Regole di Pronuncia Italiana per Stranieri
La lingua italiana è considerata la lingua più bella per la sua storia e la sua musicalità. Cominciare a parlare in modo corretto la lingua italiana indica la capacità di apprendere i suoni e l’intonazione espressi in modo corretto. Studiare la grammatica italiana e poi non conoscere la reale pronuncia non è abbastanza per parlare correttamente questa lingua.
Soprattutto se ci si trovasse ancora alle prime armi, la pronuncia italiana potrebbe porre diverse difficoltà. Tuttavia, la pronuncia è molto regolare e una volta comprese le regole è semplice pronunciare senza errori ciascuna parola. Sapere dove mettere l’accento giusto o come avere una certa intonazione adatta può aiutare moltissimo allo studio della lingua italiana.
La lingua italiana, diversamente da altre, viene scritta nella maniera in cui viene pronunciata e per questo è detta “fonetica”. Tutto questo permette a chi inizia a studiare la lingua un veloce apprendimento diversamente da altre lingue in cui la scrittura e la pronuncia sono differenti. È di estrema importanza dedicare del tempo all’acquisizione dell’accento corretto. Le prime regole base della pronuncia italiana riguardano le lettere.
Ciò che distingue la pronuncia della lingua italiana dalle altre lingue è che le regole di intonazione sono in ogni caso costanti. Allora, una volta imparate le regole, si può cominciare a pronunciare attentamente tutte le parole della lingua italiana anche se non è mai sentita prima, senza la necessità di avere vicino un dizionario. Inoltre, bisogna ricordare che ogni lettera in italiano viene pronunciata sempre. Non esistono lettere mute come in altre lingue che rendono complessa la comprensione.
Vocali e Consonanti
Le vocali e le consonanti sono suoni e non delle lettere. La differenza tra vocali e consonanti è che la vocale è un suono pronunciato con la bocca molto aperta; mentre una consonante è un suono prodotto con la bocca quasi chiusa. Consonanti e vocali corrispondono a parti distinte di una sillaba: la parte più sonora della sillaba, ovvero quella che emette un vero suono, di solito è una vocale, mentre le parti meno sonore sono le consonanti.
Leggi anche: Normative Appartamenti Turistici Italia
Le regole di pronuncia italiana delle vocali sono molto importanti perché le vocali rappresentano la parte sonora delle parole che compongono una frase. Le vocali italiane sono brevi, ben chiare e non sono mai allungate come in altre lingue. Poi bisogna notare che le vocali a, i e u si pronunciano sempre alla stessa maniera; invece, e ed, o hanno un suono aperto e uno chiuso che possono cambiare da una parte all’altra nelle Regioni italiane.
La pronuncia della vocale A è verso la parte inferiore della bocca. Poi c’è il suono della e. Poi c’è la I che ha un suono molto corto e chiaro. Questa vocale si pronuncia con la bocca semi aperta senza alcuna difficoltà. Poi tra le vocali esistono quelle “chiuse” che sono medio-alte e le vocali aperte che sono medio-basse. In una posizione, si possono ritrovare sia le vocali chiuse che quelle aperte. Mentre in una posizione non accentata si possono trovare solo le vocali chiuse.
La maggior parte delle consonanti italiane sono somiglianti nella pronuncia. Le consonanti c e g sono le uniche eccezioni perché variano a seconda delle lettere che le seguono. Nella lingua italiana le doppie consonanti vengono emesse con molta più forza di quelle singole. Anche se all’inizio potrebbe non essere ovvio, un orecchio allenato noterà la differenza. Per questo motivo è fondamentale ascoltare persone madrelingua e imparare correttamente la pronuncia.
Le parole cosiddette “consonantiche” singole e doppie comuni in italiano comprendono: canna, cane, casa, cassa, papa, pappa, sera, serra, ognuna delle quali ha un significato ben diverso dall’altro.
L'alfabeto italiano e la sua fonetica
La lingua italiana deriva dal latino ed è quasi perfettamente fonemica. Quindi, una volta imparati l’alfabeto e la sua fonetica, capire la pronuncia di una parola italiana tende a essere molto facile e logico, anche se non se ne conosce il significato. In questo articolo ti presenteremo le lettere dell’alfabeto italiano e alcune parole italiane di base per creare una solida base per l’apprendimento dell’italiano.
Leggi anche: Turista per Sempre: Vale la pena giocare?
L’alfabeto italiano è composto da 21 lettere - 5 vocali e 16 consonanti. L’alfabeto italiano comprende cinque vocali (a, e, i, o e u), proprio come in inglese, se non contiamo la “y”, che tecnicamente è una consonante ma spesso si comporta come una vocale. Le vocali sono pronunciate molto chiaramente e di solito terminano le parole.
Oltre alle vocali semplici, l’italiano presenta semivocali (o semiconsonanti), dittonghi e glide. Una semivocale è un suono che si pronuncia in modo simile a una vocale e che si comporta come una consonante. In italiano, possiamo trovare le semivocali i e u (suoni [j] e [w]) ogni volta che un’altra vocale le segue. In questi casi, diventano glide e la prima vocale che compare nella parola è più corta e più debole della seconda.
I dittonghi, invece, si hanno quando le vocali u o i sono combinate con un’altra vocale, producendo il suono di una singola sillaba. Le vocali u e i possono essere combinate tra loro, per cui la i o la u possono rimanere non accentate. Il dittongo discendente si ha quando le vocali u o i sono in seconda posizione. In questi casi, il suono è più forte sulla prima vocale e meno evidente sulla seconda. Il dittongo ascendente si ha quando le vocali u o i sono in prima posizione. In questi casi, il suono è più debole sulla prima vocale e più marcato sulla seconda.
Accenti tonici e grafici
Le parole italiane possono avere accenti solo sulle vocali, non sulle consonanti. Gli accenti possono essere tonici o grafici. Gli accenti tonici non sono scritti. Si possono riconoscere ascoltando quale parte di una parola è marcata. Per esempio, c’è un accento tonico sulla na in nazione. Gli accenti grafici sono scritti in modo chiaro. L’accento acuto [´] si usa per i suoni di vocali chiuse, in cui le labbra sono vicine. La lingua italiana utilizza l’accento acuto sulle lettere e e talvolta sulla o (é e ó). Prova a pronunciare la parola inglese “state”.
L’accento grave [`] si usa per i suoni aperti delle vocali e e o (è, ò), pronunciati con le labbra aperte, e per tutte le altre vocali (à, ì, ù), dove la bocca può essere più aperta o più chiusa, e non influisce sulla pronuncia. A volte, proprio come l’accento acuto, l’accento grave distingue parole che hanno significati diversi ma sono scritte allo stesso modo.
Leggi anche: Escursionismo: Come Prevenire Incidenti
Consonanti: classificazione e pronuncia
Rispetto alle vocali, in cui il flusso d’aria non incontra ostacoli nella bocca quando viene pronunciato, le consonanti sono classificate in base al tipo di ostacolo al flusso d’aria che esce dalla bocca. Una consonante plosiva significa che il flusso d’aria incontra un’ostruzione completa quando la consonante viene pronunciata, per poi essere rilasciato rapidamente in una sorta di esplosione. Le consonanti fricative sono suoni prodotti schiacciando l’aria tra una piccola fessura mentre esce dalla bocca. A differenza delle consonanti plosive, qui il flusso d’aria incontra un’ostruzione incompleta.
Le consonanti vibranti sono chiamate anche trilli. La consonante vibrante italiana è rappresentata dalla r trillata che non ha un equivalente in inglese. Le consonanti laterali sono suoni in cui il flusso d’aria incontra una sola ostruzione al centro della bocca, ma fuoriesce comunque dai lati. Il suono laterale [ʎ] è molto particolare e non esiste in inglese. Le consonanti affricate sono una combinazione di plosive e fricative: prima un’ostruzione completa, poi un flusso d’aria continuo. Le consonanti nasali sono quelle in cui il velum è abbassato e l’aria fuoriesce dal naso, anziché dalla bocca.
Ecco un consiglio per la pronuncia: per allungare il suono di una consonante doppia, si può anche accorciare la pronuncia della vocale che la precede. Ogni consonante può essere raddoppiata, tranne la h muta e la q, che è estremamente rara. L’unica parola con la doppia q è soqquadro, “mess” (sohk-koo-ah-droh).
La pronuncia difficile della lettera c si verifica quando è seguita dalle vocali a, o, u o dalle consonanti, e anche quando è seguita dalla lettera h con le vocali e e i (che, chi). La pronuncia morbida della lettera c si verifica quando è seguita dalla vocale e o i (ce, ci). La pronuncia difficile della lettera g si verifica quando è seguita dalle vocali a, o, u o dalle consonanti, e anche quando è seguita dalla lettera h e dalle vocali e ed i (ghe, ghi). La pronuncia morbida della lettera g si verifica quando è seguita dalla vocale e od i (ge, gi). Queste combinazioni sono simili al suono inglese /j/.
Come già detto, l’h modifica la pronuncia delle lettere c e g, ogni volta che le segue. La r italiana ha due pronunce leggermente diverse. Una è trillata e più accentuata, e si verifica quando è all’inizio della parola e precede o segue una consonante o quando è raddoppiata. L’altra è invertita - quindi leggermente più morbida e delicata - e si verifica quando è preceduta e seguita da vocali. Le consonanti s e z possono emettere due suoni: uno è sonoro, l’altro è sordo. Li puoi riconoscere semplicemente toccandoti la gola. Se senti vibrazioni, sono sonori. Se non le senti, sono senza sordi.
Rispetto all’alfabeto inglese, che conta 26 lettere, in quello italiano ne mancano cinque: j, k, w, x e y. L’apprendimento di una lingua inizia tipicamente con le basi più elementari - l’ABC - e l’italiano non è da meno.
Pronuncia regionale
Dal punto di vista sociolinguistico, la lingua italiana è caratterizzata dalla presenza di un’ampia gamma di varietà regionali dotate di specifiche caratteristiche a tutti i livelli di analisi linguistica: la pronuncia regionale, ad esempio, è facilmente riconoscibile anche in contesti formali grazie alla presenza di tratti fonetici non standard. Per italiano standard si intende una varietà di lingua fissata in termini normativi e astratti che non corrisponde all’uso effettivo e individuale di persone reali. Lo standard costituisce la varietà di lingua utilizzata per l’insegnamento dell’italiano L2 ed è seguito solo da alcune categorie di professionisti come gli attori e i doppiatori.
Essendo le lingue soggette a una continua variazione lungo diversi assi, l’uso orale dell’italiano nell’ambito dei mass media esibisce diversi elementi non standard appartenenti alle pronunce regionali che, proprio in virtù del loro uso in tali ambiti dotati di un alto livello di prestigio, acquisiscono legittimazione e contribuiscono a definire una nuova norma denominata italiano neostandard.
Non tutti sono concordi nel definire e studiare la pronuncia standard: Luciano Canepari, ad esempio, preferisce usare il termine "neutro" invece di "standard" proprio perché questo termine si riferisce alla lingua usata nei mass media e non ad una pronuncia effettivamente neutra.
L’italiano standard riadatta il trapezio vocalico IPA includendo sette foni vocalici. Le caratteristiche indicate sulle righe (alte, medio-alte, medio-basse, basse) si riferiscono agli spostamenti verticali della lingua (alternativamente, è possibile riferirsi anche al grado di apertura delle vocali: le vocali alte sono dette anche chiuse, le medio-alte semichiuse, le medio-basse semiaperte e le vocali basse sono dette anche aperte); le caratteristiche rappresentate sulle colonne (anteriori, centrali e posteriori) dipendono dagli spostamenti orizzontali della lingua. La particolare forma trapezoidale dipende dal fatto che la lingua posizionata in basso ha minore libertà di movimento orizzontale rispetto alla posizione in alto.
I foni [ɛ] e [ɔ] sono presenti solo su sillabe accentate: all'interno di sillabe non toniche, essi sono rispettivamente sostituiti da [e] e [o]. Se due foni vocalici si trovano uno immediatamente dopo l’altro si ottiene un dittongo che è definito come la successione di due vocali all’interno della stessa sillaba. Tutte le sette vocali si possono combinare con una vocale alta (o chiusa) diversa costituendo un dittongo discendente. I dittonghi ascendenti nascono dalla combinazione di una vocale alta con un’altra vocale ma non sono considerati dei dittonghi veri e propri perché il primo fono vocalico in realtà è un glide (chiamato anche approssimante).
Nel caso dei dittonghi discendenti sono possibili praticamente tutte le combinazioni, a patto che le due vocali siano diverse. Tutte le altre combinazioni di due vocali (medio-basse o medio-alte come [eɔ] in [teˈɔ:loɡo] oppure una medio-alta o una medio-bassa con una vocale aperta come [ea] in [beˈa:to]) sono chiamate iati e le due vocali appartengono a due sillabe differenti.
Ogni riga indica un modo di articolazione, ogni colonna un luogo di articolazione. I fono sonoro. Nasali, laterali, vibranti e glide sono sempre sonori. post-alveolari, le palatali (tranne [j]) e le affricate alveolari, possono essere brevi o lunghe. La quantità ha valore distintivo come nelle coppie minime casa/cassa, pala/palla. ed è utilizzata in alcune parole di provenienza francese come garage [ɡaˈraʒ].
La sillaba in italiano standard ha la struttura generale rappresentata in figura. Le parentesi tonde indicano l’opzionalità dell’elemento, la lettera C indica una consonante, la lettera V indica una vocale. Il nucleo deve essere sempre presente e, in italiano, è obbligatoriamente vocalico: esso può essere costituito da una vocale semplice o da un dittongo (di cui il secondo elemento, come è mostrato in figura, appartiene alla coda). attacco e rima possono essere complessi mentre la coda è sempre semplice.
L’attacco di una sillaba dev’essere sempre di sonorità crescente a meno che la prima consonante non sia una /s/. I cluster iniziali /s/+consonante (singola o doppia) costituiscono un’eccezione chiamata anche appendice. La coda consonantica è presente solo dopo un nucleo vocalico semplice e può contenere unicamente consonanti sonore oppure /s/. Se la coda consonantica è presente la sillaba si dice chiusa, altrimenti si dice aperta.
Le sillabe possono essere analizzate anche in termini quantitativi in quanto in italiano sono ammesse sillabe brevi (costituite da una mora o monomoraiche) e sillabe lunghe (costituite da due more o bimoraiche). Ogni vocale breve è monomoraica, le vocali lunghe e i dittonghi sono bimoraici, la prima parte di una consonante geminata (cioè doppia) è monomoraica (in quanto coda consonantica della sillaba). Questa analisi è in grado di spiegare la mutua esclusività all’interno di una sillaba di vocali lunghe, dittonghi, code e consonanti doppie perché nella lingua italiana sono ammesse sillabe al massimo bimoraiche . Sono presenti alcune eccezioni a questa regola come austriaco e claustrofobia in cui le sillabe [aws] e [klaws] sono trimoraiche.
I monosillabi non sono accentati. che in italiano l’accento è tratto distintivo e dà vita a coppie minime come meta/metà o àncora/ancòra). [ˈpɔːliʦʦa]) mentre in terzultima posizione possono essere accentate (come [ˈkandido]) oppure no (come [banˈdiːto]). In posizione finale di parola le sillabe chiuse di norma non sono accentate come dimostrato dall’accentazione degli acronimi (cfr. [ˈiːrap]) ma in alcuni prestiti possono esserlo (cfr. [baˈʣar]). L’analisi delle sillabe chiuse è confermata dallo studio dello stesso Kramer sull’accentazione delle nonce words. (cfr. ([ˈaːzino] vs [kaˈziːno]) perché è un accento determinabile solo lessicalmente.
Raddoppiamento fonosintattico
Il raddoppiamento fonosintattico è un fenomeno dell’italiano standard che consiste nella geminazione della consonante iniziale di una parola quando questa è preceduta da una parola ossitona o da un monosillabo. La prima parola determina il raddoppiamento e la seconda parola esibisce il raddoppiamento. Se le due parole sono separate da pause o appartengono a sintagmi o proposizioni differenti. Se la seconda parola inizia per vocale o se inizia per fricativa alveolare seguita da un’altra consonante come in [a zbaʎˈʎaːto]. in consonante (come in [perˈme] o [nomˈpɔsso]).
In questa sezione si definiscono le regole che permettono di trascrivere foneticamente l’italiano standard secondo l’alfabeto IPA. fonetiche o soprasegmentali come la sillaba che contiene il grafema). Per tutti gli altri grafemi non è possibile stabilire corrispondenze biunivoche con un suono: in base al contesto, lo stesso grafema può trascrivere diversi suoni e lo stesso suono può essere trascritto da diversi grafemi. è trascritto come occlusiva velare sorda [k] in tutti gli altri contesti. è necessario considerare anche la trascrizione della nasale e laterale palatali. come in [ʎi]. Il grafema
Si verificano fenomeni di autogeminazione per i seguenti foni in posizione intervocalica: le affricate alveolari sorda e sonora [ʦ] e [ʣ], la fricativa post-alveolare sorda [ʃ], la nasale palatale [ɳ] e la laterale palatale [ʎ]. Ci sono, infine, eccezioni alle regole definite in questa sezione. in alcune parole come i derivati di sci, le voci del verbo sciare o la parola scia la va pronunciata come in [ʃi] e [ˈʃia] e ciò viola la regola (5).
Consigli pratici per migliorare la pronuncia
Ti stai chiedendo come migliorare la pronuncia italiana? Sei nel posto giusto! Alla Scuola Clidante di Roma, comprendiamo la frustrazione di parlare italiano con una pronuncia “così così”. Per questo, le nostre lezioni di lingua italiana si concentrano su esercizi mirati per perfezionare la pronuncia.
5 Regole d’Oro per una Pronuncia Italiana Impeccabile
- Ripetizione ad Alta Voce: Pratica frequentemente le parole che trovi difficili da pronunciare. Questo metodo ti aiuterà a:
- Familiarizzare con i suoni complessi
- Identificare i tuoi errori attraverso l’auto-ascolto
- Esagerazione dei Suoni. Concentrati su:
- L’accento delle parole
- Le doppie consonanti
Accentua questi elementi fino a quando non ti sembreranno naturali.
- Imitazione dei Madrelingua
- Ascolta attentamente gli italiani quando parlano
Divertiti a imitare la loro pronuncia e intonazione
- Lettura ad Alta Voce
- Leggi testi italiani a voce alta
- Ascoltati mentre leggi
Correggi la tua pronuncia in tempo reale
- Stabilisci una Routine
- Crea un programma di studio regolare
Incorpora tutti i consigli sopra menzionati nella tua pratica quotidiana
TAG: #Stranieri #Italiano #Italia