Il Turismo a Napoli: Tra Opportunità e Sfide
Negli ultimi anni, Napoli ha visto un notevole aumento degli arrivi turistici. Molti politici e amministratori sostengono che Napoli potrebbe “vivere unicamente di turismo”, mentre al Forum si è espresso preoccupazione che la città rischi invece di “morire di turismo”.
Il bus rosso più famoso del mondo ti porterà alla scoperta dei luoghi belli e suggestivi di Napoli, una magica città, ricca di storia, tradizioni, arte e paesaggi mozzafiato. A bordo, il commentario in otto lingue fornisce una descrizione puntale del percorso, arricchita da aneddoti e curiosità sulla storia e le tradizioni partenopee e condita, in sottofondo, dalle canzoni che hanno fatto di Napoli la capitale della melodia senza tempo. Un servizio di hostess è pronto ad accogliervi e a fornirvi tutta l’assistenza di cui avete bisogno. Scarica subito la APP Sightseeing Experience: un modo semplice e pratico per orientarsi, muoversi, visitare e conoscere la città.
L'Attrattiva di Napoli: Cultura, Tradizione e "Food Porn"
Attualmente, l’immagine della città sembra legata al “food porn” e a fenomeni di “turismo trash”, che attraggono turisti interessati più al folklore superficiale che alla reale essenza culturale della città. A dimostrarlo, secondo lui, sono il successo mondiale dei libri di Elena Ferrante, film come È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino e Mixed by Erry di Sydney Sibilia, visti in tutto il mondo grazie a Netflix.
A mezzogiorno di una mattina di inizio ottobre centinaia di turisti in visita guidata, curiosi con la macchina fotografica al collo e famiglie con bambini affollano il piazzale davanti al famosissimo murale che raffigura Diego Armando Maradona, nei Quartieri Spagnoli di Napoli. Il dipinto fu realizzato nel 1990 da un ragazzo del quartiere, Mario Filardi, che impiegò appena tre giorni e due notti per completarlo, e occupa l’intero fianco di un palazzo. Fino alla morte del calciatore argentino avvenuta il 25 novembre del 2020, il largo su cui si affaccia il murale di Maradona era utilizzato come parcheggio.
La Trasformazione dei Quartieri Spagnoli e l'Impatto di Airbnb
«Basta farsi una passeggiata tra i vicoli per capire cosa sono diventati i Quartieri Spagnoli», dice Cyop, un writer che con il suo compagno d’arte Kaf in quasi quindici anni ha realizzato 250 graffiti sui muri scrostati e sui portoni arrugginiti di tutto il quartiere. Molti “bassi”, come vengono chiamate le abitazioni di pochissimi metri quadrati con accesso diretto sulla strada, vengono affittati attraverso la piattaforma Airbnb con la promessa di far vivere a chi li prenota la «vera vita napoletana». Monolocali e bilocali vengono ristrutturati addobbandoli con «madonne, san gennari e Maradona»: lo ha scritto il giornale online Napoli Monitor che ha la sua redazione a pochi metri dal murale di Maradona. Monolocali e bilocali che vengono affittati a 120 euro al giorno di media.
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Il quotidiano francese Le Monde ha scritto che nei bar dei Quartieri Spagnoli ormai si «servono Aperol Spritz a portar via, un cocktail del grande Nord veneziano sbarcato a Napoli, come una forma di unità d’Italia dettata dai desideri espressi dai visitatori stranieri».
Le Sfide del Turismo di Massa: Costi Abitativi e Disuguaglianze
«Fino a qualche anno fa la città era soprattutto un luogo di passaggio per chi era diretto a Pompei o sulla Costiera, ora invece ci si ferma a visitarla anche per più giorni», spiega Alessandra Esposito, un’urbanista dell’Università La Sapienza di Roma che ha scritto un libro, Le case degli altri (Editpress), sull’impatto economico e sociale di quella che definisce «turistificazione» della città.
Il forum ha ricordato che durante la pandemia, le attività legate al turismo si sono bruscamente fermate, dimostrando la fragilità di un’economia fortemente dipendente da un singolo settore. Secondo gli attivisti di SET il turismo non è riuscito a risolvere nessuno dei problemi economici e sociali di Napoli. «La turistificazione non ha attenuato la polarizzazione sociale, anzi ha aumentato le disuguaglianze e le ha messe in scena a uso e consumo dei turisti», dice ancora Esposito, l’urbanista della Sapienza.
L’offerta di alloggio a breve termine a Napoli ha superato quella di Venezia: 9.754 contro 7.950, secondo gli ultimi dati di Inside Airbnb, un sito che monitora in tempo reale l’offerta di case nelle grandi città di tutto il mondo. Il 90 per cento di questi si trovano nel centro storico, in particolare nei Quartieri Spagnoli e alla Sanità, che sono le zone con la più alta densità abitativa di Napoli e allo stesso tempo le più povere: 14mila abitanti in meno di un chilometro quadrato nei Quartieri Spagnoli, 32mila abitanti in due chilometri quadrati nel rione Sanità.
La conseguenza è che gli sfratti sono aumentati a dismisura e «nessuno vuole più affittare neppure un basso a migranti, famiglie numerose e studenti universitari», dice De Vito, della rete SET. Allo sportello che la rete SET ha aperto a Materdei, un quartiere che confina con i Quartieri Spagnoli e con il rione Sanità, si rivolgono tutti i giorni persone in difficoltà a pagare l’affitto o sotto sfratto.
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Il problema del costo degli affitti si è ingigantito durante la pandemia. «Molte persone che lavoravano spesso al “nero” in bar e ristoranti hanno perso il lavoro e hanno cominciato a non pagare», dice De Vito. Alla fine del 2021 il governo non ha rinnovato la proroga del blocco degli sfratti, prevista durante la pandemia di Covid, e da allora se un inquilino non paga anche solo una rata dell’affitto può essere mandato via. Secondo i dati dell’Istat, il centro storico di Napoli ha la più alta percentuale di affittuari d’Italia, il 39 per cento. Il 70 per cento delle case sono abitate da coppie giovani e a basso reddito. Gli sfratti esecutivi, cioè con l’obbligo di lasciare l’abitazione entro 90 giorni dalla richiesta del proprietario, sono saliti dai 1.700 del 2017 ai 12mila del 2023. L’85 per cento di questi sono per morosità.
Iniziative per un Turismo Sostenibile e la Salvaguardia del Centro Storico
All’inizio del 2017, dopo una sparatoria a Forcella in cui rimasero feriti tre venditori ambulanti senegalesi e una bambina di 10 anni che si trovava nei paraggi, Saviano polemizzò con il sindaco, dicendo in un’intervista a Repubblica che «questa città non è cambiata» e che «illudersi di risolvere problemi strutturali urlando al turismo o alle feste di piazza è da ingenui». Pochi mesi dopo il sindaco e l’allora assessore al Turismo Nino Daniele presentarono un “Piano strategico per il turismo” che si proponeva di cambiare il modo in cui la città era percepita puntando sulla cosiddetta «napoletanità», vale a dire uno stile di vita unico e riconoscibile che i visitatori di tutto il mondo avrebbero potuto condividere.
Nacque uno dei primi bed&breakfast nel rione Sanità, un quartiere del centro storico con forti problemi di criminalità e di disoccupazione. Antonio Loffredo, parroco della Basilica di Santa Maria della Sanità, pensò che il turismo di massa avrebbe potuto rompere l’isolamento del rione e creare lavoro per i giovani, evitando che finissero arruolati dalla camorra. Affidò al designer Riccardo Dalisi il progetto di un bed&breakfast da ricavare all’interno del convento annesso alla chiesa. Una volta realizzato, lo fece gestire da una cooperativa formata da ragazzi del quartiere.
Un patto tra il Comune - retto dal sindaco Gaetano Manfredi - e i privati per salvare il Centro storico Unesco dalla desertificazione dei residenti e quindi conservarne l’identità, a fronte della gigantesca ondata di bar, baretti B&B e case vacanze che stanno provocando l’espulsione di chi ci abita. Il progetto del Comune è ormai quasi alle battute finali. Edifici ricadenti il quel pezzo prezioso di città dove le uniche due funzioni che saranno ammesse al loro interno sono due: quella degli studentati e del cosiddetto co-housing, vale a dire abitazioni riservate ai giovani, alle famiglie residenti che sono costrette spesso a vendere e andare altrove e alle famiglie disagiate.
«Mercoledì andiamo in Aula e portiamo un provvedimento ampiamente condiviso, approvato all’unanimità - racconta Pepe - la questione del censimento degli immobili da blindare nel Centro storico Unesco è alle battute finali. Dove in quella zona di città ci deve essere una percentuale di studentati e co-housing sociale rispetto al resto degli usi degli altri immobili. Questo ci darà la possibilità di aumentare gli indici di residenzialità nel centro storico. Non vietiamo nulla, piuttosto interveniamo per rendere possibile la convivenza di più realtà nel Centro storico Unesco».
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La delibera che andrà in Consiglio comunale al riguardo è esplicita: «Al fine di favorire una maggiore tutela delle caratteristiche del centro storico Unesco - si legge - bisogna contrastare attraverso lo strumento urbanistico fenomeni di snaturamento del tessuto sociale ed economico dello stesso nonché processi di progressiva espulsione degli abitanti».
In conclusione, i partecipanti hanno evidenziato l’importanza di implementare politiche concrete per rendere il turismo davvero sostenibile per la popolazione.
Il Giubileo 2025: Un'Opportunità e una Sfida
L'assessorato al Turismo del Comune di Napoli stima che per il Giubileo arriveranno in città circa 18 milioni di visitatori. "Napoli è considerata, per le caratteristiche storiche e per i siti di fede presenti nel proprio territorio e in quello più ampio della Regione, una delle città, dopo Roma, più interessate a questo grande evento religioso, i cui effetti hanno un risvolto turistico di grande rilevanza - ha detto Baretta - e se nel 2023 le presenze turistiche a Napoli sono state oltre 13 milioni, l'assessorato al Turismo prevede che nel 2025 saranno almeno 4,5 milioni in più.
L'assessore ha poi riferito che il Comune sta per mettere a punto "un piano straordinario" per l'accoglienza e per la gestione dei servizi con particolare riferimento ai trasporti e all'igiene urbana.
Il Piano Strategico del Turismo "Destinazione Napoli 2020"
Si è tenuta giovedì 16 marzo la presentazione del Piano Strategico del Turismo a Napoli per il prossimo triennio “Destinazione Napoli 2020”, promosso dal sindaco di Napoli Luigi de Magistris e dall’assessore alla cultura e al turismo Nino Daniele in collaborazione di Gesac Aeroporto Internazionale di Napoli. La visione emersa dai tavoli di lavoro propone Napoli come meta turistica a sé stante, in grado di attirare in modo autonomo flussi turistici.