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Turismo Straniero in Italia: Analisi Statistica Dettagliata

Negli scorsi giorni vari esponenti del governo e dei partiti che lo sostengono hanno celebrato i nuovi dati sul turismo in Italia. «Nel 2024 il turismo ha raggiunto un nuovo record, con 458,4 milioni di presenze, in aumento del +2,5 per cento sull’anno precedente», ha dichiarato il 6 marzo la ministra del Turismo Daniela Santanchè.

«La nostra nazione consolida il suo ruolo di destinazione privilegiata a livello mondiale, superando la Francia e collocandosi al secondo posto in Europa per numero di presenze turistiche, preceduta dalla sola Spagna».

È vero: nel 2024 il turismo in Italia è aumentato, se si guardano le notti trascorse dai turisti nel nostro Paese (gli arrivi sono invece calati). Una crescita dei pernottamenti è stata registrata in quasi tutti gli altri Paesi europei, e nella maggior parte di questi con percentuali più alte di quella italiana.

Cosa Dicono i Numeri

Secondo Eurostat, l’anno scorso l’Italia ha registrato 129,3 milioni di arrivi turistici: questo è il numero di clienti che hanno effettuato il check-in negli esercizi ricettivi. Nel 2023 gli arrivi erano stati 133,6 milioni, dunque c’è stato un calo.

L’altro dato disponibile, usato di più quando si parla di turismo, riguarda le presenze o i pernottamenti, ossia il numero di notti trascorse dai turisti negli esercizi ricettivi.

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Nel 2024 le presenze turistiche in Italia sono state 458,4 milioni, il 2,5 per cento in più rispetto all’anno prima - due statistiche citate correttamente da Santanchè. Dal 1990, primo anno per cui sono disponibili i dati, il nostro Paese non aveva mai registrato così tante presenze turistiche.

È stato superato anche il livello precedente alla pandemia di COVID-19, con un +5 per cento.

Stranieri e Italiani

Negli ultimi anni il turismo in Italia sta cambiando. Nel 2024 il 54,6 per cento dei pernottamenti è stato fatto da turisti stranieri, il dato più alto dal 2011, primo anno per cui sono disponibili i dati distinti tra turisti italiani e stranieri.

Nell’anno passato i pernottamenti degli italiani sono stati 208 milioni contro i 213 milioni del 2023; nel 2019 erano stati 216 milioni. Allo stesso tempo, i pernottamenti degli stranieri sono cresciuti da 234 milioni del 2023 a 250 milioni del 2024.

I pernottamenti registrati a giugno, luglio e agosto 2024 hanno pesato per il 45,6 per cento sul totale dei pernottamenti: questa percentuale è la più bassa da quando ci sono i dati.

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Il turismo estivo italiano pesa di più di quello straniero, ma entrambi sono in calo: il 49,5 per cento dei pernottamenti dei turisti italiani è fatto tra giugno e agosto, contro il 42,4 per cento di quelli stranieri, mentre nel 2011 era il 55,1 per cento degli italiani e il 47,2 per cento degli stranieri.

Com’è Andata in Europa

In numeri assoluti, nel 2024 l’Italia è il secondo Paese europeo con più pernottamenti (458,4 milioni), superata solo dalla Spagna (500,1 milioni). Lo scorso anno la Francia è stata sorpassata (451 milioni), sebbene i suoi dati siano ancora provvisori, mentre la Germania si è fermata a 441 milioni di pernottamenti.

La crescita dei pernottamenti osservata nel 2024 per l’Italia non è un dato eccezionale rispetto al resto d’Europa. Tra i 37 Paesi monitorati da Eurostat, 34 hanno registrato una crescita dei pernottamenti turistici rispetto al 2023: il +2,5 per cento dell’Italia è la ventiduesima percentuale più alta.

Tra i grandi Paesi dell’Unione europea, la Germania ha registrato un aumento dei pernottamenti del 2,3 per cento mentre la Spagna del 3,1 per cento. La Francia, sorpassata dall’Italia, ha registrato un calo dello 0,6 per cento. Va considerato, però, che i dati francesi sono ancora provvisori.

Se guardiamo al numero di arrivi, nel 2024 l’Italia è stato l’unico Paese europeo che ha registrato un calo degli arrivi di turisti (-3,2 per cento) rispetto all’anno precedente. Il Paese con la crescita più bassa è la Francia (+0,1 per cento).

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L’Albania ha avuto un aumento degli arrivi del 52 per cento, la Grecia del 42 per cento, la Bulgaria del 33 per cento e il Lussemburgo del 23 per cento. In Spagna gli arrivi di turisti sono aumentati del 3,7 per cento, mentre in Germania del 3,8 per cento.

Turismo e PIL

Al turismo, secondo la Banca d’Italia, è riconducibile circa il 5% del Prodotto interno lordo e il 6% dell’occupazione, senza contare la quota legata ai flussi turistici in maniera indiretta.

Siti Culturali Più Visitati

Quali sono allora i siti culturali più visitati (includendo musei, gallerie d’arte, edifici storici e aree archeologiche, di proprietà dello Stato)? Il Colosseo, sito piu visitato in Italia.

Il numero degli ingressi, com’è logico, è determinato soprattutto dalla notorietà e dall’importanza storico-artistica dei siti. I flussi turistici, però, sono influenzati anche da altri fattori.

Per esempio, i siti storico-artistici vicini a località che attirano visitatori per altre ragioni (presenza di spiagge, di santuari religiosi, ecc.), sono avvantaggiati.

Le città italiane che attirano più visitatori:

  • Roma: 29.246.038
  • Venezia: 10.946.464
  • Milano: 10.407.509
  • Firenze: 7.384.354
  • Cavallino-Treporti (Ve): 6.697.898
  • Rimini: 6.491.230
  • San Michele al Tagliamento (Ve): 5.474.146
  • Jesolo (Ve): 5.188.712
  • Caorle (Ve):4.297.996
  • Lignano Sabbiadoro: 3.672.200 (Udine)

Il primato di Roma è motivato dalla storia della città, dalla presenza di siti culturali di eccezionale importanza e dal Vaticano.

Una grande quota dei flussi, inoltre, è determinata dal turismo balneare, come dimostra la presenza in classifica di Rimini, di Lignano Sabbiadoro e di quattro cittadine costiere della provincia di Venezia.

I Pericoli dell’Overtourism

Il turismo di massa produce effetti benefici dal punto di vista economico, perché crea occupazione, e anche sul piano socioculturale, perché consente a gran parte della popolazione di viaggiare e conoscere nuove realtà.

Tuttavia, l’aumento dei visitatori provoca anche problemi sociali e ambientali. Il più serio è lo stravolgimento delle condizioni di vita delle città turistiche: i costi degli affitti aumentano costantemente, perché molte abitazioni si trasformano in bed&breakfast, e i servizi rivolti ai turisti (negozi di souvenir, ristoranti “tipici” o spacciati per tali, agenzie che organizzano escursioni, ecc.) proliferano a discapito di quelli per i residenti.

Analisi Trimestrali del 2023 e 2024

Il secondo trimestre 2025 è stato positivo per le presenze alberghiere che complessivamente hanno superato quelle del 2024 del 4,3%. Se si guarda però la situazione dall'inizio dell'anno la variazione è del +0,9%, con gli italiani in leggera diminuzione rispetto all'anno scorso (-0,8%).

Nei primi due mesi del 2025 le presenze sono state sostanzialmente sui livelli dell’anno scorso (-0,2%).

Il bilancio del 2024 è quasi completamente concluso per il turismo: se i dati sulle presenze alberghiere e sulla spesa dei turisti stranieri in Italia ci mostrano un saldo più che positivo, lo stesso non può dirsi per i nostri connazionali.

In evidenza nel periodo gennaio - settembre: l’incremento del numero dei passeggeri imbarcati e sbarcati sugli aerei (+11,4% rispetto all’analogo periodo del 2023).

Il secondo trimestre 2024 rende evidente un differente andamento del turismo straniero rispetto a quello interno.

Il 2024 si è aperto sotto i migliori auspici: le presenze in albergo nei primi due mesi dell’anno sono aumentate del 3,6% rispetto al 2019 (+1,7% per gli italiani e +5,7% per gli stranieri), la spesa dei turisti stranieri in Italia (dopo i 51,7 miliardi del 2023) nel solo mese di gennaio si è attestata sui 2,7 miliardi di euro, i passeggeri negli aeroporti italiani sono stati 40,2 milioni nel primo trimestre (+7,2% rispetto al 2019).

Il 2023 si è chiuso con una ventata di ottimismo per quanto riguarda gli indicatori di fiducia, particolarmente per le imprese turistiche. Le presenze turistiche rimangono ancora sotto i livelli 2019 del -1,3%.

La stagione estiva appena passata è stata ancora in negativo rispetto al 2019: tra giugno e settembre le presenze sono calate del 3,9% (-4,3% per gli italiani e -3,5% per gli stranieri). Questo porta la perdita dei primi nove mesi del 2023 ad un -3,0%.

Aumenta, però la spesa dei turisti stranieri in Italia che nel secondo trimestre ha visto un aumento del 17,5% rispetto al 2022 e del 18,3% rispetto al periodo pre-pandemico (2019).

Il chiaroscuro continua a caratterizzare il settore turistico anche nel secondo trimestre 2023. Se da un lato la spesa dei turisti stranieri in Italia è aumentata rispetto al 2019 dell’1,1%, dall’altro le presenze totali sono ancora inferiori del 2,9%.

Gli indicatori di fiducia delle imprese sono in aumento, mentre quelli dei viaggiatori e dei consumatori in diminuzione.

Lo scenario che si va delineando è ancora in chiaroscuro: ad alcuni indicatori positivi (il numero dei lavoratori previsti in entrata, il fatturato, l'occupazione delle camere e gli indici di fiducia) se ne contrappongono altri che non hanno ancora recuperato i livelli 2019 (presenze turistiche, spesa dei viaggiatori, passeggeri sui voli).

Visit Italy e le Sfide del Turismo

I dati ISTAT recentemente pubblicati tracciano un quadro positivo per il turismo italiano, ma al tempo stesso offrono spunti significativi per riflettere sulle sfide che il settore dovrà affrontare nel prossimo futuro. Secondo l’ultimo report, l’Italia ha registrato nel 2023 oltre 447 milioni di presenze, posizionandosi al terzo posto in Europa, dietro solo a Spagna e Francia.

Da un lato, le città d’arte come Roma, Venezia e Firenze continuano a trainare il turismo, affrontando però le sfide dell’overtourism. Dall’altro, oltre 2.500 piccoli comuni italiani restano a rischio spopolamento.

1. Il turismo internazionale, che ha costituito il 52,4% delle presenze totali, è stato il principale motore della ripresa nel 2023. I mercati chiave - Stati Uniti, Regno Unito, Australia, Canada e Germania - hanno contribuito significativamente a questo successo.

Dietro questi dati si cela un cambiamento cruciale: oltre il 70% dei viaggiatori oggi pianifica e prenota online, influenzato da social media, contenuti visivi e recensioni.

2. Un dato significativo che emerge dal report è che il 58% delle presenze turistiche si concentra nei mesi estivi, tra giugno e settembre.

Per affrontare questa sfida, è necessario distribuire i flussi turistici su tutto l’anno e incentivare visite in aree meno battute. Progetti di destagionalizzazione come quelli sviluppati da Visit Italy con quasi 30 piccoli comuni italiani rappresentano un esempio concreto di come il turismo possa essere redistribuito in modo più equo.

3. Mentre le grandi città d’arte continuano ad attrarre milioni di visitatori, oltre un terzo dei comuni italiani - più di 2.500 - è a rischio spopolamento.

Secondo l’Organizzazione Mondiale del Turismo, le destinazioni che investono in campagne di marketing territoriale efficaci possono registrare un aumento dal 10% al 20% annuo nel numero di arrivi. È proprio questo l’obiettivo di Visit Italy, che ha scelto di puntare sulla valorizzazione di borghi e territori meno conosciuti attraverso strategie mirate e innovative.

4. I dati ISTAT non solo confermano l’aumento del turismo internazionale, ma riflettono anche un cambiamento nel comportamento dei viaggiatori, sempre più orientati al digitale.

Visit Italy ha capitalizzato su questa trasformazione, posizionandosi come leader nella promozione digitale del Paese. Attraverso contenuti emozionali e storytelling autentico, i nostri canali social raggiungono centinaia di milioni di utenti all’anno, ispirando viaggiatori da paesi come Stati Uniti, Regno Unito e Australia a scoprire l’Italia.

I dati ISTAT 2023 raccontano il successo del turismo italiano, ma evidenziano anche le sfide di un settore che deve evolvere per mantenere una traiettoria positiva. Visit Italy si pone come partner strategico per destinazioni e brand, supportandoli nella promozione di sé stessi a livello internazionale attraverso campagne mirate e innovative.

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