Cosa è il Turismo: Definizione, Evoluzione e Impatto
Quando viene chiesto di dare una definizione più concreta e specifica di questo fenomeno le cose si complicano. Una risposta immediata, la più scontata, potrebbe essere “Il turismo è viaggiare per piacere e per divertimento”.
Una definizione di turismo univoca non è quindi un’impresa facile ma partiamo della sua etimologia. Il termine turismo deriva dal francese tour che significa giro, viaggio, circuito.
Una delle definizioni riconosciuta dagli studiosi del settore, è quella dell‘OMT (Organizzazione mondiale del Turismo) secondo la quale il Turismo è “l’insieme delle attività delle persone che effettuano uno spostamento o soggiornano al di fuori dell’abituale ambiente per almeno 24 ore e comunque per un periodo non superiore ad un anno”. (2005-2007). L’OMT basa la sua definizione di turismo fondamentalmente su un fattore economico.
L'Evoluzione Storica del Turismo
Se la pratica della villeggiatura e della vacanza ha radici antiche, il turismo nel senso moderno del termine - ossia lo spostamento da una località all’altra come piacere in sé - è un fenomeno relativamente recente, che nasce con lo sviluppo dei trasporti e delle comunicazioni, l’aumento del tempo libero disponibile e il miglioramento delle condizioni di vita delle famiglie.
Le radici di questo fenomeno sono molto antiche: basti pensare alla pratica della villeggiatura degli antichi Romani e, nei secoli successivi, alla diffusione delle residenze estive e invernali presso l’aristocrazia di quasi tutti i paesi europei.
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Il turismo nel senso moderno del termine nasce nel Settecento, quando presso l’aristocrazia e l’alta borghesia europea si diffonde l’uso del viaggio nei paesi mediterranei. Si trattava di un viaggio generalmente molto lungo, intrapreso da intellettuali e giovani rampolli delle ricche famiglie inglesi, francesi e tedesche per conoscere la cultura mediterranea, specie il vasto patrimonio storico-artistico della classicità.
Questo lungo viaggio, questo tour o grand tour - da cui appunto, il termine turismo - aveva quindi finalità culturali e pedagogiche. Da allora, innumerevoli artisti e intellettuali, da Goethe a Flaubert, da Byron a Stendhal, si recarono in pellegrinaggio culturale in Italia per apprezzarne il glorioso passato, scrivendo diari di viaggio nei quali indicavano ai lettori gli itinerari da seguire.
Il viaggio turistico aveva anche finalità educative, in quanto era inteso come strumento essenziale per comprendere meglio i popoli visitati e le loro culture, per diventare, quindi, adulti e maturi. Sono, dunque, questi ricchi viaggiatori europei del Settecento i primi turisti nel senso attuale del termine. Alle soglie del Novecento nuovi strati sociali iniziano ad avere accesso a questa particolare forma di impiego del tempo libero.
Lo svago e il riposo, l’arricchimento culturale, la curiosità nei confronti di terre e civiltà diverse sono rimasti le motivazioni fondamentali del turismo. A partire dal secondo dopoguerra, quando il viaggio e la vacanza diventano un bene di consumo di massa come gli altri, anche l’esperienza turistica subisce un processo di standardizzazione: le cose da vedere - sia le bellezze naturali, sia il patrimonio artistico e culturale di una data località - fanno parte di un itinerario preconfezionato che il turista odierno può ‘consumare’ nel tempo relativamente limitato della vacanza e a prezzi contenuti. È questa la caratteristica dei viaggi organizzati, una delle forme di turismo dominanti a partire dalla seconda metà del Novecento.
Per queste strade si arriva a viaggi nei quali tutto è artificiale, ricostruito, simulato: dai ‘luoghi tipici’ alle architetture di maniera, ai falsi ‘cibi autentici’, all’offerta organizzata di riti religiosi. A questo tipo di turismo, che è stato definito modello luna park, si contrappone un modello più elitario orientato a fruire in modo diverso i luoghi visitati: la mancanza di comfort e di attrezzature di svago, persino i trasporti inadeguati diventano paradossalmente elementi di pregio.
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Tra questi due estremi vi è una gamma pressoché infinita di formule in grado di soddisfare le più varie esigenze - dall’itinerario enogastronomico al soggiorno in conventi e monasteri.
L'Impatto Economico del Turismo
Il turismo è un fenomeno socio - economico che si traduce nei movimenti di un’enorme quantità di persone e di un’enorme quantità di capitali. Alcuni numeri aiutano a chiarirne i contorni: il turismo concorre direttamente al 3,6% del Prodotto Interno Lordo (PIL) mondiale, una percentuale che sale a oltre il 10% se si considera anche l’indotto.
Un miliardo e quattrocentomila sono stati invece gli arrivi internazionali nel 2018: significa che nel 2018 (ultimo anno del quale sono disponibili i dati) sono arrivati nelle varie destinazioni turistiche 1.400.000.000 viaggiatori provenienti dall’estero (un americano che arriva in Italia o un italiano che arriva alle Maldive, per esempio).
Ognuno di noi, quindi, esprime una propria domanda di beni e servizi turistici e la somma di queste domande individuali verso un certo bene o verso un certo servizio turistico costituisce la domanda turistica complessiva.
Il turismo ha acquistato a partire dal secondo dopoguerra un peso economico crescente, diventando una delle voci più importanti del settore terziario. Di pari passo sono aumentati gli investimenti in ‘beni turistici’ come attrezzature di svago, alberghi, trasporti e così via.
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Non sempre, tuttavia, le località che possiedono la ‘materia prima’ del turismo, soprattutto bellezze naturali, dispongono anche delle risorse economiche, tecnologiche e organizzative per sfruttarla. È questo il caso, in particolare, di molti paesi in via di sviluppo, che spesso si rivolgono ai cosiddetti tour operators, ‘fabbricanti di vacanze’, in genere stranieri che forniscono beni e attrezzature e finiscono per avere la gestione esclusiva delle risorse e gli investimenti alberghieri.
Il prodotto turistico si può classificare in vari ambiti: trasporti, ricettività e ristorazione, servizi complementari, svago, assistenza. Per trasporto si intendono i servizi dei vettori (aerei, navi, treni, ecc.) e le strutture relative a questi (porti, aeroporti, stazioni, strade, ecc.); la ricettività e la ristorazione sono necessarie per garantire al turista un luogo in cui soggiornare e dove mangiare, vedendo una sempre maggiore crescita della ricettività extra-alberghiera, come i bed&breakfast o gli appartamenti a uso turistico (es. AirBnB); i servizi complementari appartengono all’obiettivo del viaggio e a quello che il turista spera di trovare nel posto visitato: guide turistiche, servizi di balneazione, ecc.
Sfide e Opportunità nel Settore Turistico
Uno dei principali problemi comportati dalla trasformazione del turismo in fenomeno di massa e dall’impetuoso sviluppo dell’industria delle vacanze è il loro impatto sull’ambiente. Il problema della congestione turistica ha fatto emergere l’esigenza di individuare strumenti adeguati di contenimento e regolamentazione dei flussi turistici in modo che i vantaggi economici derivanti dalle attività turistiche non siano annullati da gravi costi ambientali.
Si discute quindi l’opportunità di ridurre o programmare l’affluenza turistica nelle città d’arte o in alcune aree di grande interesse naturalistico. Il problema è particolarmente sentito in Italia, un paese che ha un ricchissimo patrimonio di risorse paesaggistiche e artistiche: per fare qualche esempio, alcuni anni fa lo scalatore e ambientalista Reinhold Messner lanciava un grido di allarme per le vette alpine, spesso ridotte a desolate discariche.
L’ipotesi di istituire un ‘numero chiuso’ di presenze turistiche viene continuamente riproposta dalle associazioni ambientaliste per una città unica e dai delicati equilibri come Venezia, che in alcuni periodi dell’anno presenta punte di congestione turistica elevatissima.
Il settore turistico è forse quello che ha subito il maggior impatto negativo tra tutti i settori economici in conseguenza della pandemia della Covid-19, diffusasi in Europa a partire dal mese di gennaio 2020. Improvvisamente nessuno si è più spostato dal proprio luogo di residenza, in parte perché spaventato dai rischi che si correvano, in parte perché obbligato a stare in casa in applicazione delle misure di sicurezza adottate dalle autorità pubbliche dei diversi paesi.
Alberghi, b&b, ristoranti, musei, attrazioni, aerei, navi si sono improvvisamente svuotati, costringendo molte imprese a chiudere, almeno provvisoriamente, e alcune di esse addirittura a fallire. Ciò che è certo è che il settore sarà completamente da ri-costruire, da ri-progettare, da ri-pensare.
Tipologie di Turismo
Il confine fra t. proprio che si realizza per diporto e/o per motivi culturali, e t. improprio, che si realizza per altri motivi, risulta tutt’altro che netto. I motivi di questa incertezza sono dovuti alla mancanza, nelle rilevazioni ufficiali, di qualsiasi distinzione; al fatto che sia i turisti ‘propri’ sia quelli ‘impropri’ si avvalgono di solito delle stesse organizzazioni di viaggi, di analoghe attrezzature ricettive e dei medesimi servizi complementari; che, spesso, anche i turisti impropri, una volta raggiunta la meta, destinano una parte del tempo disponibile al diporto; che i vantaggi apportati, in termini reddituali, alla meta turistica sono, nei due casi, identici.
In ogni modo, il t. proprio può essere distinto in tipi secondo vari criteri:
- motivazioni (o impulsi) alla base dello spostamento dal luogo di abituale residenza;
- caratteristiche temporali, cioè la durata e il periodo della settimana o dell’anno in cui lo spostamento viene attuato;
- categorie dei soggetti interessati e interdipendenti modalità di organizzazione dello spostamento;
- posizione geografica della meta o delle mete prescelte rispetto ai luoghi di partenza;
- modi in cui avviene lo spostamento e mezzi di trasporto impiegati;
- caratteristiche delle attrezzature ricettive utilizzate.
Tenendo conto degli impulsi che sono alla base di un viaggio turistico in senso proprio si possono distinguere vari tipi di t.: naturalistico, balneare, lacuale, rurale, sportivo, culturale, religioso, enogastronomico ecc., che trovano corrispondenza nelle ‘vocazioni’ dei vari luoghi turistici.
Nell’elenco possono essere inclusi anche i viaggi di ritorno nei luoghi d’origine degli emigrati, i viaggi di nozze, il t. industriale (attivato dalle aziende che consentono la visita agli stabilimenti), il t. commerciale (attivato dalle fiere e dai mercati nei confronti di chi pure non è interessato agli affari), il t. di esplorazione (che mira alla scoperta di realtà alla moda, anche lontane), il t. ludico (imperniato sui grandi parchi di divertimento).
In base alla durata, si distingue un t. di breve periodo (con un massimo di quattro pernottamenti) dalla vera e propria vacanza (cinque o più pernottamenti). In particolare, quando il numero dei pernottamenti si allunga, si parla di t. di soggiorno o stanziale.
Considerando la natura dei giorni utilizzati, si contrappone un t. feriale a un t. festivo. Tenendo conto delle stagioni in cui si svolge, si distinguono un t. estivo, un t. invernale, un t. delle stagioni intermedie.
In stretta connessione con il distribuirsi del movimento nell’anno solare, si può accertare, per ciascun luogo turistico, una tipica stagionalità, che ha forti implicazioni di carattere economico-finanziario, riflettendosi soprattutto sui costi fissi. In relazione con questa, le tariffe dei servizi di pernottamento e di ristoro sono spesso differenziate in base alla alta, media e bassa stagione.
In stretto rapporto con l’accresciuta velocità degli spostamenti è il t. di transito, che comporta una sosta massima, nel centro ricettivo, di uno-due giorni.
I viaggi compiuti dal singolo individuo, o da questi con la propria famiglia o con un limitato numero di persone amiche, sono manifestazioni del t. individuale, solitamente (ma esistono eccezioni) autorganizzato, perché l’interessato sceglie autonomamente gli itinerari, i mezzi di trasporto e le attrezzature di cui servirsi.
Questo tipo di t. si contrappone, perciò, al t. collettivo, o di gruppo, solitamente organizzato da parte di speciali agenzie. Talvolta viaggi a fini d’incentivo sono anche programmati da aziende industriali o di servizi, per gratificare i propri concessionari, rappresentanti, dipendenti.
Tenendo conto, poi, del livello reddituale e culturale delle categorie di persone che attivano i flussi turistici, si contrappone un t. elitario a un t. di massa, mentre per t. sociale s’intende quel tipo di t. in cui, attraverso un’adeguata politica dei prezzi (talvolta non perseguendo lucro), si realizzano intenti sociali, o in cui i partecipanti appartengono a strati di popolazione economicamente debole e perciò alla ricerca di un t. agevolato o assistito.
In rapporto con la seconda definizione, nel t. sociale rientrano il t. giovanile, e in particolare quello scolastico, il t. della terza età, il t. dei portatori di handicap, il t.
Fra i tipi principali del t. improprio sono il t. per motivi di salute, il t. congressuale e seminariale, il t. d’affari, di servizio e doganale, il t. diplomatico, mentre il t. per motivi di famiglia assume connotazioni diverse, potendosi configurare come una manifestazione sia del t. proprio, sia di quello improprio; così pure il t. per motivi di studio, che può intendersi sia come una forma di t. culturale, sia come un fenomeno simile al t. congressuale.
Ulteriori tipi di t. improprio sono il t. d’affari e il t. di servizio, attivati da chi lascia la propria residenza per esercitare un’attività professionale, traendo nel luogo di soggiorno un reddito maggiore di quello che spende con i suoi consumi.
Un sottotipo del t. d’affari può essere considerato il t. doganale, che si manifesta in alcune regioni confinarie per sfruttare le differenze di prezzo delle merci che si registrano fra paesi contermini.
Un fenomeno a sé è costituito, invece, dal t.
Il Turismo in Italia
Roma si conferma la principale destinazione con circa 29 milioni di presenze (6,8% del totale nazionale; 4,1% della clientela nazionale e 9,4% di quella estera).
Formazione nel Settore Turistico
Quindi, perché una laurea? Il percorso in Economia e Gestione dei Servizi Turistici (EGST) forma figure professionali capaci di operare nello specifico nel settore dei servizi turistici e di sviluppare le competenze concettuali, professionali e relazionali volte all’individuazione dei bisogni del turista e alla produzione e gestione di beni e servizi turistici.
Il percorso in Economia e Gestione dei Servizi Turistici (EGST) è uno dei quattro percorsi di studio in cui si articola il corso di laurea in Economia e Gestione Aziendale, che si colloca nell’ambito della Classe L18 - Lauree in Scienze dell’Economia e della Gestione Aziendale.
Il Corso di studi attribuisce grande rilevanza alle competenze linguistiche. Già in sede di accesso è previsto Test di posizionamento di lingua Inglese che, in caso di non superamento, comporta la frequenza di corsi di riallineamento. Altro carattere fondamentale, derivante dalla accentuata missione professionalizzante del percorso, è il favore verso l’apprendimento di metodiche e modelli utili allo studente per poter operare poi in autonomia nei contesti aziendali.
Da qui la scelta di proporre laboratori che affiancano i singoli insegnamenti (es. Laboratorio della durata di 24 ore, condotto dalla dott.ssa Giulia Eremita, esperta di marketing digitale nel turismo. La gestione di questo mondo complesso avviene sempre più tramite il web che diventa la vetrina per le destinazioni turistiche, il luogo in cui farsi conoscere e promuoversi e il luogo in cui avviene la promozione e la vendita.
Prima della conclusione del percorso, un momento essenziale è rappresentato dal tirocinio della durata di 150 ore, ma facoltativamente estendibile a 300, obbligatorio per tutti gli studenti, che viene svolto in imprese turistiche o enti del turismo.
Iniziative per il Turismo
Con l’ottica di trattare il turismo in modo scientifico, rigoroso e ordinato per raggiungere obiettivi comuni, nasce nel 2018 Aperiturismo, un ciclo di incontri tematici ideato e promosso dal Consorzio UNO.
- #1. FARE. Pensiamo sia necessaria una nuova cultura del Turismo, disciplina economica e seria, in un mercato sempre più competitivo, dove la vera differenza la farà il perché e il come. Con Aperiturismo vogliamo accendere un faro, dotarvi di metodologie, processi e strumenti, aiutarvi in un percorso di senso, collettivo e individuale.
- #2 SQUADRA. Vogliamo facilitare l’incontro tra imprese, risorse e talenti, mettervi in dialogo e dialettica costante e nelle condizioni di poter scegliere. Pensiamo che due teste siano meglio di una e che condividere un obiettivo comune porti risultati inimmaginabili con importanti ricadute nel territorio.
- 3# CON METODO. Siamo letteralmente ossessionati dai dati. Pensiamo che, senza di questi, non si possa controllare ed intervenire su nessuna variabile economica. Pensiamo che una piccola, ma vivacissima, realtà universitaria come la nostra possa essere il connettore ideale tra formazione, impresa e territorio.
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