Albergo Atene Riccione

 

I Viaggiatori di Bruno Catalano: Un'Esplorazione Artistica del Viaggio e dell'Identità

Le opere di Bruno Catalano, scultore di fama internazionale, offrono una profonda riflessione sulla condizione umana attraverso la sua serie iconica "Les Voyageurs". Queste sculture in bronzo, caratterizzate dalla mancanza della parte centrale del corpo, rappresentano personaggi eterei capaci di instaurare un dialogo con il mondo circostante fino ad identificarsi con esso, abitandolo quasi per caso e per poco tempo.

L'Arte di Bruno Catalano: Un Viaggio Tra Materia e Assenza

Artista moderno, Bruno Catalano ha preso atto della storica situazione di crisi della scultura del suo tempo e ha trovato una sua personale ed inedita via espressiva, manifestando per tale maniera una nuova concezione dell’opera plastica, fortemente caratterizzata dalla frattura della figura e dalla mancanza definitiva di alcune parti di essa. La mancanza di materia, questo "non finito" di ispirazione michelangiolesca, invita chi guarda a perdersi nello sfondo o a completarne il disegno, magari chiedendosi come queste figure riescano a sfidare le leggi della statica.

Le sue sculture appaiono così, a prima vista, come incompiute, con vistose parti clamorosamente mancanti. Sebbene così “mutilate”, le sue sculture conservano comunque tutte le seducenti possibilità estetiche e formali dell’opera plastica classica, e inducono anche ad una nuova e sorprendente riflessione sulla poetica e il dialogo con la materia, nel suo caso anche quella assente perché mancante. Una mancanza che mette però in gioco un nuovo ruolo della luce nella scultura, che nel suo caso sembra infatti attraversare la stessa figura senza violenza, illuminandola anzi, si potrebbe dire, ed annullando sorprendentemente, nel contempo, la stessa fisicità della materia.

Ogni personaggio raffigurato appare mancante di gran parte del corpo, questi esseri incompleti sembrano disseminare pezzi di sé nei luoghi visitati, evidenziando la vera essenza del viaggiatore. Le sculture di Bruno Catalano infatti possono essere lette e interpretate in modi diversi secondo la propria personale esperienza e sensibilità. Alcuni volti sembrano neutrali, altri trasmettono tristezza e nostalgia, lontani dalla vita fino a quel momento conosciuta, forse sradicati e costretti a muoversi loro malgrado. Possono essere in partenza pieni di speranze e slanci positivi verso il futuro, oppure potrebbero aver perso pezzi importanti della propria esistenza durante il viaggio, mostrando sempre però la forza della sopravvivenza.

Il Significato del Viaggio: Tra Ricordi e Destinazioni Ignot

Tutte le opere di Bruno Catalano rappresentano un "uomo che cammina", una figura caratterizzata sempre da un bagaglio, una valigia, una borsa o uno zaino, che regge con una mano e che lo configura come un viaggiatore che non si sa però da dove viene né dove vada, lasciando inevitabilmente frammenti di sé lungo il cammino. Le opere di Catalano rappresentano un uomo che cammina con il suo bagaglio, che lo configura come un viaggiatore che non si sa però da dove viene né dove vada, lasciando però frammenti di sé lungo il cammino: è il tema del disorientamento e dell’inquietudine che caratterizza il “fatale andare” dei nostri tempi.

Leggi anche: Informazioni utili viaggi Padova

I bagagli per Catalano, costretto a lasciare il Marocco per Marsiglia da bambino, sono "pieni di ricordi, contengono del vissuto, dei desideri: le mie radici in movimento". Pur così mutilati questi corpi sono in grado anche di camminare, verso quale direzione non è dato saperlo. Forse, come suggerisce Enzo Di Martino, nel catalogo con il saggio dedicato allo scultore francese, "è il ritorno la vera meta del viaggio degli uomini nel mondo".

Lo stesso artista si è più volte interrogato sul significato dei suoi viaggiatori definendoli “uomini nel mondo e nel tempo” che, “fratturati e destabilizzati, privi di ogni riparo, camminano verso la salvezza o la perdita”. Stimolando ancora nuove riflessioni che, a questo punto, hanno a che fare con la storica “metafora del viaggio”, che, come è noto, è alimentata nel tempo da una moltitudine di riferimenti letterari. Potrebbero iniziare perfino da certi mitici viaggi dell’antichità per giungere infine ai viaggiatori di Calvino delle “Città invisibili”, che affermava però che “si può viaggiare per migliaia di chilometri ma non si può mai allontanarsi veramente da se stessi”. La domanda che i viaggiatori di Catalano inevitabilmente sollecitano nei riguardanti è dunque: chi sono questi viaggiatori, dove sono diretti? Facendo venire in mente che forse è invece il ritorno la vera meta del “viaggio degli uomini nel mondo”, come suggerisce il grande mito di Ulisse.

Le Mostre e le Opere Iconiche

Oggi “Les voyageurs”, i viaggiatori, fanno parte delle più prestigiose collezioni private e sono esposti in Europa, in Asia e negli Stati Uniti. I “viaggiatori” di Catalano, sono esaltati dall’essere inseriti nel contesto urbano con il quale stabiliscono un affascinante rapporto dialettico; da i loro corpi lacerati si intravedono scorci, spazi e frammenti ambientali diversi, che, a seconda dei punti diversi e delle capacità immaginative di coloro che li osservano, si offrono a diverse “letture” in un processo creativo che li stimola e li “coinvolge”; la scelta di lasciare incomplete le sue opere, infatti, dà il via ad interpretazioni di ogni tipo (com’è il “dovere” dell’arte), ma si può supporre che questa “mancanza” rappresenti la vera essenza del viaggio: si lascia sempre un frammento di sé in ogni luogo che si percorre.

Tra le opere più significative, spiccano:

  • Blue de Chine: dedicata ai lavoratori immigrati, con una patina blu che evoca l'abbigliamento degli operai e dei marinai.
  • Hubert: una figura in attesa, immortalata in un momento di assenza, vestita semplicemente con un paio di jeans.
  • Simone: un ritratto di un giovane veneziano, elegante e sobrio, con un tocco di bronzo brillante nel volto e nella mano che porta una borsa di cuoio.
  • Pierre David Triptyque: una metafora della condizione umana, rappresentata da tracce di materia consunta come scarpe e una valigia.

Bruno Catalano: Un Artista Tra Esilio e Ispirazione

Nato in Marocco nel 1960, Bruno Catalano è costretto ad emigrare in Francia con la famiglia. Sbarca a Marsiglia e a diciotto anni diventa marinaio. L’esperienza dello sradicamento e il periodo passato in mare segneranno profondamente la sua esistenza. In Francia comincia la sua attività di scultore, ispirato da artisti come Rodin, Giacometti, Cèsar, utilizzando inizialmente l’argilla per evolvere in seguito verso l’uso del bronzo. Le sculture di Bruno Catalano sono presenti dal 2005 in musei e gallerie internazionali e in collezioni pubbliche e private e sono tra le opere più apprezzate dai critici attuali.

Leggi anche: Piccioni viaggiatori: un sistema di navigazione naturale

Catalano vive e lavora in Francia. «Nel mio lavoro sono alla ricerca del movimento e dell’espressione dei sentimenti; faccio emergere dall’inerzia nuove forme e riesco a levigarle fino a dare loro nuova vita - dice Catalano parlando della sua arte - Provenendo dal Marocco, anche io ho viaggiato con valigie piene di ricordi che rappresento così spesso nei miei lavori. Non contengono solo immagini ma anche vissuto, i miei desideri: le mie origini in movimento».

Mostre Recenti

Le opere di Bruno Catalano sono state esposte in diverse città, tra cui Venezia, Amalfi, Genova e Alassio. Ogni scultura è un pezzo unico, come unica è la storia di tutte quelle persone, uomini e donne, che hanno dovuto intraprendere un viaggio lontano dalla propria terra natia, con valigie cariche non solo di pochi effetti personali ma di sogni e speranze.

Leggi anche: Tutto Sulla Lista Nozze Viaggio

TAG: #Viaggi #Viaggiatori

Più utile per te: