzione delle visite durante l'arco della stagione, che è condizionato da fattori strutturali, sociologici ed economici (apertura delle scuole, festività, ferie, motivazioni allo spostamento, abitudini consolidate, andamento meteorologico, etc.).
Questi picchi di presenze sono statisticamente prevedibili, ma è impossibile, allo stato attuale, trovare soluzioni che soddisfino pienamente sia il desiderio dell'ospite di trascorrere una giornata senza problemi, sia la necessità del parco di trarre un legittimo profitto dalla propria attività nell'arco del periodo di apertura stagionale. Non è infatti raro che in diverse giornate il famoso "break-even" risulti un traguardo da "Cima Coppi" per tutte le strutture, dalla più piccola alla più grande. Quale soluzione, quindi?
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Trattandosi di luoghi che propongono sovente il trionfo della Fantasia, la bacchetta magica della Fata di Cenerentola sarebbe il massimo, ma purtroppo, nemmeno nei parchi Disney tutto ciò accade. Ed ecco perchè la Company più famosa del mondo, già da alcuni anni ha messo a punto un sistema chiamato "Fastpass", regolato elettronicamente, che permette la fruizione di alcune attrazioni gestendo due "code" separate, di cui una per così dire "a invito". Il sistema in se è molto semplice e permette di prenotarsi presso apposite colonnette che rilasciano tagliandini indicanti l'orario nel quale utilizzare la corsia privilegiata. Molto più complicata la gestione software di questo sistema, che deve essere tarato in continuazione in base ad innumerevoli variabili che la semplice analisi statistica non riesce comunque a prevedere in toto.
Una corsia preferenziale per chi intende usufruire singolarmente di un'attrazione, e che viene inserito nei "buchi" lasciati liberi da gruppi (famiglie o amici) che desiderano effettuare il "ride" insieme ma in numero non sufficiente a coprire la totalità dei posti sul mezzo di trasporto. Alcuni utenti, suggeriscono il "numero chiuso" all'interno dei parchi. E' una soluzione adottata da anni presso i parchi Disney, anche se in realtà applicata rarissime volte.
Tabella: Confronto tra Kingda Ka e Raptor
Attrazione | Kingda Ka | Raptor |
---|---|---|
Parco | Six Flags Great Adventure | Gardaland |
Tipologia | Stratacoaster | Wing Coaster |
Altezza | 139 metri | N/A |
Produttore | Intamin | Bolliger & Mabillard |
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