Ferrari 250 GTO: Storia e Caratteristiche di un'Icona Automobilistica
Fare una classifica delle auto più belle di sempre è un compito arduo. Ci sono diverse vetture capaci di far girare la testa, e la bellezza è un fatto soggettivo. Quello che io posso ritenere l’auto perfetta potrebbe non piacere a te, o viceversa. Però ci sono grandi vetture che hanno fatto la storia dell’automobile, modelli le cui forme sono considerate iconiche e custodite come reliquie dai fortunati proprietari. Alcune di queste auto possono essere annoverate tra quelle più belle di tutti i tempi.
Le Cinque Auto Più Belle di Sempre
Stiamo valutando la bellezza, non le prestazioni o la raffinatezza tecnica. Ovvero elementi presenti anche in alcune vetture che, per loro sfortuna, non hanno ricevuto in dote una carrozzeria altrettanto degna. Stilare la classifica delle auto più belle di sempre significa parlare di vetture inarrivabili per la maggior parte dei comuni mortali. Si tratta di modelli che generalmente se ne stanno chiusi in musei o in collezioni private, luoghi dai quali escono solo per raduni selezionati o eventi di grande appeal. Auto tanto rare quanto costose, in definitiva.
Ferrari 250 GTO: Un Mito su Quattro Ruote
Uno dei modelli più belli di sempre è anche uno dei più rari: stiamo parlando della Ferrari 250 GTO, dove tale sigla sta a significare Gran Turismo Omologato. Questa è un’auto stradale ma utilizzata anche nelle competizioni - di qui la definizione omologata. La 250 GTO è prodotta agli inizi degli anni ’60 ed è considerata la rossa per eccellenza. Per la rivista statunitense Motor Trend Classic, la 250 GTO è la migliore Ferrari di tutti i tempi.
La Ferrari 250 GTO non è solo una bella auto nel senso soggettivo del termine, bensì una vera e propria opera d’arte: lo ha stabilito persino il tribunale di Bologna nel 2019, vietando a ogni altra azienda di riprodurre copie dell’opera di industrial design firmata Ferrari.
Design e Caratteristiche
La 250 GTO ha una linea inconfondibile, opera del designer Sergio Scaglietti: cofano lunghissimo - che cela il motore V12 da 3 litri di cilindrata e 300 cavalli -, silhouette che è un’opera d’arte e coda tronca. Nata per volere di Enzo Ferrari e destinata a vincere:
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- 24 Ore di Le Mans
- Targa Florio
- Tourist Trophy
- Daytona
- Nurburgring
- Sembring
- Reims
Ne furono realizzati 39 esemplari, i pochi superstiti vantano quotazioni stellari. Nell’agosto del 2018, una 250 GTO del 1962 è stata battuta all’asta per la cifra record di 48.405.000 dollari da RM Sotheby’s a Monterey, in California (prezzo più alto per un’auto all’asta).
Ma non fu progettata da zero. La GTO era infatti erede della 250 GT “SWB” (ossia Short Wheel Base, a passo corto), lanciata verso la fine del 1959 e protagonista di discreti successi in ambito sportivo. E lo fece in grande stile, dando vita alla GTO. Il motore V12 da 3 litri fu modificato e montato in posizione più bassa e arretrata, per una maggiore maneggevolezza, mentre il telaio era composto da tubi di diametro inferiore per ridurre il peso e la nuova scocca in alluminio fendeva l’aria con maggiore fluidità. I prototipi aziendali furono progettati a partire dai modelli esistenti della 250 GT “SWB”.
Le GTO non sono tutte identiche tra loro: mentre le prime 33 auto della I serie presentavano le triple prese d’aria a D sopra la griglia frontale e le due “branchie” laterali dietro le ruote anteriori, i tre esemplari della II serie prodotta nel ‘64 erano prive delle prese d’aria frontali ma avevano una feritoia laterale in più.
La Ferrari 250 GTO inizialmente viene bistrattata, proposta a cifre pari a quelle di un’utilitaria di oggi quando termina la sua carriera da corsa in giro per il mondo. Nasce così il mito legato a una vettura straordinaria come poche.
La Storia Dietro il Mito
L’idea posta in essere dallo stesso Enzo Ferrari consisteva nella realizzazione di una vettura Gran Turismo destinata al mondo delle corse, quindi realizzata per vincere nella sua categoria. Giotto Bizzarrini, ingegnere e padre tecnico della Ferrari 250 GTO, aveva utilizzato il telaio della 250 GT Berlinetta a passo corto con supporti modificati in accordo con rinforzi specifici e traverse metalliche.
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La 250 GTO viene introdotta in un momento in cui il ramo sportivo del Cavallino Rampante vinceva praticamente ovunque ma dietro l’angolo si nascondevano situazioni non proprio positive.
Con l’aiuto di Stirling Moss, la Ferrari 250 GTO prosegue il suo sviluppo che l’avrebbe condotta alla presentazione definitiva nel febbraio del 1962 durante la conferenza stampa che apriva la stagione. A quel tempo la Federazione aveva imposto un numerico di vetture prodotte per essere omologato per le competizioni pari a 100 unità. Tuttavia, sulla base di numeri confermati dal Cavallino Rampante, di Ferrari 250 GTO non ne furono prodotte 100 ma soltanto 39.
A questo punto la 250 GTO vede la pista della 12 Ore di Sebring proprio nel 1962 ottenendo la vittoria nella categoria GT3 con Hill e Gendebien su una GTO con motore V12 dotato di carter secco, sei carburatori doppio corpo Weber 38 DCN e 300 cavalli di potenza erogati a 7.500 giri: la velocità massima era di 280 km/h. La trasmissione era affidata ad un cambio sincronizzato a cinque rapporti realizzato in Ferrari e accoppiato ad un differenziale autobloccante ZF. L’impianto frenante adoperava quattro freni a disco mentre le sospensioni erano state modificate rispetto a quelle viste sulla Testarossa in modo da mitigare alcune problematiche legate all’aderenza.
Fino al 1964 la 250 GTO ha vinto praticamente tutto e dappertutto tanto da vincere il campionato GT per tre anni di seguito. Il mito nasce dalle ceneri.
L'Ascesa del Valore
Circa una ventina d’anni dopo il debutto sulle piste di mezzo mondo, nel 1985, una Ferrari 250 GTO viene acquistata da Ralph Lauren per l’interessante cifra di 650mila dollari. Soltanto un anno dopo si gioca già al raddoppio: Frank Gallogly ne acquista una per 1 milione di dollari. Quando nel 1988 Enzo Ferrari se ne va per sempre, il valore delle sue Ferrari cresce seguendo una curva esponenziale: cresce quindi anche quello della 250 GTO.
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Il fatto che il numerico complessivo è stato fissato a sole 39 unità, fa della Ferrari 250 GTO un autentico oggetto del desiderio per tanti. La rarità in questi casi è una caratteristica superiore. Inoltre fra chi ne possiede una c’è gente di un certo calibro: su tutti lo stesso Ralph Lauren ma anche Nick Mason, batterista dei Pink Floyd, e Jon Shirley, ex presidente di Microsoft.
È bene ricordare che il veicolo in questione è una delle auto da corsa più famose e vincenti di sempre. Il nome stesso rimanda alle corse su strada, bandite da decenni, in quanto la sigla GTO sta per Gran Turismo Omologato.
L’auto venduta all’asta da RM Sotheby’s durante la Monterey Car Week, realizzata a fine agosto, è la terza uscita dagli stabilimenti di Maranello. Questo dettaglio ha innalzato ancora di più il prezzo per i collezionisti smaniosi di averla. I responsabili dell’asta dichiarano un prezzo di 48,4 milioni di dollari, circa 41,6 milioni di euro, toccando un nuovo record per le auto all’asta.
La Ferrari ha poi battuto un record detenuto a sua volta da un’altra 250 GTO, con un telaio più “giovane”. È abbastanza curioso poi, nel far capire quanto la Ferrari sia preziosa, che il record di auto più costosa della storia lo detenga un’altra GTO.
C’è poi un altro fattore non indifferente che ha fatto schizzare il prezzo dell’auto alle stelle. La GTO è stata (e lo era prima di venderla) di proprietà del pilota americano Phil Hill, il quale l’aveva guidata durante i test per la Targa Florio del 1962, per poi acquistarla. Prima di essere acquistata dall’americano, la 250 era stata guidata dal gentlemen driver Edoardo Lualdi Gabardi, con cui vinse 9 gare su 10 del Campionato Italiano GT del 1962.
La Più Desiderata
Quando è stata presentata la prima volta, nel 1961, la Ferrari 250 GTO è stata accolta da una reazione piuttosto tiepida. Nel tempo, però, quella che un giornalista si azzardò a definire “il formichiere”, per via del suo muso particolarmente lungo, è diventata una delle auto più desiderate di sempre, e quella che è stata pagata di più nella storia. Nel 2018, ottanta milioni di dollari, pari a settanta milioni di euro e spicci per una Ferrari 250 GTO del 1963.
La prima volta che è scesa in pista, l’11 agosto 1961, la Ferrari GTO non aveva un nome, né una goccia di vernice sulla carrozzeria. I tecnici di Maranello la chiamavano semplicemente “Il mostro”, per via del suo aspetto così strano, aggressivo e al tempo stesso vorace di asfalto. L’ingegnere che l’aveva progettata era Giotto Bizzarrini.
Su richiesta esplicita del Drake, la GTO era nata con l’unico obiettivo di correre (o meglio, vincere) nel campionato GT. Il nomignolo che i tecnici Ferrari avevano dato alla macchina nasceva anche dal fatto che era stata assemblata prendendo pezzi di vetture già esistenti, come una sorta di mostro di Frankenstein di metallo: il telaio era quello della Ferrari 250 GT Berlinetta a passo corto, con i supporti debitamente modificati e rinforzato con traverse metalliche, mentre il motore era il tremila V12 della 250 Testarossa che aveva già vinto a Le Mans, montato in posizione più arretrata e abbassata rispetto all’originale.
La Ferrari 250 GTO non poteva arrivare in un momento peggiore, per la casa di Maranello, fondata da Enzo Ferrari solo una quindicina di anni prima: anche se tutto, quell'anno, sembrava procedere per il meglio. La divisione sportiva macinava successi su successi: nel 1961 Ferrari aveva vinto Le Mans per il secondo anno di fila e il team impegnato in F1 stava puntando al campionato del mondo, effettivamente poi vinto da Phil Hill, l’unico americano che può fregiarsi di questo titolo.
Nei mesi successivi, ottanta persone abbandonarono l’azienda, tra cui Carlo Chiti (finito in Alfa Romeo) e lo stesso Giotto Bizzarrini, che venne assunto poco dopo da un produttore di trattori bolognese, tale Ferruccio Lamborghini. Lo sviluppo venne portato avanti con l’aiuto di Stirling Moss, che provò l’auto in pista durante la prove di quel Gran Premio maledetto, registrando il tempo record di 1’45”4. Ferrari disse che “Non si era mai vista una GT davanti alle monoposto”.
Le regole FIA di quell’anno imponevano che un modello omologato per le competizioni dovesse essere costruito in almeno 100 esemplari, ma la storia racconta che di Ferrari 250 GTO ne vennero realizzate solo 39 (un numero dibattuto, ma sempre confermato da Maranello). Il trucco usato da Ferrari per eludere il regolamento è stato semplicemente numerare i telai in maniera non sequenziale.
Il debutto in pista avvenne alla 12 Ore di Sebring del 1962, con la vittoria nella categoria GT3 ottenuta da Hill e Gendebien dopo 196 giri, e più di 1.640 km. Dietro, tutti gli altri: le Jaguar E-Type che il Drake non poteva sopportare, Porsche, Mercedes e Maserati.
Tra il 1962 e il 1964 la 250 GTO ha vinto praticamente tutto quello che c’era da vincere, aggiudicandosi il primo posto nel campionato GT per tre anni di fila: a Sebring è sempre salita sul gradino più alto del podio, così come alla 24 Ore di Le Mans. È arrivata prima alla 1000 km del Nurburgring, al Tourist Trophy, alla 500 km di Spa-Francorchamps, alla Targa Florio e in un sacco di altre gare. Poi, nel 1963, è arrivata la Cobra di Carrol Shelby.
La Grande Sfida
La Cobra di Shelby avrebbe vinto il campionato nel 1965, quando ormai la Ferrari 250 GTO si avvicinava alla fine della sua carriera: superata a Le Mans dalla 250 P (che sta per Prototipo) con motore centrale. Erano gli anni della Ford GT40, così ben raccontati dal film Le Mans '66 - La grande sfida, con Christian Bale e Matt Damon, che quest’anno ha vinto due premi Oscar.
Del resto, le inserzioni dell'epoca sono impietose: il 13 aprile 1969 un annuncio sul New York Times offriva una GTO del 1962 a meno di diecimila dollari. Il Chicago Tribune, una settimana dopo, ne proponeva un’altra “in buone condizioni” a 3.500 dollari.
Il Boom
È successo quel che succede sempre, ossia che la gente cresce e invecchia, e comincia a rimpiangere i bei tempi andati. Chi negli anni Sessanta era bambino, e sognava quelle auto così uniche e selvagge, era diventato grande e disponeva di molti più soldi di quando era ragazzino. Le aste di auto vintage come la Monterey e la Pebble Beach attiravano sempre più persone. Il resto è solo questione di domanda e offerta.
Tutto questo, però, ancora non spiega perché la GTO, tra tutte le auto che hanno corso in quegli anni, sia diventata la più amata, e la più cara, sul mercato delle storiche. O forse sì? In realtà è uno di quei casi in cui l’insieme è più della somma delle sue parti. Ne sono state realizzate poche, meno di quante fossero richieste per l’omologazione, il che ne fa un’auto più rara delle altre. Di più: i suoi possessori entrano automaticamente a far parte di un club esclusivo, elitario, in cui troviamo nomi come Nick Mason, batterista dei Pink Floyd, il già citato Ralph Lauren e l’ex presidente di Microsoft Jon Shirley.
La storia della Ferrari 250 GTO è inoltre straordinaria, e per certi versi unica. Non è stata rivoluzionaria, ma ogni pezzo dell’auto raccoglie in sé tutto quello che all’epoca significava Ferrari. E proprio per questo ha contribuito in maniera determinante a definire ciò che Ferrari è ancora oggi.
La Più Cara
La cifra più alta mai pagata per una Ferrari 250 GTO è di 70 milioni di euro, scuciti dal CEO di WeatherTech David MacNeil due anni fa. Si tratta del modello con numero di telaio 4153, che ha partecipato nel 1963 alla 24 Ore di Le Mans arrivando seconda di classe e quarta assoluta, e che l’anno successivo ha vinto il Tour de France automobilistico.
Un Valore che Aumenta
E nei prossimi anni? Le quotazioni saliranno o scenderanno? Chi la possiede non ha dubbi, ed è convinto che il valore della sua 250 GTO aumenterà. Nel 2019, il tribunale di Bologna si è pronunciato a favore di Ferrari per un reclamo a tutela del design della sua GTO contro le innumerevoli imitazioni che fioccano ovunque. Decretando che le sue linee sono uniche e inimitabili.
Senza contare la potenza di 300 CV, la velocità massima di 280 km/h e l’ottima massa a vuoto di 880 kg (che corrispondevano a un vantaggio di 20 CV, 11 km/h e 60 kg rispetto alla 250 GT SWB).
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