Albergo Atene Riccione

 

Lo Straniero: Un'Analisi Approfondita di Temi e Interpretazioni

Lo Straniero di Albert Camus, pubblicato nel 1942, rappresenta un capolavoro della letteratura esistenzialista. Albert Camus fu uno dei massimi filosofi e scrittori del ‘900, difatti spiccò in quanto maître à penser dell’esistenzialismo ateo francese insieme a intellettuali del calibro di Jean-Paul Sartre e Simone de Beauvoir. Lo scrittore algerino fu anche un attivista impegnato nella guerra d’indipendenza in Algeria ma anche nella lotta anarchica al comunismo marxista e al capitalismo occidentale. Nel 1957 all’apice della sua produzione letteraria venne insignito del premio Nobel per la letteratura, morì poi in un incidente stradale nel 1960. Albert Camus pubblicò nel 1942 per la casa editrice francese Gallimard il suo primo romanzo Lo straniero (titolo originale: L’Étranger) che divenne un classico della letteratura contemporanea e, al contempo, rese l’autore noto al pubblico.

La Trama e il Protagonista: Meursault

Il romanzo di Albert Camus è suddiviso in due parti e narra le vicende d’un uomo francese che vive ad Algeri di nome Meursault, ossia un giovane e modesto impiegato apatico e totalmente indifferente alla vita. L’opera è narrata in prima persona da Meursault, un impiegato francese residente ad Algeri durante il periodo coloniale. «Oggi è morta mamma. Pertanto, affronta la morte della madre con la solita inerzia fisica e psicologica: non versa per lei nemmeno una lacrima. Dopo essersi perso in dettagli formali e burocratici parte per recarsi al cospetto dalla salma, rifiutandosi finanche di visionarla. Vive il dramma del momento come se fosse un sogno intervallato solo dal caldo, dalla fame e dalla stanchezza; difatti dopo un estenuante corteo funebre, svoltosi sotto il rovente e conturbante sole nordafricano, la madre viene seppellita mentre lui preserva la propria proverbiale indifferenza. Al termine dell’incomodo, di ritorno ad Algeri, si reca a fare il bagno al porto della città e lì rincontra Maria Cardona, una sua ex collega di ufficio con la quale riallaccia i rapporti che si tramutano in intimi. I giorni successivi trascorrono in una rapsodia di eventi senza senso e nulla pare essere cambiato.

Infatti Meursault esprime totale indifferenza quando Maria gli propone di sposarlo, giacché per lei prova solo una sorta d’attrazione fisica; lui è assolutamente privo di sentimenti. Una domenica qualunque Meursault e il vicino di casa Raymond Santiès - pur d’infrangere la monotonia della solitudine - passeggiano lungo la spiaggia e incontrano due arabi che da tempo seguono Raymond per vendicare il comportamento molesto di quest’ultimo avuto a nocumento della sorella di uno dei due. Ne nasce una violenta colluttazione al termine della quale viene ferito l’amico del protagonista. Successivamente entrambi ritornano sulla medesima spiaggia dove sono situati ancora i due arabi, mentre l’afa diventa sempre più soffocante. Questa volta il giovane impiegato francese possiede un revolver prestatogli da Raymond, allorché uno degli arabi dopo averlo riconosciuto estrae il coltello e viene rapidamente sparato. Dunque, Meursault in uno stato di semi incoscienza e accecato dalla luce solare uccide uno dei due con un colpo netto, ciononostante infligge altri quattro colpi di pistola sul corpo esanime. Nel romanzo di Albert Camus a questo drammatico e tragico fatto seguono l’arresto, l’incarcerazione e il processo di Meursault.

L'Assurdo e l'Indifferenza

L’assurdo è il tema centrale della narrazione in quanto parte costituente della vita dell’uomo, non tanto per scelta individuale o per sua natura, ma come risultante di forze che introducono una matrice irrazionale nella vita. Ragion per cui assurda è l’epopea di Meursault protagonista del romanzo e prototipo predittivo dell’individuo che sarebbe sorto dopo la mattanza della Seconda Guerra Mondiale. Nella prima parte, il lettore è testimone del carattere indifferente di Meursault, che emerge già dalla reazione alla morte della madre: un evento che lo lascia freddo e distante, rifiutando persino il rituale del lutto.

Il Processo e la Condanna

La seconda parte si concentra sul processo giudiziario, dove Meursault non è giudicato solo per il crimine, ma soprattutto per la sua estraneità alle norme sociali e morali. In prigione viene ridotto ai minimi termini; indifferente a tutto eccetto che al sole cocente e agli impulsi sessuali che lo riavvicinano a Maria, trascorre il tempo tra i ricordi, l’ozio e la noia. Non sembra mostrare alcun rimpianto, né durante l’interrogatorio né durante la detenzione. Durante il processo, in cui si sente spettatore e non parte attiva, testimoniano il direttore della casa di riposo della madre, il portinaio e altri tèste. Il presidente della corte lo interroga sulla vicenda della madre e sull’omicidio dell’arabo. Intanto, continua a mostrarsi estraneo sia alla società sia a se stesso.

Leggi anche: Diritti e tutele degli stranieri

Il processo a Meursault non si limita a valutare i fatti dell’omicidio: diventa una macchina inquisitoria che si scaglia contro l’indifferenza e il rifiuto delle convenzioni sociali. La requisitoria del pubblico ministero è emblematica. Meursault non viene condannato per aver sparato cinque colpi di pistola, ma per aver vissuto la morte della madre senza lacrime, per aver intrapreso una relazione amorosa il giorno seguente al funerale, e per aver rinunciato al conforto religioso. Questo processo esemplifica l’assurdo, tema centrale nell’opera di Camus: una condizione in cui l’uomo si trova di fronte a un universo indifferente e privo di significato, ma è costretto a cercare risposte che non esistono.

Il Diritto e la Morale

Il romanzo solleva interrogativi fondamentali per il diritto: può una giuria giudicare un uomo non solo per le sue azioni, ma anche per la sua visione del mondo? La condanna di Meursault non è solo una punizione, ma un tentativo della società di riaffermare il proprio ordine. Dopo la sentenza, in cella si rifiuta di vedere per ben tre volte il cappellano identificato come simbolo d’una vita ultraterrena in cui non crede. Al dileguarsi del vicario di Dio, Meursault avverte per la prima volta nell’accettazione del suo destino assurdo una sorta di sensazione di pace. Dopo aver sfogato la propria rabbia viscerale inizia a vivere una contraddizione solo apparente, perché si rende conto che soltanto un uomo realmente vivo può morire. A questo punto l’angoscia esistenziale si dipana tra quel suo sottile senso fatale della morte e quel suo impersonale amore per la vita.

Prospettiva Sociologica

Dal punto di vista sociologico, Meursault incarna il “deviato” che, pur non violando direttamente le norme sociali fino all’omicidio, si pone al di fuori delle aspettative collettive. Il suo rifiuto di partecipare ai rituali sociali - come il lutto per la madre o il pentimento religioso - lo trasforma in un elemento estraneo al corpo sociale. In questo senso, il processo a Meursault non riguarda semplicemente la sua responsabilità penale, ma rappresenta un atto di disciplinamento sociale: un rito collettivo che serve a riaffermare l’ordine morale e simbolico.

Contesto Coloniale e Antropologia

L’opera si svolge in Algeria, un contesto coloniale che influisce profondamente sulla lettura antropologica del testo. L’arabo non ha nome, storia né voce nel processo. La sua morte non è analizzata come un evento che coinvolge un individuo, ma come un’occasione per giudicare l’assimilazione culturale di Meursault alla norma francese. Dal punto di vista antropologico, il processo a Meursault può essere interpretato come un rituale giudiziario. La condanna di Meursault non è tanto una risposta al crimine quanto una punizione per la sua estraneità ai codici morali e religiosi. Questo evidenzia il ruolo della giustizia come strumento per gestire l’alterità e preservare il tessuto culturale.

Alienazione e Contemporaneità

In una prospettiva sociologica più ampia, Meursault rappresenta l’alienazione dell’individuo nella società moderna. La sua incapacità (o rifiuto) di connettersi con gli altri riflette una crisi del senso di appartenenza, che appare acuita in un contesto urbano e coloniale. In chiave contemporanea, Lo Straniero continua a risuonare. Le questioni sollevate da Camus - il giudizio sulla devianza morale, la gestione dell’alterità, il peso delle norme culturali - sono centrali anche oggi. La società moderna, con i suoi nuovi strumenti di controllo (come i media e i social network), tende ancora a stigmatizzare chi non si conforma alle aspettative condivise. La figura dell’arabo anonimo, inoltre, richiama le dinamiche di esclusione e disumanizzazione che emergono nei conflitti culturali e migratori del nostro tempo.

Leggi anche: Analisi approfondita del termine "Straniero"

Lo straniero non è solo un capolavoro letterario, ma anche un testo imprescindibile per comprendere il rapporto tra diritto, morale e filosofia. Albert Camus attraverso un linguaggio semplice e scorrevole conduce le lettrici e i lettori a immedesimarsi con le vicissitudini del giovane francese, mettendone in evidenza il vuoto emotivo, il clima apatico e lo smarrimento. Difatti la vita alienata di Meursault appare come una sequela di sfortunate coincidenze, di giochi negativi del destino, ossia l’essere nel posto sbagliato al momento sbagliato, sino al parossismo: una condanna a morte. In lui, così distrattamente vitale e funereo e così spregiudicatamente attonito, non filtra alcuna volontà o ideazione tra la realtà e il proprio mondo emotivo. Vive automaticamente, si trascina passivamente nelle contingenze, non ha guizzi e nella subordinazione e nella nevrosi si propaga la sua fioca vita. L’essere straniero davanti alla sua stessa vita e a quello che compie è una situazione esistenziale di anonimato. Non a caso la frase più frequente nel romanzo è proprio: ça m’était égal - per me era lo stesso.

Del resto il titolo stesso del romanzo indica propriamente uno stato di alienazione e la condizione umana del protagonista rimanda in parte ai versi di Ungaretti: «Il mio supplizio / è quando / non mi credo / in armonia». L’Étranger è il dramma dell’indifferenza in cui il protagonista si rende conto dell’assurdità dell’esistenza: l’umano, ch’è razionalmente proiettato verso certezze, vive una realtà senza fondamenta. Per tale ragione decide di estraniarsi e di non opporsi, quindi, all’esistenza stessa - come Sisifo - accettando incondizionatamente il proprio destino senza sconforto. Tutta questa insensibilità potrebbe apparire angosciante e atroce se non fosse per il fatto che poiché quanto accade in vita perdura senza spiegazioni e soluzioni, restituisce al soggetto quell’essenzialità - rebus sic stantibus - per giungere a una consapevolezza reale di sé. La rivelazione dell’essere avviene all’unisono con la prefigurazione emotiva della sua ineluttabile anti-logicità e fine. La figura di Meursault invita a riflettere sull’individuo davanti alla legge, sul peso delle norme sociali e sull’assurdità dell’esistenza umana.

Leggi anche: Documenti necessari per sposarsi in Italia se sei straniero

TAG: #Straniero

Più utile per te: