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La Via Appia: Un Viaggio nella Storia e nella Natura

La "Via Appia", celebre come "Regina Viarum", la "Regina delle Strade", è stata ufficialmente iscritta nella lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. «Trova oggi la sua degna collocazione tra le grandi meraviglie del mondo», ha detto il sindaco di Roma Roberto Gualtieri.

Progettata per esigenze militari e, quindi, strada di grandi comunicazioni commerciali verso l’Oriente, la “Regina Viarum”, congiungeva Roma a Brindisi. La candidatura ha coinvolto le Regioni Lazio, Campania, Basilicata e Puglia, tredici Città metropolitane e Province, settantaquattro Comuni, quattordici Parchi e venticinque Università. Quindi, rappresentanze delle comunità territoriali, associazioni, il ministero degli Esteri e la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra della Santa Sede. Infatti, sulla Via Appia fu eretta la prima catacomba.

Un po' di Storia

La via Appia Antica, conosciuta anche come Regina Viarum, è una delle più grandi opere di ingegneria urbana del mondo antico, risalente al 312 avanti Cristo. La sua costruzione, e il suo nome, risalgono al censore Appio Claudio Cieco, il quale fece restaurare una strada preesistente che partiva dall’antica Porta Capena (oggi inesistente, nei pressi delle Terme di Caracalla), prolungandola fino a Capua.

Man mano che Roma ampliava le proprie conquiste anche la strada venne estesa, prima fino a Benevento e poi fino a Brindisi. Come oggi possiamo intendere la funzione delle autostrade per raggiungere le destinazioni più rapidamente, così l’Appia Antica è un tracciato rettilineo che doveva far sì che le truppe romane arrivassero nel più breve tempo possibile alle nuove città conquistate.

Brindisi, la meta finale della strada, era un importante porto sull’Adriatico, un anello fondamentale della catena commerciale con l’Oriente. Ma oltre ad essere legata a funzioni militari e commerciali, l’Appia Antica ha avuto anche un altro importante uso: quello funebre. La lunga strada consolare inizia ben presto a popolarsi di sepolture di ogni tipo: tempietti, piramidi, mausolei circolari, lapidi, i cui resti sono oggi ancora visibili passeggiando lungo la strada.

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Anche le cave sotterranee vennero usate fin dal II secolo come luoghi di sepolture per defunti pagani, ebrei e cristiani: intorno al primo tratto dell’Appia Antica sono infatti concentrate diverse catacombe, tra cui le più note di San Callisto e San Sebastiano.

L’Appia venne concepita come una strada che doveva essere sottoposta ad un grande e continuo traffico di mezzi di trasporto. Così effettivamente è stato, dato che anche dopo la caduta dell’impero romano l’Appia continuò ad essere un’importante via di pellegrinaggio.

Il tracciato venne costruito secondo un sistema avanzato che assicurava il drenaggio dell’acqua piovana, prevedeva il doppio senso dei carri e le distanze erano segnalate dalle pietre miliari. Ogni 20 miglia circa erano installate delle mansiones, ossia stazioni di posta (un po’ come i moderni autogrill), che servivano ai viaggiatori per fare brevi soste, ristorarsi e far riposare i cavalli.

Purtroppo l’Appia Antica ha subito molte spoliazioni dovute alla noncuranza dei tempi più recenti. Gran parte dell’antico tracciato è perduto, ma dal 1988 il primo tratto è diventato un’area tutelata e protetta grazie all’istituzione del Parco Regionale dell’Appia Antica.

Nel 312 a.C., il console romano Appio Claudio diede inizio a quella che sarebbe diventata una strada leggendaria, alla quale diede il suo nome: la Via Appia. Collegando Roma a Brindisi, essa era una delle principali vie di comunicazione dell’epoca. Il poeta Stazio la consacrò come “Regina Viarum” e vari imperatori, tra cui Augusto, Vespasiano, Traiano e Adriano, ne curarono il restauro e l’ampliamento.

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La Via Appia si distingue come la prima “autostrada dell’antichità” grazie alla sua innovativa pavimentazione, che le consentiva di rimanere percorribile in ogni condizione meteorologica. Costruita con grandi pietre levigate chiamate basoli, disposte su uno strato di pietrisco, offriva un’ottima aderenza e un efficace drenaggio delle acque. Questa tecnica ingegneristica si rivelò fondamentale nella realizzazione della vasta rete stradale romana.

Come Arrivare

La via Appia Antica oggi inizia dal bastione di Porta San Sebastiano, a 2 km dal Circo Massimo. Le Mura Aureliane costituiscono anche il confine del Parco Regionale dell’Appia Antica, il cui ingresso non prevede nessun biglietto a pagamento. Sviluppandosi lungo l’antica arteria stradale il Parco si estende per una lunghezza di circa 16 km attraversando Roma, Ciampino e Marino.

Fanno parte dell’area del Parco anche la Valle della Caffarella, il Parco degli Acquedotti, le Tenute di Tor Fiscale e Tor Marancia, il Parco delle Tombe di via Latina, l’area del Divino Amore, per un’ampiezza totale di 4.580 ettari di superficie.

La zona più interessante inizia un km più avanti rispetto a Porta San Sebastiano, proseguendo verso sud, all’altezza del Centro Servizi al civico 60, che potrebbe essere un buon punto di partenza per iniziare la tua visita. Per chi si muove in auto è possibile parcheggiare nel parcheggio di via Appia Antica 50 (dove si trova l’Ex Cartiera Latina, oggi sede degli uffici dell’Ente Parco Regionale dell’Appia Antica).

Altrimenti, venendo da Viale Cristoforo Colombo, si può parcheggiare in fondo a via Tito Omboni, e poi attraversare il Parchetto Scott. Se invece si vuole iniziare la visita dalla Valle della Caffarella, si può parcheggiare l’auto in Largo Tacchi Venturi, dove si trova anche l’altro accesso al Parco.

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Per chi si muove coi mezzi pubblici, si può arrivare col bus 118 da Piazza Venezia, Colosseo, Circo Massimo, o col 218 da San Giovanni. Ultima soluzione con l’autobus è il 660 dalla stazione metro Arco di Travertino che ferma alla Basilica di San Sebastiano e vicino al Mausoleo di Cecilia Metella.

La fermata della metropolitana più vicina è Garbatella (linea B), dalla quale bisogna percorrere tutta la via Circonvallazione Ostiense fino ad incrociare viale Cristoforo Colombo. Il Parco della Caffarella, invece, è facilmente accessibile dalla fermata della metropolitana Colli Albani (linea A), mentre l’area del Parco degli Acquedotti è a due passi dalle fermate metro Subaugusta o Giulio Agricola (linea A).

Essendo un’area tutelata per il suo valore archeologico e naturalistico, la via Appia Antica non è percorribile in auto, esclusi i residenti. Durante la settimana il divieto di accesso inizia all’altezza della Basilica di San Sebastiano; domenica e festivi l’accesso è interdetto dalla Porta di San Sebastiano. Il Parco degli Acquedotti e la Valle della Caffarella sono aree verdi totalmente interdette al passaggio delle auto.

Che lo si voglia attraversare a piedi o in bicicletta, l’ideale è dedicare una buona parte della giornata alla visita del Parco dell’Appia Antica, iniziando dalla mattina, per terminare dopo pranzo o metà pomeriggio.

Percorsi a piedi

Camminare è il metodo preferito per visitare l’Appia Antica. A seconda del tempo a disposizione e della tua resistenza puoi visitare il tratto principale con una breve passeggiata, oppure attraversare l’intera lunghezza del Parco con un facile trekking di circa 12-15 km.

Passeggiata breve

Il tratto dell’Appia Antica più interessante dal punto di vista archeologico è lungo circa 5 km, partendo dal Centro Servizi al civico 60, fino alla Villa dei Quintili. Si può accorciare di un km partendo direttamente dalle Catacombe di San Callisto, o di un paio di km circa partendo dalla Basilica di San Sebastiano.

La visita alle Catacombe, di San Callisto e San Sebastiano, occupano più o meno un’oretta ciascuna, per cui è consigliabile sceglierne una per poi proseguire. Qualche centinaio di metri oltre San Sebastiano si incontra l’area archeologica della Villa dell’imperatore Massenzio, dove è possibile visitare, oltre alle rovine del circo, anche il Mausoleo di Romolo, figlio dell’imperatore morto prematuramente.

Proseguendo sempre verso sud, si incontra la maestosa mole circolare del Mausoleo di Cecilia Metella con il palazzo medievale addossato, e la chiesetta di San Nicola di fronte. Qui approfitta per scendere nei sotterranei del Castrum Caetani per vedere la colata lavica del Vulcano Laziale, dalla quale è stata estratta la leucitite, usata per il lastricato della via Appia.

Proprio uscendo dal Mausoleo inizierai a vedere il primo tratto della strada originale, con i grossi basoli che in alcuni punti conservano ancora le tracce delle ruote dei carri. Pochi metri oltre si arriva alla Villa di Capo di Bove, attualmente sede dell’archivio Cederna. All’esterno si trovano le rovine dell’impianto termale appartenuto all’enorme dimora di Erode Attico, che nel II secolo d.C. doveva estendersi da qui fino alla Valle della Caffarella.

Dalla Villa di Capo di Bove la strada prosegue dritta tra ville private, zone verdi, e resti di antiche sepolture, assumendo pian piano un aspetto sempre più campestre. È questa sicuramente la parte più piacevole per passeggiare. Se le gambe reggono ti puoi spingere fino alla grande area archeologica della Villa dei Quintili. Entrando dalla tenuta di Santa Maria Nova, lungo l’Appia Antica, puoi uscire dall’altro accesso lungo la via Appia Nuova per poter tornare indietro verso il centro città con l’autobus.

Trekking lungo l'Appia Antica

Se vuoi fare una vera e propria camminata nella storia, puoi approfittare per fare un facile trekking all’interno dell’area del Parco dell’Appia Antica. Il dislivello è minimo e la distanza varia dai 15 ai 18 km circa, in base all’itinerario e alla tua voglia di camminare.

Il percorso principale segue il tracciato rettilineo della strada: lo puoi percorrere dal punto più vicino al centro di Roma, uscendo dalla città fino alla Stazione di Santa Maria delle Mole, oppure puoi fare il percorso inverso da Santa Maria delle Mole verso Roma.

La Stazione di Santa Maria delle Mole è collegata alla Stazione Termini da treni regionali che partono ogni ora. Percorrere l’Appia Antica oltre il tratto urbano più monumentale, permette di immergersi nel paesaggio della campagna romana, con piccole tenute e aziende agricole locali.

Dal tracciato dell’Appia Antica si può fare una deviazione di circa 3 km alla Valle della Caffarella, che può essere raggiunta da un accesso nei pressi della Chiesa del Domine Quo Vadis, oppure passando per via di Cecilia Metella. Quest’ultima opzione prevede un tragitto di 500 metri scarsi lungo una normale strada urbana.

Appia Antica in bici

Se hai voglia di fare una bella pedalata, l’Appia Antica si presta ad essere visitata anche in bicicletta. Al Centro Servizi Appia Antica (via Appia Antica 60) è possibile noleggiare biciclette classiche o a pedalata assistita. Di aree attrezzate per il noleggio bici ce ne sono anche altre dislocati in diversi punti del Parco; l’intero elenco lo puoi consultare direttamente nel sito del Parco Regionale dell’Appia Antica.

Il primo tratto dell’Appia Antica fino alla Basilica di San Sebastiano è trafficata, per cui è necessario avere maggiore attenzione. Per evitare una parte di strada trafficata ti consiglio di passare per il breve tratto stradale che porta alle Catacombe di San Callisto: piccolissima deviazione ma molto più piacevole del traffico.

La bicicletta è ottima per esplorare la Valle della Caffarella, l’area verde ad est dell’Appia Antica, attraversata dal fiume Almone. Qui ti consiglio di fermarti al Tempio di Annia Regilla; puoi passare davanti al Ninfeo di Egeria, e puoi arrivare al Casale della Vaccareccia, per acquistare formaggi freschi prodotti in loco.

Cosa vedere lungo la via Appia Antica

I monumenti e i siti da vedere all’interno lungo l’Appia Antica sono diversi e distanti tra di loro. Non è facile vederli tutti in una volta, ma ti lascio un elenco dei più interessanti.

  • Museo delle Mura: si entra nel possente bastione di Porta San Sebastiano e si può percorrere un tratto del camminamento delle mura aureliane. Ingresso gratuito!
  • Chiesa del Domine Quo Vadis: piccola chiesa che sorge nel punto in cui secondo tradizione Pietro, mentre fuggiva dalle persecuzioni, ebbe la visione di Cristo. Aperta tutti i giorni dalle 8 alle 20.00.
  • Catacombe di San Callisto: una rete di gallerie di oltre 20 km, dove sono sepolti 16 papi. Aperte tutti i giorni tranne il mercoledì, dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 14.00 alle 17.00; biglietto intero 8 euro.
  • Basilica e Catacombe di San Sebastiano: le Catacombe si trovano al di sotto della Basilica di San Sebastiano, e vi si trovano sepolture pagane e cristiane. Nel III secolo qui vennero nascoste le reliquie dei Santi Pietro e Paolo, diventando uno dei luoghi di culto principali per la comunità cristiana. Le Catacombe sono aperte dal lunedì alla domenica dalle 10.00 alle 17.00; biglietto d’ingresso: 8 euro. La basilica è aperta tutti i giorni a ingresso gratuito dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 17.30.
  • Villa di Massenzio e Mausoleo di Romolo: la grande villa imperiale di Massenzio, il quale fece costruire qui il Mausoleo dedicato al figlio Romolo e il circo privato che poteva ospitare fino a 10.000 persone. Ingresso gratuito!
  • Mausoleo di Cecilia Metella e Castrum Caetani: il monumento più noto dell’Appia Antica. La sepoltura di Cecilia Metella, donna aristocratica vissuta nel I secolo a.C., venne trasformata in età medievale nella torre di guardia del Castrum edificato a ridosso del mausoleo. Biglietto d’ingresso: 8 euro.
  • Villa Capo di Bove: i resti archeologici dell’impianto termale di II secolo appartenuto ad Erode Attico. L’area archeologica esterna è ad ingresso gratuito; per visitare invece il museo dentro la villa il biglietto d’ingresso è di 8 euro.
  • Villa dei Quintili: la villa privata dei fratelli Quintili, fatti uccidere dall’imperatore Commodo, il quale si appropriò della villa rendendola ancora più lussuosa.

La Via Appia attraversa diverse regioni italiane, ciascuna delle quali presenta una ricca varietà di paesaggi, flora e fauna, oltre a numerosi luoghi di interesse naturalistico e storico. Oggi, molti di questi tratti fanno parte di percorsi turistici e culturali che permettono ai visitatori di camminare su parti della stessa strada calpestata dai Romani oltre duemila anni fa. Numerosi i monumenti, tombe e resti archeologici all’interno del Parco Regionale dell’Appia Antica, nel Lazio.

La Colonna Traiana, a Brindisi, segna simbolicamente la conclusione della “Regina delle Strade”. Costruita nel 113 d.C., questa rappresenta un importante esempio di architettura commemorativa romana. Eretta in onore delle conquiste di Traiano, è decorata con rilievi che illustrano le campagne militari dell’imperatore.

Il suo percorso inizia nel Lazio, dove attraversa il Parco Regionale dell’Appia Antica e i Colli Albani. In questa zona si trovano querce, lecci, pini marittimi e una vasta gamma di macchia mediterranea.

Uno dei passaggi più suggestivi è quello nei pressi del Vesuvio. Il terreno vulcanico ha dato vita a una flora unica, con specie vegetali rare adattate alle caratteristiche del suolo. Il Parco Nazionale del Vesuvio, facilmente raggiungibile, offre escursioni sul celebre vulcano, con viste spettacolari sul Golfo di Napoli.

Le aree nei dintorni di Capua e Benevento sono immerse in boschi di querce e castagni. Continuando verso sud, la strada giunge in Basilicata, una regione caratterizzata da una vegetazione più arida, con querce, olivi e vigneti. Un’importante area archeologica romana è quella del Parco Archeologico di Venosa, (l’antica Venusia) che offre anche splendidi paesaggi naturali.

Infine, la Via Appia si estende in Puglia dove si addentra nelle Murge, un altopiano carsico caratterizzato da paesaggi brulli, ma non per questo meno affascinanti. Attraversa uliveti, vigneti e tratti di macchia mediterranea. Tra questa vegetazione si possono avvistare volpi, lepri e diverse specie di uccelli, tra cui il falco grillaio.

Situata nei pressi di Altamura, la Riserva Naturale Foresta Mercadante, che si dispiega nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia, rappresenta un esempio di foresta mediterranea, con pini d’Aleppo e cipressi. Quindi la Riserva Naturale di Torre Guaceto vicino a Brindisi, questa riserva costiera protetta offre spiagge incontaminate, dune sabbiose e una ricca biodiversità marina.

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