Valle Grana: Tesori Nascosti tra Natura, Cultura e Gastronomia
Incastonata nel cuore delle Alpi Cozie, la Valle Grana ha saputo ritagliarsi la propria identità nel corso dei secoli. Uno scrigno selvaggio che da Caraglio si distende per appena venti chilometri, inerpicandosi dall’altopiano cuneese fino ai 2.679 metri di Punta Tempesta. La valle è custode di scorci inaspettati dal respiro autentico e antiche tradizioni. Una personalità vivace capace di amalgamare natura, cultura ed enogastronomia, intrecciando beni architettonici di pregio ad angoli naturalistici impregnati di fascino.
Un Viaggio attraverso i Borghi e i Santuari
Il primo centro di rilievo della Valle Grana è senza dubbio Vignolo, piccolo borgo a struttura medievale. Poco oltre, a 850 m sorge il Santuario della Madonna della Losa. A Bernezzo, invece, si possono ammirare gli affreschi del ‘400 e ‘500 nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo, nonché la solitaria Cappella della Maddalena.
Puntando alla volta di Caraglio, di antica origine romana, possiamo trovare i resti del Castello, oggi inglobati nel Santuario della Madonna del Castello, la Chiesa di San Giovanni Battista, la Chiesa di Santa Agnese e la finestra di Cecilia nella storica via Brofferio.
La valle di Caraglio presenta caratteristiche prealpine più che alpine anche se Montemale, con il suo castello e la chiesa di S. Michele, o poco oltre Monterosso Grana, conservano intatte le architetture tipicamente montane.
Sempre più in alto le borgate di Chiotti e Chiatti, e poi a 1761 metri svetta solitario il santuario di San Magno, splendido esempio di simbiosi fra arte e natura. Le sue parti di rilievo sono la cappella vecchia con gli affreschi di Pietro da Saluzzo. Un appuntamento irrinunciabile: 19 Agosto data della processione.
Leggi anche: Alla scoperta della Valle Cannobina
Santuario di San Magno
Dal Santuario di San Magno, sorto nel XV secolo a oltre 1.700 metri di quota, alle fitta rete ecomuseale, fino alle frazioni letteralmente aggrappate alla roccia di Colletto a Castelmagno e di Chalancho a Pradleves, tutto racconta della civiltà alpina di un tempo.
Il cammino di san Magno, tracciato e mantenuto da alcuni volontari, è il percorso che i pellegrini fanno per raggiungere a piedi il santuario di san Magno da Campomolino.
Ben visibile dalla pianura cuneese, il Tibert è la cima più alta della valle Grana, quella che sovrasta il santuario di san Magno. Bellezza e facilità di accesso la rendono una meta molto frequentata, non solo in estate ma anche in inverno da scialpinisti e ciaspolatori.
La Cultura Provenzale e le Tradizioni Locali
La Valle Grana è considerata un’enclave linguistica provenzale. Nella valle laterale di Sancto Lucio ha sede il Coumboscuro Centre Prouvençal, da anni impegnato nel recupero e nella salvaguardia della lingua provenzale, delle tradizioni folcloristiche e musicali locali. Momento clou è il Festenal, manifestazione dedicata ai popoli e alle culture d’Europa, un vero e proprio incontro di musiche, lingue e tradizioni europee lungo il territorio alpino.
Ma su tutte merita quella a S. Pietro, da dove attraverso Saretto si giunge a Santa Lucia, la notissima Sancto Lucio de Coumboscuro, paradiso e regno incontaminato della testimonianze provenzali. Qui da non perdere il Museo Etnografico, ma soprattutto le manifestazioni che si rinnovano annualmente: il Roumiage de provenco a la Vierge adoulourando, la seconda domenica di luglio e il Roumiage de setembre, vero e proprio summit annuale transfrontaliero con musiche, danze e teatro in lingua d’oc.
Leggi anche: Cosa Fare a Dobbiaco
Escursioni e Sentieri nella Natura Incontaminata
Frequentata dai cicloamatori per quel Colle Fauniera consacrato dalle imprese al Giro d'Italia del “Pirata” Marco Pantani, la Valle Grana riesce oggi ad accontentare anche gli escursionisti più esigenti grazie ad un’offerta eterogenea adatta a tutta la famiglia.
- Il Sentiero dei Sarvanot si snoda nel territorio di Monterosso Grana ed è attrezzato con appositi pannelli divulgativi a misura di bambino.
- La Curnis si dipana per oltre 40 km in media valle, muovendosi tra vecchie borgate e castagneti storici.
- Agli amanti dell’alta montagna è poi dedicata la cosiddetta Curnis Auta, 75 km che attraversano le creste vallive di confine fino a raggiungere i 2.500 metri di altitudine.
- Il Cammino di San Magno ripercorre l’antico tragitto utilizzato dai pellegrini di un tempo e unisce Campomolino al Santuario di San Magno attraversando le caratteristiche frazioni di Nerone, Chiotti e Chiappi.
Priva di grandi altezze, la valle Grana offre alle famiglie e agli escursionisti centinaia di km di sentieri e piste forestali, intrise di storia, di bellezze naturalistiche e di leggende. Da Cervasca, fino a Bernezzo e Caraglio, poste nel fondovalle, è possibile percorrere la Via dei Castagni, un percorso ad anello che si attraversa borgate storiche e secolari boschi di castagno.
Risalendo verso l'alta valle, splendide piste forestali e sentieri ombreggiati regalano scorci unici tra borgate abbandonate, borghi pittoreschi, caverne abitate da terrificanti masche e luoghi di particolare interesse storico quali le celebri Laouziere, cave di ardesia di Monterosso Grana, oppure ancora siti di interesse comunitario caratterizzati da endemismi floreali o fenomeni geologici particolari.
Il Castelmagno DOP: Re dei Formaggi e Simbolo della Valle
Proprio su questi pascoli che sfiorano il cielo, dove la voce della montagna si fa canto mistico e incontra la maestria dell’uomo, nasce quello che in molti definiscono “il Re” dei formaggi. Prodotto prevalentemente con latte vaccino e stagionato per almeno tre mesi in cantine di pietra naturale fresche e umide, il Castelmagno DOP affonda le sue radici nella storia medievale ed è oggi il simbolo preponderante dell’intera vallata.
Senza dubbio questo è l’itinerario dei buongustai che porta dritti là dove un decreto del 1982 riconosce la Denominazione d’Origine del Castelmagno. Una vera delizia a pasta semidura erborinata, prodotto con latte vaccino eventualmente addizionato con piccole aggiunte di latte ovino o caprino. Dopo una lunga lavorazione una lenta maturazione che dura cinque mesi in grotte naturali, fresche e umide.
Leggi anche: Itinerari Escursionistici in Valle Vigezzo
Al termine delle operazioni preliminari si ottiene la tipica forma a cilindro del diametro di 15-25 cm. Un formaggio dalla pasta bianca perlacea che col tempo diviene giallo ocra con venature blu-verdastre.
Forme di Castelmagno
La Valle Grana non offre soltanto un prelibato formaggio Castelmagno, ma è capace di conquistare anche i palati più esigenti con una prelibata cucina da gustare nei vari ristoranti e alberghi della Valle per scoprire piatti tipici o prodotti caratteristici della zona, quale ad esempio la famosa pera “madernassa”, le confetture di piccoli frutti, i liquori artigianali, lo zafferano insieme a tutti i prodotti agricoli coltivati a km zero con metodo biologico.
Biodiversità e Prodotti Tipici
Questa valle dal breve sviluppo chilometrico presenta una grande varietà degli ambienti e del clima. Questi creano condizioni particolari che fanno sì che la Valle Grana, per la ricchezza e la varietà delle specie, sia un grande giardino botanico naturale. La fioritura che esplode da maggio è un prodigio naturale: decine di rare orchidee hanno saputo conservare la loro delicata nicchia ecologica e poi anemoni, crochi saxifraghe, genziane, viole, gigli, fino all’arcaico camedrio alpino, alla stella alpina e a centinaia di altre specie.
Fra le tipicità locali vale la pena ricordare la pera Madernassa, l’aglio di Caraglio, le erbe officinali, la patata Piatlina e Ciarda della Valle Grana, il pomodoro Piatta di Bernezzo, i funghi, la castagna astanea sativa Miller, il tartufo nero della Valle Grana e le tante bontà legate al mondo della pasticceria come la torta amara della Vallera, un prodotto da forno a pasta non lievitata, compatta, friabile e abbastanza morbida, la cui caratteristica preponderante è il sapore amaro dovuto alla presenza di gherigli di pesca o mandorle amare.
Patata Piatlina
Torta della Vallera
I richiami per palati golosi non si esauriscono qui, tante le opportunità gastronomiche di alto livello: gli gnocchi di patate conditi con il già citato Castelmagno, le caratteristiche pere madernassa, le confetture di piccoli frutti ed i liquori artigianali.
Il Progetto "Mistà" e l'Impronta Storica
La Valle Grana, dal punto di vista storico e artistico, fa parte del progetto “Mistà” che raggruppa le terre del Marchesato di Saluzzo, zona che ha ricevuto nel medioevo un’impronta culturale marcata e per molti aspetti omogenea, capace di conferire a questa regione un fascino “colto” e antico. Racchiude il territorio di otto comuni (tre di bassa valle, Bernezzo, Caraglio, Cervasca, e cinque di Alta Valle, Valgrana, Monterosso Grana, Montemale di Cuneo, Pradleves, e Castelmagno): ciò comporta una differente morfologia del territorio tra pendii che si fanno più scoscesi al salire verso monte con lo sguardo che si incanta tra antiche borgate e paesi pittoreschi.
In uno scenario tanto affascinante, dove la natura idilliaca accoglie e ammalia i turisti, non si può resistere alla pungente seduzione del rinomatissimo e prelibato formaggio Castelmagno DOP prodotto negli alpeggi e diventato simbolo dell'intera Valle.
TAG: #Turismo