Albergo Atene Riccione

 

Viaggio nella Poesia di Pablo Neruda: Un'Analisi Approfondita

Come nasce la poesia? Come nasce un poeta? L’origine dell’ispirazione poetica è un immenso mistero, così come il fascino delle parole che sono capaci di ipnotizzarci e dischiudere nuovi spazi alle nostre coscienze. Nel descriverci l’origine della sua ispirazione poetica Pablo Neruda ci ha consegnato, senza saperlo, l’immagine più vertiginosa dell’ampiezza dell’anima che sta in perenne bilico tra il cielo e l’abisso. Proprio qui dinnanzi alla comprensione dell’immensità dell’universo, della piccolezza dell’uomo: tra mortalità e immortalità, tra l’Essere e il Nulla, tra il vuoto e il pieno, risiede l’essenza della Poesia.

La Nascita di un Poeta: "Memoriale di Isla Negra"

La prima edizione del Memoriale di Isla Negra apparve per la prima volta nel 1964: il libro fu pubblicato in cinque volumi, in occasione dei sessant’anni del poeta. La poesia di Neruda è un componimento intensissimo, un canto in prosa che rende in tutta la sua assolutezza l’immagine della Poesia come Rivelazione. In questi versi il poeta cileno riesce a trasfigurare, oltre metafora, la parola che squarcia il silenzio e così rivela l’essenza pura dell’Essere. La poesia di Neruda narra un fatto autobiografico trasfigurandolo nell’universale. Si tratta, a tutti gli effetti, del racconto di una nascita: Pablo Neruda racconta la sua nascita come poeta, la sua venuta al mondo, la creazione di sé stesso.

La lirica si apre seguendo una sorta di percorso cronologico “Accadde in quell’età” e in seguito sembra narrare la storia di un incontro: la Poesia viene personificata in un’entità senza volto che una notte raggiunge il poeta, lo chiama con la sua voce. Neruda descrive un attimo prodigioso: una rivelazione quasi ultraterrena. Il racconto, in fondo, non si discosta molto dalla narrazione biblica che vede Mosé dinnanzi al roveto ardente che dice Io sono colui che sono. Così appare la Poesia a Neruda, come un fuoco che brucia e lo lascia paralizzato, incapace di vedere e di parlare. La scrittura ha dunque origine da una ferita e dal tentativo di risanarla.

Nel tentativo di decifrare il suo dolore Neruda scrive la sua prima riga incerta: ma scopre che quella riga non risana, invece apre uno squarcio nel cielo, nell’universo intero. I versi di Neruda vibrano di intensità nel descriverci il potere rivelatorio delle parole: dopo quella prima riga il mondo cambia, si spalanca un abisso, una voragine. Per la prima volta il Poeta si sente solo, smarrito, creatura infinitesimale nell’immensità dell’universo stellato: ma proprio quel suo sentirsi fragile e impotente figlio dell’Universo gli dona la facoltà di comprendere il Tutto. La scrittura del primo verso riesce a lacerare il manto oscuro del cielo e, dopo aver scoperto un mondo oltre l’apparenza della superficie, Neruda sente di essere parte di una realtà più ampia. Quel cuore frantumato nell’immensità è metafora dei versi che ora toccano l’anima dei lettori.

Il Sorriso come Chiave dell'Esistenza

Una delle più belle poesie d’amore del poeta cileno, Il tuo sorriso (in lingua originale Tu risa), scritta nel 1952, è dedicata al sorriso della donna amata. Il sorriso è simbolo di salvezza nella poesia di Pablo Neruda. Il simbolismo del sorriso in questi versi acquisisce una duplice valenza: è benessere e gioia e, al contempo, è la qualità più bella della donna amata. Il pensiero di Matilde è indissociabile dal suo sorriso, ciò che dà al poeta felicità e forza e lo riconcilia con le difficoltà della vita.

Leggi anche: Il Viaggio: Metafora Esistenziale

Il sorriso della donna appare come un’oasi di ristoro, una fonte di salvezza, viene paragonato a tutte le cose visibili e invisibili, naturali e non, sino ad acquisire un’importanza spirituale, a raggiungere una qualità di perfezione ultraterrena. Il momento di massima climax è raggiunto nella parte centrale della poesia, quando Pablo Neruda afferma il valore salvifico del sorriso che sembra far accedere l’uomo a un paradiso in terra. Ci sono sorrisi che fermano il tempo, come quello scambiato tra Matilde e Pablo, un sorriso che ricorda un abbraccio infinito e li rende uniti in un vincolo che sembra esistere in un eterno presente. Non è solo una poesia d’amore, è una poesia di lotta, di speranza, di sopravvivenza. Nel simbolismo del sorriso Neruda racchiude il senso supremo della vita: il riso, in questi versi, appare vivificante, più utile e indispensabile del nutrimento e dell’aria che si respira.

Nella prima strofa il poeta afferma che il sorriso della donna amata è ciò che lo mantiene in vita; in seguito quel sorriso, paragonato a tutte le cose leggere e vaganti della natura, all’onda e all’argento, alla leggerezza e alla soavità che sono nel mondo, diventa il rifugio e la consolazione per un uomo che ha visto tante brutture e sofferenze nel mondo, patito la pena dell’esilio e della lontananza. Anche nell’ora più oscura della morte e dell’angoscia il sorriso della donna diventa un medicamento, ciò che lenisce le ferite, risparmia il dolore. I versi centrali sono forse i più belli dell’intera poesia, il punto di massima climax dell’intero componimento. Il sorriso della donna diventa vertigine e ascesa, conserva in sé il battito segreto - inalienabile - della felicità, appare come una scala che conduce in alto sino alle vette di uno splendore ineffabile.

Interessante notare come il sorriso della donna amata venga paragonato all’acqua, è “l’acqua che d’improvviso scoppia”, la “repentina onda”, la “cascata di spuma”, “vicino al mare”; questa sequela di metafore ricorda i versi di un altro poeta, Eugenio Montale, che in Ripenso il tuo sorriso, ed è per me un’acqua limpida istituisce un paragone analogo e contemplativo tra il sorriso e lo specchio d’acqua cristallino, rasserenante, il riflesso di un volto gioioso, spontaneo. Il sorriso diventa una sorta di talismano, utile a esorcizzare le inevitabili sofferenze dell’esistenza. Nei versi finali della poesia il sorriso della donna amata viene paragonato a “un fiore” (il fiore che attendevo), dunque la felicità è qualcosa che fiorisce, qualcosa che cresce a dispetto di tutto, ciò che non viene intaccato dalla rovina, dalla degenerazione, dal dubbio. Proprio tramite l’ultima metamorfosi, quella del riso che diventa “fiore”, scopriamo la funzione più intima e segreta del sorriso, la sua metafora più estrema che esso sottintende, ovvero l’impulso vitale.

L’associazione sublime che Neruda intesse in questi versi non è tra il sorriso della donna e l’amore, ma tra il sorriso della donna e la vita, sino a un’equiparazione esclusiva: il sorriso della donna amata diventa la ragione di vivere, la casa e il rifugio, la sua felicità che esplode nella risata è la “patria sonora”, la destinazione finale di un’esistenza raminga che finalmente trova un approdo.

Neruda e la Politica: Un Impegno Costante

Tuttavia Pablo Neruda non è solo poeta e scrittore, ma anche politico. La povertà lo costrinse ad accettare un lavoro come console in Birmania e poi altri viaggi che lo porteranno a comporre moltissimi versi, ma anche a sposarsi con una banchiera olandese. Viaggia soprattutto in Argentina e Spagna: diventa console di Madrid, conosce grandi autori spagnoli come García Lorca e César Vallejo e ha la sua prima figlia, purtroppo morta giovane. All’apice di questa divisione, Pablo Neruda conoscerà e sposerà la seconda moglie, comunista argentina che lo avvicinerà alle idee marxiste.

Leggi anche: Analisi Ungaretti: il tema del viaggio

Già fortemente contrario al fascismo di Francisco Franco, Pablo Neruda si avvicina sempre di più al comunismo. La morte di García Lorca per mano del regime, porterà al totale appoggio da parte di Pablo Neruda del fronte repubblicano. Nei suoi discorsi, negli scritti e nelle poesie si contrapporrà totalmente alla dittatura franchista. Nel 1938 ottiene l’incarico dal presidente cileno di fare evacuare degli esiliati spagnoli dai campi francesi. Le poesie dell’epoca riflettono la sua ideologia, anche contro l’Imperialismo americano e l’abuso delle multinazionali.

Negli anni successivi Pablo Neruda esprime sempre di più la sua ammirazione per l’Unione Sovietica, il suo ruolo nella sconfitta del nazismo e per Stalin. Dopo aver saputo delle purghe staliniste, Pablo Neruda cambia opinione e rinnega sia le sue opere precedenti che i suoi discorsi di ammirazione. Questa delusione lo porta ad avere dubbi anche sul comunismo cinese, anche la sua fede politica rimane sempre comunista. Il vero punto di non ritorno è la repressione violenta che Videla attua contro i minatori in rivolta nel 1947.

Lo shock di Pablo Neruda lo porta a fare un discorso molto pesante contro il nascente autoritarismo di Videla, discorso che lo porterà a un ordine di arresto. Per sottarsi alla prigione, Pablo Neruda scappa in esilio in Argentina nel 1949, sotto il governo Perón. Durante l’esilio lascia l’Argentina, grazie a Pablo Picasso arriva a Parigi e si presenta clamorosamente al Congresso dei Partigiani della Pace. Compie poi numerosi viaggi in Europa, India, Cina, Messico e URSS. Pablo Neruda riesce a tornare a casa solo nel 1952, quando il governo Videla è alla fine e Salvador Allende è candidato a nuovo Presidente per Il Partito Socialista e richiede la presenza di Neruda.

Le Mani: Un Simbolo di Connessione Umana

Le tue mani, è una delle poesie belle di Pablo Neruda che in questo strano periodo di pandemia fa riflettere. Neruda esordisce Quando le tue mani muovono, amore, verso le mie, cosa mi portano in volo? Le mani inevitabilmente sono il senso della complicità, del riconoscersi senza dover guardare, dell’unione intima, dell’emozione più forte. L’amore, si sa senza dover ricorrere agli esperti, non è fatto solo di parole, di sguardi, di baci. Le carezze, gli abbracci sono fondamentali nel con-tatto con l’altro.

Adesso, però, il contagio è il nemico privilegiato del contatto. E le mani sono la base del contatto. Quindi, diventano inesorabilmente uno dei principali protagonisti della trasmissione del virus. Bisogna lavarle, disinfettarle, coprirle con i guanti, renderle distanti dagli altri. Tutto il valore simbolico delle carezze, dello stringere la mano o le mani a chi si ama, a chi si rispetta, a chi si stima, a chi si vuole bene, non è più permesso. Le mani, il con-tatto sono il pericolo. Bisogna interrompere i legami. E come spegnere l’interruttore di un dispositivo elettrico.

Leggi anche: Viaggio e poesia: un connubio

Lo Stile Poetico di Neruda

Noto per la sua capacità di esprimere emozioni profonde attraverso immagini sensoriali e vivide, Neruda celebra l’amore, il desiderio e la perdita con una lirica intensa e carica di sensualità. Il linguaggio è ricco di metafore che collegano l’amore umano alla natura, spesso evocando paesaggi esotici, maree, cieli e terre selvagge.

La natura è una fonte costante di ispirazione per Neruda. Che si tratti di mare, montagne, fiumi o foreste, la natura è spesso personificata e diventa simbolo del mondo interiore dell’uomo, dell’amore e della politica. Le sue descrizioni naturalistiche, però, non sono mai meramente decorative, ma hanno una forte carica emotiva e simbolica. Utilizza spesso immagini surrealiste che non seguono una logica convenzionale, ma sono costruite su associazioni libere e audaci, riflettendo dunque un mondo emotivo straordinariamente complesso.

Maestro della parola, capace di manipolare il linguaggio in modi innovativi, nelle sue liriche, che spaziano da versi liberi a strutture più formali, riesce magistralmente a fondere registri poetici alti e quotidiani; celebra, infatti, anche oggetti semplici e quotidiani come il pane o una cipolla, mostrando la sua capacità di trovare il sublime nel banale. Il suo stile è dunque una combinazione unica di sensualità, impegno politico, surrealismo e celebrazione della natura. La sua capacità di mescolare l’intimo con il collettivo, il quotidiano con il sublime, ha reso le sue poesie universali e durature, facendolo diventare una delle voci più potenti e amate della poesia mondiale.

TAG: #Viaggio #Viaggi

Più utile per te: