Escursione al Lago Nero in Val Maira: Un'Avventura Indimenticabile
La Valle Maira, situata in provincia di Cuneo, è un luogo incantevole e incontaminato che sa regalare scenari magnifici ed indimenticabili in ogni stagione. Questo articolo descrive un itinerario ad anello che offre uno straordinario panorama fino ad arrivare al Lago Nero, un bellissimo specchio d’acqua che riflette il paesaggio circostante. Si tratta di un anello particolarmente piacevole per l’ambiente appartato e lo straordinario panorama che offre.
Informazioni Utili
- Partenza: Grange Selvest (Canosio)
- Dislivello: 700 m circa
- Difficoltà: Media (E)
- Tempo previsto di cammino: 5 ore per l’intero anello
- Abbigliamento e Attrezzatura: Abbigliamento a strati e traspirante, maglia o pile, giacca a vento o mantella impermeabile, occhiali da sole, berretto o buff, zaino, borraccia da 1 litro, calzature da escursionismo, bastoncini (facoltativi).
Descrizione del Percorso
Il percorso inizia dalle Grange Selvest (Canosio). È possibile raggiungere la grange Selvest con la macchina per poi parcheggiarla nello sterrato antistante. Poco male: c’è un parcheggio sulla sinistra (1580 mslm). Superiamo in auto la borgata e, appena scesi da una gobba della strada, troviamo la strada per il Colle del Preit chiusa.
Percorriamo quindi la strada verso il colle per circa un chilometro (sentiero S37), fino al ponte sul Rio del Preit (1661 mslm). Tornare qualche decina di metri verso valle e oltrepassare il ponticello in legno che supera il rio. Lo oltrepassiamo, e prendiamo la sterrata sulla sinistra, che passa poco sotto Grange Selvest.
Una volta attraversato un ponte di legno, si prosegue attraverso un bosco di larici e si arriva alla panoramica Grange Culausa. Svoltare a destra (sud) nel bosco di larici. La strada termina qui, ma a monte della grangia si imbocca il sentiero che dopo una breve radura si infila in un bosco di larici. Appena prima della baita imbocchiamo un sentiero a sinistra dal fondo un po’ smosso. Attraversata una radura il tracciato si addentra nuovamente tra i larici.
Successivamente seguiamo la strada campestre che sale, attraverso diversi tornanti, verso le pendici del Monte Bert; da qui un lungo traversone ci conduce alla grangia Culausa che offre un bel panorama. La sterrata sale morbidamente fino alle rovine di Case Colombero Sottano (1705 mslm), in corrispondenza delle quali si oltrepassa il Rio della Valletta. Qui il bosco lascia il posto a un panorama più ampio (e soleggiato). Al di là dell’incisione del rio, sulla destra, le pareti rocciose del Monte Baret.
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Da qui parte il sentiero che ci permette di ammirare in lontananza Rocca la Meja. Raggiunto il bivio per il lago Nero (2.030 m, palina) svoltare a sinistra e salire con decisione tra rododendri superando alcuni ruderi. Continuamo a salire, alla nostra destra possiamo osservare una cascatella, e raggiungiamo i 2030m di quota, dove si trova il bivio per il lago Nero. In questo punto il sentiero si fa abbastanza ripido. Salendo ripidamente a sinistra incontriamo poco sopra alcuni ruderi che andiamo a superare.
Seguendo le indicazioni (cartello bislacco di legno, da ignorare la deviazione per Grange Valletta) facciamo un’ampia curva e percorriamo una stretta traccia lungo un versante (sentiero S39A e variante del Tour della Meja). Alle nostre spalle si trovano l’altipiano della Gardetta e il Monte Cassorso.
Una breve salita e siamo a Grange Chiacarloso (2122 mslm). Raggiungiamo cos' il punto più alto dell'itinerario (2319 m) dove ci aspetta, su un verde colletto, un minuscolo specchio d’acqua. Si può completare l’anello salendo al colletto che porta alla veduta panoramica sul Vallone del Preit, dove si incontra un altro bel laghetto. Da qui si scende dolcemente in direzione del lago Nero, che si trova su una splendida conca a pochi minuti da noi. Il lago è contornato da sponde erbose, larici e pietraie.
Ritorno
Per ritornare, ci dirigiamo verso l'emissario dove inizia un sentiero che risale la riva nord per poi immettersi in un piccolo pianoro con larici. Per il ritorno ci avviamo dalla parte dell’emissario dove ritroviamo il sentiero che risale per alcuni metri la riva nord portandoci su un piccolo pianoro tra i larici. Il lago è contornato da sponde erbose, larici e pietraie. Per il ritorno occorre portarsi dalla parte dell’emissario dove si ritrova il sentiero che risale per alcuni metri la riva nord verso un piccolo pianoro tra i larici.
Iniziamo la discesa, che non presenta grosse difficoltà. Superare alcune balze ai piedi del monte Bert raggiungendo più in basso la scenografica grangia Chiacarloso (2.080 m). Scendere lungo la carrozzabile che porta all’alpeggio e dopo seicento metri ricongiungersi con la sterrata principale che torna dal più lungo giro di Rocca la Meja. Raggiungiamo la grangia Chiacarloso che, nella bella stagione, è circondata da bellissimi fiori rosa. Da qui ci dirigiamo verso il vallone Valletta e dopo 600m ritroviamo la strada principale.
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Svoltiamo a sinistra sino ad incontrare le grange Colombero sottano (1698 m). Costeggiando il lato destro del lago imbocchiamo la discesa verso le Grange Chiacarloso (2080) che prosegue verso le grange Colombero Sottano. Poco prima di giungere alle Grange Colombero sott. 4, si incontra un ponte in cemento sul Rio della Valletta. Attraversato il Rio della Valletta, si prosegue sulla sinistra del fiume. Giunti ad un bivio, si tralascia il ramo di sinistraper le Grange della Valletta e si sale fino al successivo bivio.
Qui si abbandona lo sterrato principale e si imbocca la strada che, con percorso pianeggiante, raggiunge la conca delle Grange Chiacarloso 2080 m. La traccia si mantiene sul bordo del dirupato versante che scende verso l’impluvio del rio. Si percorre un tratto di lariceto in mezzo a grossi massi detritici e piante di ginepro, si attraversa una piccola radura nei pressi di un gias, ed infine si raggiunge la strada sterrata precedentemente abbandonata. Dopo una breve salita si incrocia nuovamente la sterrata, in un punto che, solo per poche centinaia di metri, è asfaltato. Si superano due tornanti ed una curva verso sinistra.
Tragedia del 1937
Durante l’anello è possibile, con una deviazione di una decina di minuti, raggiungere l’altare e la lapide eretti sul luogo in cui il 30 gennaio 1937 perirono sotto una valanga ventitré Alpini della Brigata Dronero. A dieci minuti da qui, ci sono un piccolo altare e una lapide (sono indicati in carta). È il ricordo di una tragedia: il 30 gennaio 1937 morirono qui ventitré alpini della brigata Dronero.
In quei giorni d’inverno era scesa una grande quantità di neve. La storia: dopo le cospicue nevicate, gli abitanti del Preit sconsigliano al capitano degli alpini Trevisan di salire oltre Culausa. Nonostante gli abitanti del Preit avessero vivamente sconsigliato agli Alpini di avventurarsi da quelle parti, il Capitano Trevisan, vero responsabile della tragedia, non solo non volle tenere conto degli avvertimenti, ma ebbe anche il coraggio di dire: “cosa volete che sappia questa gente: sono solo rozzi montanari”. Il capitano ignorò l’avvertimento, perché secondo lui si trattava solo delle parole a vuoto di “rozzi montanari”.
Consigli Utili
Gli sport di montagna sono attività potenzialmente pericolose e vanno intraprese con la giusta attrezzatura e preparazione. Vi invitiamo a consultare il bollettino meteo e valanghe prima di intraprendere un’escursione e/o rivolgersi ad una guida per un accompagnamento.
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Come Arrivare
Imboccare la strada della valle Maira. Superare diversi paesi tra cui Cartignano, San Damiano e Macra. All’altezza di Ponte Marmora svoltare a sinistra per Marmora. Prima di giungervi girare a destra per Canosio dopo il quale il fondo stradale peggiora notevolmente. Superare ancora Preit e seguire la strada asfaltata che continua verso il colle del Preit.
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