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Turismo Moderno: Definizione e Caratteristiche

Il termine turismo deriva dal francese "tour," che significa "giro," "viaggio," e indica in generale lo spostamento dal luogo abituale di residenza ad altre località per finalità di svago.

Se la pratica della villeggiatura e della vacanza ha radici antiche, il turismo nel senso moderno del termine - ossia lo spostamento da una località all’altra come piacere in sé - è un fenomeno relativamente recente, che nasce con lo sviluppo dei trasporti e delle comunicazioni, l’aumento del tempo libero disponibile e il miglioramento delle condizioni di vita delle famiglie.

Origini e Sviluppo del Turismo Moderno

È al Grand Tour che viene fatta risalire l'origine della storia del turismo moderno. L'usanza dei rampolli delle famiglie borghesi di effettuare viaggi di formazione in Europa tra XVII-XVIII sec è infatti identificata come la prima forma di turismo.

Questo lungo viaggio, questo tour o grand tour - da cui appunto, il termine turismo - aveva quindi finalità culturali e pedagogiche.

Da allora, innumerevoli artisti e intellettuali, da Goethe a Flaubert, da Byron a Stendhal, si recarono in pellegrinaggio culturale in Italia per apprezzarne il glorioso passato, scrivendo diari di viaggio nei quali indicavano ai lettori gli itinerari da seguire.

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Il viaggio turistico aveva anche finalità educative, in quanto era inteso come strumento essenziale per comprendere meglio i popoli visitati e le loro culture, per diventare, quindi, adulti e maturi.

Sono, dunque, questi ricchi viaggiatori europei del Settecento i primi turisti nel senso attuale del termine.

Evoluzione del Turismo nel XIX e XX Secolo

Un fenomeno che si struttura in Inghilterra: nel 1841 viene fondata la Thomas Cook & Son, la prima agenzia di viaggi al mondo, mentre nello stesso periodo si afferma il cosiddetto turismo dei bagni (con sede a Brighton) e turismo termale (con sede a Bath).

Agli inizi del XX secolo l’Italia scopre la sua fondamentale vocazione turistica non solo per quanto poteva offrire sul piano storico, artistico e culturale, ma anche per quanto possedeva in ricchezze naturali e ambientali.

E’ con l’inizio del Novecento che in Italia si comincia ad occuparsi di turismo. Nel 1919 nasce ENIT, Ente Nazionale del Turismo, che l’anno successivo contribuirà a fondare CIT - Compagnia Italiana del Turismo, nata per promuovere l’Italia all’estero.

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E’ del 1947 anche l’apertura della prima sede di Alpi, agenzia di viaggi che prenderà poi il nome di Alpitour.

Il Turismo di Massa e la sua Trasformazione

Con la fine della guerra e l’aumento della mobilità delle persone si assiste ad un forte sviluppo del turismo in tutto il mondo: l’Italia inizia ad essere considerata un’importante meta dagli stranieri, che prediligono località balneari e montane.

Negli anni ’70 il turismo in Italia è identificato con la villeggiatura: i soggiorni sono concepiti come lusso e hanno una durata media di 20/30 giorni mentre i flussi risultano fortemente stagionali, e concentrati nel periodo estivo. Le destinazioni preferite sono mare (58,6%), città d’arte (16,4%) e montagna/collina (11,4%).

Nella storia del turismo moderno gli anni ’80 segnano il passaggio dalla villeggiatura alla vacanza organizzata. Non diminuisce la durata complessiva della vacanza ma viene ripartita nel corso dell’anno, variando così la stagionalità dei flussi.

E’ negli anni ’90 che il turismo diventa un bene irrinunciabile, affermandosi veramente come fenomeno di massa a livello globale. Cominciano a diversificarsi le motivazioni di viaggio, e si afferma il concetto di “turismi”.

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Alle soglie del Novecento nuovi strati sociali iniziano ad avere accesso a questa particolare forma di impiego del tempo libero.

Lo svago e il riposo, l’arricchimento culturale, la curiosità nei confronti di terre e civiltà diverse sono rimasti le motivazioni fondamentali del turismo.

A partire dal secondo dopoguerra, quando il viaggio e la vacanza diventano un bene di consumo di massa come gli altri, anche l’esperienza turistica subisce un processo di standardizzazione: le cose da vedere - sia le bellezze naturali, sia il patrimonio artistico e culturale di una data località - fanno parte di un itinerario preconfezionato che il turista odierno può ‘consumare’ nel tempo relativamente limitato della vacanza e a prezzi contenuti.

È questa la caratteristica dei viaggi organizzati, una delle forme di turismo dominanti a partire dalla seconda metà del Novecento.

Per queste strade si arriva a viaggi nei quali tutto è artificiale, ricostruito, simulato: dai ‘luoghi tipici’ alle architetture di maniera, ai falsi ‘cibi autentici’, all’offerta organizzata di riti religiosi.

A questo tipo di turismo, che è stato definito modello luna park, si contrappone un modello più elitario orientato a fruire in modo diverso i luoghi visitati: la mancanza di comfort e di attrezzature di svago, persino i trasporti inadeguati diventano paradossalmente elementi di pregio.

Tra questi due estremi vi è una gamma pressoché infinita di formule in grado di soddisfare le più varie esigenze - dall’itinerario enogastronomico al soggiorno in conventi e monasteri.

Impatto Economico e Sfide Ambientali

Il turismo ha acquistato a partire dal secondo dopoguerra un peso economico crescente, diventando una delle voci più importanti del settore terziario. Di pari passo sono aumentati gli investimenti in ‘beni turistici’ come attrezzature di svago, alberghi, trasporti e così via.

Non sempre, tuttavia, le località che possiedono la ‘materia prima’ del turismo, soprattutto bellezze naturali, dispongono anche delle risorse economiche, tecnologiche e organizzative per sfruttarla.

È questo il caso, in particolare, di molti paesi in via di sviluppo, che spesso si rivolgono ai cosiddetti tour operators, ‘fabbricanti di vacanze’, in genere stranieri che forniscono beni e attrezzature e finiscono per avere la gestione esclusiva delle risorse e gli investimenti alberghieri.

Uno dei principali problemi comportati dalla trasformazione del turismo in fenomeno di massa e dall’impetuoso sviluppo dell’industria delle vacanze è il loro impatto sull’ambiente.

Il problema della congestione turistica ha fatto emergere l’esigenza di individuare strumenti adeguati di contenimento e regolamentazione dei flussi turistici in modo che i vantaggi economici derivanti dalle attività turistiche non siano annullati da gravi costi ambientali.

Si discute quindi l’opportunità di ridurre o programmare l’affluenza turistica nelle città d’arte o in alcune aree di grande interesse naturalistico.

Il problema è particolarmente sentito in Italia, un paese che ha un ricchissimo patrimonio di risorse paesaggistiche e artistiche: per fare qualche esempio, alcuni anni fa lo scalatore e ambientalista Reinhold Messner lanciava un grido di allarme per le vette alpine, spesso ridotte a desolate discariche.

L’ipotesi di istituire un ‘numero chiuso’ di presenze turistiche viene continuamente riproposta dalle associazioni ambientaliste per una città unica e dai delicati equilibri come Venezia, che in alcuni periodi dell’anno presenta punte di congestione turistica elevatissima.

Definizione e il Turista

Per argomentare in maniera chiara ed esaustiva il concetto di turismo e la sua evoluzione è utile partire dalla sua definizione: “il turismo è il complesso delle manifestazioni e delle organizzazioni relative a viaggi e soggiorni compiuti a scopo ricreativo o di istruzione”.

Al centro dell’esperienza turistica vi è il “turista”, definito dall’Organizzazione Mondiale del Turismo (United Nations World Tourism Organization) come “colui che viaggia in paesi diversi dalla sua residenza abituale e al di fuori del proprio ambiente quotidiano, per un periodo di almeno una notte ma non superiore ad un anno, e il cui scopo abituale sia diverso dall’esercizio di ogni attività remunerata all’interno del paese visitato”.

Le Top Destinazioni Turistiche

Il turismo moderno è guidato soprattutto da Paesi economicamente sviluppati come quelli dell’Occidente e dell’Estremo Oriente asiatico.

L’Organizzazione Mondiale del Turismo classifica il richiamo turistico di una località in base al numero di visitatori stranieri in un anno.

Le Cinque Mete più Ambite:

  • Francia: 90,9 milioni di Arrivi, che guida la classifica con 90,9 milioni di arrivi turistici. Con un patrimonio culturale e paesaggistico straordinario, offre ambienti unici: dalle idilliache campagne alle maestose coste, dalle montagne alpine alle vibranti città.
  • Spagna: 83,51 milioni di Arrivi La Spagna attrae con una miscela irresistibile di storia, cultura, arte, tradizioni e una vivace vita notturna. Le sue coste mediterranee e la ricca offerta di mare sono attrattive uniche.
  • Stati Uniti d’America: 79,44 milioni di Arrivi Con paesaggi naturali unici, dalle Montagne Rocciose alle foreste di sequoie, gli USA attraggono turisti anche grazie alle loro grandi città, palcoscenici di celebri film hollywoodiani.
  • Cina: 65,7 milioni di Arrivi La Cina è una terra di contrasti, con villaggi rurali che si alternano a metropoli impressionanti come Pechino e Shanghai. Le sue icone come la Grande Muraglia continuano ad affascinare.
  • Italia: 64,5 milioni di Arrivi L’Italia, con il suo ricco patrimonio storico, artistico e paesaggistico, ha attirato nel 2019 oltre 64,5 milioni di turisti stranieri. Questo spostamento non è solo legato al divertimento ma coinvolge molteplici forme, dal turismo culturale a quello enogastronomico, dal religioso al montano.

Turismo Culturale e Paesaggistico

Turismo e cultura costituiscono un binomio di grande potenzialità per lo sviluppo locale: attraggono turisti con conseguenti effetti positivi su reddito e occupazione. Per questo cultura e industrie creative sono sempre più utilizzate per promuovere le destinazioni e migliorarne la competitività e l’attrattività.

L'obiettivo dell’analisi Istat è favorire una conoscenza specifica delle caratteristiche e delle dinamiche del turismo culturale nella dimensione territoriale, esplicitando le specificità locali ed evidenziando cluster geografici rispetto alla vocazione turistica prevalente.

Nella ricerca viene adottata la definizione di turismo culturale proposta da Unwto: “…attrazioni e prodotti si riferiscono a un insieme di caratteristiche peculiari materiali, intellettuali, spirituali ed emozionali di una società che abbraccia le arti e l’architettura, il patrimonio storico e culturale, il patrimonio culinario, la letteratura, la musica, le industrie creative e le culture contemporanee con il loro stile di vita, sistemi di valori, credenze e tradizioni ” (Unwto, 2017, 2018).

Classificazione dei comuni per vocazione turistica

Per misurare l’offerta culturale dei territori, i comuni italiani sono considerati sulla base della presenza / assenza di risorse locali potenzialmente di interesse turistico di natura geografica (vicinanza al mare e ai laghi, l’altitudine, ecc.) e antropica (l’essere un grande comune urbano, la presenza di beni culturali, ecc.).

Caratteristiche più rilevanti

  • Essere un comune appartenente a un sito Unesco (dati 2020)
  • Comune certificato dall’associazione “I Borghi più belli d’Italia” (2020)
  • Comune certificato come “Bandiera Arancione” del Touring Club (2020)
  • Comune che insiste sul territorio di un Parco Nazionale (2020)
  • Comune che sia stato “Capitale della cultura” (2019)
  • Comune in cui sia presente almeno un museo, un monumento o un sito archeologico statale o non statale con più di 10.000 visitatori l’anno (2018).

Comuni a vocazione culturale, storica, artistica e paesaggistica

Gruppo composto da 431 comuni - distribuiti prevalentemente nelle regioni del Centro-nord e un po’ meno nel Sud e nelle Isole - rilevante in termini di popolazione (quasi 7,4 milioni di abitanti, pari al 12,2% del totale nazionale) e in termini di giornate di presenza turistica (7,8% del totale nazionale).

Grandi città

Categoria composta dai 12 comuni con più di 250.000 abitanti con un turismo di tipo multidimensionale e quindi anche di tipo culturale. Raccoglie il 15,3% della popolazione nazionale e rappresenta una delle categorie più importanti in termini di flussi turistici: oltre 86 milioni di giornate di presenza nelle strutture ricettive nel 2019 (19,7% del totale nazionale).

Comuni con vocazione marittima

Questa categoria si compone di 414 comuni (5,2% del totale), prevalentemente collocati nelle regioni del Mezzogiorno (63%). Poco più di 4,5 milioni di abitanti (7,5%), quasi 86 milioni di presenze turistiche (19,6% del totale nazionale).

Comuni del turismo lacuale

Gruppo formato da 167 comuni (2,1%), quasi tutti concentrati nelle regioni del Nord (155). Con oltre 17 milioni di giornate di presenza turistica (4% del totale nazionale).

Comuni con vocazione montana

Rappresentata da 501 Comuni, in gran parte collocati nelle Regioni del Nord: il 23,7% in Piemonte, il 14,7% in Lombardia e il 20,5% in Trentino Alto Adige/Südtirol. Questi Comuni, che hanno una vocazione esclusivamente montana, rappresentano l’1,3% della popolazione nazionale e il 4,6% delle giornate di presenza turistica.

Comuni del turismo termale

La categoria numericamente più esigua è composta da 50 Comuni, ma con una vocazione turistica molto specializzata; i comuni di questo gruppo si collocano in prevalenza in Lombardia, Veneto e Toscana. In termini di popolazione e di giornate di presenza turistica rappresentano lo 0,6% e l’1,2% rispettivamente.

Comuni turistici non appartenenti a una categoria specifica

Con oltre 4.000 Comuni (50,6%) rappresenta la categoria più numerosa in termini di comuni, ma decisamente residuale in termini di presenze turistiche (8%). Si tratta per lo più di Comuni lontani dalle zone marittime o nelle aree pedemontane e appenniniche del Paese.

Attività più praticate

Le attività più praticate sono: le visite alle città, ai paesi e ai borghi italiani (44,8% dei viaggi), le visite al patrimonio naturale (43%) e quelle ai siti storici o archeologici (26,9%). Grande interesse rivestono i mercati tipici locali (17,3%), che superano addirittura il patrimonio museale (16,4%). Seguono gli spettacoli, le manifestazioni culturali, folkloristiche o religiose (14,9%) e i tour enogastronomici o per degustare prodotti tipici (11,1%).

Mentre l’esplorazione del patrimonio naturale e paesaggistico o delle città d’arte spesso costituiscono l’unico obiettivo di un viaggio culturale, le altre tipologie di attività attraggono soprattutto in abbinamento tra loro.

Ciò è molto importante per le destinazioni che sempre più spesso, infatti, tentano di istituire una interconnessione tra luoghi d’interesse organizzandone la fruizione sotto forma di biglietti combinati, allo scopo di convogliare parte dei turisti verso le attrazioni meno conosciute o meno frequentate.

I viaggi dei turisti altamente motivati a fare vacanze culturali sono appannaggio soprattutto della componente femminile (il divario nel 2019 e di circa 9 punti percentuali in favore delle donne).

Dati sul turismo in Italia forniti da UNWTO

Secondo i dati UNWTO, nel 1970 l’Italia è il primo paese al mondo per turisti: tra 1960-1975 le presenze nel nostro paese passano da 132.336 mln a 291.780 mln, grazie soprattutto agli stranieri.

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