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Turismo delle Radici: Un Viaggio alla Scoperta delle Proprie Origini in Italia

Con sei milioni di italiani residenti all’estero, uniti a circa 80 milioni di oriundi e discendenti, l’Italia si distingue come un caso unico al mondo. È il viaggio di chi ritorna nella terra dei propri avi, spinto dal desiderio di riscoprire le proprie origini e di seguire le tracce dei racconti trasmessi da genitori e nonni. Il turismo delle radici rappresenta un segmento in forte crescita nel mercato turistico globale, capace di generare per l’Italia un flusso economico aggiuntivo stimato in 8 miliardi di euro annui.

Cos'è il Turismo delle Radici?

Il Turismo delle radici nasce con l’intento di far scoprire cultura, riti e tradizioni e valorizzare i luoghi che non sono meta del turismo di massa. È il viaggio di chi ritorna nella terra dei propri avi, spinto dal desiderio di riscoprire le proprie origini e di seguire le tracce dei racconti trasmessi da genitori e nonni.

Il nome “Italea” trae ispirazione dalla parola “talea”, il processo attraverso il quale una pianta si propaga: tagliando una parte e ripiantandola, si permette alla pianta di rigenerarsi, sviluppando nuove radici. Italea si riferisce al nostro Paese e alla ‘talea’, una pratica con cui si consente a una pianta di propagarsi. Recidendone una parte e ripiantandola, le si può dare nuova vita, facendo crescere nuove radici: proprio come accade con le migrazioni.

Le Motivazioni del Viaggio

I turisti delle radici spesso viaggiano per ragioni più complesse e articolate. Il turismo delle radici non si riduce alla motivazione “visita parenti e amici” (VFR), tradizionalmente considerata il suo motore principale. Un americano con origini italiane, ad esempio, potrebbe scegliere l’Italia per un viaggio leisure, influenzato anche dalle sue radici, mentre uno studente straniero potrebbe trascorrere un semestre di studi nel nostro Paese, attratto dalla cultura che sente parte del proprio patrimonio familiare.

Dietro l’etichetta di “turista delle radici” si celano storie, obiettivi e personalità diverse:

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  • Il Nostalgico: Vive un legame profondo con la sua terra d’origine e desidera riconnettersi con i profumi, i suoni e le sensazioni dell’infanzia.
  • L’Ambassador: Conosce l’Italia a fondo, ci torna spesso ed è autonomo nell’organizzazione dei suoi viaggi.
  • Il Discendente: Si identifica in una doppia appartenenza e vuole visitare i luoghi legati ai suoi avi.
  • Il Curioso: Attratto dall’Italian Style, vuole vivere l’essenza dell’Italia contemporanea.

Numeri e Tendenze del Turismo delle Radici

Nel 2024 sono stati 6,6 milioni i visitatori arrivati in Italia per il cosiddetto “turismo delle radici”, ma quest’anno la cifra sfiorerà i 7 milioni e nel 2026 salirà a 7,3 milioni. Le cifre non lasciano dubbi: le presenze turistiche legate a questo segmento passeranno dai 34,4 milioni di pernottamenti del 2024 a oltre 37,9 milioni nel 2026. Questi turisti si distinguono non solo per la permanenza media di 5,32 notti, ma anche per una capacità di spesa giornaliera di 145 euro a persona, superiore ai 128 euro dei viaggiatori stranieri tradizionali, secondo i dati Banca d’Italia 2023.

È l’effetto “terra delle origini”, che diventa un’ancora di salvezza per molte realtà dell’Italia interna. Veneto, Emilia-Romagna, Campania, Sicilia, Calabria, Abruzzo e Puglia sono tra le regioni più attrattive per il turismo di ritorno.

Nel 2022 i “turisti delle radici” sono stati ben 10 milioni, il 60% dei quali è venuto o tornato più volte nel corso degli anni. Tre su dieci hanno dedicato al viaggio in Italia una o due settimane, per visitare parenti e luoghi di origine ma anche l’Italia nel suo complesso (il 55% del tempo del viaggio è consacrato proprio a questo). La maggior parte è arrivata con la famiglia preferendo i mesi di giugno e settembre. Il 27% ha pernottato a casa di parenti e amici, mentre il 35% ha puntato sugli alberghi e il 16% su altri tipi di strutture turistico-ricettive. Il budget è stato di 2.300 euro a persona, diventati 3.700 per quanti hanno allungano la vacanza fino a un mese. Interessante notare anche che quando rientra da un viaggio nel nostro Paese l’87% consiglia caldamente le nostre destinazioni turistiche a parenti, amici e conoscenti.

Principali Paesi di Provenienza

Gli Stati Uniti guidano la classifica dei Paesi di provenienza del turismo delle radici, grazie a un mercato turistico internazionale di 118 miliardi di euro all’anno. Con circa 16 milioni di americani che rivendicano origini italiane, il potenziale per il turismo delle radici è enorme. La maggior parte di questi Italo-americani è di seconda generazione, con una capacità di spesa elevata: il reddito medio pro capite supera i 53 mila dollari, mentre quello familiare sfiora i 100 mila.

Anche il Canada si distingue come player rilevante nel turismo internazionale, con una spesa estera complessiva di 32 miliardi di euro. Sebbene una parte significativa sia destinata agli Stati Uniti, il turismo delle radici verso l’Italia vale circa 230 milioni di euro. In America Latina, Argentina e Brasile emergono come mercati strategici. L’Argentina, con una numerosa comunità di origini italiane, genera un turismo delle radici verso l’Italia per circa 110 milioni di euro, mentre il Brasile si attesta sui 150 milioni di euro. L’Australia, con una spesa turistica internazionale superiore ai 30 miliardi di euro, contribuisce al turismo delle radici in Italia per circa 210 milioni di euro. In Europa, i mercati principali sono Germania, Francia e Regno Unito, complice la storica emigrazione italiana verso questi Paesi. Per i tedeschi, l’Italia è la prima destinazione internazionale, con una spesa turistica che, secondo la Banca Centrale tedesca, ha superato i 10 miliardi di euro nel 2022.

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Italea: Il Progetto del Ministero degli Affari Esteri

Il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, nell’ambito del progetto PNRR e con il supporto di NextGenerationEU, ha lanciato Italea, un programma ambizioso dedicato al turismo delle radici che punta a facilitare il viaggio in Italia per italiani all’estero e italo-discendenti, offrendo un sistema integrato di servizi e un’organizzazione capillare.

Il progetto si rivolge sia a chi desidera riscoprire luoghi, tradizioni e costumi dei propri avi, sia a chi non ha ancora identificato le proprie radici e potrà contare su una rete di genealogisti affidabili. Tra le novità di Italea spicca la creazione della rete dei Musei dell’Emigrazione Italiana, che custodiranno e condivideranno il patrimonio storico legato al fenomeno migratorio.

Italea ha costruito una rete sul territorio capillare e dinamica con 20 gruppi regionali e 16 coordinatori. E ancora: 833 Comuni coinvolti e 742 eventi già organizzati.

"Nell'ambito del progetto Pnrr dedicato al turismo delle radici, vogliamo mettere a disposizione di questo valore una serie di servizi come il Passaporto delle radici, con una serie di incentivi per venire in Italia, o la digitalizzazione delle anagrafi comunali e tanto altro" sostiene Giovanni Maria de Vita, Responsabile Turismo delle radici Dgit Maeci.

L'iniziativa Roots-in a Matera

Parte dalla Basilicata, una delle regioni italiane in cui il fenomeno migratorio italiano ha raggiunto i livelli più alti, l’attenzione ad un segmento specifico di turisti: quei viaggiatori curiosi e appassionati, spinti da motivazioni molto profonde a esplorare i territori di origine creando nuove connessioni virtuose.

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L’APT Basilicata organizza, in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e con l’ENIT, la prima edizione della “Borsa Internazionale del Turismo delle Origini”, due giorni di incontri e convegni rivolti a tutta la filiera dell’offerta, agli operatori della domanda e ai media specializzati nel turismo delle origini.

«Siamo orgogliosi di ospitare per la prima volta questa borsa a Matera - spiega Antonio Nicoletti, direttore generale di Apt Basilicata - ma vogliamo che partecipi tutta l’Italia. Spesso il ritorno è collegato alla nostalgia, ma noi stiamo lavorando sulle opportunità, sulle emozioni, sulla riscoperta. Il Turismo delle Radici, è un fenomeno che sia a livello economico sia a livello culturale può portare molto all’Italia.

Confcommercio e il Turismo delle Radici

Continuano anche nel 2025 le iniziative di Confcommercio in appoggio allo sviluppo di un segmento dalle enormi prospettive. Sono sei milioni gli italiani residenti all’estero, una cifra che sale a 80 milioni comprendendo nel novero anche oriundi e discendenti e addirittura a 260 milioni se si include nel totale il numero degli affini con legami parentali, di quanti parlano la nostra lingua o comunque si sentano particolarmente vicini alla nostra cultura, anche per motivi di lavoro. Sono cifre che fanno dell’Italia un caso pressoché unico al mondo e che il 2024 - decretato “Anno delle radici italiane” dal Ministero degli Esteri, con tanto di specifico progetto inserito nel PNRR - permette di portare in primo piano.

Si tratta insomma - come emerge da una ricerca di Confcommercio in collaborazione con Swg, TRA Consulting, Italyrooting consulting che contiene tre livelli di approfondimento sul cosiddetto turismo delle radici: un’indagine sul valore economico, una ricerca demoscopica su turisti attuali e potenziali e un’analisi qualitativa - di una comunità enorme, che ha voglia di riscoprire le proprie origini e che rappresenta dal punto di vista turistico una domanda potenziale di dimensioni sorprendenti. Con un’ottima capacità di spesa, peraltro, che potrebbe portare al nostro Paese circa 8 miliardi di euro aggiuntivi ogni anno.

A questo fine Confcommercio ha programmato nel 2024 una serie di iniziative, soprattutto a livello locale, dedicate a operatori e professionisti che al turismo delle radici vorranno avvicinarsi prendendo parte attiva a progetti di sviluppo delle destinazioni.

Le iniziative nel 2025 Di turismo delle radici si è continuato a parlare a Firenze il 5 febbraio scorso in occasione di un convegno organizzato a Palazzo Strozzi Sacrati da Confcommercio Toscana e Italea Toscana e a Bari il 27 febbraio per iniziativa di Confcommercio Bari-Bat che ha organizzato il convegno "Identità tra passato e futuro. Viaggi delle radici ed esperienze locali", in programma nell'ambito della BTM (Business Tourism Management) Italia.

"Il Turismo delle Radici è un’offerta turistica strutturata attraverso appropriate strategie di comunicazione, che coniuga alla proposta di beni e servizi del terzo settore la conoscenza della storia familiare e della cultura d’origine degli italiani residenti all’estero e degli italo-discendenti che sono stimati in un bacino di utenza che sfiora gli 80 milioni di persone”, ha detto D’Ingeo.

Opportunità e Sostenibilità

Il 2024, l’Anno delle Radici italiane promosso dal Ministero degli Affari Esteri, è l’occasione perfetta per lavorare su questo mercato, anche perché proprio il turismo delle radici potrebbe incoraggiare la nostra offerta turistica ad evolvere in direzioni nuove, rilanciando periodi dell’anno meno scontati e borghi meno conosciuti, terra d’origine di tanti italiani emigrati all’estero. Avendo delle motivazioni molto personali, quasi sentimentali è un turismo di base più rispettoso, più qualitativo rispetto al mercato di massa. E quindi più sostenibile per il nostro territorio.

Il Turismo delle Radici sfrutta canali innovativi, poichè la diffusione capillare delle informazioni e la ricerca dei documenti sulla storia familiare passerà dai siti web. Il turismo delle radici lascia indietro le mete toccate dai flussi turistici tradizionali, valorizzando aree meno conosciute e meno sviluppate dell’Italia, che possono così colmare il loro divario di crescita economica nel rispetto della propria natura rurale, in maniera ecosostenibile.

La valorizzazione dei piccoli centri e delle campagne consente da un lato la ristrutturazione e il recupero di abitazioni e infrastrutture in disuso, dall’altro favorisce anche i fornitori di servizi e prodotti locali (su tutti, quelli eno-gastronomici).

L’operatore turistico specializzato in viaggi delle radici è una figura nuova: per garantire un’offerta turistica di livello, un importante obiettivo è quello di promuovere la formazione di operatori del turismo delle radici, in coordinamento con le amministrazioni centrali interessate, i centri accademici e di ricerca, gli enti locali, gli operatori economici del settore turistico e le associazioni attive sul territorio.

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