Albergo Atene Riccione

 

Scultura "Il Viaggiatore" di Bruno Catalano: Un'Esplorazione del Significato

L'opera plastica di Bruno Catalano appare a prima vista disorientante. Lo scultore francese, nato in Marocco e con origini italiane, mette in atto una inedita e sorprendente strategia espressiva caratterizzata dalla frantumazione dell’integrità della figura. Obbligando necessariamente ad una riflessione critica che ha a che fare con la crisi storica della scultura, denunciata chiaramente già da Rodin e Medardo Rosso, verso la fine dell’Ottocento, sancita poi dal trasgressivo e rivoluzionario “Manifesto della scultura futurista” di Boccioni del 1912 ed, infine, definitivamente espressa nel celebre ammonimento del 1945 di Arturo Martini nel quale l’artista definiva perentoriamente la “Scultura lingua morta”.

In realtà tale condizione di crisi espressiva ha determinato per fortuna soltanto la fine della statuaria e della funzione celebrativa della scultura, non più delegata a rappresentare valori storici e significati simbolici nella funzione “decorativa” di uno spazio urbano, cioè nella concreta esaltazione visiva degli eventi e delle personalità conservati nella memoria della collettività. Consentendo peraltro all’opera plastica, da quel momento, di cercare nuove e più avventurose vie espressive, manifestando così le innumerevoli e rivoluzionarie apparenze formali emerse da questo linguaggio nel corso del XX secolo.

La Metafora del Viaggio nelle Sculture di Catalano

Artista moderno, cioè contemporaneo a se stesso, Bruno Catalano ha naturalmente preso atto della storica situazione di crisi della scultura del suo tempo e, forse per una di quelle “geniali casualità” che l’arte ha più volte fatto emergere nel corso della storia, ha trovato una sua personale ed inedita via espressiva, manifestando per tale maniera una nuova concezione dell’opera plastica, fortemente caratterizzata dalla frattura della figura e della mancanza definitiva di alcune parti di essa.

Le sue sculture appaiono così, a prima vista, come incompiute, con vistose parti clamorosamente mancanti, obbligando i riguardanti a chiedersi perfino come possano stare in piedi, realizzando peraltro, Catalano, prevalentemente figure che camminano con una valigia o una borsa nella mano. Sebbene così “mutilate”, le sue sculture conservano comunque tutte le seducenti possibilità estetiche e formali dell’opera plastica classica, e inducono anche ad una nuova e sorprendente riflessione sulla poetica e il dialogo con la materia, nel suo caso anche quella assente perché mancante.

Il Ruolo della Materia e della Luce

Nell’opera di Catalano, che agli esordi ha usato la terracotta ed è giunto negli anni più recenti all’utilizzo del bronzo, si potrebbe perciò parlare di un percorso di ricerca nella materia, arricchita peraltro dall’apporto significativo delle qualità evocative del colore. Le sue sculture, tuttavia, per come sono ideate e realizzate, sollecitano inevitabilmente anche altre riflessioni, compresa quella michelangiolesca, forse azzardata, della “ideologia del non finito”. E naturalmente pure una considerazione, più o meno pertinente, sulla cosiddetta “poetica del frammento”, comunque giustificata all’interno di una complessa situazione storica che nella scultura del XX secolo ha visto le sperimentazioni più spregiudicate e i più radicali azzardi formali.

Leggi anche: Un'opera unica: Il Presepe del Viaggiatore

Una mancanza che mette però in gioco un nuovo ruolo della luce nella scultura, che nel suo caso sembra infatti attraversare la stessa figura senza violenza, illuminandola anzi, si potrebbe dire, ed annullando sorprendentemente, nel contempo, la stessa fisicità della materia.

I Viaggiatori: Uomini nel Mondo e nel Tempo

“Uomo che cammina” è peraltro un titolo ricorrente nella scultura del Novecento, basta pensare, per citarne solo uno, alle esili ed allungate figure misteriose e simboliche di Giacometti. A questo punto è perciò inevitabile notare che tutte le sculture di Bruno Catalano rappresentano un “uomo che cammina”, una figura caratterizzata sempre, però, da un bagaglio che regge con una mano e che lo configura dunque piuttosto come un anonimo “viaggiatore”, che non si sa da dove viene né dove vada.

Un bagaglio di forma diversa - una valigia rigida, una borsa morbida, un semplice sacco e, in una occasione, perfino il contenitore di una chitarra - elementi che concorrono a dare una particolare connotazione umana, psicologica e sociale, del viaggiatore. E dunque, per certi versi, a “riconoscerlo”. Lo stesso artista, del resto, si è più volte interrogato sul significato dei suoi viaggiatori definendoli “uomini nel mondo e nel tempo” che, “fratturati e destabilizzati, privi di ogni riparo, camminano verso la salvezza o la perdita”.

Stimolando ancora nuove riflessioni che, a questo punto, hanno a che fare con la storica “metafora del viaggio”, che, come è noto, è alimentata nel tempo da una moltitudine di riferimenti letterari. La domanda che i viaggiatori di Catalano inevitabilmente sollecitano nei riguardanti è dunque: chi sono questi viaggiatori, dove sono diretti? Facendo venire in mente che forse è invece il ritorno la vera meta del “viaggio degli uomini nel mondo”, come suggerisce il grande mito di Ulisse.

Le Sculture in Mostra

Tra le opere più significative di Bruno Catalano, possiamo citare:

Leggi anche: Diarrea del viaggiatore: guida ai probiotici

  • Simone: Ritratto di un giovane veneziano, elegante e sobrio.
  • Khadine: Figura che avanza con sicurezza, scrutando l'orizzonte.
  • Hubert: Viaggiatore umile, in attesa, con un'aria assente.
  • Benoît: Ispirato a un collaboratore della fonderia d'arte.
  • Pierre David Triptyque: Metafora della condizione umana, con tracce di un viaggio effimero.
  • Blue de Chine: Dedicata ai lavoratori immigrati, con una patina blu che evoca gli abiti da lavoro.
  • Non Finito: Rappresenta l'infinità di possibilità creative, con un drappeggio che avvolge la figura.

Queste sculture, realizzate in bronzo, esplorano i temi universali dell'esistenza umana: l'identità, la migrazione, il viaggio stesso.

Il Viaggio Emozionale attraverso le Sculture di Bruno Catalano

Approda a Genova e ad Alassio “La Metafora Del Viaggio”, l’esposizione personale di Bruno Catalano, tra i maggiori esponenti del panorama artistico contemporaneo.

«Le opere di Bruno Catalano ci trasportano in un viaggio emozionante attraverso i confini dell’identità e dell’appartenenza- dichiara il sindaco di Genova- Le sue sculture evocative, con le loro figure parziali, ci invitano a riflettere sul tema universale della ricerca di un senso di completezza in un mondo in costante movimento. Questa mostra non solo arricchisce il panorama culturale della nostra città, ma incarna anche lo spirito di apertura di Genova verso l’arte.

«L’arte visionaria di Bruno Catalano traccia i confini tra due dimensioni quali l’arte e il viaggio, temi assai cari alla storia della Città di Alassio- commenta il sindaco di Alassio Marco Melgrati - Siamo orgogliosi di ospitare nell’ambito della sesta edizione di Ligyes_Alassio_Genova Cultura Fest due delle sue installazioni sul Molo Bestoso che saranno visibili dal 1 giugno al 31 ottobre 2024.

Dal 9 maggio al 31 ottobre, Genova ospiterà le opere “Benoît”, “Hubert”, “Khadine”, “Pierre David Triptyque” e “Simone”, che si potranno ammirare in piazza De Ferrari, corso Italia, nella stazione Brignole e al Porto Antico, anticipando l’installazione ad Alassio di altre due sculture, “Blue de Chine e Non Finito, che saranno esposte all’ingresso del Molo Bestoso dal 1° giugno al 31 ottobre.

Leggi anche: "Congedo del viaggiatore cerimonioso": una lettura critica

«Abbiamo presentato alla Regione Liguria il progetto di mostra di Bruno Catalano denominato “La Metafora del Viaggio”, in riferimento al titolo del testo critico di Enzo Di Martino scritto in occasione della prima mostra in Italia presso la Galleria Ravagnan di Venezia - spiega Chiara Ravagnan della Galleria Ravagnan con cui Catalano collabora dal 2014- Durante l’estate 2024, l’arte monumentale di Bruno Catalano sarà protagonista di una mostra en plein air diffusa nel tessuto urbano di Genova, con un percorso espositivo che attraverserà il centro storico e si snoderà fino al porto. Una mostra straordinaria che avrà anche un’appendice preziosa ad Alassio, in occasione del Festival della Cultura Ligyes. “I Viaggiatori”, tra le opere più rappresentative del maestro Catalano, incarnano un senso profondo di bellezza e di cultura condivisa che trascende i confini geografici e linguistici. Queste straordinarie sculture in bronzo accompagneranno i cittadini e i visitatori in un’esperienza artistica unica, che celebra il senso di meraviglia e di scoperta che il viaggio porta con sé. La bellezza di queste opere risiede non solo nella loro ineguagliabile maestria tecnica, ma anche nel loro potere di connettere le persone e di stimolare la riflessione su temi universali come l’identità, il cambiamento e la ricerca di significato.

Bruno Catalano: Biografia e Percorso Artistico

Bruno Catalano è nato in Marocco nel 1960 e lavora tra l’Italia e la Francia. Nel 1975 è costretto all’esilio con la sua famiglia. Sbarcato a Marsiglia con la speranza di ricominciare una nuova vita, conserva nella memoria il dolore del proprio sradicamento. A 18 anni diventa marinaio, poi elettricista, a 30 incontra l’arte e la scultura in argilla attraverso artisti come Rodin, Giacometti, César. Da quel momento decide di consacrarvi la propria esistenza. Notato per la prima volta nel 2005 da un gallerista parigino a una mostra d’arte contemporanea, evolve dall’argilla al bronzo e scolpisce personaggi sempre più grandi, realizzando così notevoli prodezze tecniche. Oggi “I Viaggiatori” arricchiscono le più prestigiose collezioni pubbliche e private.

Le Installazioni ad Amalfi

Nel pittoresco scenario di Amalfi, una delle perle della Costiera Amalfitana, l’arte incontra il mare con l‘iniziativa voluta dal Comune di Amalfi e resa possibile grazie alla collaborazione con la Galleria Ravagnan di Venezia. Ogni scultura è un pezzo unico, come unica è la storia di tutte quelle persone, uomini e donne, che hanno dovuto intraprendere un viaggio lontano dalla propria terra natia, con valigie cariche non solo di pochi effetti personali ma di sogni e speranze.

Un’iniziativa resa possibile da una preziosa collaborazione, come sottolinea Chiara Ravagnan, «Sono felice di vedere le straordinarie opere di Bruno Catalano sullo sfondo del mare di Amalfi. Le opere di Bruno Catalano non solo ci affascinano per la loro bellezza estetica, ma catturano anche il cuore e l’anima dello spettatore, che si ritrova immerso in un viaggio verso l’anima dell’arte.

Le sculture Blue de Chine, Pierre David Tryptique, Hubert e l'inedita scultura Simone, trasformeranno così il lungomare dell’Antica Repubblica in un museo a cielo aperto integrandosi perfettamente con il paesaggio amalfitano, le sue bellezze naturali e la sua storia millenaria legata al commercio ed ai viaggi.

TAG: #Viaggi #Viaggiatore

Più utile per te: