Rifugio Vittorio Sella: Escursioni e Sentieri nella Valle d'Aosta
Anche quest’anno mi concedo una breve vacanza nella Valle d’Aosta. Parto dal parcheggio antistante l’abitato di Valnontey (valle secondaria a sud di Cogne a 3 km circa dal capoluogo).
Il Percorso verso il Rifugio
Pochi metri dopo lascio, a destra, il sentiero che conduce al giardino botanico alpino Paradisia, fondato nel 1955 (ospita 1.000 specie delle nostre montagne e di altri gruppi montuosi di tutto il mondo) e proseguo in salita verso il lariceto.
Al primo bivio voltiamo a sinistra e proseguiamo su strada quasi pianeggiante tra prati e boschi di larici. Una lunga serie di falsopiani vengono attraversati in diagonale fino a raggiungere un zona sassosa con pascoli poveri.
Una leggera discesa tra rocce stratificate conduce a una passerella in legno. Seguendo il sentiero a zig-zag, con poco dislivello mi dirigo verso sud su una distesa di rocce montonate.
Lo sterrato termina nei pressi del rifugio Tetras Lyre (1991 m), accogliente rifugio alpino organizzato per ospitare alpinisti, escursionisti oppure solo per una cena o un pranzo in amicizia.
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La mulattiera riprende quota alla sua sinistra e salendo il panorama si amplia regalando un gran colpo d’occhio sul Ciarforon (3640 m) e il sottostante ghiacciaio di Montcorvé, sulla Becca de Monciair (3554 m), sui Denti del Broglio (3419 m) e sulle cime del versante occidentale del vallone della Seyva.
Dopo questo, il rifugio non è più così lontano e, dopo il bivio per il rifugio Chabod (2710 m, palina indicatrice), lo si vede comparire all’improvviso, spostato leggermente a sinistra, sotto la Becca di Montcorvé (3621 m). Lo raggiungo dopo un’ora e mezza di cammino (2719 m).
Il Rifugio Vittorio Sella
Il rifugio, diviso su due caseggiati adiacenti, appartiene al CAI di Biella ed è dotato di 150 posti. All’esterno, inaspettato è il laghetto Montcorvé, adiacente alla sua destra, che regala un tocco in più al panorama già stupendo per conto proprio.
Dal rifugio parte la via normale per la vetta del Gran Paradiso che aggira a sinistra la Becca di Montcorvè e poi prosegue su ghiacciaio fino alla cima.
Sinceramente mi aspettavo di trovare più persone, ma è ancora presto e poi arriveranno. Durante la discesa incontrerò centinaia di escursionisti diretti al rifugio.
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Escursioni Alternative
Invece di percorrere il vallone ci si sposta sulla morena a sinistra, si risale il costone roccioso tra tracce di sentiero e roccette (non è ben segnalato ma è intuitivo) e si percorre tutta la morena, molto ben segnalata da ometti, a monte della Testa di Moncorvè.
Dal colle sulla morena dove si può scendere sul ghiacciaio di Laveciau si può proseguire lungo la cresta, ampia, verso un cartello che si vede già dal basso.
Qui inizia una nuova ferrata, attrezzata con cavo metallico, fittoni e pioli. Segue circa il filo della cresta che sovrasta il ghiacciaio. Il percorso sfrutta in parte delle cenge, raccordate da brevi tratti verticali.
E’ presente un passaggio atletico verso la fine, per doppiare uno sperone strapiombante. Infine si sbarca in piano sul ghiacciaio a quota 3500 circa, prima della gobba da superare per arrivare alla congiunzione della traccia che sale dallo Chabod.
Novità 2019: Percorso di Salita/Discesa
Novità 2019: per evitare affollamento e code, dal 2019 è stato attrezzato un percorso di salita/discesa in senso orario.
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La traccia avanza su pietraia e si dirige verso un poggio con ometti in pietra. Si sale ora a sinistra, in discreta pendenza, nella parte superiore del ghiacciaio verso una sella. Si punta decisamente in direzione della crepacciata terminale che si supera su un ponte di neve.
Proseguendo il cammino a sinistra del doppio rifugio, poche decine di metri dopo, verso sinistra, supero il rio su una passerella in legno. Per il secondo laghetto continuo ancora un po’ sul sentiero e lo trovo leggermente più in basso (2.636 m) in una conca.
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