Informazioni utili per il turismo nei Carpazi ucraini
I Carpazi in Ucraina hanno un fascino particolare, come del resto tutta l’Ucraina occidentale. Forse perché sono una terra di confine, che ti attrae proprio perché inafferrabile. Sono montagne, dopotutto.
Al di là e al di qua dei Carpazi ogni città si trova su un confine visibile o invisibile, nuovo o antico, culturale, linguistico, orografico o religioso.
Itinerario nei Carpazi ucraini
Il nostro itinerario nei Carpazi ucraini è iniziato da Chernivtsi, dopo sei ore di viaggio su una marshrutka moldava, di quelle scassate, con decine di fermate e musica russa trash a ripetizione. In realtà cercavo un’aria di Mitteleuropa più vera, non standardizzata dai fondi europei per le ristrutturazioni e gli autobus ecologici, per concludere l’estate nel periodo del raccolto migliore e assaporare le prime luci dorate d’autunno. Tutt’altro paio di maniche rispetto a Kyiv, a Odesa, per non parlare di Kharkiv.
Chernivtsi: eleganza e decadenza
Su Chernivtsi avevo altissime aspettative e non sono rimasto deluso. È una città elegante e decadente, romantica fino al midollo, multiculturale nel DNA. Non a caso ha prodotto quel capolavoro d’architettura e di scienza che è l’Università (patrimonio UNESCO), ma non solo. A Chernivtsi siamo incappati in concorsi canori, studenti in fibrillazione per la ripresa delle lezioni, stradine acciottolate e bellissimi edifici art déco, sempre incorniciati da un ramo di vite americana che inizia ad arrossarsi.
La capitale della Bucovina storica, regione rumenofona ancora oggi sede della minoranza rumena d’Ucraina, rivela però un vuoto lasciato dalla enorme comunità ebraica spazzata via dalle deportazioni. Città multiculturale, sì, ma dove le ex sinagoghe vengono riconvertite in cinema, perché tanto non servono più.
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Ivano-Frankivsk: vitalità e mercati
Città intitolata a Ivan Franko che non compete con Chernivtsi quanto a eleganza: il tanto decantato Ratusha (l’ex Municipio, parola di derivazione tedesca, da Rathaus) è un blocco color avorio di rara bruttezza geometrica in quella che altrimenti sarebbe stata anche una piazza di un certo fascino. Quello che ci ha però stregati è la straordinaria vitalità di questa cittadina della Prykarpattya, che ha come centro propulsore il rynok, una specie di astronave metallica di epoca sovietica articolata su due piani.
Bellissimi mercatini nella piazza centrale, città piena di gente anche la sera, molte chiese barocche e anonime da fuori, ma che si rivelano un caleidoscopio di colori da dentro. Abbiamo anche due posti da consigliarvi: il MIF hostel (è carinissimo e ha pure tre galline in giardino!) e il Fabbrica per mangiare alla sera (ristorante italiano e ucraino con ingredienti esclusivamente ucraini di massima qualità, raramente ho mangiato così bene!).
Yaremche: artigianato e tradizioni Hutsul
Piccolo centro e primo avamposto di cultura hutsul sulla porta dei Carpazi. La cittadina non è niente di speciale, ma il museo etnografico hutsul merita assolutamente una visita - grande, ben organizzato, con decine di oggetti meravigliosi in esposizione e, udite udite!, persino qualche spiegazione in inglese! Se vi piace l’artigianato del legno e dei tessuti, è il luogo per voi.
Il museo del Pysanka è invece una bella idea (unico museo del genere al mondo, costruito dentro un uovo gigante e un po’ kitsch), ma non è niente di esaltante da dentro: una semplice esposizione del virtuosismo decorativo delle uova pasquali ortodosse, le pysanki, appunto. Centinaia di uova esposte, non ce n’è una uguale e sono tutte bellissime.
Paesino da fiaba, con centinaia di case in legno una più bella dell’altra, nonché centro principale della valle degli Hutsul. Ottimo punto dove fermarsi una notte e per trovare mezzi di trasporto per altri paesini lungo la valle, o anche solo per avventurarsi nelle montagne circostanti senza una meta precisa.
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Nota importante: Yaremche è servita dalla ferrovia, ma è praticamente impossibile in tutta la valle capirci qualcosa degli orari dei treni non a lunga percorrenza, cioè l’elektrichka. Che di elektrichka ha solo il nome, visto che si alimenta del peggio gasolio mai prodotto dall’umanità. Ma gli perdoniamo anche questo, visti i suoi irresistibili interni in legno anni ’60. Quindi: andate alle fermate e chiedete alle antipatiche bigliettaie a che ora passano i treni il giorno dopo. Se anche parlate in russo, con scuse e riverenze e tutti i crismi, sappiate che al 90% vi verrà risposto in ucraino!
Yasinya e Rakhiv: nel cuore dei Carpazi
Nel cuore della valle e primo paese della Zakarpattya, Yasinya è un tranquillo paesino che ospita una splendida chiesa in legno patrimonio UNESCO, tutt’ora utilizzata per le funzioni. Da Drahobrat, dove abbiamo dormito, siamo riusciti a saltare di nuovo sul famoso elektrichka senza orari di Yasinya e farci portare alla sua stazione finale, Rakhiv (o Rakhov, in russo). I binari in realtà continuerebbero anche, ma sconfinano in Romania e quindi sono stati chiusi, in attesa che la Transcarpazia costruisca un tunnel per collegare la valle a Solotvino.
Tyachiv e Uzhhorod: atmosfere ungheresi
Che vi piaccia o meno, quindi, dal paesone di Rakhiv, meta di pellegrinaggio di centinaia di babuli di montagna per il suo grosso mercato, dovrete prendere una marshrutka fino all’ampia valle e precisamente fino a Solotvino, nuovo capolinea del treno. Noi abbiamo provato a scendere a Tyachiv, un po’ più avanti di Solotvino, sperando di avere tempo per una deviazione verso le montagne, dove si trovano alcune chiese di legno bellissime.
Questa cittadina, la seconda in Transcarpazia, merita una piccola sosta. Perché qui, dopo aver attraversato tutta la piana del Tibisco al confine tra Romania e Ungheria, finalmente si sente un’atmosfera cittadina e il sostrato ungherese che affiora. Paprika a sacchi venduta nei mercati, peperoni rosso squillante, nasi più pronunciati e visi decisamente poco slavi.
Anche l’architettura si fa più semplice e classica, ma rigorosamente a colori pastello; svettano qui e lì le chiese cattoliche ungheresi, e già dal treno si vede in lontananza la bellissima fortezza di Palanok, che vi consigliamo di visitare. Anche Uzhhorod ci è piaciuta: e questa sì che è una vera città di confine. La Slovacchia e l’Ungheria distano una manciata di km ciascuna.
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Qui la lingua russa è un lontano ricordo. Tatyana, una libraia del centro, mi dice che al massimo può provare a parlare surzhyk, un miscuglio di russo e ucraino, ma non si scusa: il russo qui non serve più, e non vede perché dovrebbe continuare a parlarlo. La cittadina è viva e carina, il centro si snoda intorno a un ponte piuttosto recente.
Il mercato merita come sempre un salto, ma non è dei più belli visti in tutto il viaggio. Bella invece la possente fortezza e soprattutto il museo etnografico all’aperto che sorge proprio di fianco: è molto grande e completo, con abitazioni anche molto antiche da tutti i distretti della Transcarpazia.
La valle di Yaremche e le chiese di legno
Ogni paesino della valle di Yaremche ha il suo perché. Da Vorokhta si parte per la scalata dell’Hoverla, a Kvasy si fanno le birre artigianali, a Rakhiv sgorga acqua minerale e termale, da Dilove si parte per la scalata del Pip Ivan, a Bukovel va a sciare l’Ucraina bene (ma non so se vorreste davvero merscolarvici). Se come me siete appassionati, vi piacerà fare ricerche per trovare le chiese di legno più belle. Ogni paesino ha la sua, ma quelle protette dall’UNESCO o dalle architetture più ardite possono essere davvero remote.
Castelli in Prykarpattya e Zakarpattya
Sia la Zakarpattya che la Prykarpattya (oblasti di Ivano-Frankivsk, Leopoli, Chernivtsi) sono costellate di splendidi castelli, più o meno vicini ai Carpazi. Fate ricerche se la cosa vi appassiona. I più famosi, a un’ora e mezza da Chernivtsi, sono quello di Kamyanets-Podilsky e Chotyn, che per noi erano però troppo fuori mano.
Leopoli: una città sorprendente
È naturale iniziare o finire un viaggio nei Carpazi ucraini a Leopoli, città meravigliosa e sorprendente. Dedicatele tanto tempo, perché ha tanto da offrire. Sicuramente la più bella città del paese, Lviv la poetica troneggia nell'ovest dell'Ucraina come una pietra preziosa ancora grezza. A differenza delle sue consorelle dell'Europa centrale come Praga e Cracovia, Lviv non è stata ancora completamente deformata e modulata per farne una destinazione turistica principale.
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Quando andare
Il periodo migliore per visitare l'Ucraina è da adesso fino a fine giugno, quando la natura offre la sua massima esplosione gli alberi sono in fiore e il clima mite, con scarse piogge, ma anche l’estate e i primi mesi dell’autunno sono ottimi per scoprire i suoi territori. Preferisci il resto dell'anno e scegli l'inverno solo per sciare sui Carpazi.
Come arrivare
Kiev è facile da raggiungere, ma altre città non dispongono di buoni collegamenti internazionali. Dall’Italia si può arrivare a Kiev tramite voli della durata di circa 3 ore che partono da Milano, Roma Napoli o Rimini effettuati da Ukraine International Airlines, Alitalia, Jet Cost. Dall’aeroporto internazionale di Kiev Boryspil si arriva al centro con lo SkyBus che parte ogni 15 minuti e termina la corsa alla stazione ferroviaria centrale.
Cosa vedere
Odessa è una città apprezzata per i suoi monumenti e le sue spiagge: il Museo archeologico, storico ed etnografico insieme alle diverse pinacoteche sono una delle attrazioni principali, cosi come le catacombe che si sviluppano per 100 chilometri e che un tempo erano usate da contrabbandieri, partigiani e rivoluzionari. Nei dintorni vale la pena visitare il villaggio Nerubaysche famoso per il Museo della Gloria Partigiana. Dal punto di vista naturalistico tappa d’obbligo è al Parco Nazionale dei Carpazi, dove si possono ammirare bisonti, linci, orsi bruni.
Kamyanets- Podilsky è una specie di isola di granito che si staglia al centro di un fossato naturale ed è sovrastato da una celebre fortezza. La capitale Kiev è una città che riserva tante sorprese: la Cattedrale di Santa Sofia custodisce affreschi e mosaici, l’azzurra chiesa del Monastero di San Michele spicca per la sua cupola dorata, il Monastero delle Grotte è il più grande patrimonio storico del paese, la Cattedrale della Dormizione è stata la prima chiesa in pietra di Kiev, il Museo Storico dei Tesori espone gioielli, metalli preziosi e vari oggetti artigianali.
Cosa comprare
Uno dei souvenir più tradizionali è la vyshyvanka, una camicia bianca, larga e decorata. Tra gli altri prodotti tipici spiccano le bambole artigianali Motanka, le uova decorate pysanka di Kosmach, le ceramiche dei Tatari di Crimea, il miele della regione di Poltava, le zgarda, collane con croce in ottone o monete.
Cosa evitare
La situazione complessiva in Ucraina, in particolare nelle regioni sud-orientali del Paese, rimane instabile: anche se non se ne parla più come prima, la guerra non è finita mai del tutto.
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