Economia del Turismo a Venezia: Statistiche e Sfide
Croce e delizia, contributo fondamentale o economia mordi e fuggi: il rapporto tra Venezia e il turismo è da anni intricato e complesso. Ciò che è certo però, è che il totale dei turisti a Venezia negli anni è in continua crescita. Prima di vedere però quantitativamente com’è cresciuto il turismo in questi anni, è utile disegnare le caratteristiche della città.
Caratteristiche del Turismo Veneziano
Venezia, intesa come isola, è una città con poco più di 50 mila abitanti che, in era pre-covid, vedeva quotidianamente riversarsi nelle sue calli e nei suoi canali più di 35 mila turisti al giorno. Ne è controprova un’analisi fatta da OCIO, un progetto volto proprio ad analizzare la questione abitativa nella Venezia insulare.
Storia del Turismo a Venezia
Il rapporto tra Venezia e il turismo però, non nasce ora ma ha una lunga storia. Quello che oggi è un tema divisivo ma di fondamentale importanza per il futuro della città, un tempo, e parliamo di inizio Novecento, era visto come un’opportunità unica a livello europeo. La data da cui partire è il 1906, anno in cui è stata fondata la Compagnia alberghi Lido, divenuta poi Compagnia italiana grandi alberghi (CIGA). Il primo grande albergo al Lido è stato costruito nel 1909 ed è il famoso Hotel Excelsior. Una premessa che ci aiuta a capire come anche ad inizio Novecento Venezia era la più importante località turistica italiana.
Dati Storici sul Turismo
I dati disponibili, per quanto riguarda il movimento turistico a Venezia, arrivano dal Servizio statistica e ricerca del Comune di Venezia che mette in luce come nel 1952 le presenze turistiche in città erano un milione e 200mila. Numeri che, come vedremo in seguito, sono ben distanti dal crescente afflusso turistico degli ultimi anni.
Secondo il prof. Zannini “la classe politico-imprenditoriale che resse la città nel trentennio 1915-1945 dimostrò una consapevolezza del ruolo del turismo all’epoca praticamente sconosciuta alle classi imprenditoriali italiane”. Ne è riprova il fatto che nel dopoguerra la “ricostruzione” veneziana riguardò principalmente due alberghi. “Tra 1946 e 1948 - si legge sempre nel saggio del prof.Zannini - apparve, a fianco del Palazzo Ducale oltre il Ponte della Paglia, al posto di alcune vecchie case, il cosiddetto “Danielino”, appendice con facciata in travertino del vicino hotel di lusso Danieli.
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Secondo il professore dell’università di Udine, il flusso turistico a Venezia ha vissuto due fasi nettamente diverse. “La prima fase durò fino agli anni Ottanta, coincise con il grande sviluppo del turismo di massa internazionale, di cui Venezia rappresentò una delle mete principali”. Il saggio però mette in luce come la creazione di queste due grandi infrastrutture avesse messo in evidenza dei limiti di un sistema ricettivo non ancora pronto per i grandi numeri. Un’ulteriore conferma del passaggio da un turismo d’élite a un turismo di massa arriva anche dal tempo medio di permanenza. Nel 1949 era di tre notti, negli anni Settanta di 2 notti e nel 2012 di 2,26.
Profilo del Turista Medio
Il profilo tipo del visitatore di Venezia è da sempre tema di dibattito. È un turista straniero che si vole godere una città unica o è un turista “mordi e fuggi” sceso da una nave da crociera solo per vedere la bellezza con uno sguardo effimero ma senza viverla a fondo? Per quanto riguarda le presenze, cioè il numero di notti trascorse dai clienti nelle strutture ricettive vediamo che negli anni la percentuale di persone non italiane ha sempre superato l’82%. Queste percentuali sono del tutto similari anche se invece di prendere in considerazione le notti, si analizzano solamente gli arrivi. Quando parliamo di arrivi intendiamo il numero di clienti ospitati negli esercizi ricettivi (alberghieri o complementari). Il turista medio quindi, proviene da fuori Italia e nella quasi totalità dei casi vorrebbe tornare a Venezia.
“Dalla fine di gennaio 2012 fino a gennaio 2013 - si legge nel documento Cafoscarino - sono stati somministrati 2.606 questionari a un campione di visitatori del centro storico di Venezia. Ne è emerso uno spaccato in cui il 56% ha deciso di arrivare a Venezia in coppia, mentre il 15% ha dichiarato di viaggiare con la famiglia.
Per cercare di delineare un ritratto più fedele ed aggiornato del turista che visita Venezia, possiamo rifarci all’annuario che il Comune pubblica nel proprio sito. Secondo l’ultimo documento disponibile, che è l’Annuario del Turismo 2019, emerge che l'82% degli intervistati risiede in uno stato estero e il restante 18% risiede in Italia. Quest'ultimo dato lo approfondiremo in seguito ma già da questa indagine si rileva che il 23,1% risiede in Lombardia e a seguire il 17,4% in Veneto. Il mezzo di trasporto maggiormente utilizzato per arrivare a Venezia è l'aereo, nel 53% dei casi. Anche per quanto riguarda la spesa media i dati non sono discordanti rispetto all’analisi Cafoscarina, essendo questa sui 200 euro a testa al giorno. Il campione preso in esame dal Comune, attraverso la survey che ha utilizzato il database di VeneziaUnica per la rilevazione online, è stato di circa cinque mila turisti che hanno risposto (4.843) su un totale di domande inviate però ben maggiore (73.942).
Solamente nel 2020, come abbiamo già visto, c’è stato un calo del turismo nazionale verso Venezia, anche se in termini di percentuali sappiamo che è cresciuto rispetto a quello estero. Questo è, per forza di cose, dovuto alla pandemia con i rispettivi blocchi dei voli prima e le quotidiane difficoltà dovute alle direttive regionali e nazionali poi. Per quanto riguarda invece le presenze straniere a Venezia, vediamo come i maggiori turisti veneziani siano sempre tedeschi, francesi, inglesi ed americani (inteso in senso non strettamente letterale ma persone provenienti dagli Stati Uniti).
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Sostenibilità e Capacità di Accoglienza
Ma quanti turisti può sostenere Venezia ogni giorno? La domanda non è di facile risposta. Esiste una simulazione, datata 2018, in cui il professore di Economia del turismo di Ca' Foscari, Jan Van Der Borg, ha calcolato la presenza massima di turisti su 52mila presenze al giorno. Il tema del turismo sostenibile in una città fragile come Venezia non può essere affrontato in modo superficiale perché è esso stesso cruciale per la vita della città, con tutto il suo patrimonio storico, artistico ed architettonico, e dei suoi residenti.
Quest'analisi è sicuramente parziale e non prende in considerazione un altro degli aspetti cruciali quando si parla di sostenibilità e turismo: la questione delle Grandi Navi a Venezia (tema che abbiamo già affrontato in passato sia dal punto di vista dei costi/benefici, sia dal punto di vista di eventuali alternative al passaggio all'interno della città).
Sul numero esatto di turisti che visitano di anno in anno Venezia esistono i dati ufficiali dell’Azienda di promozione turistica e vari altri pacchetti di dati forniti da aziende come la Venezia terminal passeggeri (per chi arriva via nave) o le società che gestiscono l’aeroporto e la stazione ferroviaria. Esiste finora soltanto uno studio che possa chiamarsi scientifico e relativamente indipendente.
E’ stato pubblicato nel 2009 e riguarda i flussi turistici del 2007, due anni prima. Riferiremo subito i dati di quello studio. Prima però sembra opportuno considerare un altro lavoro, opera di professori universitari di Economia del turismo, che cercava di fissare delle cifre riguardanti il numero di turisti che una città come Venezia poteva sostenere con i servizi di cui disponeva (ristoranti, alberghi, trasporti e altri) e senza caricare musei, strade e monumenti di un peso turistico eccessivo.
Lo studio è interessante perché uno dei suoi autori è stato il professor Paolo Costa, poi sindaco di Venezia e oggi (2012) presidente dell’Autorità portuale che gestisce tra le altre cose il traffico delle navi da crociera (l’altro autore è il professor Jan van der Borg, oggi professore di Economia del turismo). Lo studio, che è del 1988, è particolarmente ambizioso perché intende anche offrire agli amministratori di località turistiche di tutto il mondo un modello di metodo per calcolare il massimo di turisti sostenibile da una località (il titolo era: “Un modello lineare per la programmazione del turismo. Sulla capacità massima di accoglienza del Centro Storico di Venezia”). Intendeva insomma identificare e utilizzare dei parametri validi non solo per Venezia ma capaci di fornire un modello universale.
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Veniamo ora al rapporto del 2009. (citiamo da p. 23 dello studio: Coses, Turismo sostenibile a Venezia, rapporto 141,0, marzo 2009). Di questi, 17.515 erano “pernottanti”, gli altri 41.674 erano “escursionisti”, ossia si fermavano solo poche ore. Anzitutto, occorre precisare che a nostro avviso il dato era approssimativo per difetto. Infatti non teneva conto del “nero”, molto pesante, e in alcuni casi è stato ottenuto estrapolando da dati non recenti e utilizzando coefficienti molto bassi.
L’autore di queste righe ne ha dato conto in un libretto pubblicato nel 2011 (Paolo Lanapoppi, Caro turista, Corte del Fontego 2011), nel quale calcola in 25 milioni il numero realistico di turisti reali per l’anno 2007. Siamo, come si vede, molto lontani dai 7,5 milioni giudicati il massimo sostenibile da Paolo Costa e Jan van der Borg nel 1988. Valutando in 27.000 i posti letto disponibili in città, e immaginandoli occupati al 100 %, si ottiene un numero di “escursionisti” pari a 56.000.
Tra questi quello di Chiara Rampazzo e di Filippo Schiavon che hanno somministrato un questionario a 261 persone dai 18 anni agli over 60 - con prevalenza della fascia 18-24 - provenienti da Comune, provincia, Veneto, resto d'Italia, Europa, nord America ed Asia. Il 53% degli intervistati si trovava a Venezia per una visita giornaliera, il 21, 2% per studio o lavoro, il 14,2% erano residenti e il 6,1% andava a fare visita a parenti.
Interessante la percezione sul contributo d’accesso: sono quasi in equilibrio i giudizi di chi si trova completamente d’accordo (20,7 %) e di chi è invece completamente in disaccordo (24,5 %), ma è molto ampia anche la fascia di chi non si è ancora fatto un’opinione e si dichiara né d’accordo né in disaccordo (25,3%). Gli stranieri e i veneziani sono più favorevoli al contributo di accesso, probabilmente perché comprendono la fragilità della città. Per l’analisi della willingless to pay, la fascia 35-44 anni si dichiara disposta a pagare fino a 12,15 euro.
Ma il lavoro degli studenti non si ferma qui, fa anche delle proposte concrete: tra queste lo sviluppo di una carta che per un prezzo fisso di base potrebbe fare da contraltare al pagamento della tassa con l’accesso a servizi aggiuntivi, per es. Tommaso Pellacan ha portato l’esempio di Amsterdam in cui la modalità della carta sta dando dei risultati: si tratta di una city card con un chip incorporato che traccia gli spostamenti del turista, monitora i flussi e lo raggiunge sul cellulare con suggerimenti per le zone meno affollate.
Ma ci sono anche osservazioni su possibili criticità della delibera comunale a livello giuridico in riferimento all’art. Federica Da Conto invece fa una riflessione su come puntare a portare a Venezia il turismo di qualità, a come difendere le attività artigianali magari attraverso un credito d’imposta applicato all’imu.
“L’enorme e crescente rilevanza del settore turistico non porta solo ricchezza e occupazione, ma anche ingenti costi per la collettività, - osserva Jan van der Borg - in particolare per le destinazioni colpite da quello che oggi viene chiamato ‘overtourism’. Tutto questo richiede un fondamentale ripensamento delle strategie di sviluppo del turismo.
L’insegnamento in Sviluppo interculturale dei sistemi turistici affronta contenuti e dinamiche che riguardano il fenomeno turistico, in una prospettiva di attualità. “Ormai in quasi ogni angolo del pianeta il turismo si presenta come una pratica complessa e articolata, che ha un impatto decisivo sulla sfera sociale, economica ed ecologica dello sviluppo locale di una destinazione” spiega Van der Borg.
Nel complessivo aumento dei turisti (pernottanti, gli unici conteggiati dalle statistiche) in Veneto e in Italia nell'anno 2024, Venezia cresce più della media: 5,2% di presenze, cioè notti pernottate, in più rispetto al 2023. 13 milioni e 291 mila. Un aumento dei pernottanti che ha riguardato tutti gli ambiti della città, terraferma, Lido, centro storico.
Resta stabile solo il settore alberghiero, che non cresce a livello comunale a causa del -2,9% degli alberghi di Venezia, soprattutto per via del calo di 2 e 3 stelle, ormai in concorrenza con gli alloggi privati. In tutto il Comune, complice anche l'aumento dell'offerta, cresce più rapidamente l'extralberghiero: +11% sull'anno precedente, 6 milioni e 300 mila notti pernottate, altro record. Tanto che nel centro storico di Venezia, per la prima volta, con quasi 4 milioni e 900 mila presenze, l'extralberghiero ha superato l'alberghiero.
A Mestre e Marghera la crescita continua a essere impetuosa (+16,1% di pernotti extralberghieri in un anno), ma sono numeri ancora distanti da quelli di Venezia isola. Per segnare un aumento così netto, le presenze sono state più elevate del 2023 in tutti i mesi dell'anno (per questo, non è possibile ipotizzare un legame con il ticket d'accesso, che esentava dal pagamento chi pernottava all'interno del Comune di Venezia).
Continua a essere netto l'aumento dello spazio di mercato degli alloggi privati (tutt'ora inquadrati con destinazione d'uso residenziale e non ricettiva): raccolgono ormai il 33% delle presenze totali (era il 31% nel 2023, il 25% nel 2019), mentre gli alberghi, di tutte le categorie, raccolgono ormai poco più del 50% dei pernottamenti totali.
Tabella: Presenze Turistiche a Venezia (Dati Selezionati)
Anno | Presenze Turistiche | Note |
---|---|---|
1952 | 1.200.000 | Dati del Servizio statistica e ricerca del Comune di Venezia |
2007 (stima Lanapoppi) | 25.000.000 | Stima realistica del numero di turisti reali |
2024 | 13.291.000 | Pernottamenti; +5,2% rispetto al 2023 |
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