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Benedetto Giovanni Stranieri: Biografia e Coinvolgimento nell'Operazione Kyterion

Benedetto Stranieri è un ex maresciallo dei Carabinieri divenuto avvocato, noto per essere il legale di Nicolino Grande Aracri.

Arresto e Accuse

Benedetto Stranieri viene arrestato nell’ambito dell’operazione Kyterion, scattata nel gennaio 2015, con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Secondo i PM, avrebbe avvicinato "soggetti gravitanti in ambienti giudiziari della Corte di Cassazione, anche remunerandoli, al fine di ottenere decisioni giudiziarie favorevoli ad Abramo Giovanni". Insieme al suo nome, compare anche quello della sorella, Lucia Stranieri.

L'Operazione Kyterion

L'operazione Kyterion ha portato alla luce il sistema criminale che ruota attorno alla cosca dei Grande Aracri. Tra le persone arrestate nell'operazione Kyterion figurano Giovanni Abramo (genero di Nicolino Grande Aracri), Giovanni Frontera, Ernesto Grande Aracri (fratello del boss), Salvatore Scarpino e Benedetto Stranieri (legale di Nicolino Grande Aracri).

Nella seconda operazione, Kyterion II, sono 16 le persone accusate a vario titolo di associazione di stampo mafioso, omicidio, ricettazione, estorsioni, usura, rapina e violazioni delle leggi in materia di armi. Tra queste, la giornalista Grazia Veloce, l’avvocato Rocco Corda, lo stesso Nicolino Grande Aracri, Francesco Lamanna, Romolo Villirillo e Alfonso Diletto (imputati anche nel processo Aemilia).

Non sono state accolte dal GIP, invece, le richieste di arresto per il fratello di Nicolino Grande Aracri, Domenico (avvocato), e Lucia Stranieri, sorella dell’avvocato Benedetto Stranieri.

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Dalle indagini si evincono presunti tentativi di collegarsi ad esponenti del Vaticano e della Corte di Cassazione, nonché l’intrusione in ordini massonici e cavalierati da parte di Nicolino Grande Aracri. A quest’ultimo sarebbe attribuito un conto corrente con 200 milioni di euro a cui è collegata una fideiussione per un investimento edilizio in Algeria.

I Sei Nomi Chiave

Gli inquirenti collocano sei nomi su tre fronti diversi: i rapporti con la massoneria, i rapporti con Vaticano e i rapporti con la Suprema Corte di Cassazione. Si tratta di Nicolino Grande Aracri, Giovanni Abramo, Benedetto Stranieri, Grazie Veloce, Salvatore Scarpino e Lucia Stranieri.

Il Processo Kyterion

Il Processo Kyterion è già iniziato, ma ha visto il proscioglimento di cinque imputati, tra cui il fratello del boss Nicolino Grande Aracri, l’avvocato Domenico ed in fase preliminare è stata stralciata la posizione della giornalista Grazia Veloce. Tra i rinviati a giudizio, invece, ecco di nuovo i nomi dell’avvocato Rocco Corda, dell’imprenditore Salvatore Scarpino, del genero del boss Giovanni Abramo, di Alfonso Diletto, Francesco Lamanna e Romolo Villirillo (già imputati in Aemilia), di Giovanni Frontera, di Antonio, Ernesto e Nicolino Grande Aracri, e dei fratelli avvocati Benedetto e Lucia Stranieri.

Contesto degli Omicidi Blasco e Dragone

Per comprendere l'importanza di questi nomi, è necessario fare un passo indietro, nei primi anni del 2000, durante la faida tra la cosca dei Grande Aracri e la cosca dei Dragone. In questo contesto, vanno collocati gli omicidi di Salvatore Blasco e Antonio Dragone.

  • Salvatore Blasco, considerato uomo di punta del gruppo facente capo a Nicolino Grande Aracri, ucciso a Cutro il 22 marzo del 2004.
  • Antonio Dragone, ritenuto il boss storico dell’omonima cosca, ucciso il 10 maggio 2004.

Le indagini successive hanno portato a condanne e assoluzioni, con nuovi risvolti emersi nell'ambito dell'operazione Kyterion.

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Ruolo di Grazia Veloce

Nel gennaio 2016, l'operazione Kyterion II ha portato all'arresto della giornalista Grazia Veloce, accusata di concorso esterno in associazione mafiosa. Si presume che abbia utilizzato le sue relazioni personali in ambienti ecclesiastici romani e in ordini di cavalierato per favorire i rapporti tra i vertici del sodalizio criminoso e questi ambienti altolocati. Avrebbe cercato di facilitare il trasferimento in Calabria del genero del boss Nicolino Grande Aracri, Giovanni Abramo.

Il Matrimonio tra Giovanni Abramo ed Elisabetta Grande Aracri

Il matrimonio tra Giovanni Abramo ed Elisabetta Grande Aracri, figlia del boss Nicolino Grande Aracri, è stato un evento significativo. Durante la celebrazione, sono stati registrati colloqui tra Alfonso Paolini e l’ispettore Francesco Strada, evidenziando la presenza di figure di spicco del mondo criminale.

Il Ruolo di Salvatore Scarpino

Salvatore Scarpino, detto “Turuzzo”, è un imprenditore che, secondo gli inquirenti, "per conto della consorteria cutrese si impegna in operazioni finanziarie e bancarie, e mantiene contatti diretti e frequenti con il capo locale Grande Aracri Nicolino".

Scarpino avrebbe spiegato l’importanza del rapporto tra boss e massoni, sottolineando come questi ultimi debbano "mettersi a disposizione" per risolvere i problemi degli affiliati. Avrebbe inoltre menzionato contatti con figure di alto livello istituzionale e della 'ndrangheta.

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