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Turismo Rurale e Agriturismo: Differenze e Confronto

L’alternativa turistica alle città d’arte più famose e ai grandi viaggi intercontinentali, si chiama campagna o ambiente rurale. Durante gli anni settanta, già alcuni economisti e sociologi di rilevanza mondiale, si trovarono di comune accordo nell’affermare che le attività turistiche e del tempo libero avrebbero costituito uno dei comparti più rilevanti dell’economia mondiale. Ad oggi non si può che confermare queste previsioni, dove il turismo e i servizi ad esso collegato trainano l’economia.

Le stesse culture locali, che erano considerate arretrate ed un freno per lo sviluppo, rappresentano, così come i prodotti tipici e le ricette tradizionali, un prodotto turistico di nicchia sempre più ricercato soprattutto da una nuova elite di viaggiatori campestri provenienti dalle grandi metropoli. L’ospitalità in azienda agricola, interpreta infatti alla lettera le motivazioni fondamentali della vacanza alternativa, per soddisfare bisogni generati dell’invivibilità delle grandi città . La preoccupazione che l’agricoltura sia abbandonata, le campagne si spopolino, la disoccupazione “verde” si impenni e il suolo non più coltivato sia oggetto di degrado, è più che mai sentita. Il turismo rurale è una soluzione ottima, considerando il rapporto ambiente/turismo.

Il turismo rurale è un insieme di attività svolte nelle aree naturali o rurali, che promuove il turismo sostenibile. Secondo il piano del turismo italiano, il turismo rurale è considerato parte integrante dello slow tourism o green tourism, insieme a cammini, treni storici e parchi. Queste forme di turismo sono considerate proposte interessanti per il mercato italiano e internazionale. Il turismo rurale è una forma sempre più diffusa di turismo sostenibile che permette ai visitatori di vivere un’esperienza unica a stretto contatto con la realtà agricola, beneficiando di tutti i suoi aspetti positivi.

Definizione e Origini dell'Agriturismo

Il termine agriturismo significa fusione tra l’agricoltura e il turismo, ed è una forma di ospitalità che nasce principalmente in Francia. Si fa risalire agli inizi del secondo dopoguerra quando a causa dello spopolamento delle campagne, il governo francese per una temuta perdita del mondo rurale, decise di stanziare dei fondi atti alla ricostruzione di vecchie fattorie nelle loro originale architettura, per sostenere questa forma di turismo. L’agriturismo nasce in Italia negli anni ’80 come una tipologia ricettiva tipicamente italiana distante dalle altre forme d’ospitalità di turismo rurale regolamentate nel resto d’Europa. Il vitto e alloggio a prezzi modici e l’istituzione di politiche a favore delle aziende agricole sono tra i fattori principali che hanno contribuito alla sua diffusione.

Regolamentazione dell'Agriturismo in Italia

In Italia, in seguito alla Riforma del Titolo V della Costituzione del 2001, ad ogni singola Regione è stata riconosciuta la piena potestà legislativa in materia di agricoltura e turismo. Per questo, l’imprenditore che vorrà dedicarsi all’attività agrituristica dovrà fare riferimento esclusivamente alla leggi regionali e non alla legge quadro statale n. 96/2006 - “Disciplina dell’agriturismo”, sebbene esse siano coordinare da quest’ultima. Per poter svolgere l’attività agrituristica, l’operatore dev’essere prima un imprenditore agricolo che svolge un’attività di coltivazione, di allevamento di animali e di silvicoltura. La connessione tra l’attività agrituristica e quella agricola dev’essere sempre ben salda tanto che quella agrituristica non deve mai prevalere in termini di ore lavorative quelli dell’attività agricola. L’attività agrituristica, potrà essere svolta solo quando si sarà ottenuta l’autorizzazione per l’inizio dell’attività da parte dell’ente regionale e comunale di pertinenza.

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La caratteristica principale dell’agriturismo è quella di costituire un’emanazione diretta dell’azienda agricola e di non rappresentare la fonte di reddito principale dell’imprenditore. Il reddito integrativo che deriva dall’attività agrituristica non deve mai superare il reddito che deriva da quella agricola. Un ruolo importante per quanto riguarda la promozione e la commercializzazione degli agriturismi è svolto dalle associazioni come Agriturist (Confagricoltura), Terranostra (Coldiretti) e Turismoverde (Cia). Queste associazioni, richiedono alle aziende determinati requisiti, necessari per accedere ad aree di eccellenza attraverso marchi specifici e canali di comunicazione importanti.

Le associazioni si adoperano a favore dell’attività dei loro soci in termini di tutela, promozione e assistenza. Accanto a questi percorsi di valorizzazione dell’offerta agrituristica, se ne possono trovare degli altri che si occupano di aspetti più specifici come ad esempio l’AIAB (Associazione Italiana Agricoltura Biologica) un’associazione che si avvale di un disciplinare che accerti il pieno rispetto di tutte le regole dell’agricoltura biologica da parte dell’azienda e della tutela ambientale. Gli agriturismi vengono finanziamenti principalmente attraverso i programmi di sviluppo rurale (PSR) finalizzati a migliorare la struttura delle aziende agricole e il sistema agroalimentare regionale. Accanto ai PSR, ci sono delle norme presenti nella L.

Agriturismo: Impresa Agricola

L’agriturismo è un’impresa agricola ed è esercitata da un imprenditore agricolo. Le strutture dove esercitare l’attività non possono che essere esclusivamente quelle dell’azienda agricola. La ricettività segue le regole comunali e regionali, queste definiscono i posti letto o a sedere massimi che si possono avere. Chi ha un’agriturismo è soggetto all’iscrizione dell’elenco regionale degli operatori turistici.

Secondo Istat nel 2021 le aziende agrituristiche attive sono 25.390 (+1,3% rispetto al 2020). La crescita maggiore è nelle Isole (+8,2%) e al Sud (+1,5%). La Legge 20 febbraio 2006, n. L’agriturismo viene quindi classificato in cinque livelli, come le strutture alberghiere, attraverso misurazioni standard. Per aprire un agriturismo è necessario soddisfare alcuni requisiti e seguire una procedura specifica. Innanzitutto, bisogna essere imprenditori agricoli, dedicandosi principalmente all’agricoltura e all’allevamento. La procedura richiede l’iscrizione al Registro delle Imprese della Camera di Commercio e l’apertura di una partita IVA. È necessario anche registrarsi presso il registro degli operatori turistici della regione di appartenenza. Inoltre, occorre ottenere l’autorizzazione del sindaco per avviare l’attività agrituristica e l’autorizzazione dei Vigili del Fuoco. Dal punto di vista fiscale, l’attività agrituristica è soggetta a una disciplina specifica. Il reddito derivante dall’agriturismo è considerato reddito agricolo. Oltre alla fornitura di servizi turistici in generale.

Turismo Rurale: Un Approccio Commerciale

Il turismo rurale è un’attività commerciale. Chi la esercita è l’imprenditore turistico o commerciale. Per esercitare il turismo rurale è possibile utilizzare strutture esistenti sul territorio o costruirne di nuove autorizzazioni permettendo. Il vincolo e che le strutture siano da catasto prendersi in zone turischie-comemrciali. L’attività è a tutti gli effetti quella di un’impresa turistica commerciale e necessita quindi di opportuna licenza comunale. Il turismo rurale è regolamentato a livello nazionale dalla legge numero 26 del 1996, che stabilisce che solo gli imprenditori agricoli possono aprire una struttura di turismo rurale, rispettando la normativa pertinente. Oltre a queste disposizioni, vi sono anche leggi regionali che impongono ulteriori requisiti da soddisfare.

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In generale, le richieste delle diverse normative regionali includono alcuni requisiti comuni. Il requisito relativo ai procedimenti penali in corso riguarda attività illegali legate alla commercializzazione di alimenti nocivi o gravi violazioni delle norme sanitarie. Successivamente, viene effettuata un’ispezione della struttura per verificare il rispetto delle norme igienico-sanitarie e di sicurezza. Vi sono anche alcune limitazioni, come il numero massimo di 10 stanze destinate agli ospiti, per un totale di 30 posti letto.

Il turismo rurale, e la sua forma più diffusa l’agriturismo appunto, è una forma di turismo che non turba gli equilibri del territorio e non richiede pesanti inserimenti di manufatti nel territorio, anzi le strutture ricettive devono essere di piccole dimensioni, e nella stragrande maggioranza dei casi non sono di nuova edificazione, ma edifici rurali già esistenti.

Nel 2002, secondo i dati Agriturist, gli agriturismi in Italia avevano raggiunto quota 11.500 con una concentrazione maggiore nell’Italia centro-settentrionale con Toscana (21,1%) e provincia autonoma di Bolzano (18,8%) in testa, mentre Sud e Isole appena il 15,4%. Il sistema agroalimentare italiano si distingue da quelli degli altri paesi dell’UE per il ricco patrimonio di produzioni tradizionali, che mantengono ancora un peso rilevante nei consumi interni, nonostante la globalizzazione dei mercati. L’Italia, inoltre, gode di un patrimonio di alimenti tipici ricco e prestigioso, che dona un’identità fortissima, nota e apprezzata in tutto il mondo. L’Italia, patria della tanto rinomata “cucina mediterranea”, ha un patrimonio eno-gastronomico unico e ricchissimo, fatto di prodotti DOC, DOP, IGP, STG, IGT e tradizioni secolari. Si può intuire il ruolo trainante che l’enogastronomia potrà rappresentare per il turismo italiano dei prossimi anni, ed in particolare per il turismo rurale, in quanto forma privilegiata di valorizzazione dei prodotti del territorio e luogo di incontro ideale tra domanda e offerta.

Il turismo rurale è un settore in continua espansione, anche perché economicamente vantaggioso e per lo più vicino al luogo di residenza, per molti è un’ottima soluzione per il week-end. Lo sviluppo di questo settore è dovuto in gran parte alla diffusione di Internet, che permette ad una piccola realtà di essere visibile a livello globale, anche se fuori dai circuiti dei tour-operator. Il problema maggiore è che l’agricoltore, soggetto che dovrebbe sviluppare il turismo rurale, è troppo poco preparato per assolvere questo ruolo e quindi ad occuparsene sono i soliti imprenditori che costruiscono o ristrutturano casali che, in sostanza, finiscono per essere hotel e, nella maggioranza dei casi, ristoranti in campagna.

Differenze Chiave tra Agriturismo e Turismo Rurale

La differenza tra Agriturismo e Turismo Rurale è che il primo è esercitato da un coltivatore diretto o da un imprenditore agricolo e deve essere subordinato all'attività agricola che deve essere prevalente, il secondo è che può essere praticato da chiunque purché sia iscritto alla camera di commercio come titolari o gestori della suddetta attività ricettiva e sono tenuti a iscriversi alla sezione speciale del registro degli esercenti di commercio prevista dall' art. 5 della legge 27 maggio 1983, n. La differenza tra le due attività "turistiche" sta che l'agriturismo è attività collaterale e subordinata ad un'attività agricola e deve essere esercitata da un coltivatore diretto o imprenditore agricolo, mentre l'ecoturismo può essere esercitato da chiunque faccia richiesta al comune e sia iscritto al REC della Camera di Commercio. Si differenziano anche perché il primo offre stagionalmente servizi d'ospitalità, somministrazione di pasti, esperienze con attività agricole ecc. mentre il secondo è più incentrato su attività culturali e ambientali.

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In sintesi:

  • Agriturismo: Gestito da imprenditori agricoli, legato all'attività agricola prevalente.
  • Turismo Rurale: Può essere gestito da chiunque, con iscrizione alla Camera di Commercio.

Attività nel Turismo Rurale

Chi lo pratica è orientato alla ricerca del contatto con la natura nella maniera più diretta. Predilige le zone ecocompatibili (infrastrutture, strutture create dall'uomo che non incidono con l'ambiente), i parchi, le oasi, riserve naturali, ecc.

Alcune attività comuni nel turismo rurale includono:

  • Equiturismo: Una forma di turismo rurale in cui il cavallo diventa il mezzo di trasporto.
  • Parchi naturali e riserve: Oltre alla conoscenza delle realtà cittadine e dell’entroterra in cui si soggiorna, si può anche godere dell’immersione nella natura che sostiene l’intera zona grazie al turismo.
  • Birdwatching: Una pratica che combina turismo rurale e sostenibilità.
  • Degustazioni enogastronomiche: Questa forma di turismo rurale è un vero piacere per i sensi.

Benefici del Turismo Rurale

Il turismo rurale è una forma sempre più diffusa di turismo sostenibile che permette ai visitatori di vivere un’esperienza unica a stretto contatto con la realtà agricola, beneficiando di tutti i suoi aspetti positivi. Il turismo rurale mira a promuovere lo sviluppo economico delle aree montane e di campagna, offrendo opportunità di lavoro e creando fonti di reddito alternative per la crescita dell’economia delle comunità locali. Una delle finalità più importanti del turismo rurale è preservare e valorizzare il patrimonio culturale delle comunità rurali. Il turismo rurale favorisce la sostenibilità ambientale e la conservazione della natura.

Il turismo rurale contribuisce a diversificare le fonti di reddito delle comunità ospitanti, riducendo la dipendenza da settori economici tradizionali, come l'agricoltura o l’industria. Il turismo rurale è un’ottima occasione per sfuggire allo stress e alla frenesia della vita quotidiana, immergendosi nella tranquillità, nella bellezza e nel relax della campagna. Inoltre, promuove il rispetto dell'ambiente e la valorizzazione delle produzioni locali, contribuendo alla conservazione della biodiversità e alla tutela del paesaggio. Infine, questa forma di viaggio favorisce la conservazione del territorio e delle sue risorse, attirando l'attenzione sui paesaggi rurali, le tradizioni culturali e i prodotti locali.

Tabella Riepilogativa: Agriturismo vs Turismo Rurale

Caratteristica Agriturismo Turismo Rurale
Gestore Imprenditore Agricolo Chiunque (con requisiti)
Legame con l'Agricoltura Stretto e Prevalente Meno Stretto
Regolamentazione Leggi Regionali specifiche Normativa turistica e commerciale
Strutture Azienda Agricola Zone turistiche/commerciali

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