Trombosi del Viaggiatore: Sintomi, Cause e Prevenzione
Stare seduti per ore in aereo, treno o auto può sembrare innocuo, ma nasconde un pericolo spesso sottovalutato: il tromboembolismo venoso (TEV). La trombosi del viaggiatore è una trombosi causata dalla posizione seduta ed è conosciuta anche come "trombosi del viaggiatore" o “sindrome della classe economica”, poiché, come dimostrato da studi clinici, esiste un'associazione tra viaggi aerei (ma non solo) di lunga durata e la sua insorgenza. In termini più scientifici si chiama trombosi venosa profonda (TVP) e consiste nella formazione di un coagulo di sangue (trombo) che più frequentemente si verifica a livello del sistema venoso degli arti inferiori.
Che cos’è la Trombosi del Viaggiatore?
Chi viaggia in aereo, per lavoro o turismo, lo sa: in aereo lo spazio è limitato. I passeggeri delle classi economiche possono disporre di un sedile di circa 43 cm e di uno spazio per le gambe di circa 75 cm. Stando seduti in aereo per ore senza muoversi, la circolazione del sangue rallenta. L’aria secca e la bassa pressione a bordo sono fattori che aggravano la situazione.
La posizione seduta peggiora questa condizione, perché comporta la flessione a livello inguinale e, soprattutto, a livello delle gambe, che vengono spesso accavallate o incrociate. Le vene così schiacciate devono lavorare di più per pompare il sangue dalle gambe al cuore. Il sangue può ristagnare nelle gambe e la parte liquida può attraversare la parete venosa e raggiungere i tessuti. Di conseguenza, i piedi e le gambe si gonfiano.
Fattori di Rischio
Diversi fattori possono aumentare il rischio di trombosi venosa durante o dopo un lungo viaggio:
- Avere un tumore
- Essere stati sottoposti di recente a un intervento chirurgico o aver subito un trauma
- Età avanzata
- Gravidanza
- Uso di estrogeni (inclusa la pillola anticoncezionale)
- Obesità
- Fumo
- Predisposizione familiare o trombofilia ereditaria
Particolare attenzione dovrebbero prestare persone che in passato hanno già presentato eventi trombotici. Uno degli aspetti più frequenti è la predisposizione familiare o “trombofilia ereditaria”: la trombosi può essere infatti dovuta a piccole mutazioni genetiche nei fattori della coagulazione, che possono trasmettersi per via ereditaria e predisporre il soggetto allo sviluppo di trombosi o di embolie anche in giovane età.
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Importante è il controllo dei fattori di rischio modificabili: abolendo fumo e sovrappeso, oltre che evitando durante il viaggio abiti stretti all’inguine e ai polpacci. Tra i viaggi quello in aereo è a maggior rischio e in particolare avere scelto un posto al finestrino, rimanendo immobili durante il volo.
Un grosso studio effettuato in Olanda ha mostrato che l’assunzione di contraccettivi orali determina un rischio 40 volte maggiore di sviluppare una trombosi in aereo nei voli a lungo raggio.
Sintomi della Trombosi Venosa Profonda (TVP)
La trombosi venosa profonda (TVP) è caratterizzata da una serie di sintomi comuni e riconducibili principalmente a un senso di pesantezza e di gonfiore alle gambe. A volte si possono associare alterazione del colore e della temperatura degli arti colpiti (arto caldo) e congestione delle vene superficiali. Nonostante ciò non è una malattia spesso riconoscibile in tempi rapidi, per il fatto che i sintomi, pur comuni, variano da soggetto a soggetto, con quadri clinici più o meno evidenti.
A complicare ulteriormente la diagnosi è che tali “segni e sintomi” vengono “confusi” con altri tipici di altre patologie: traumi, danni muscolari, ematomi, tendiniti, sciatalgia, fratture, sinoviti etc.. Un fattore importante da considerare è che i sintomi della TVP interessano prevalentemente una sola gamba.
Essere consapevoli dei segnali del proprio corpo è fondamentale, sia durante il volo che nelle ore/giorni successivi. Attenzione se compaiono pesantezza e gonfiore alle gambe.
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Prevenzione
La prevenzione è fondamentale, specialmente per chi presenta uno o più fattori di rischio. Ecco alcuni consigli utili prima, durante e dopo un viaggio:
- Alzarsi e camminare
- Bere molta acqua o tè o bevande simili
- Esercizi per i piedi: la flessione, l’estensione e la rotazione delle caviglie attiva la circolazione del sangue
- Fare stretching dei muscoli degli arti (specialmente dei polpacci)
- Scegliere se possibile un posto sul corridoio
- Alzarsi e camminare lungo il corridoio
- Indossare calze a compressione graduata sotto al ginocchio
- Indossare abiti comodi
- Bere sufficiente quantità di liquidi evitando bevande alcoliche e/o a base di caffeina prima e durante il volo
- Indossare abiti morbidi e calze elastiche
- Cambiare spesso posizione
- Mangiare cibi poveri di sale e bere molta acqua
- Idratarsi adeguatamente prima e durante il volo aiuta a mantenere la giusta quantità di liquidi nell’organismo e permette di evitare una eccessiva concentrazione del sangue.
I capi sanitari compressivi sono i compagni di viaggio ideali per le persone dei gruppi a rischio elevato (es. dopo un intervento chirurgico) o moderato (es. Le persone con vene sane possono ridurre al minimo il rischio di trombosi e gambe gonfie con le calze da viaggio. La pressione di compressione esattamente definita (tecnologia di compressione medi) si riduce procedendo verso il ginocchio. Le vene vengono schiacciate e le valvole venose possono chiudersi di nuovo. Il sangue “usato” scorre più velocemente verso il cuore. È disponibile persino una calza testata clinicamente, che la rivista "Öko-Test" ha giudicato "buona" (medi travel).
Le calze dovrebbero essere portate per tutta la durata del viaggio, dovrebbero essere lunghe, di prima classe e di compressione; aiutano il sangue a tornare rapidamente al cuore attraverso le vene profonde, impedendo che il sangue ristagni nelle vene superficiali e si attivi coagulando in modo inappropriato.
Trattamento
La terapia dei pazienti con trombosi venosa profonda (TVP) prevede tre approcci: farmacologico (anticoagulanti e fibrinolitici), chirurgico e meccanico (compressione pneumatica intermittente nel periodo post-operatorio, calze o fasciature elastiche, precoce mobilizzazione).
- Trattamento farmacologico: I pazienti possono essere sottoposti a terapia anticoagulante a scopo profilattico (presenza di più fattori di rischio, pregresse TVP) e terapeutico (TVP in atto). Questi farmaci riducono la capacità del sangue di coagulare, rendendolo quindi più "fluido". In ambito extra-ospedaliero i farmaci sono l’eparina, che si usa per via sottocutanea per alcuni giorni, e gli anticoagulanti orali, somministrati per bocca per almeno alcuni mesi. Talvolta, nei casi più gravi, in ambito ospedaliero si utilizzano anche farmaci trombolitici, che servono a sciogliere più in fretta il trombo.
- Trattamento meccanico: Le calze elastiche sono un dispositivo in uso da oltre 150 anni. Inizialmente venivano impiegate nella cura della patologia varicosa e delle sue complicanze. Di recente sono un presidio utile a favorire il deflusso del sangue al cuore. Il loro principio d’azione è basato sulla pressione della fibra elastica, che realizza una tensione decrescente dalla caviglia verso la coscia. Le calze elastiche si differenziano per capacità di pressione esercitata, che modifica il loro impiego, in calze “preventive” e “terapeutiche”. Il limite che divide le calze a compressione graduata in preventive e terapeutiche è pari a 20 mmHg (millimetri di mercurio). Le prime vanno impiegate a scopo preventivo e in assenza di patologie. Per chi decide di affrontare un lungo viaggio e deve rimanere seduto per molte ore, in assenza di specifiche esigenze, si consiglia l’uso DI gambaletti con compressione alla caviglia di 15/20 mmHG.
- Trattamento chirurgico: La trombectomia, cioè la rimozione dei trombi per via percutanea, è un intervento oggi infrequente. Nei pazienti con storia di trombosi recidivanti, terapia farmacologica inefficace, si può ricorrere a un impianto di filtri cavali (veri e propri setacci che impediscono la migrazione dei frammenti trombotici a livello polmonare, prevenendo l'embolia).
Incidenza
La trombosi venosa profonda (TVP) è una patologia particolarmente seria e più frequente di quanto si pensi: la sua incidenza nella popolazione è stimata intorno all’1,6-1,8 per mille. Se parliamo invece di “trombosi del viaggiatore”, associata allo stare seduti a lungo, dietro una scrivania, in treno, in auto, in aereo, il rischio calcolato risulta essere più basso, compreso tra 0,1- 0,4 per mille nella popolazione generale.
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Nelle popolazioni europee e nord-americane 1 adulto su 1000 sviluppa TVP, mentre, fortunatamente, l'incidenza nei bambini è piuttosto bassa.
Il Ruolo dell'Infermiere e la Dieta
Il processo educativo svolto dall'infermiere in questo ambito rappresenta un elemento chiave nel processo di guarigione e prevenzione. La mobilizzazione degli arti e l'esecuzione di esercizi che sfavoriscano i processi di emostasi sono alla base della prevenzione.
Al paziente con rischio di TVP deve essere indicata, in collaborazione con la figura del nutrizionista, una dieta povera di vitamina K, ricca di liquidi e sali minerali e povera di grassi. Oltre ad una dieta equilibrata, il paziente dovrà essere educato a evitare l'ortostatismo prolungato nel caso fosse soggetto, ad eliminare alcool e fumo dalla pratica quotidiana e incoraggiato ad uno stile di vita sano e attivo, che non preveda la sedentarietà e che includa l'attività sportiva.
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