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Tradizione e Turismo in Italia: Un Viaggio alla Scoperta del Patrimonio Culturale e Enogastronomico

Negli ultimi anni, il concetto di turismo si è evoluto, dando vita a una molteplicità di esperienze che vanno ben oltre la semplice visita a una destinazione e a una pluralità di forme che rispondono alle esigenze di viaggiatori sempre più diversificati. Dall’enogastronomia all’outdoor, dal turismo del benessere fino a quello culturale, ogni viaggiatore ricerca un’esperienza che possa arricchire il proprio percorso personale. In questo contesto, il turismo culturale emerge come una delle modalità più apprezzate, permettendo di esplorare la storia, l’arte e le tradizioni di un territorio in maniera profonda e significativa.

L’Italia, con il suo inestimabile patrimonio storico e artistico, rappresenta una delle mete privilegiate per il turismo culturale. Dai grandi poli museali alle città d’arte, dai borghi storici ai percorsi naturalistici con valenza culturale, il Bel Paese offre una varietà di esperienze capaci di attrarre viaggiatori da tutto il mondo.

Turismo Culturale: Un Valore Economico Significativo

Il turismo culturale si concentra sulla scoperta di storia, arte e tradizioni di una destinazione, offrendo esperienze autentiche che permettono ai visitatori di entrare in contatto con il patrimonio immateriale e le identità locali. Le attività culturali, come visite a musei, monumenti, festival e spettacoli, generano una spesa che sostiene l’economia locale.

Secondo i dati dell’Osservatorio sull’Economia del Turismo delle Camere di Commercio, riportati anche dal Rapporto Symbola “Io Sono Cultura”, nel 2023, il 48,4% della spesa turistica complessiva (40,9 milioni di euro) è stata attribuita ai consumi culturali, coinvolgendo oltre 387 milioni di presenze turistiche, di cui il 45,5% ha incluso attività culturali. I turisti motivati dal patrimonio artistico rappresentano il 24% delle presenze e generano il 24,6% della spesa (circa 20,8 miliardi di euro). I turisti stranieri, in particolare, sono più inclini a partecipare a esperienze culturali (49,3%) rispetto agli italiani (42,1%).

La spesa culturale è predominante nelle regioni del Nord-Est e Centro Italia, con il Lazio, il Trentino-Alto Adige e la Toscana che spiccano per l’alto valore assoluto. In termini relativi, le regioni centrali, come Lazio, Umbria e Toscana, mostrano una forte incidenza della spesa culturale sul totale, con la Campania e la Sicilia emergenti nel Sud Italia.

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Tabella: Dati Chiave del Turismo Culturale in Italia (2023)

Indicatore Valore
Spesa turistica complessiva attribuita ai consumi culturali 48,4% (40,9 milioni di euro)
Presenze turistiche coinvolte 387 milioni
Turisti motivati dal patrimonio artistico 24%
Spesa generata dai turisti motivati dal patrimonio artistico 24,6% (circa 20,8 miliardi di euro)

Le Motivazioni di Viaggio nel Turismo Culturale

Secondo il rapporto ISTAT 2023 “Il turismo culturale in Italia: analisi territoriale integrata dei dati”, sono diverse le motivazioni dei viaggiatori che scelgono il nostro Paese come meta di turismo culturale:

  • 44.8% visita città, borghi e paesi alla ricerca di atmosfere uniche.
  • 43% è attratto dal patrimonio naturale.
  • 27% si concentra su siti storici e archeologici.
  • 17% esplora mercati tipici locali.
  • 16.5% dedica attenzione al patrimonio museale.
  • 15% partecipa a spettacoli, manifestazioni culturali, folkloristiche o religiose.
  • 11% si concentra su tour gastronomici o itinerari che consentano di degustare prodotti tipici.

Città d’Arte e Patrimonio Museale: I Pilastri del Turismo Culturale

Le città d’arte italiane sono da sempre le mete più visitate dai turisti interessati alla cultura. Roma, Firenze, Venezia, Milano, Torino e Napoli accolgono ogni anno milioni di visitatori attratti dai loro straordinari musei, monumenti e quartieri storici.

Roma si conferma la città più culturale d’Italia, con 6.732 guide turistiche, 240 musei, 317 luoghi storici, 236 monumenti artistici e 460 chiese. Firenze segue al secondo posto con 2.623 guide, 148 musei, 84 luoghi storici, 71 monumenti e 152 chiese, mentre Milano è al terzo con 677 guide, 212 musei, 104 luoghi storici, 423 monumenti e 153 chiese. Seguono Napoli, Trieste, Venezia, Padova, Palermo, Bologna e Torino.

I luoghi più visitati in Italia nel turismo culturale includono il Colosseo, le Gallerie degli Uffizi e Pompei, seguiti dalla Galleria dell’Accademia di Firenze, il Castel Sant’Angelo a Roma, il Museo Egizio di Torino, la Venaria Reale (TO), la Reggia di Caserta, Villa Adriana e Villa d’Este a Tivoli, e il Museo Archeologico di Napoli.

Secondo il Report Turismo Culturale 2024 di The Data Appeal Company, Roma detiene quasi il 60% delle recensioni relative alle prime dieci attrazioni culturali più recensite in Italia, con il Colosseo e il Pantheon in testa. Firenze, invece, si distingue per il più alto “sentiment score” tra le attrazioni culturali, con Piazza del Duomo che raggiunge un punteggio di 96,5 su 100.

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Borghi e Piccoli Centri: Il Fascino dell’Italia Nascosta

Accanto ai grandi centri urbani, il turismo culturale italiano si sta sempre più orientando verso borghi storici e località meno conosciute.

Lo dimostrano i numeri dell’associazione I Borghi più Belli d’Italia, che conta ad oggi oltre 360 borghi certificati, concentrati in particolare nel Centro Italia, in regioni come Marche (32), Umbria (32) e Toscana (30). Un report di Deloitte, dal titolo “L’impatto economico e occupazionale del turismo e la digitalizzazione nei Borghi più belli d’Italia”, ha evidenziato anche l’importanza economica dei Borghi più belli d’Italia, che nel 2022 hanno attirato oltre 8,8 milioni di visitatori, generando un impatto economico di circa 13,8 miliardi di euro.

Un settore, quello del turismo dei borghi, che contribuisce per 5 miliardi di euro al PIL, pari allo 0,3%, e ha generato oltre 2,3 miliardi di euro di entrate fiscali. Inoltre, ha creato circa 90.000 posti di lavoro. I visitatori, per il 37% stranieri, sono attratti dalla ricchezza culturale, paesaggistica e gastronomica.

A valorizzare i borghi italiani che non solo godono di un pregevole patrimonio storico, culturale e ambientale, ma che sanno offrire al turista un’accoglienza di qualità, ci sono anche le Bandiere Arancioni del Touring Club Italiano. La Bandiera Arancione è una certificazione che valorizza i comuni italiani per la qualità dell’accoglienza e la gestione del patrimonio storico-culturale, paesaggistico e ambientale.

Con validità di tre anni, premia le realtà più virtuose e stimola un miglioramento continuo: ad esempio, in media dall’anno di assegnazione del riconoscimento, i Comuni hanno registrato un +45% di arrivi e un +38% di presenze. Le Bandiere Arancioni promuovono anche il coinvolgimento delle comunità locali e l’inclusività sociale, offrendo esperienze turistiche autentiche, slow e rispettose dell’ambiente. Ad oggi sono 290 le località certificate, con una maggiore concentrazione in Toscana (43), Piemonte (40) e Marche (29).

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Percorsi Tematici: Un Turismo Esperienziale e Consapevole

È anche sempre più chiaro che il turismo culturale non si limita alla visita di monumenti, ma si sviluppa sempre più attraverso itinerari tematici che permettono ai viaggiatori di immergersi nella storia e nelle tradizioni italiane.

Ed ecco allora che tra le proposte più apprezzate dal punto di vista turistico troviamo la Via Francigena, un cammino che attraversa l’Italia da Nord a Sud ripercorrendo le antiche vie dei pellegrini medievali, oppure il circuito dei Grandi Giardini Italiani, che valorizza i giardini storici del paese, tra paesaggismo, botanica e architettura.

Grande potenzialità turistica manifestano inoltre i luoghi che l’UNESCO ha riconosciuto come Patrimonio dell’Umanità, da Modena a Verona, da Alberobello a Siracusa, ma anche le Capitali Italiane della Cultura.

Sfide e Prospettive per il Futuro

Se da un lato il turismo culturale italiano gode di una domanda stabile e in crescita, dall’altro si trova di fronte a diverse sfide. La gestione dei flussi turistici nelle città d’arte, la valorizzazione delle aree meno conosciute e la sostenibilità ambientale sono alcuni dei temi centrali per il futuro. La promozione di itinerari alternativi e il rafforzamento delle infrastrutture per favorire un turismo slow e diffuso sono strategie fondamentali per rendere il settore più equilibrato e resiliente.

Secondo il Rapporto ISTAT sul Turismo Culturale Italiano, nel 2019, circa il 51% dei viaggi in Italia che includevano un’attività culturale si sono concentrati in sei regioni: Toscana (11,6%), Emilia-Romagna (9,0%), Trentino-Alto Adige (8,3%), Veneto (8,0%), Lombardia (7,2%) e Lazio (7,0%). Queste aree, oltre a essere le più visitate, sono anche quelle con la maggiore dotazione di strutture museali e ricettive.

Parallelamente, è importante notare che il 70% dei turisti stranieri interessati al patrimonio culturale si concentra solo sull’1% del territorio italiano, evidenziando la necessità di promuovere destinazioni meno conosciute per una distribuzione più equilibrata dei flussi turistici.

Turismo enogastronomico: un'esperienza sensoriale unica

Il turismo enogastronomico in Italia è un’esperienza sensoriale unica che combina tradizione e innovazione. La storia del turismo enogastronomico in Italia ha radici profonde che risalgono al XIX secolo, quando le prime guide gastronomiche cominciarono a essere pubblicate, fornendo informazioni sulle specialità culinarie delle diverse regioni italiane. Negli anni successivi, il turismo enogastronomico in Italia ha continuato a crescere, attratto da una combinazione di fattori unici: la varietà delle tradizioni culinarie regionali, l’uso di ingredienti freschi e di alta qualità e la passione degli italiani per il cibo.

Secondo uno studio Coldiretti/Ixè, il 58% degli italiani durante le loro vacanze preferiscono visitare frantoi, cantine, agriturismi o mercati degli agricoltori per acquistare prodotti locali a chilometri zero direttamente dai produttori. Questa scelta consente loro di ottimizzare il rapporto prezzo/qualità e di portare a casa l’autentica tradizione italiana. Per il 17% degli italiani il cibo rappresenta addirittura la principale motivazione nella scelta della meta di villeggiatura, mentre per il 56% costituisce uno dei criteri fondamentali.

Dal lato dell’offerta, l’Italia offre uno straordinario patrimonio, potendo contare sull’agricoltura più green d’Europa con circa 86mila aziende agricole biologiche. Sono poi 5450 le specialità censite della regioni ottenute secondo regole tradizionali di almeno 25 anni, 316 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg.

Regioni famose per il turismo enogastronomico

L’Italia è famosa in tutto il mondo per la sua cucina e i suoi vini, e molte regioni si sono guadagnate una reputazione speciale nel settore del turismo enogastronomico. La cucina toscana è famosa per la sua semplicità e per l’uso di ingredienti freschi e locali, come l’olio d’oliva, il pane non salato, i legumi e la carne di cinghiale. I piatti tipici includono la ribollita, una zuppa ricca di verdure e pane raffermo, e la bistecca alla fiorentina, una grande bistecca di manzo cucinata alla griglia. Un’altra regione famosa per il turismo enogastronomico è la Sicilia, che offre una cucina ricca di influenze mediterranee, con piatti come la pasta alla Norma e l’arancina. Infine vale la pena di ricordare l’Abruzzo, una regione che negli ultimi tempi sta emergendo come una destinazione per il turismo enogastronomico.

L’innovazione è diventata sempre più importante nella cucina italiana negli ultimi anni. Un esempio di innovazione nella cucina italiana è la tendenza alla reinterpretazione dei piatti tradizionali. Chef come Massimo Bottura, del ristorante Osteria Francescana a Modena, hanno rivisitato piatti classici come il tortellino, creando versioni moderne e sorprendenti.

L’Italia è famosa per la sua produzione di vini di alta qualità, e molte regioni sono rinomate per i loro vini pregiati. Una delle regioni più famose è la Toscana, che produce alcuni dei vini più apprezzati al mondo. Un’altra regione rinomata per i suoi vini è il Piemonte, nel nord Italia. Qui si producono alcuni dei migliori vini rossi d’Italia, come il Barolo e il Barbaresco.

Organizzare un tour enogastronomico in Italia può sembrare una sfida, ma con alcuni consigli pratici è possibile vivere un’esperienza indimenticabile. Se si è appassionati di pesce, la Sicilia è sicuramente la scelta ideale per soddisfare i propri gusti culinari. Questa regione è circondata dal mare e offre una vasta scelta di piatti a base di pesce fresco, come il famoso tonno rosso di Favignana o le sarde a beccafico. D’altra parte, se si preferiscono i piatti di carne, il Piemonte potrebbe essere la regione giusta. Qui la cucina è influenzata dalla tradizione francese e svizzera e si caratterizza per l’utilizzo di carni pregiate come il vitello tonnato o il brasato al Barolo. Inoltre, il Piemonte è famoso per i suoi formaggi (come il Castelmagno) che vengono spesso utilizzati per arricchire i piatti di carne.

Una volta scelte le regioni, è consigliabile prenotare con anticipo i ristoranti e le degustazioni. Inoltre, se sei un appassionato di vino, ti consigliamo di contattare le cantine della zona per prenotare visite guidate e degustazioni. In questo modo, è possibile accedere in un attimo a informazioni dettagliate sui vini, la storia della cantina, le tecniche di vinificazione e altro ancora.

A differenza delle brochure stampate o delle etichette fisse, i contenuti collegati ai QR Code possono essere aggiornati in tempo reale. Inoltre, L’uso dei QR Code riduce la necessità di materiali stampati, contribuendo a una pratica più sostenibile e ecologica all’interno della cantina.

Turismo inclusivo: un'opportunità per tutti

Il 2023, secondo l’ultimo Rapporto sul Turismo Enogastronomico ha visto aumentare del 37% gli arrivi internazionali nel nostro paese, dove una grande percentuale è stata caratterizzata da turisti che cercavano esperienze legate al mondo del cibo.

Buona parte di questi arrivi però, è esclusa o marginalizzata da una fetta importante del turismo mondiale, quella relativa ai turisti di diversa matrice culturale, genericamente categorizzati sotto il nome di turismo “inclusivo”.

Chi sono questi nuovi turisti e che esigenze hanno? Sono stati presentati 3 esempi, che se pure non esauriscono il panorama, rendono di certo conto della necessità di cambiare l’approccio e l’offerta del nostro marketing turistico.

I turismi analizzati sono stati quelli provenienti da:

  1. Paesi arabi
  2. Cina
  3. India

Quando parliamo di Paesi Arabi facciamo riferimento al Turismo Halal o Muslim friendly (ovvero in linea con i principi della Shar’iah). Questa fetta di mercato, secondo le statistiche e le proiezioni degli enti di ricerca indicano che nel 2026 il numero dei musulmani che viaggeranno con finalità turistica sarà di 230 milioni, con un conseguente fatturato di 300 miliardi di dollari e una prospettiva di acquisto online di 180 miliardi di dollari.

Molti fanno l’errore di considerare il turismo musulmano di nicchia (errore comune anche per gli altri turismi culturali). In realtà questa considerazione non è realistica in termini quantitativi e qualitativi, perché la clientela musulmana proviene da oltre 60 paesi diversi, alcuni dei quali tra i più ricchi del mondo (Brunei, Arabia Saudita, Qatar e Malaysia). Un esempio interessante è quello del turista Saudita che spende annualmente, per viaggi di piacere, dai 10 ai 100 mila €.

Il 2024 vedrà il ritorno dei turisti cinesi in Italia secondo la Global Blue, azienda leader nella fornitura di servizi relativi agli acquisti internazionali attraverso il suo servizio di Tax Free. L’azienda però precisa che questo tipo di turisti è cambiato dopo la pandemia, infatti per il 68% dei cinesi il tax free shopping è tra le ragioni principali di viaggio e acquisto fuori dai confini del proprio Paese. Sulla base di quanto osservato da Intarget, i cinesi torneranno ad essere i principali compratori di lusso al mondo nei prossimi anni, con una previsione al 2030 di una quota del 40% del mercato globale. A livello di città, il 44% della spesa tax free cinese viene effettuata a Milano, il 22% a Roma, mentre appena il 9% a Firenze e il 6% a Venezia, che è la città che tuttavia registra lo scontrino medio più elevato (2.044 euro). Se teniamo conto che le città d’arte si confermano come scelta principale di questa tipologia di turisti è facile fare i dovuti calcoli relativi a questo mercato turistico. Va poi evidenziato che la clientela cinese è quella che in buona percentuale è portata a frequentare ristoranti stellati o gourmet.

L’India è oggi la quinta economia mondiale e, spinta da questa prosperità economica e da una popolazione che ha superato quella cinese, è destinata a diventare un importante mercato per i viaggi di piacere. I grafici elaborati dalla McKinsey & Company dimostrano che il mercato turistico outbond dell’India è tra i mercati in più rapida crescita in Asia. Si calcola che entro il 2040 si muoveranno, per le vacanze, sui 90 milioni di indiani, con una potenza di spesa veramente molto interessante visto il PIL crescente della nazione.

Li accomunano tutti 3 aspetti:

  • Sono giovani (per lo più Millennial e Gen-Z)
  • Hanno un importante potere di acquisto
  • Sono molto attivi sui social

Ma sono anche portatori di esigenze di accoglienza e alimentazione particolari. Musulmani e Indiani hanno bisogno di una proposta alimentare in linea con i propri dettami religiosi, in più i primi hanno bisogno anche di attenzioni dal punto di vista dell’hotellerie (solo per accennare alle più importanti le stanze devono contenere particolari accortezze dal punto di vista dei kit da bagno (alcol e maiale free) così come le suppellettili come spazzole & Co. Entrambi poi hanno necessità che venga conosciuta la loro matrice culturale in termini di valori e comportamenti, in maniera da non cadere in qualche imbarazzo che comprometta il loro soggiorno. I cinesi se pur non portatori di particolari esigenze alimentari (tranne una genetica intolleranza al lattosio, oggi poco incidente nella ristorazione), sono particolarmente attenti a un servizio formale e rispettoso, in linea con la loro concezione gerarchica, e indirizzato all’eccellenza e alla pianificazione.

In quest’ottica l’Italia si sta rivelando poco competitiva e molto al di sotto delle sue potenzialità nei confronti di questi turisti speciali, ed è un peccato perché turismo enogastronomico è il fiore all’occhiello della nostra offerta turistica, una delle eccellenze in cui il nostro Paese è un indiscusso leader a livello globale.

Al BTM sono state proposte due soluzioni per colmare questo gap e iniziare a lavorare attivamente a un turismo “transculturale” e inclusivo:

  1. E’ relativa allo sviluppo della competenza culturale in tutte le realtà che lavorano nel settore del turismo, della ristorazione e dell’hotellerie. La competenza culturale, in questo settore, altro non è che la capacità di comprendere e gestire efficacemente le differenze culturali tra i turisti e le destinazioni che visitano.Si tratta di iniziare quindi, fin dagli istituiti alberghieri, a formare i futuri lavoratori alle diversità culturali tra le nazioni, in termini di etichetta, servizio in sala, matrici alimentari e accoglienza. E, nel contempo, fornire questa preparazione a chi è già attivo in questo ambito lavorativo.Il modello di Hofstede, applicato in questo campo può fornire una griglia di applicazione veramente molto interessante, sulla quale costruire una personalizzazione delle proposte turistiche e della ristorazione.
  2. E’ relativa, invece, proprio alla nostra “tradizione gastronomica nazionale“, e risponde al semplice quesito: “come faccio a proporre delle ricette regionali o locali che possono contenere ingredienti non permessi?“. Intanto possiamo pensare a ricette trasversali come, per fare qualche esempio, la siciliana pasta alla norma, le orecchiette con le cime di rapa, risi e bisi o la polenta condita con prodotti accettati dalla religione di appartenenza. Questo se vogliamo rimanere nella confortante zona della tradizione “pura”, ma possiamo pensare anche a una carbonara Kosher senza maiale, sostituito da petto d’oca o manzo affumicato, e al posto del pecorino usare dell’ottimo formaggio vegano (carne e latte non posso infatti coesistere, per gli ebrei nello stesso piatto e nello stesso pasto, fattore non necessario per i musulmani). Se vogliamo rimanere all’interno della tradizione che si confronta con l’innovazione possiamo invece dare vita a piatti che hanno alla base le nostre migliori materie prime, i prodotti locali declinati in chiave nuova, sfide al palato di questi nuovi turisti che non vogliono rinunciare ai “nostri “sapori.

Purtroppo l’Italia è ancora carente dal punto di vista dell’offerta rivolta a queste nuove realtà turistiche, ed è un peccato perché le aprirebbe nuovi e redditizi mercati turistici, di bello c’è che abbiamo molto da fare in merito, e a chi le sfide piacciono le opportunità non mancheranno.

Regioni italiane: un tesoro di tradizioni e bellezze

Ogni regione italiana offre un’esperienza unica, ricca di storia, cultura e paesaggi mozzafiato. Ecco una breve panoramica:

  • Valle d'Aosta: La più piccola Regione d'Italia, ideale per gli amanti degli sport invernali e delle passeggiate ad alta quota.
  • Lombardia: Nota per l'industria e la finanza, ma anche per l’arte e i paesaggi straordinari, come i laghi e le montagne.
  • Veneto: Città d’arte, natura incontaminata, il Lago di Garda, le Dolomiti, il mare di Jesolo, le colline con le vigne e le terme.
  • Liguria: Un meraviglioso lembo di terra tra mare e montagna, con case color pastello e panorami mozzafiato.
  • Emilia-Romagna: La Riviera Romagnola offre un turismo balneare vivace, e la regione vanta una tradizione enogastronomica apprezzata in tutto il mondo.
  • Lazio: Roma, la capitale, è un museo a cielo aperto, e il territorio offre un litorale affascinante, colline e montagne appenniniche.
  • Abruzzo: Regione dell'Italia centrale con un'anima montuosa e collinare, affacciata sul mare Adriatico.
  • Campania: Un clima mite, una natura rigogliosa, borghi incontaminati e coste fiabesche, un crocevia di culture.
  • Molise: Una regione densa di storia, con eccellenze enogastronomiche, riserve naturali e borghi storici.
  • Basilicata: Un magico insieme di reperti, storia, arte e natura incontaminata, tra coste meravigliose e paesaggi da cartolina.

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