Colombia: Storia, Esplorazioni e Caratteristiche
Nei resoconti dei primi viaggi fatti nell'emisfero sud, compare anche l'epiteto di "australe": così il viaggio di Le Maire (1617) dal Capo Horn a Giava è descritto come "Australische Navigation". Nel 1606 de Quiros diede all'isola più grande delle Nuove Ebridi il nome di Austrialia del Espirito Santo in onore d'un principe austriaco, e il nome fu ripetuto poi erroneamente nella forma "Australia" e applicato, senza più alcuna relazione con l'Austria, al continente.
Questo, al tempo della scoperta, fu chiamato dagli Olandesi Terra Australis e più tardi Nuova Olanda; e pare che solo nel 1788 sia stato per la prima volta usato da uno scrittore francese il termine Australia, caldeggiato poi da Flinders nel 1804 e dal governatore Macquarie nel 1817. Ma il governo britannico seguitò a far uso del termine Nuova Olanda fino al 1849. Sotto il nome Australia si comprendono generalmente l'isola principale e la minore Tasmania distante solo 260 km.
L'isola di Lord Howe, 485 km. ad est, fa parte della circoscrizione elettorale della città di Sydney. L'isola Norfolk, a 1300 km. ad E., occupata nel 1788, fu per molti anni colonia della Corona e amministrata dalla Nuova Galles del Sud; ma dal 1914 è divenuta uno dei territorî della Federazione. Le isole Macquarie, 965 km. a S. Il 23 agosto 1770, il capitano Cook, in nome del re Giorgio III, prendeva possesso della costa orientale e nel 1788 tutta la porzione orientale del continente fino al 135° E. e l'isola di Tasmania, venivano dichiarate possesso britannico.
Nel 1825 il confine fu esteso al 129°, il quale segna tuttora il confine dell'Australia Occidentale; due anni dopo, anche la restante porzione del continente veniva annessa alla Gran Bretagna. Anche la Nuova Zelanda fu più o meno unita all'Australia fino al 1841. Nel 1825 la Tasmania, che già nel 1798 era stata riconosciuta come un'isola, veniva dichiarata colonia separata col nome di Terra di Van Diemen, mutato nell'attuale nel 1856.
L'Australia Occidentale fu costituita in colonia nel 1829, ma con il confine all'altezza del Head of Bight (la sommità della Gran Baia Australe), onde restava fra essa e l'Australia Meridionale un territorio di 181.000 kmq. chiamato No man's Land (Terra di nessuno), che venne incorporato nello stato solo nel 1861. Nel 1846 si fondò uno stato separato con la capitale (Gladstone) a nord di Brisbane, ma l'anno seguente l'ordine fu revocato e nessuna nuova colonia sorse nel nord fino al 1859, anno della fondazione del Queensland.
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Il confine di questo giungeva dapprima sino al 141° E. e solo nel 1862 fu esteso al 138°. Nel frattempo era stato separato lo stato di Victoria (1851), con il confine determinato per la maggior parte dal fiume Murray. I susseguenti cambiamenti politici concernono principalmente il Territorio del Nord. Fino al 1863 esso non fu altro che una porzione esterna, disabitata, della Nuova Galles del Sud; fu poi unito all'Australia Meridionale. Il 14 gennaio 1901 tutte le colonie vennero unite sotto il nome di Federazione Australiana (Australian Commonwealth); il 1° gennaio 1911 il Territorio del Nord fu ceduto dall'Australia Meridionale al governo della Federazione, e, con la stessa data, una regione di 2360 kmq. (Canberra), ceduta dalla Nuova Galles del Sud, venne dichiarata territorio della capitale federale.
Anche la Nuova Guinea britannica (Papua), annessa dal governo inglese nel 1884, e per varî anni amministrata dal Queensland, era passata, nel 1905, al governo federale.
Storia dell'Esplorazione
Prescindendo dalle speculazioni teoriche, che possono riscontrarsi anche presso gli antichi, circa la possibilità d'una terra agli antipodi dell'abitabile nostra, e prescindendo egualmente dalla credenza nell'esistenza d'un ipotetico continente australe del quale parve essere primo segnale la terra misteriosa orlante a S. lo stretto scoperto da Magellano, è certo che d'una scoperta della terra australiana (ch'è ben altra cosa) non possiamo parlare con sicurezza prima del sec. XVII.
Forse qualche eco dell'esistenza d'una così grande regione è già nei vaghi cenni di Marco Polo e del Varthema sulle isole a SE. dell'Asia; forse ebbero sentore o conoscenza di essa navigatori portoghesi od altri del secolo XVI, naviganti alle isole malesi; forse sono rivelazione di tali conoscenze alcune carte manoscritte francesi (di Oronce Finé, di Pierre Desceliers) che disegnano, tra il 1530 e il '53, una "Java grande" immediatamente a S. Ma, caduto col finire del sec. XVI l'effimero impero asiatico dei Portoghesi, la potenza olandese riprese nelle Indie Orientali tutte le attività marittime, e ben presto dalle isole della Sonda cominciano ad effettuarsi i primi avventurosi viaggi sulle coste settentrionali ed occidentali del nuovo continente.
Mentre nel 1606 lo spagnolo Luis Vaez de Torres, provenendo dalle Luisiade, transitava per lo stretto che ebbe poi il suo nome e continuava il suo viaggio alle Molucche senza sapere di essere passato tra l'Australia e la Nuova Guinea, Willem Janszoon con la nave Duyfken, dall'isola Federico Enrico, adiacente al SO. della Nuova Guinea, scendeva nel Golfo di Carpentaria, senza sospettare l'esistenza dello Stretto di Torres, e costeggiava la costa O. della Penisola del Capo York sino a Capo Keerweer (prima scoperta australiana sicura), ritenendo però questa costa una prosecuzione della Nuova Guinea.
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Pochi anni dopo (1616) Dirk Hartogszoon, tenendo dal Capo di Buona Speranza a Giava una rotta più meridionale del solito, incontrava la costa occidentale australiana presso l'isola che ancora porta il suo nome e la seguiva verso N.; altri negli anni seguenti rifacevano lo stesso cammino, la nave Leeuwin riconosceva l'estrema punta dell'Australia a SO., Gerrit De Witt scopriva anche la costa a NO. che conserva il suo nome (1628), Pieter Nuyts e François Thijszoon, in un viaggio di cui troppo poco si sa (1627), percorrevano da O. la costiera meridionale scoprendo tutta intera la Gran Baia fino a 133° E.
Così in soli dodici anni si scopriva gran parte del contorno occidentale, mentre qualche progresso si faceva pure nel N.: Jan Carstenszoon nel 1623 con le navi Pera ed Arnhem esplorava il Golfo di Carpentaria e lasciava il nome alla Terra di Arnhem, Pieter Pieterszoon nel 1636 scopriva più ad O. L'aspetto delle nuove terre, scoperte a tratti qua e là, era ovunque desolato e inospitale; più d'uno dei navigatori era stato massacrato dai nativi durante le prime discese sulle coste.
Tuttavia il governo delle colonie olandesi, per esplorare più compiutamente l'Oceano a S., e per definire i limiti della misteriosa terra e le sue connessioni con il supposto gran continente australe, nel 1642 mandava Abel Janszoon Tasman, già espertissimo navigante, con due vascelli nell'Oceano del Sud. La scoperta di quella ch'egli chiamò Terra di Van Diemen (Tasmania), alla quale egli pervenne dall'aperto Oceano Indiano, la susseguente scoperta della Nuova Zelanda e il ritorno avvenuto per lo Stretto di Torres dopo più di 5000 miglia navigate in acque del tutto ignote, condannarono del tutto l'idea d'un'immensa terra australe e delimitarono i mari entro cui si racchiudeva quella che già incominciava a denominarsi la Nuova Olanda.
Una nuova navigazione del Tasman (1644), pur senza avvertire ancora la presenza dello Stretto di Torres, riconosce tutto il giro del Golfo di Carpentaria e le terre a O. di quello; varie ricognizioni posteriori perfezionano e completano la conoscenza delle coste già note a O. Poi il brillante periodo olandese finiva, mentre la marineria inglese invadeva il campo.
Navi inglesi da qualche anno erano già comparse in quei mari orientali; memorabili gli approdi lungo la costa australiana del Mare di Timor (1688) e lungo la costa occidentale alla Shark Bay (1699) da parte di William Dampier, che anche di queste, come delle altre sue scoperte nei mari australi, lasciava relazioni ricche di notizie geografiche e naturalistiche.
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Fu però solo dopo la formazione della Compagnia inglese delle Indie Orientali che i viaggi s'intensificarono; principalmente A. Dalrymple, venuto in possesso di preziosi documenti nautici spagnoli circa l'esistenza dello Stretto di Torres, diventato segretario presso il governo di Madras, si faceva con i suoi studî e con le sue pubblicazioni energico propugnatore dell'espansione verso il Pacifico, segnando la via ai nuovi grandi esploratori.
Ed eccoci, dopo la pace di Parigi, alle grandi navigazioni inglesi di scoperta nel Pacifico. Nel primo dei suoi celebri viaggi, il 19 aprile 1770 James Cook, provenendo dalla Nuova Zelanda, approdava presso l'estremo sud della costa orientale australiana, a Point Hicks, alquanto a ponente del Capo Howe, e di qui iniziava una minuta esplorazione seguendo la costa verso settentrione.
Toccò terra nella Baia di Southerland, a Botany Bay, all'Hervey Bay incontrando pochi nativi e tutti ostili, mentre gli scienziati che accompagnavano la spedizione raccoglievano importanti notizie biologiche e geologiche. Al Capo Tribulation la nave incagliò paurosamente, e la necessità di ripararla impose al Cook una sosta alla foce del piccolo fiume, che egli chiamò Endeavour dal nome della nave (dove oggi è Cooktown).
L'opera del Cook, che, oltre a stabilire finalmente il distacco della Nuova Guinea dall'Australia, rivelava tutta la sponda E. del continente, dando notizie preziose sui prodotti e sulle genti, ebbe una straordinaria ripercussione. Delle terre scoperte egli aveva preso possesso in nome della Gran Bretagna, e infatti, benché con ritardo di alcuni anni, il governo inglese decideva nel 1786 di costituire in Australia alcuni stabilimenti di pena per dare inizio alla colonizzazione.
Nel gennaio del 1788 giungeva a Botany Bay la prima spedizione di coloni e di forzati sotto il comando del Phillip. Le navi di quel convoglio e quelle inviate per i successivi rifornimenti compivano notevoli rilievi sulle rotte seguite in quei paraggi, mentre altre scoperte si aggiungevano altrove, come quelle di W. Bligh, che, già compagno del Cook nella prima spedizione, riconosceva alcuni tratti delle coste meridionali della Tasmania nel 1788 e ancora nel 1792, precedendo di poco il D'Entrecasteaux.
I viaggi di esplorazione scientifica diventavano intanto sempre più frequenti. Il MacCluer nel 1790-91 eseguiva nel settentrione varî rilievi per incarico del governo delle Indie; il Vancouver nel 1791 studiava la costa meridionale compiendo accurate osservazioni di longitudine, ma senza riuscire a penetrare nella Gran Baia. Le sue orme erano seguite l'anno seguente dal francese Bruni d'Entrecasteaux che, inviato alla ricerca del La Pérouse, perdutosi in una spedizione del 1788, esplorava prima minutamente la costa SE.
Nel 1795, insieme col nuovo governatore Hunter, giungevano a Sydney il medico di bordo, G. Bass, e M. Flinders, guardiamarina. Furono questi gli uomini che completarono la grande esplorazione dell'Australia. Nel dicembre 1797 il Bass con una baleniera scendeva lungo la costa della Nuova Galles del Sud fino ad oltrepassare l'estremo Capo Wilson, osservando in questo tratto più meridionale un accentuato moto ondoso da libeccio, ed arguendo perciò l'esistenza quivi di un aperto braccio di mare; l'anno seguente ne dava la prova, circumnavigando insieme con il Flinders, in una scialuppa, tutta la Tasmania, e percorrendo per intero lo Stretto oggi detto di Bass: veniva finalmente dimostrato il distacco, bene intuito dal D'Entrecasteaux, dell'isola dal continente.
Il Flinders poi, nel 1801-2, al comando di una nave appositamente attrezzata, riconosceva parecchi tratti mal noti della costa meridionale, penetrando fino in fondo ai golfi di Spencer e di S. Vincenzo, e della settentrionale, seguendo tutto il Golfo di Carpentaria, e circumnavigava infine tutto il nuovo continente, a cui, pare, egli per primo diede il nome di Australia.
S'iniziava così, con il sec. XIX, l'esplorazione marittima particolareggiata. Tutte le nazioni marinare vi concorsero, e va particolarmente ricordata l'opera dei francesi Freycinet (1818) e Dumont d'Urville (1827) che compirono importanti lavori idrografici sulle coste occidentali e meridionali. Ma il primato in quest'opera rimase ancora all'Inghilterra, che all'interesse scientifico per quelle regioni univa ormai l'interesse politico.
Tra gli esploratori inglesi conviene specialmente rammentare il comandante Grant, che nel 1800 esplorava un tratto di costa meridionale a O. del Capo Nelson, il comandante Murray, che, percorrendo lo Stretto di Bass, scopriva il vasto seno di Port Phillip (1802), e soprattutto Ph. Parker King, che, assistito dal botanico A. Cunningham e a volta a volta da altri scienziati ed ufficiali, dette il massimo impulso all'esplorazione particolare, e nei suoi quattro viaggi dal 1817 al 1824 rifece il rilievo di gran parte delle coste australiane, tracciando tra l'altro una nuova più sicura rotta interna alla Gran Barriera Corallina.
I suoi preziosi lavori furono poi parzialmente ripetuti e completati fra il 1838 e il 1865 dal Wickham, dallo Stokes, da J. Evans, dal Blackwood, dallo Scoresby, dallo Stow.
Esplorazione Terrestre
L'esplorazione terrestre procedeva più lentamente. I primi navigatori, negli scarsi contatti con la terra, avevano trovato sempre ostacoli gravi, sia per l'ostilità degli indigeni, sia per l'impervio terreno. La fondazione degli stabilimenti di pena, nel 1788, diede incremento alle ricognizioni del terreno, ma limitatamente ai bisogni contingenti. I primi governatori del New South Wales (Nuova Galles del Sud), Phillip, Hunter, Paterson, King, Macquarie, favorirono le esplorazioni e furono esploratori essi stessi e i loro ufficiali, risalendo i corsi dei fiumi nei dintorni della Botany Bay e di Sydney; ma né il Dawes, che per il primo tentò nel 1789, né parecchi altri dipoi, riuscirono a superare l'alta e impervia barriera dei Monti Azzurri, che s'ergeva a sbarrare ogni cammino verso l'interno.
Fu soltanto nel 1813 che i due coloni Blaxland e Wentworth, con il capitano Lawson, spinti dalla necessità di trovare nuovi pascoli essendo quelli costieri inariditi da una spaventosa siccità, riuscirono a sorpassare la difficile catena alpina, passando dal Nepean River alla verdeggiante vallata del Fish River, affluente del Macquarie. La leggenda dell'inviolabilità dei Monti Azzurri era così sfatata, e la scoperta del nuovo territorio apriva un'era immediata d'importanti esplorazioni verso l'interno.
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