Escursione al Rifugio Curò da Valbondione: Sentieri e Panorami della Val Seriana
Il Rifugio Antonio Curò, uno dei più storici della bergamasca, aperto nel 1886, si trova sopra Valbondione, in Alta Val Seriana, a circa 1915 metri di quota. Deve il suo nome all’Ingegner Curò, allora presidente del CAI di Bergamo. Oltre all’edificio estivo, recentemente è stato costruito un ostello di alta qualità. In questo articolo vediamo la descrizione dell’itinerario che porta, partendo dall’abitato di Valbondione, a raggiungere proprio questo rifugio.
Dati tecnici dell'escursione
- Punto di partenza: Valbondione
- Punto di arrivo: Rifugio Curò e Lago artificiale del Barbellino
- Dislivello: 1.070 metri
- Altezza massima: Rifugio Curò, 1.915 metri s.l.m.
- Durata: circa 2 ore e mezzo per arrivare al Rifugio Curò (con passo tranquillo qualcosa di più)
- Difficoltà: E - Escursionistica
Rifugio Curò da Valbondione per il sentiero 305
Punto di partenza della nostra escursione è il paese di Valbondione, a circa 50 km da Bergamo.
Qui è possibile lasciare la macchina nei parcheggi a pagamento in prossimità del campo sportivo (gratta e sosta 5€) oppure potete parcheggiare gratuitamente sfruttando alcuni prati che si aprono sulla strada che conduce in centro paese.
L’imbocco del sentiero 305 per il Rifugio Curò parte dalla fine di Via Curò. Si parte dalla frazione Beltrame di Valbondione (940 m). Il percorso n. 305 parte in contrada Beltrame (m. 940) fino a trovare sulla sinistra Via Curò (m. 940).
Dalle spalle del Comune, da cui è possibile tagliare per alcune scalette, si segue la strada asfaltata che sale abbastanza ripidamente fino a trasformarsi in una mulattiera che si inoltra nel bosco.
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Questo è l’unico tratto in ombra del percorso, per cui partite attrezzati con acqua e protezione solare.
Man mano che si sale incroceremo le deviazioni per le frazioni di Grumetti e Maslana, mentre alla nostra sinistra - tra una fronda e l’altra - vedremo comparire il Rifugio Merelli al Coca, in eroica sospensione sulla roccia dall’altro lato della valle.
Usciti dal bosco, il sentiero proseguirà fino alla fine completamente al sole, con una bella visuale sulle Cascate del Serio che vengono aperte in tutta la loro portata solo in alcuni giorni dell’anno.
Il sentiero risale poi a zig zag lungo la parete rocciosa: qui potete decidere se tagliare per la variante più ripida e veloce - guadagnando circa 20 minuti - oppure se proseguire lungo la via normale, più lunga e panoramica.
Se optate per la variante panoramica, l’ultimo tratto prima di raggiungere il Rifugio è letteralmente scavato nella roccia.
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Pur non essendo particolarmente esposto, in quanto il sentiero si mantiene comunque molto largo, ci sono delle corde fisse in acciaio per rendere sicura la salita visto il notevole strapiombo.
Date di apertura delle Cascate del Serio per il 2024
- 16 Giugno 11.00-11.30
- 13 Luglio 22.00-22.30
- 18 Agosto 11.00-11.30
- 15 Settembre 11.00-11.30
- 13 Ottobre 11.00-11.30
Ostello e Rifugio Curò
Superato questo punto, si arriva alla stazione a monte della vecchia teleferica e poco dopo al rinnovato Ostello Curò, da cui si gode un bel panorama sulla valle sottostante.
Poco oltre il Rifugio Antonio Curò, dove vi consiglio di fermarvi a pranzo per gustare i piatti tipici della tradizione culinaria bergamasca: casoncelli, foiade con salsiccia e funghi, polenta e selvaggina, ma soprattutto le spettacolari torte fatte in case.
Dopo anni di duro lavoro, quello che una volta era conosciuto come il Rifugio invernale del Curò, è stato ristrutturato con materiali di pregio e riqualificato in un ostello dotato di finiture e comfort che non hanno pari nel panorama alpino lombardo.
Un edificio completamente rinnovato con linee architettoniche rigorose, moderne e di assoluto effetto. L’utilizzo di materiali naturali di altissima qualità contribuisce a creare un'atmosfera accogliente e confortevole, rendendo l’ostello Curò una struttura esclusiva al passo coi tempi, che regala un nuovo modo di vivere la montagna.
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Le camere, tutte realizzate con rivestimenti in rovere massello, sono suddivise in:
- camera base 4 posti con bagni e docce in comune (suddivise in uomini e donne)
- camera comfort con bagno e doccia annessi.
Tutte le camere sono fornite di biancheria letto, mentre la biancheria bagno è a disposizione su richiesta. L’ostello dispone di una grande sala al piano terra con video proiettore, computer con connessione WIFI, una piccola biblioteca a disposizione degli ospiti e una zona colazione. Al secondo piano è presente inoltre l’area relax con terrazzo. La cena viene invece servita nell'adiacente rifugio Antonio Curò.
La struttura offre una nuova prospettiva a chi vuole organizzare eventi e convegni legati alla montagna, spazi ideali per gruppi di lavoro, associazioni sportive e gruppi di famiglie.
L’ostello è la soluzione ideale anche per coppie o piccoli gruppi di amici che vogliono trascorrere una vacanza di più giorni nella splendida cornice del Parco delle Orobie Bergamasche senza rinunciare al comfort.
Lago artificiale del Barbellino
Una volta rifocillati possiamo dedicarci all’esplorazione dei dintorni del Rifugio, alle cui spalle spiccano le scintillanti acque turchesi del Lago artificiale del Barbellino.
Situato a 1.862 metri di altitudine, il Lago del Barbellino è il più grande lago artificiale delle Orobie ed è incastonato tra imponenti montagne che sfiorano i tremila metri di altezza, tra cui svetta il famoso Pizzo Coca.
Vicino al lago è stata costruita una Cappelletta dedicata ai caduti della montagna, mentre di fianco non potete non notare…una spada nella roccia!
La zona del Lago Naturale e del Lago artificiale è custodita da imponenti cime (di cui venti oltre i 2700 mt.) e rappresenta una delle mete più frequentate.
Particolarmente apprezzata dagli appassionati di sci alpino durante la stagione primaverile, con i canali nord innevati e panorami mozzafiato.
In estate si popola di escursionisti, in quanto snodo fondamentale del sentiero delle Orobie (da qui infatti si può scegliere se proseguire verso il rifugio Albani oppure in direzione del rifugio Tagliaferri.
La spada nella roccia al Rifugio Curò
Cosa ci fa una spada nella roccia in Val Seriana? Se vi avvicinate alla spada vedrete incise due lettere, M.R., e una data, 1415.
L’idea di collocare questa spada di fronte al Lago del Barbellino si deve infatti a Matteo Rodari, guardiacaccia della riserva faunistica di Valbondione, e a suo papà Modesto Rodari, per 30 anni guardiano Enel alla diga del Barbellino e artefice materiale della spada.
L’Excalibur della Val Seriana riporta così le loro iniziali, mentre la data si riferisce al fatto che in quegli anni i paesi di Valbondione e Gromo erano tra i massimi forgiatori di spade al mondo.
Un bellissimo omaggio quindi non solo al mito di Re Artù, che tra le montagne incantate e i laghi fatati delle Orobie avrebbe sicuramente trovato uno scenario perfetto, ma anche alle tradizioni di questa Valle.
Io ci ho provato a tirarla fuori, ma tocca aspettare Artù!
Varianti per raggiungere il Rifugio Curò
Partendo sempre da Valbondione, è possibile raggiungere il Rifugio Curò anche con il facile sentiero 332 che oltrepassa il vecchio borgo di Maslana prima di ricongiungersi sul sentiero 305 e proseguire fino al Rifugio.
Si può inoltre raggiungere il Rifugio Curò da Lizzola seguendo i segnavia 322/304 (3 ore, itinerario di media difficoltà). Tutte le strade portano al Curò!
Accessi al Rifugio Curò
- Accesso al rifugio da Valbondione - TEMPO 2,5 H - segnavia n. 305
- Accesso al rifugio da Grumetti - TEMPO 3,0 H - segnavia n. 305B
- Accesso al rifugio da Lizzola - TEMPO 3,0 H - segnavia n. 322/304
- Accesso al rifugio da Rifugio Coca - TEMPO 3,5 H - segnavia n. 303
- Accesso al rifugio da Rifugio Tagliaferri - TEMPO 4,5 H - segnavia n. 321
- Accesso al rifugio da Rifugio Albani - TEMPO 7,0 H - segnavia n. 306
Escursioni dal Rifugio Curò e rientro a Valbondione
Nel caso voleste prolungare l’escursione, potete raggiungere il Lago naturale del Barbellino e l’omonimo Rifugio Barbellino aggiungendo circa 1 ora di cammino (segnavia 308).
Un’altra escursione dal Rifugio Curò è quella che porta ai Laghetti della Val Cerviera in circa 1 ora e mezza (segnavia 321).
Per il rientro a Valbondione, invece, basta ripercorrere a ritroso il sentiero dell’andata.
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