Se una notte d’inverno un viaggiatore: un'analisi
Se una notte d’inverno un viaggiatore è un romanzo che parla di come sono fatti i romanzi. Italo Calvino costruisce una vicenda per cui un Lettore si trova a leggere dieci incipit diversi di romanzo senza poter mai poter portare a termine la lettura di ognuno.
L’autore pone quindi una riflessione sull’arte di scrivere e di leggere, affermando come la letteratura non possa essere per propria natura il mezzo per arrivare alla conoscenza reale delle cose; al contrario: essendo essa fatta di finzione, è il luogo in cui si dà più ampio spazio alla fantasia.
I Personaggi Principali
- Il Lettore: il nome, costituito da un’antonomasia, indica già la condizione paradigmatica del personaggio di Calvino, che viene evocato oltretutto dal narratore attraverso il Tu della seconda persona singolare.
- La Lettrice: è la controparte naturale del lettore, ma ha le caratteristiche sfuggenti tipiche del personaggio femminile, figura che continua a venire messa al centro della narrazione nei vari incipit di romanzo che compongono Se una notte d’inverno un viaggiatore.
- Ermes Marana: è un personaggio che ha pochissimo spazio, ma risulta chiave nel significato filosofico immesso da Calvino nel meccanismo meta-letterario del romanzo.
La Trama e la Ricerca Infinita
Il protagonista del romanzo è chiamato Lettore dal narratore che utilizza il tu. Questi inizia a leggere un romanzo che si interrompe per un errore di impaginazione e si reca in libreria per cambiarlo, dove incontra una Lettrice alle prese con lo stesso problema. I due intraprendono così una ricerca sulla continuazione e il finale del primo “vero” libro che hanno iniziato a leggere, approdando sempre a nuovi libri a loro volta incompiuti.
Deciso a leggere il libro Se una notte d'inverno un viaggiatore, il Lettore comincia la sua avventura rendendosi conto del fatto che l’impaginazione difettosa gli impedisce di proseguirlo. Recatosi alla libreria per cercarne un’altra copia, si imbatte nella Lettrice, Ludmilla, anche lei giunta lì per lo stesso motivo. Si mettono allora alla ricerca del finale del secondo, trovando un terzo libro che per motivi ancora differenti non riescono a finire.
Tra il Lettore e la Lettrice impegnati nella ricerca nasce ben presto un amore, che i due decidono di coronare sposandosi e abbandonando la ricerca impossibile della verità sui libri.
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La Metaletteratura e il Gioco con il Lettore
Se una notte d'inverno un viaggiatore è un romanzo metaletterario in cui Calvino pone una discussione sul rapporto tra la realtà e il mondo di finzione della lettura. La ricerca di un testo unico da parte dei lettori è una ricerca impossibile poiché, secondo lo scrittore, è impossibile ricercare una verità unica e inconfutabile nella lettura. Ogni lettore, infatti, utilizza la propria esperienza nell’attività di lettura, così i libri, che di fatto hanno sempre lo stesso testo, posseggono un numero infinito di interpretazioni e realtà a seconda di chi li legge.
Se una notte d'inverno un viaggiatore appare strano fin dall’inizio quando l’Autore si rivolge direttamente al Lettore e, con efficace linguaggio conativo che vuole esprimere complicità e comprensione, cerca di stabilire un rapporto con lui per coinvolgerlo nella vicenda, calandosi nei suoi panni, elencando i problemi che deve affrontare lui come chiunque altro decida di leggere un libro.
Calvino sembra giocare con il lettore: vuole coinvolgerlo, catturarlo ma glielo dice apertamente, come un baro che continui a giocare e guardi in faccia gli avversari con noncuranza, dopo aver mostrato l’inganno delle carte contraffatte.
E puntualmente, dopo poche pagine, proprio nel momento in cui la storia cominciava ad avvincerlo con il suo mistero, preannunciando qualcosa in grado di sconvolgere il ritmo stesso della lettura, il Lettore si accorge che qualcosa non va: per un errore di stampa sono state inserite nel libro le pagine di un altro testo, di un altro autore. Dopo una istintiva reazione di rabbia corre in libreria per farsi cambiare il libro difettoso e qui incontra una lettrice, Ludmilla, che si è trovata nella sua stessa situazione: anche nel testo che è stato consegnato a lei mancano le pagine da un certo punto in avanti.
I due fanno amicizia, anzi, è amore a prima vista, anche se non immediatamente dichiarato: galeotto fu il libro e chi lo scrisse, si potrebbe dire anche per loro, con la differenza che i due lettori vorrebbero poter continuare a leggere avanti e sono impediti. È il libro che indirizza le loro storie in altra direzione? È il suo autore che manovra le loro vite come un burattinaio le marionette? Intanto i due che non si pongono questo problema, decidono di prendere in prestito due libri uguali per potersi scambiare impressioni, valutazioni dopo la lettura.
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Ma mentre va alla -ricerca del libro perduto-, l’ostacolo diventa occasione per ampliare il raggio delle sue conoscenze in un’avventura rocambolesca nella quale si parla di tutto ciò che riguarda il libro: l’autore, il lettore, il libraio, le biblioteche, i traduttori, i commentatori.
Il Finale Metaletterario e il Matrimonio
Il finale del romanzo pone una svolta definitivamente metaletteraria, poiché il Lettore, a letto con sua moglie nella prima notte di nozze, rivela di aver finalmente finito di leggere un romanzo, quel Se una notte d’inverno un viaggiatore di Italo Calvino che aveva dato inizio alla sequela di incipit, i cui titoli accostati compongono un nuovo incipit di libro incompiuto: “Se una notte d’inverno un viaggiatore, fuori dell’abitato di Malbork, sporgendosi dalla costa scoscesa senza temere il vento e la vertigine, guarda in basso dove l’ombra s’addensa in una rete di linee che s’allacciano, in una rete di linee che s’intersecano sul tappeto di foglie illuminato dalla luna intorno a una fossa vuota - Quale storia laggiù attende la fine?
Il romanzo degli incipit, delle possibilità che rimangono tali, senza sviluppo né conclusione all’interno della narrazione, caratterizzati dal mistero e dall’indeterminatezza, si conclude in modo ben definito, con il matrimonio dei due protagonisti, come nelle favole tradizionali. Ora siete marito e moglie, Lettore e Lettrice.
La Frantumazione del Tempo e i Temi del Novecento
La tendenza ad interrompere la narrazione, ad intrecciare e ad accavallare vari racconti ha una sua giustificazione, quella che Calvino mette in bocca a Silas Flannery, -la fascinazione romanzesca che si dà allo stato puro nelle prime frasi del primo capitolo di moltissimi romanzi non tarda a perdersi nel seguito della narrazione-, ma acquista anche un carattere di necessità in una dimensione del tempo che, come dice ancora Calvino, è andata in frantumi, per cui -non è possibile vivere e pensare se non in spezzoni di tempo che si allontanano ognuno lungo una traiettoria diversa e subito spariscono-.
I temi caratteristici del novecento ci sono tutti in questo libro da quello dello specchio in cui la realtà si frantuma, si moltiplica, a quello dello spazio incrociato, dello smarrimento dell’uomo che non sa più riconoscersi nel mondo che lui stesso ha costruito (esperienza quasi di una rinnovata Babele), e cerca la sua identità come il protagonista di -Intorno ad una fossa vuota- che si reca in un villaggio per cercare la madre (la sua identità) e scopre che il padre aveva ucciso il marito della madre in un duello.
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Calvino e la Metafora del "Fare"
Fedele alla «morale del fare» di ascendenza pavesiana, Calvino «fa». Ogni momento del suo percorso creativo, se non ogni sua singola opera, diventa la metafora di un nodo concettuale, di un problema conoscitivo, di un nodo espressivo.
Soprattutto, Se una notte d'inverno risente, in maniera massiccia, del dibattito critico in sede semiologica e narratologica, attestandosi di fatto come un meta-romanzo, ovvero come l’ennesimo travestimento letterario, da parte di Calvino, di un «fare», rispetto a una questione ormai ineludibile. O meglio, rispetto a questioni che segnavano la cultura narrativa a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta, come la scomparsa o la morte dell’autore, l’estetica della ricezione e l’accentuato spostamento dell’asse critico verso la figura del lettore; infine, ed era questo il cruccio definitivo, l’eventualità o meno di poter ancora scrivere romanzi, e di che specie, e in quale forma.
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