Piccioni Viaggiatori: Storia e Utilizzo dei Postini del Cielo
I piccioni viaggiatori, spesso chiamati "postini del cielo", hanno giocato un ruolo cruciale nel mondo delle comunicazioni fin dall'antichità. Grazie alle loro straordinarie capacità, superavano qualsiasi altro servizio di spedizione via terra, coprendo oltre 900 chilometri in un solo giorno, una distanza simile a quella tra Roma e Praga.
Origini e Diffusione dei Piccioni Viaggiatori
L'uso dei piccioni viaggiatori si diffuse già nell'antico Egitto, all'incirca dal 2900 a.C. L'uso dei colombi viaggiatori iniziò quando ci si rese conto che era possibile sfruttare una loro particolarissima caratteristica: l’istinto che li induce a far ritorno, se allontanati, al luogo in cui sono nati. Scoperto ciò, i primi allevatori dovettero soltanto affinare le tecniche di allevamento dei piccioni, con un lungo processo di selezione e incroci di razze. I centri di allevamento oltre che in Egitto sorsero in Cina, in India e in Persia, e ben presto i piccioni viaggiatori si affermarono anche nel mondo greco.
Anche Giulio Cesare utilizzò i piccioni viaggiatori per comunicare con le legioni durante la campagna in Gallia nel I secolo a.C. I piccioni viaggiatori sono stati allevati per millenni per le loro innate capacità di ritorno a casa. I piccioni viaggiatori come Bob sono una selezione del comune piccione domestico allevata da millenni proprio per le loro innate capacità di fare ritorno a casa partendo anche da migliaia di chilometri di distanza e da un luogo completamente sconosciuto.
Il Ruolo dei Piccioni Viaggiatori in Guerra
L'epoca d'oro di questi volatili in ambito bellico fu però durante l’assedio di Parigi del 1870-1871 (guerra franco-prussiana), quando i francesi poterono comunicare con l’esterno della città solo grazie ai fidi volatili. A partire da allora i colombi vennero arruolati da quasi tutti gli eserciti del mondo. Diedero il loro meglio nelle due guerre mondiali, quando molti di loro divennero vere celebrità.
Eroi di Guerra: Cher Amie e Paddy
Sul campo di battaglia, le comunicazioni sono fondamentali e tra i tanti casi, ricordiamo le vicenda di due piccoli soldati alati, Cher Amie e Paddy, che con il loro valore hanno salvato decine e decine di uomini. Vediamo brevemente la loro storia.
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Cher Amie, ossia “Cara amica”, era il nome della piccola eroina dei cieli che, il 3 ottobre 1918, riuscì a consegnare il suo messaggio alle truppe a supporto del battaglione della 77° Divisione di Fanteria Americana. Liberata in volo, cominciò a farsi strada tra la furia della battaglia e venne persino colpita. Con un occhio ferito, schegge nel petto e una zampina malconcia, Cher Amie riuscì comunque a portare a termine la sua memorabile missione, salvando così i suoi commilitoni da morte certa. Curata e rimessa in salute, malgrado le brutte ferite, Cher Amie si riprese e finalmente andò in “congedo” da eroe di guerra. Oggi è esposta allo Smithsonian Museum, decorata con la Croce di Guerra.
Paddy Anche durante la Seconda guerra mondiale, i piccioni viaggiatori non hanno mancato di mostrare il loro valore. Il 6 giugno 1944 alle 8:15 circa, il messaggero Paddy partì dalle spiagge della Normandia per portare le prime notizie dell’avvenuto sbarco degli alleati. Riuscì a sorvolare circa 230 miglia, percorrendo la distanza a una velocità prossima ai 90 km/h: un record nella storia dei messaggeri alati.
I colombi del D-Day. I volatili-spia contribuirono, tra le altre cose, all’organizzazione dello sbarco in Normandia (6 giugno 1944). L’evento fu annunciato in Inghilterra da un colombo che riuscì a beffare le misure anti-piccioni tedesche. Questo e altri suoi compagni di specie furono insigniti della Dickin Medal, una medaglia speciale legata a un premio nato nel 1943 (su idea della veterinaria Maria Dickin) per onorare la categoria degli “animali soldato”.
Un mezzo di comunicazione sorprendentemente sicuro. Simili a droni. I pennuti venivano dotati di una minuscola macchina fotografica, fissata al petto con un sistema di cinghie e programmata con un timer per scattare foto in sequenza lungo la rotta. Il vantaggio rispetto ad altre tecnologie (come gli aquiloni o i palloni aerostatici) era di poter volare a quote relativamente basse e ottenere scatti dettagliati senza essere intercettati.
Come Fanno i Piccioni Viaggiatori a Orientarsi?
Questi piccoli smartphone volanti, possiedono alcune grandi caratteristiche: un senso dell’orientamento particolarmente sviluppato unitamente a una discreta vista e un olfatto eccezionale. Tutto questo permette loro di ritrovare la strada di casa e fare rientro al nido. Come accade per molti uccelli, anche i piccioni sono sensibili al campo magnetico terrestre. Inoltre, la loro natura di uccelli monogami, li rende particolarmente attaccati sia al nido che al proprio compagno o compagna: una volta scelti li mantengono per tutta la vita.
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Tutte queste loro caratteristiche, fanno sì che, in qualche modo, nella loro memoria siano ben impresse le “coordinate” del loro nido (o della colombaia, il loro nido artificiale). Riescono a farlo sfruttando delle vere e proprie bussole interne, un sorta di GPS biologico che percepisce il campo magnetico terrestre e la posizione del sole e che integra poi queste informazioni con gli odori di casa e le caratteristiche del paesaggio memorizzate dal piccione, come strade, edifici, ferrovie e altri punti di riferimento visivi.
Dal momento che il piccione viaggiatore usa le sue capacità per rientrare sempre al nido, può essere usato solo in un senso. I puristi delle telecomunicazioni definirebbero questo meccanismo “simplex”, ossia un flusso di comunicazione che avviene in una sola direzione: da un’emittente A ad un destinatario B (ciò che avviene nelle trasmissioni radio o tv). Qualora ve lo foste chiesti, il nostro amico pennuto non potrà essere addestrato per andare verso un qualsiasi punto: è “programmato” dalla natura per far sempre ritorno a casa.
Competizioni Sportive e Allevamento Moderno
Oggi i piccioni viaggiatori vengono allevati quasi esclusivamente per le competizioni di volo sportivo, molto popolari soprattutto in Gran Bretagna, in Belgio e in altri paesi del Nord Europa. In una di queste vere e proprie gare a chi torna per primo a casa, un piccione è riuscito a toccare una velocità massima di ben 148.9 km orari, mentre il record per il viaggio più lungo è di circa a 1.800 km percorsi. Gli allevatori che partecipano alle gare trasportano gli uccelli a diversi km di distanza, di solito un centinaio, dal luogo in cui sono stati allevati e, una volta liberati, comincia la gara a chi torna per primo a casa. Una volta che un piccione è tornato alla base, vengono poi calcolate la distanza e la velocità media percorsa, così da decretare il vincitore più veloce.
Alan Todd in viaggio per riportare a casa Bob Visibilmente spaesato e un po' denutrito, è stato recuperato e consegnato a un rifugio per animali nella vicina Monroeville, che si è preso cura di lui per settimane. Fortunatamente Bob era marcato con un anellino sulla zampa, come si fa per lo studio della migrazione attraverso la tecnica dell'inanellamento. Dopo essersi assicurato via Zoom che il suo Bob stava bene, Todd è volato in fretta e furia in America (con tanto di maglietta celebrativa) per recuperarlo e portarlo finalmente a casa, dove lo aspettavano altri 120 piccioni da competizione. Tutto è bene quel che finisce bene e ora, per lui è arrivato il momento di mettere da parte le gare, godersi i trofei vinti e andare in pensione.
I Piccioni Viaggiatori Oggi
E oggi? Ai nostri giorni vi è persino chi, nell’era della comunicazione digitale e delle fughe di notizie sul Web, sostiene che in certi casi i colombi potrebbero tornare a essere usati. I piccioni sono tra i viaggiatori alati più straordinari del regno animale ed erano apprezzati già dagli antichi egizi per le loro incredibili e innate capacità di orientamento e ritorno a casa. Siamo abituati a vederli svolazzare nelle nostre città, appollaiati su ogni finestra, balcone o monumento, ma spesso non consideriamo mai quanto, in realtà, questi piccoli animali ci abbiano aiutato nella storia.
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Di piccioni viaggiatori ne esistono di diverse razze e in volo possono superare i 100 km/h! Attualmente questi animali più che messaggeri sono perlopiù destinati a partecipare a vere e proprie competizioni sportive, ossia corse tra piccioni che si sfidano nel tornare alla propria colombaia nel minor tempo possibile: una sorta di formula 1 dei cieli, disciplina che diverte persino l’ex campione di boxe Mike Tyson.
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